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Reggio e Taverna gemellate nel segno di Preti e Frangipane

Taverna e Reggio

«Quello che ha ci spinti ad essere qui oggi a sottoscrivere l’accordo è la prospettiva di un futuro culturale di scambio e promozione, vissuto in condivisione» ha dichiarato l’assessore alla Cultura Irene Calabrò, durante la firma del gemellaggio tra i Comuni di Reggio Calabria e Taverna.

Un gemellaggio siglato nella Sala dei Lampadari di Palazzo San Giorgio, alla presenza di Demetrio Delfino, in rappresentanza di Reggio, del sindaco di Taverna Sebastiano Tarantino e degli assessori alla Cultura, Irene Calabrò e Clementina Amelio, e condiviso dall’Associazione Aiparc, presieduta da Irene Tripodi, che avvia un percorso conoscitivo che mira alla promozione di attività di studio sulla figura di Alfonso Frangipane e sul patrimonio di Arte Moderna (secc. XVI-XX) della Calabria, in cui recita un ruolo di assoluta preminenza l’arte di
Mattia Preti, che ha trovato proprio in Alfonso Frangipane il suo primo ed illuminato studioso.

«Un gemellaggio che oltre, ad avere un aspetto formale, quello della sottoscrizione – ha chiarito l’assessore Calabrò – ha un valore particolare. Innanzitutto il valore di chi opera nell’associazionismo con convinzione, non come iniziative di sport che si fermano alla convegnistica ma con una prospettiva concreta, tangibile ossia quella di costituire le fondamenta per una cooperazione di sviluppo culturale tra due città. In questo caso Reggio e Taverna».

Taverna, perché ha dato i natali a Mattia Preti, e Reggio perché ha annoverato, tra gli esponenti più attivi e propositivi del suo vivace mondo culturale ed artistico – tra il 1919 e il 1970 – proprio Alfonso Frangipane, colui che ha segnalato «lo stato di abbandono e di degrado dei monumenti di Taverne e delle tele pretiane» nel 1907 nelle undici pagine del suo contributo scientifico Fra le ruine dell’arte nostra pubblicato su Calabria Nuova.

Nella sua attività professionale, avviata nel 1919 proprio con il suo trasferimento a Reggio, assegnato in ruolo per l’insegnamento del disegno, Alfonso Frangipane fonda nel 1922 la Società “Mattia Preti”, editrice del glorioso periodico Brutium, veicolo di tutte le novità e le ricerche su Mattia Preti. Lo studioso, sempre a Reggio Calabria, fonda, tra uno studio pretiano e l’altro, la Scuola d’Arte intitolata a Mattia Preti. Non solo, ma si impegna pervicacemente per il restauro delle imponenti tele pretiane di Taverna. 

Inoltre, Frangipane, quasi novantenne, affrontò un viaggio a Malta, partecipando, insieme con i Cavalieri Gerosolimitani, alla riesumazione della salma di Mattia Preti, lì sepolto, portando con sé una bella ed austera urna di quercia silana, disegnata dall’architetto Albanese e realizzata dagli allievi dell’Istituto d’Arte “Mattia Preti” di Reggio Calabria. In tale urna vengono ricomposti i resti mortali del “Cavaliere Calabrese”. 

Taverna ha ricambiato il devoto amore di Alfonso Frangipane verso il suo illustre figlio, dedicando allo studioso una via ed una sala del Museo Civico. (rrm)

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