Si è svolto, all’Urban Center di Reggio, il terzo incontro sul tema città produttiva/città generativa – con i due focus su Strategie di sviluppo della città di Reggio Calabria” e La città dei quartieri.
Non ne ha dubbi l’assessore Paolo Malara che ha rimarcato inequivocabilmente il concetto della rilevanza politica del masterplan quale strumento di indirizzo fondamentale e condiviso per costruire il nuovo orizzonte cittadino.
Ci sono aspetti materiali ed altri immateriali; una progettualità che viene declinata, soprattutto, mettendo al centro la persona e la qualità della vita; tutto il resto ruota attorno a questo fulcro.
La visione della città futura si sviluppa attraverso 4 assi e 18 elementi; partendo dalla costa, in orizzontale, e penetrando in verticale tutte le aree interne delle vallate, della collina e degli altipiani; rispettandone e valorizzandone le specificità ad ogni livello.
Il territorio cittadino diventa policentrico ed i princìpi ispiratori che governano questo orizzonte progettuale sono -senza alcun dubbio- la sostenibilità, l’autogoverno, la prossimità, la mobilità, l’utilizzo armonioso e consapevole delle risorse con un ritorno equilibrato alla natura, il valore dell’acqua e del verde, la rigenerazione degli spazi rifunzionalizzando aree con assegnazione di nuovi significati: sociali, economici, culturali.
L’aspetto culturale è fondamentale; si ritorna ad un “punto zero” per offrire alla città la possibilità di potersi riconcepire in senso contemporaneo alla luce di cambiamenti macroscopici che vanno tradotti in progettualità concrete: a più livelli.
Sono stati individuati vari ambiti di intervento: quartieri, luoghi identitari, ecosistemi, infrastrutture verdi, nodi intermodali, mobilità.
La città, vista come un organismo, va ri-connessa superando lo stato attuale -che la vede disarticolata- a favore di un sistema intersettoriale che la vuole unita seppur policentrica; riconoscendo valore all’immenso patrimonio delle sue peculiarità.
Il paesaggio, il cibo, l’agricoltura, i parchi e le aree verdi (esistenti o da realizzare) diventano elementi strutturali della città produttiva e generativa; offrendo opportunità concrete di conciliare gli aspetti economici a quelli della qualità della vita, del tempo libero, del confronto intergenerazionale: una “sostenibilità” umanista coniugata nei tempi e nei modi attuali.
«Oggi è stato un bel momento di partecipazione – ha detto Malara – vogliamo costruire questo percorso coinvolgendo i soggetti del territorio: associazioni, enti del terzo settore, comitati, parrocchie, privati e cittadini. Abbiamo parlato -tra le altre cose- di quartieri, di policentrismo, prossimità; perché tutti si devono appropriare di questa concezione facendola diventare una costruzione corale».
«Ci siamo confrontati su come questa città – dalle sette fiumare – si possa rigenerare; su quali siano gli aspetti generativi del lavoro e dell’economia; di come i vari km di costa, le vallate, la collina, l’Aspromonte e la relazione tra urbano e natura si possano conciliare in una visione armoniosa. Una bellissima discussione che ci riporta ad un rapporto nuovo con il territorio e la città: meno macchine, un sistema integrato di mobilità, un lavoro sui nodi con stazioni che divengano non solo fermate ma luoghi di interscambio e di servizi utili alla città; una visione che, sostanzialmente, metta al centro la persona».
«Una città che deve capire come vivere, come confrontarsi con le altre città europee – ha continuato Malara – come sfruttare la consapevolezza di essere centro del Mediterraneo, con i suoi 32 km di costa ed una grande naturalità. Un momento, insomma, di ripartenza; un’idea di futuro rispetto alla quale possiamo essere avvantaggiati, paradossalmente, per non avere avuto delle grandi trasformazioni da sviluppo industriale preservando quindi la natura e le risorse naturali».
«Nostro obiettivo – ha concluso – è la costruzione della città del futuro ma con un progetto attuale; stiamo già lavorando in modo concreto e con risorse, su vari fronti, per dare una nuova prospettiva che riparta da un punto zero per una città che vogliamo costruire assieme». (rrc)