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REGGIO – Life, le foto di Raffaele Montepaone

13 ottobre – Inaugurata questa mattina a Palazzo Campanella di Reggio la bellissima mostra “Faces Hands Life” del fotografo vibonese Raffaele Montepaone. Con l’autore il segretario-questore del Consiglio regionale Giuseppe Neri e il prof. Remo Malice dell’Accademia di Belle Arti di Reggio che ha collaborato per la realizzazione dell’esposizione.. La mostra ospitata nell’area “Transatlantico” del Consiglio regionale resterà aperta fino al 19 ottobre. SI tratta di una raccolta di straordinarie foto in bianco e nero di donne di Calabria, raccolte durante numerose “escursioni” sul territorio da parte del fotografo Montepaone, immagini che gli hanno valso numerosi riconoscimenti anche internazionali.

Come si legge nel sito di Montepaone, «”Life” prese vita nel 2007 con il primo scatto a Stilo, piccolo borgo dell’entroterra jonico reggino dove Raffaele cominciò la sua ricerca, tutt’ora in corso. Il primo ritratto fu quello della signora Concetta, simbolo della sana tradizione popolare di Stilo, scatto che gli valse la selezione per esporre nell’ambito di Expo Arte, all’interno di Affordable Art Fair Milano, dove si aggiudicò il secondo posto tra i nuovi talenti. Volti e mani solcate dal tempo e dalla fatica sono i soggetti che affascinano l’artista. Raffaele gira i paesini della Calabria, alcuni sperduti, realizzando immagini suggestive che documentano gli usi e i costumi delle vecchie generazioni calabresi e i loro legami con la terra, metaforicamente visibili nei solchi dell’epidermide. Le sue non sono soltanto normali rappresentazioni di vita rurale ma intimi ritratti nei quali emerge un vissuto intero, immagini evocatrici di tempi passati. Montepaone si propone di lasciare un segno di quella Calabria che va scomparendo, perché i “nuovi vecchi” non saranno più come i “suoi”, nel senso che prima di premere il pulsante della sua Nikon stabilisce un rapporto con i soggetti della sua ricerca, parla e pranza con loro, li segue in una giornata tipo, ne conquista la fiducia per poi farli diventare i protagonisti delle sue fotografie».
Raffaele Montepaone – si legge sul suo sito personale – «è stato definito il poeta delle immagini e fotografo dei “vecchi”, definizioni che lo inorgogliscono proprio perché resta affascinato da quelle rughe e da quelle mani consumate. La novità però rispetto a chi ha già percorso queste strade è che Raffaele non si limita ad una mera immagine bozzettistica degli anziani di Calabria ma ha l’abilità di far emergere dalle loro mani, dai loro volti, dai loro oggetti usurati tutto il pathos di una vita fatta di fatiche e sofferenze ma nello stesso tempo ricca di dignità, la vita della gente di Calabria del secolo scorso. Il mondo che Raffaele rappresenta attraverso le sue opere risulta al contempo crudo e romantico, gente che vive di cose semplici in un tempo sospeso, lontano dalle metropoli e i cui ritmi sono scanditi solo dalla natura. La forte valenza simbolica presente in quasi tutte le sue opere è una delle caratteristiche di maggiore impatto. Le vite delle sue vecchine, molte delle quali vedove, affondano le loro radici nei campi e nella preghiera: nei ritratti il fotografo non manca di evidenziare la doppia fede al dito, simbolo di chi non c’è più solo fisicamente ma di cui si conserva un immutato ricordo; o le tante immagini sacre affisse nelle loro umili case, talvolta composte solo da una stanza ma tenute con grande decoro. Donne con volti solcati e stanchi che si preparano all’alba per iniziare la loro giornata nei campi con riti semplici, raccolgono i lunghi capelli bianchi in eleganti chignon, o in composte trecce con devota abitudinarietà e si offrono con dolcezza al suo obiettivo che coglie ogni particolare di una vita completamente dedicata alla terra. Vecchine che terminano le loro giornate stringendo tra le mani grani di un rosario, anch’esso consumato dal tempo e da chi lo ha stretto riponendovi la speranza di una vita». (rrc)

 

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