Sono partite, a Reggio Calabria, le attività di monitoraggio e valutazione del Piano di Zona della città. Si tratta di uno strumento “principe” della programmazione territoriale e la sua realizzazione introduce cambiamenti significativi nella tradizionale prassi di programmazione delle politiche sociali. Trattandosi di uno strumento che introduce elementi di processo e di contenuto innovativi, è necessario porsi il problema del suo monitoraggio e della sua valutazione, nell’intento di migliorare le politiche e gli interventi, promuovendone il continuo miglioramento.
«Con viva soddisfazione – ha spiegato l’assessore al Welfare, Demetrio Delfino – comunico l’avvio delle attività di monitoraggio, valutazione e aggiornamento del Piano di Zona, volte a concretizzare il processo di continua osservazione e aggiustamento di obiettivi, progetti, servizi, interventi e risorse a favore dei nostri cittadini, soprattutto nei confronti di coloro che si trovano in situazione di fragilità e vulnerabilità».
Il servizio di monitoraggio e valutazione, mediante procedura aperta, è stato affidato alla Società Ecoter di Roma, Istituto di Ricerca e Progettazione Economica e Territoriale con un’esperienza ormai consolidata nel supportare le Pubbliche Amministrazioni centrali e regionali nella pianificazione strategica in materia di sviluppo locale.
«Questa Amministrazione -– ha continuato Delfino – ha sempre operato dentro una visione di sviluppo delle politiche sociali territoriali che costituiscono lo strumento fondamentale di resilienza della nostra comunità e questo processo innovativo, introdotto all’interno della programmazione del Piano di Zona, svolge un ruolo chiave nel miglioramento del sistema di protezione sociale».
In questi giorni, alla presenza dell’assessore Demetrio Delfino, del Dirigente Francesco Barreca e di tutti i responsabili dei servizi del Settore Welfare, è stato presentato il piano delle attività da parte della Società Ecoter che si svilupperà, nei prossimi 18 mesi, attraverso una metodologia operativa volta a monitorare, verificare e ricalibrare la programmazione a favore delle persone e delle famiglie, per prevenire e contrastare gli elementi di esclusione e promuovere il loro benessere.
«La scelta di curare in maniera scientifica gli aspetti di monitoraggio e valutazione del Piano di Zona – ha concluso – trova fondamento non tanto in quella sorta di obbligo istituzionale correlata alle diverse progettualità che impongono azioni di rito di raccolta dei dati, quanto in una visione nuova di processo orientato al futuro, che ci permetterà di migliorare le politiche di welfare locale, investendoci, allo stesso tempo, come Ambito Territoriale, della responsabilità di apertura e sperimentazione di un processo pionieristico che potrebbe svilupparsi dentro una sorta di contaminazione, di scambio circolare di esperienze e buone prassi in tutto il territorio regionale». (rrc)