Grande successo, a Reggio Calabria, per la seconda edizione del Grace Day, l’amore che dà la vira attraverso l’estetica & benessere, il seminario formativo e d’orientamento dedicato all’estetica oncologica organizzato dall’Associazione Grace Ets e patrocinato dal Comune di Reggio Calabria.
Un confronto multidisciplinare in ambito oncologico con l’intento di mantenere alta la qualità di vita. Soprattutto perché è molto importante che donne, ma anche uomini, che devono già affrontare una dura battaglia, abbiamo la possibilità di potersi confrontare anche con estetiste e operatori del benessere.
Per rimarcare il concetto, diversi professionisti del settore medico estetico, ma non solo, hanno partecipato al seminario di domenica scorsa, nella sala conferenze dell’E’Hotel di Reggio Calabria, moderato dalla giornalista Natia Malaspina. In questa edizione, l’Associazione ha inteso coinvolgere anche gli ambiti dell’arte e dello sport per un confronto multidisciplinare. Che non può che cominciare dalla prevenzione – definita «salvavita» dal Presidente dell’Associazione Arco (Associazione Ri-Uniti Calabria Oncologica) Francesco Provenzano – e proseguire con un corretto stile di vita. La multidisciplinarietrà è un concetto non più nuovo, ma presuppone un cambiamento nell’approccio culturale che permette di individuare il percorso terapeutico migliore, coordinando più discipline, per raggiungere un obiettivo comune: la sopravvivenza ed il benessere delle persone con diagnosi tumorale.
L’aspetto prettamente medico, è stato sapientemente toccato dall’oncologo e ricercatore Pierpaolo Correale, che ha dato il là a tutta una serie di interrogativi che, chi convive con la malattia oncologica, si pone giornalmente: «Se non riesco a camminare perché i piedi mi fanno troppo male, se guardandomi allo specchio non mi riconosco e mi vergogno ad uscire di casa posso davvero chiamarla vita?».
Interrogativi a cui cerca di rispondere giornalmente l’Associazione Professionale di Estetica Oncologica (A.P.E.O), presente al seminario con Carolina Ambra Redaelli, medico e Presidente A.P.E.O. «Attraverso il progetto “Grace, l’Amore che Dà la Vita” che si approccia al mondo dell’estetica oncologica – ha spiegato Lidia Papisca, Presidente dell’Associazione Grace – vogliamo migliorare la qualità di vita dei pazienti in terapia, alleviare gli effetti dolorosi e invalidanti e contrastare gli inestetismi che toccano anche la sfera sociale e psicologica del paziente».
Accanto all’estetista oncologica anche la cosmetologa ha un ruolo fondamentale. Una figura, domenica scorsa rappresentata dalla farmacista specializzata in cosmesi Fabrizia Ghione, che guida il paziente nella scelta di prodotti sicuri ed efficaci per la cura del corpo.
«Un’importante terapia complementare che può migliorare il benessere», ha spiegato Alberto Scipione fisioterapista e osteopata, che ha sottolineato i benefici del massaggio oncologico. D’altro canto, durante la malattia cambiano le priorità, ci si deve adattare e abituare a vivere in un modo diverso, a scontrarsi con fragilità e paure. Cambia anche l’aspetto fisico e, «soprattutto per una donna, uno dei primi pensieri al momento della diagnosi va alla perdita dei capelli» come ha sottolineato Ana Paula Pereira, nello spiegare il progetto “Fili di Vita”. Un contributo alla bellezza, il suo, che comprende parrucche, turbanti e cappelli.
Anche la giusta dose di fitness può migliorare in maniera significativa i sintomi e la qualità della vita. Renato Raffa, responsabile della formazione ASC nonché Presidente della Consulta metropolitana dello sport, lo ha ribadito: «Lo sport è un’arma in più per vincere la partita contro il cancro».
Il periodo della malattia è fatto di trasformazioni, cambiamenti in cui si sperimenta incertezza e tutto viene messo in discussione. La malattia, però, può anche accendere energie nascoste e risvegliare stimoli sopiti. Il dialogo tra arte e medicina, ad esempio, va avanti da secoli. Diversi sono i professionisti che si impegnano nella promozione di questo connubio. Tra di loro c’è Luisa Malaspina, Presidente dell’Associazione Agapaò. La stessa ha parlato di Bellezza come nutrimento per l’Anima. E a farle eco c’era anche Vincenzo Maria Romeo, psichiatra e direttore scientifico della Scuola di specializzazione in Psicoterapia analitica e gruppo analitico.
È importante che gli operatori sanitari prendano coscienza fino in fondo che curare non significa solamente guarire la patologia oncologica, ma anche prendersi cura della persona che presenta la patologia. Una spinta in tal senso è venuta anche dal vice presidente dell’Associazione Grace, Mauro Giamboi, che concludendo la seconda edizione del Grace Day ha auspicato una unione di intenti tra i diversi attori in campo oncologico per aiutare donne e uomini a superare le paure generate anche dalla terapia. (rrc)