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RENDE (CS) – Il 10 maggio il convegno “Universo carcerario femminile” della Fidapa

RENDE (CS) - Il 10 maggio il convegno "Universo carcerario femminile" della Fidapa

Il 10 maggio, all’Hotel San Francesco a Rende, alle 17.30, si terrà il convegno Universo carcerario femminile: criticità, contraddizioni, prospettive, organizzato dalle sezioni Fidapa BPW Italy (Federazione italiana donne arti professioni affari) di Acri, Cosenza e Paola.

Il convegno, in linea con il tema internazionale della Fidapa 2021-2024 “Nuove azioni attraverso la cooperazione”, si presenta come un’opportunità imperdibile per approfondire la conoscenza di una realtà spesso trascurata, ma fondamentale per la nostra società. La partecipazione e l’attenzione di tutti sono cruciali per dare voce a chi, dietro le sbarre, continua a lottare per un futuro migliore.

La tavola rotonda, moderata da Luigi Bloise, responsabile dell’Area Trattamentale presso la Casa Circondariale di Castrovillari, sarà aperta da Lucia Nicosia (presidente Fidapa BPW Italy sezione Cosenza), Laura Aloise (presidente Fidapa BPW Italy sezione Paola), Libera Reale (presidente Fidapa BPW Italy sezione Acri), Fiammetta Perrone (past presidente nazionale Fidapa BPW Italy) e Pina Genua Ruggiero (past presidente Fidapa BPW Italy Distretto Sud-Ovest), figure di spicco della Fidapa BPW Italy che porteranno i saluti delle loro sezioni con il coraggio e la determinazione che caratterizzano chi lotta per la giustizia e l’uguaglianza.

Rosellina Oliva (past presidente Fidapa BPW Italy sezione Acri) introdurrà il tema del convegno ed Elena Pistilli (past presidente Fidapa BPW Italy sezione Cosenza) guiderà il dialogo con la giornalista Katya Maugeri, autrice del libro Tutte le cose che ho perso: storie di donne dietro le sbarre.

La presidente Fidapa sezione di Cosenza Lucia Nicosia: «Il tema internazionale scelto dalle past presidenti tratta un argomento molto delicato che presenta una serie di problematiche uniche, tra cui la salute mentale, l’accesso ai servizi sanitari, la maternità in carcere, la violenza di genere e l’ineguaglianza delle opportunità di riabilitazione e di reinserimento sociale. È necessario un approccio sensibile e mirato per tutelare i diritti umani e la dignità delle donne detenute. In questa sede, daremo voce alle donne emarginate, cercando di comprendere le loro storie, promuovendo l’empatia e lavorando attivamente per un cambiamento sociale».

Nel tessuto intricato del sistema carcerario, le vite delle donne detenute spesso restano nell’ombra, invisibili agli occhi del mondo esterno. Dietro quelle sbarre, si celano storie complesse, dolorose, e spesso dimenticate, che meritano di essere portate alla luce.

«Il tema della detenzione femminile è di grande attualità – ha detto Pistilli – e non esagero se dico che lacera le nostre coscienze. Le sezioni Fidapa di Cosenza di Paola e di Acri hanno voluto affrontare il tema mettendo in evidenza le criticità e le contraddizioni di un sistema carcerario nato per gli uomini e che ostinatamente nega alle donne, nell’indifferenza di tutti, il diritto alla dignità umana, fondamentale per qualsiasi persona, anche per un detenuto».

«Attraverso il libro della giornalista Katya Maugeri – ha spiegato – porteremo le testimonianze delle detenute di Rebibbia direttamente in questo convegno e scopriremo che non sono considerate persone con un nome e un cognome, ma un numero di cella. Ringrazio i prestigiosi relatori che hanno accettato il nostro invito, in particolare l’assessora Emma Staine, e spero che da questo evento potranno scaturire spunti di profonda riflessione per tutti».

Il convegno del 10 maggio non sarà solo un momento di discussione, ma un richiamo alla coscienza collettiva e un appello all’azione affinché vengano smantellate le catene invisibili dell’ingiustizia e della discriminazione che imprigionano queste donne e sia restituita loro la dignità umana che ogni individuo merita. L’universo carcerario femminile può essere trasformato in un luogo di speranza e rinnovamento, dove ogni donna, indipendentemente dal suo passato, possa trovare una strada per costruire un futuro migliore.

«Attraverso una progettualità condivisa, nel tempo – ha detto Oliva – la Fidapa ha organizzato e continua a organizzare percorsi di sensibilizzazione volti a far riflettere l’opinione pubblica su tematiche di pregnante attualità. Questo convegno è incentrato su una tematica delicata di cui purtroppo si tende a parlare poco. Un’iniziativa culturale e di informazione che accende i riflettori sul sistema carcerario femminile».

«Partendo dall’approccio introspettivo e riflessivo della giornalista Katya Maugeri – ha proseguito – nell’ambito del convegno si avrà l’opportunità di comprendere la realtà carceraria attraverso la voce delle stesse detenute per poi un’analisi consapevole delle criticità attraverso esperti del settore. Con questo convegno, la Fidapa ha l’obiettivo di continuare a lavorare per rappresentare tutte le donne affinché la nostra società attuale possa essere inclusiva».

Il convegno prevede interventi mirati a esplorare le molteplici sfaccettature della detenzione femminile.

Maria Esposito, psicologa e referente per la violenza di genere della Fidapa di Cosenza, tratterà gli aspetti psicologici e relazionali legati alla detenzione femminile, offrendo uno sguardo approfondito sulle sfide emotive che le detenute affrontano quotidianamente.

Giuseppe Carrà, direttore della Casa Circondariale Rosetta Sisca di Castrovillari, porterà la sua esperienza diretta nel raccontare la storia e l’evoluzione della detenzione femminile in Italia, mettendo in luce le sfide incontrate e le soluzioni proposte nel corso degli anni.

Patrizia Longo (avvocato, past presidente Fidapa sezione di Paola e referente commissione legislazione Distretto Sud- Ovest) esaminerà gli aspetti legali della maternità in carcere, esplorando il delicato equilibrio tra detenzione e genitorialità e le implicazioni della legislazione italiana: «Le  norme in tema di provvedimenti restrittivi della libertà, relativi alla condizione della detenuta madre o della donna incinta, contemplano la custodia in carcere come extrema ratio applicabile solo quando le esigenze cautelari, esistenti in concreto, non possono essere soddisfatte con nessun’altra misura».

«A mio avviso, il legislatore dovrebbe prevedere, senza alcuna limitazione, il ricorso alle misure alternative alla detenzione o ancora meglio la costruzione di case famiglie protette (ne esistono solo due in Italia) dove le madri detenute possano prendersi cura dei propri figli senza costringerli a vivere in strutture carcerarie. Ciò favorirebbe l’attuazione del principio costituzionale della funzione rieducativa della pena».

Emma Staine, assessore alle Politiche Sociali della Regione Calabria, condividerà le prospettive future del sistema carcerario femminile, analizzando le politiche sociali regionali e nazionali volte a migliorare le condizioni delle detenute e a favorire il loro reinserimento nella società.

Il convegno si concluderà con le riflessioni di Fiammetta Perrone, che porterà la sua vasta esperienza come past presidente nazionale Fidapa, offrendo spunti e indicazioni per il futuro dell’universo carcerario femminile. (rcs)

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