Il consigliere comunale di Catanzaro, Vincenzo Capellupo ha evidenziato come «nella complessa vicenda della neonata azienda Dulbecco, il rispetto del timing è condizione irrinunciabile affinché, dopo il lungo e travagliato percorso che ha portato alla sua istituzione, quest’ultima produca effetti concreti e le conseguenti ricadute in termini di reale servizio ai cittadini».
«In questo senso, bene ha fatto il sindaco Nicola Fiorita – ha aggiunto – a ricordare che il management della nuova Azienda ha l’obbligo di avviare tutte le procedure entro 90 giorni, per come stabilito dal protocollo d’intesa Regione-UMG. E altrettanto bene ha fatto a evidenziare che si potrà dire di essere partiti con il piede giusto solo quando verrà attivato il secondo pronto soccorso presso il policlinico. Due punti sui quali si potrà riscontare davvero la portata storica della fusione per incorporazione tra Mater Domini e Pugliese-Ciaccio».
«La risposta rapida, efficace ed efficiente al cittadino – ha proseguito – al di là del codice con cui egli viene inquadrato, è la misura di un sistema rispettoso del diritto alla salute sancito in Costituzione. In caso contrario, non solo quel diritto deve considerarsi negato ma si deve prendere atto che siamo lontani dalla civiltà della salute».
«Fino ad ora, purtroppo – ha detto ancora – è stato così e l’unico pronto soccorso attivo in città si è rivelato essere esso stesso un paziente su cui agire in regime di emergenza urgenza. Può sembrare un paradosso, ma è la realtà con cui tutt’ora devono fare i conti quotidianamente i cittadini; una realtà della quale, d’altra parte, ha dovuto prendere atto lo stesso commissario della Dulbecco, Vincenzo La Regina, che apprezzabilmente ha dimostrato di possedere il giusto approccio al problema».
«Il commissario, tuttavia, non è il solo attore con un ruolo in questa vicenda. Perché attivare il secondo pronto soccorso non significa certo limitarsi ad affiggere un’insegna luminosa. Nessuno lo pensa, per fortuna, ma allora si tenga ben presente che pronto soccorso significa poi avere reparti in grado di accogliere chi vi arriva – ha concluso –. In altre parole, la presa in carico del paziente non può che essere globale. Lo tengano presente il commissario ma anche il resto delle figure che su questa delicata materia hanno voce in capitolo, a cominciare dal presidente Occhiuto che è ben consapevole, credo, che sulla normalizzazione del servizio sanitario regionale, si gioca la sua partita forse più importante».