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Senese (Fenaluil Calabria): Regione rispetti impegni presi per realizzare Ospedale della Sibaritide

L'OPINIONE / Maria Elena Senese: Sicurezza sui luoghi di lavoro, si fa tutto per evitare gli incidenti?

«La Regione rispetti gli impegni presi e consenta la realizzazione dell’Ospedale della Sibaritide». È l’appello lanciato da Maria Elena Senese, segretario generale della Fenealuil Calabria, a seguito del tavolo in Prefettura a Cosenza per la realizzazione dell’opera.

«Alla luce di tutte le problematiche emerse durante l’incontro precedente – ha aggiunto – nel quale è stato evidenziato il completamento delle opere strutturali per circa il 90%, abbiamo raccolto l’impegno della Regione Calabria che speriamo venga rispettato nei tempi previsti».

«La cifra da coprire è importante – ha evidenziato – mancano circa 50 milioni di euro. L’impresa presenterà entro maggio, alla regione Calabria, il progetto da approvare con l aggiornamento del piano finanziario. Non trovare questi fondi, non impegnare la Regione Calabria con concretezza nella realizzazione definitiva di questa opera pubblica di grande importanza, sarebbe uno smacco insopportabile per i calabresi e, in particolari, per le cittadine ed i cittadini di un territorio già ampiamente sacrificato sull’altare delle promesse politiche».

«Il presidente della giunta regionale, davanti al prefetto di Cosenza – cui va il nostro sentito grazie per la meritoria attenzione con la quale sta seguendo la vicenda – ha garantito l’impegno suo personale e del governo regionale – ha detto – finalizzato all’approvazione del nuovo Piano economico finanziario dell’opera, all’approvazione in tempi celeri del progetto di variante e, quindi, alla copertura economica dei costi dello stesso progetto di variante».

«Mantenere questo impegno – ha concluso – vorrà dire non solo dare un orizzonte certo al nuovo ospedale della sibaritica, la cui consegna precedentemente fissata non potrebbe essere altrimenti rispettata, e offrire le attese garanzie ai lavoratori di un’impresa che si è detta obbligata, per la lievitazione dei costi legati alle tante crisi, non ultime il Covid-19, la guerra in Ucraina ed i rincari spropositati delle materie prime con le quali è stata chiamata a fare i conti, alla chiusura del cantiere in tempi ristrettissimi». (rcz)

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