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SERRASTRETTA (CZ) – Catàgeios, le mostre di Andronico e Žilėnaitė

catàgeios

A Serrastretta, per il secondo appuntamento con Catàgeios. L’antro dell’artista – Le opere e i giorni di Pramantha Arte, due le mostre in programma per domani, sabato 8 e domenica 9 febbraio, a Palazzo Pingitore.

Si tratta della mostra personale dell’artista Filippo Andronico, dal titolo Donna del Sud e la personale dell’artista lituana Simona Žilėnaitė dal titolo Alla ricerca della casa perduta, a cura di Maria Rosaria GalloAntonio Bruno Umberto Colosimo.

«Tra pittura e scultura – hanno spiegato i curatori – la mostra ripropone un saggio della produzione artistica di Filippo Andronico che, attraverso la sua dedizione alla figura femminile e la sua raffinata ricerca stilistica, restituisce un’opera carica di pathos e rigore. Un’opera in cui converge quella tensione di opposti che sta alla base dell’evoluzione del pensiero e dell’arte occidentale, e che nell’archetipo della donna trova la sua figurazione ottimale. Un’armoniosa e vitale doppiezza che nell’arte di Andronico appare irrisolta e, probabilmente, insolubile: l’anelito a uno stile formale, supremo e imperturbabile (incontra) si scontra con il calore, la sensualità e la materna corposità del principio mediterraneo».

«Donna del Sud in Catàgeios – hanno proseguito i curatori – ribadisce l’antico senso greco della bellezza e dell’eros, in un rapporto di reciproca implicanza tra la dimensione estetica, etica e conoscitiva dell’esistenza».

«Alla ricerca della casa perduta – ha spiegato il curatore Antonio Bruno Umberto Colosimo – presenta l’ultima produzione della pittrice Simona Žilėnaitė ed è sostanzialmente un’indagine sullo spazio inteso come definizione, oltrepassamento e incessante ridefinizione di confini, fisici, pittorici, gnoseologici, psicologici, esistenziali. Nell’ambito di Catàgeios, la pittura di Žilėnaitė diventa metafora di quella ricerca di riferimenti mentali che determinano il costituirsi della stessa identità personale, collettiva e umana. Una ricerca che non può non tener conto della decadenza, della perdita, del dolore e della inesorabile ricostruzione». (rcz)

 

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