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SIDERNO – Alla rassegna “Una, nessuna, Centomila” il dibattito su donne e omofobia

Alla rassegna "Una, nessuna, Centomila" il dibattito su donne e omofobia

Domani sera, a Siderno, alle 19, alla Villa Comunale, si terrà il dibattito Donne ed omofobia. L’evento è il secondo appuntamento della rassegna cinematografica Una, nessuna, centomila organizzata dal Centro Antiviolenza “Angela Morabito” in collaborazione con il Comune di Siderno.

Giovanna Vingelli per l’Unical, Michela Calabrò per l’Arcigay RC, Mirella Giuffrè per l’Agedo, l’avvocata Lucia Lipari e la responsabile del Cav e Casa Rifugio Francesca Mallamaci, discuteranno con un taglio pratico di democrazia e garanzia dei diritti quali capisaldi delle nostre società.

Sono centinaia le richieste di aiuto di ragazzi e ragazze che sono maltrattati, disconosciuti e allontanati dalle proprie famiglie per via del loro orientamento sessuale e della loro identità di genere. Molteplici le richieste di aiuto di persone che per queste ragioni vengono aggredite.

L’omofobia, la transfobia e tutte le forme di discriminazioni correlate non possono essere temi di discussioni approssimative e retaggio di vetero opinioni. La violenza va sempre contrastata in ogni sua deriva e manifestazione. Le donne, le persone con disabilità, i migranti, le persone omosessuali: è questo il ‘podio’ della mappa dell’intolleranza che si allarga a macchia d’olio. L’hate speech in rete è aumentato generando tensione e polarizzazione dei conflitti.

Per i ricercatori, un dato su tutti fotografa al meglio la realtà che oggi rappresenta l’odio online e il ruolo di cinghia di trasmissione che i social svolgono tra i mass media tradizionali, la politica e alcune sacche di forte malcontento, ed è la forte polarizzazione rappresentata dall’aumento evidente e notevolissimo delle percentuali dei tweet e post negativi. Il che indica una maggiore radicalizzazione dei discorsi d’odio, un fenomeno decisamente esploso. 

Si assiste a una “verticalizzazione del fenomeno di odio online” e per le strade, per il quale la diffusività di messaggi di esclusione, intolleranza e discriminazione è allarmante. In relazione a questi aspetti e agli atteggiamenti di molti, ad una subcultura intollerante, c’è un ruolo fondamentale giocato dai mass media tradizionali nell’orientare e influenzare questa tipologia di comunicazione e narrativa, e soprattutto giocato dalle Istituzioni, chiamate all’affermazione dei diritti, alla divulgazione di una cultura dell’uguaglianza e non discriminazione legata ai generi. (rrc)

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