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SEGNO D’IDENTITÀ CULTURALE: S’INTITOLI
AEROPORTO LAMEZIA A CORRADO ALVARO

Lamezia Airport

di PARIDE LEPORACE e GIANLUCA PASSARELLI – Oltre 200 persone hanno firmato la petizione promossa da me e dal docente universitario Gianluca Passarelli, petizione che chiede di intitolare l’aeroporto di Lamezia Terme a Corrado Alvaro.
L’aeroporto è intitolato a Santa Eufemia, e con il rispetto che si deve ai santi, ci sembra in realtà più che una scelta che tiene conto di un sentimento di fede, un omaggio legato al quartiere dove fu realizzata la struttura. Una dicitura iperlocalista e mai entrata nell’immaginario collettivo di calabresi e viaggiatori che ignorano il suo toponimo.

La Calabria ha bisogno di segni simbolici unificanti per superare campanilismi che hanno sempre diviso la nostra Regione.
Abbiamo espresso la nostra idea di Alvaro nel nostro appello. Ci conforta che l’idea sia sostenuta dal sindaco di S.Luca Bruno Bartolo, dai giornalisti Matteo Cosenza e Filippo Veltri, da Vito Teti uno dei migliori interpreti di Alvaro nella modernità, dal cantautore Peppe Voltarelli, da Tonino Perna, il quale ha dichiarato: «Credo che Corrado Alvaro rappresenti non solo il più grande scrittore calabrese ma anche un uomo che ha saputo essere fino in fondo calabrese e cittadino del mondo»

Auspichiamo che prosegua la mobilitazione e che sia utile ad un confronto su Corrado Alvaro e sul nostro essere calabresi del XXI secolo.I luoghi esprimono simboli e quindi significati, identità e storie. Gli aeroporti, come le stazioni dei treni, sono spesso “non-luoghi”, dove lo spaesamento individuale è accentuato. In assenza di riferimenti storico-sociali-culturali definiti, identificati, riconosciuti e riconoscibili, la a-spazialità accentua processi di depauperamento civico e sociale.
L’àtopon, un luogo di ciò che è senza luogo, diventi toponimo di una comunità spaesata, ma che cerca riferimenti collettivi.
Non si tratta di mera metonimia, di maquillage, di marketing dei luoghi. Viceversa, l’intento è proprio sottrarre al vuoto dei codici, delle etichette campaniliste o delle sigle fantasiose, quanto dovrebbe richiamare immediatamente, ossia senza intermediazioni e subito, il senso di appartenenza e la comune identità. Da rivendicare con orgoglio, senza chauvinismo, tanto più essa sia capace di “viaggiare nello spazio e nel tempo”.

Corrado Alvaro, i suoi scritti, le sue parole, rappresentano il più alto esempio di quella “calabresitudine” alta da riaffermare. Consacrare un luogo quale l’aeroporto principale della Regione, alla figura nobile, prestigiosa e illustre di Alvaro, rappresenterebbe un segnale assai positivo.
Scrivendo della sua Calabria, Alvaro descriveva un luogo di transito, una stazione ferroviaria: «Ci trovavamo sul marciapiedi della stazione d’una linea secondaria, in attesa del treno, cioè dell’elettro-treno, come si chiama. C’era qualche studente che tornava a casa dall’esame sbrigato presto, un prete, giovani professionisti, avvocati attempati e vecchi notai che andavano alle loro visite settimanali della clientela di provincia, qualche coppia di sposi, di cui una vestita di nero, la donna stretta in una guaina che faceva risaltare la pelle d’un bianco di camelia».

Basta sostituire treno con aereo per vedere con gli occhi e con l’immaginazione il grande traffico di persone, storie, cose che transitano quotidianamente in aeroporto.
Secondo Alvaro «…il calabrese “vuole essere parlato”. Bisogna parlargli come a un uomo che ha sentimenti, doveri, bisogni, affetti: insomma, come a un uomo».
Anche la Calabria ha un particolare bisogno di essere parlata, e vuole che si parli di Lei attraverso il suo figlio più prodigioso.

Confidiamo che presto il nome di Alvaro viaggi da e per l’aeroporto principale della regione quale veicolo di cultura, identità. (ple – gp)

CHI VOLESSE ADERIRE FIRMI QUI: https://www.change.org/p/intitolazione-a-corrado-alvaro-dell-aeroporto-di-lamezia-terme?redirect=false

 

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