Il principe Fulco Ruffo di Calabria: Intitolare aeroporto di Lamezia a mio nonno

Intitolare l’aeroporto di Lamezia Terme a Fulco Ruffo, «mio nonno». È questa la proposta che il principe Fulco Ruffo ha avanzato al presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, nel corso di un colloquio.

«Mio nonno è stato una grande personalità del secolo scorso – ha spiegato – il cui cognome è intimamente legato alla storia della regione, da prima del Medioevo in avanti, pertanto, nutrendo per la Calabria un sentimento di profondo affetto, sarei felice se la proposta fosse accolta».

Fulco Russo, infatti, è nipote di Paola Ruffo di Calabria, regina dei Belgi e figlia dell’omonimo Fulco Ruffo di Calabria, aviatore medaglia d’oro nella prima guerra mondiale.

Accompagnato da Massimo Brescia, il principe nel corso dell’evento a Catanzaro Lido organizzato dall’Associazione Calabria, un mare d’amore, ha spiegato come l’idea «non nasce così all’improvviso, ma è frutto di un “percorso” legato alla mia famiglia che ha un importante legame con la regione, ritrovando personaggi che le appartengono nelle svariate province».

Una proposta, dunque, «non per autocelebrarmi – ha spiegato il principe – ma, significherebbe aggiungere alla regione una ulteriore immagine di “nobiltà”, quella nobiltà che per l’appunto ritroviamo nelle sue antiche origini». (rcz)

 

Il Coordinatore di Fi De Biase: Il nome dell’aeroporto di Lamezia non si tocca

Il «nome dell’aeroporto di Lamezia Terme non si tocca». È quanto ha ribadito Salvatore De Biase, coordinatore di FI a Lamezia, a seguito della proposta, da parte del principe Fulco Ruffo di Calabria, nipote di Paola Ruffo di Calabria, regina dei Belgi e figlia dell’omonimo Fulco Ruffo di Calabria, aviatore medaglia d’oro nella Prima guerra mondiale, al presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, di intitolare l’aeroporto lametino al nonno omonimo, mantenendo rigorosamente la denominazione geografica. 

«È arrivato il momento di dire “basta” – ha sottolineato –. Abbiamo esaurito la nostra pazienza di fronte a proposte insistenti e raccolte di firme che aspirano a mutare l’antico nome dell’Aeroporto di Lamezia. Basta. Arrendetevi, poiché il nome che adorna l’aeroporto è già stato conferito ed è inequivocabilmente Lamezia».

«Ciascun individuo può – ha spiegato – con meriti apprezzabili in ambito culturale, storico, religioso o sociale, vantare titoli onorifici e riconoscimenti, ma perché volgere lo sguardo all’aeroporto lametino? “Aeroporto di Lamezia”, questa è la sua designazione completa e autentica! L’aeroporto ha portato questo nobile nome sin dalla sua nascita, e tale appellativo deve rimanere inciso nella memoria collettiva».

«È tempo di dichiarare un’enfatica fine a questo interminabile calvario che periodicamente affiora sulla stampa. L’aeroporto è una delle preziose doti di Lamezia, è insito nel territorio lametino, e il suo nome è un’eredità cittadina irremovibile. Così è stato, così deve restare, anche se ciò risulta scomodo a qualcuno!». (rcz)

L’OPINIONE / Filippo Mancuso: Attivazione nuove rotte grande slancio per gli scali

di FILIPPO MANCUSO – L’attenzione della Regione e del presidente Occhiuto sul sistema delle infrastrutture fondamentali, trova un’ulteriore importante conferma con l’attivazione di nuove rotte da e per la Calabria, dando impulso a un significativo arricchimento dell’offerta dei nostri scali aeroportuali. Con le otto nuove destinazioni, tre domestiche e cinque internazionali, il ‘Tito Minniti’ di Reggio avrà uno slancio senza precedenti.

Esprimo viva soddisfazione per la decisione di Ryanair di lanciare una nuova base operativa a Reggio Calabria, con un investimento di 100 milioni di dollari e l’opportunità di creare circa 200 nuovi posti di lavoro. Un investimento che consente di rafforzare lo scalo su cui c’è grande attenzione da parte del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini che, nelle settimane scorse, ha mantenuto la promessa di migliorare l’operatività del ‘Tito Minniti’, ottenendo l’autorizzazione alla nuova procedura di volo che ha eliminato le precedenti e penalizzanti limitazioni.

Importante, poi, il rafforzamento degli altri due scali. Quello di Lamezia Terme, che rimane il principale terminal della regione, avrà un nuovo volo internazionale, mentre quello di Crotone, fondamentale per assicurare al territorio prospettive di sviluppo, potrà contare su una nuova tratta nazionale. Questi sforzi – sottolinea – vanno nella giusta direzione di sostenere il diritto alla mobilità dei calabresi e delineano possibilità di ulteriore sviluppo turistico per una delle regioni più belle d’Europa che mette a disposizione dell’umanità un formidabile patrimonio di natura e cultura. (fm)

[Filippo Mancuso è presidente del Consiglio regionale]

 

Intitolare l’aeroporto di Lamezia a Fulco Ruffo di Calabria

Intitolare l’aeroporto di Lamezia Terme a Fulco Ruffo di Calabria, asso dell’aria della Prima Guerra Mondiale. È questa la proposta avanzata da Vincenzo Attisani, presidente dell’Associazione Radicando.

«Aeroporti di tutto il mondo – ha  spiegato Attisani – sono giustamente intestati a personalità legate al volo e all’aviazione, come per esempio quello di Lugo di Romagna, che porta il nome del grande Francesco Baracca. Anche in Calabria, quello di Reggio è intitolato a Tito Minniti, sottotenente della Regia Aeronautica e Medaglia d’oro al valor militare per la Guerra in Etiopia, dove morì tragicamente».

«A Ruffo di Calabria sono poi intestati – ha continuato – il viale che porta da Napoli all’aeroporto di Capodichino, una via vicino lo scalo di Roma Fiumicino, e un’altra in prossimità di quello di Palermo Punta Raisi».

«E comunque, anche al di là di questo riferimento specifico al tema dell’aviazione, il nome di Ruffo di Calabria con quel ‘di Calabria’ appunto al suo interno, e con il suo prestigio e blasone internazionale, costituirebbe una significativa opportunità per trasmettere e veicolare storia, valori, tradizioni e ‘nobiltà’ del nostro territorio – ha concluso – con una intitolazione credo generalmente condivisibile e scevra da quei campanilismi che finora hanno impedito una decisione consensuale per il nome del nostro principale scalo».

Una proposta avanzata in occasione della visita, in Calabria, del principe Fulco Ruffo di Calabria, nipote di Paola di Liegi, consorte di re Alberto II, regina dei Belgi il cui padre (e nonno del principe) era quell’omonimo Fulco Ruffo di Calabria eroe e asso del Servizio Aeronautico del Regio Esercito Italiano nella Prima guerra Mondiale, tra l’altro principe di Scilla e conte di Nicotera.

I Ruffo di Calabria sono una delle famiglie della nobiltà italiana più antiche e blasonate, già annoverata tra le sette più grandi casate del Regno di Napoli, e strettamente legata alla Calabria non solo per il suo “nomen omen”, ma per la sua presenza importante e determinante nel territorio sin dall’anno Mille, con probabili origini normanne, e con vari possedimenti tra cui lo spettacolare Castello di Scilla (Rc), antica fortificazione sul promontorio proteso sullo Stretto di Messina, che ospita il faro della Marina Militare.

Fulco Ruffo non ha fatto mai mistero del suo stretto e appassionato legame con la regione bruzia, e proprio in questi ultimi tempi lo si è visto attivarsi come spontaneo “ambasciatore” delle sue bellezze e ricchezze, con la convinzione, più volte esplicitata, che sia venuto il momento di rivendicarne l’unicità e la potenzialità di meta turistica di eccellenza.

Tra le tappe di questo suo entusiasmante tour, il principe è stato accolto a Montepaone Lido  dal presidente dell’Associazione “Radicando” di Girifalco (Cz), l’avvocato Vincenzo Fulvio Attisani, operatore culturale e animatore, tra l’altro, del Premio “Brigantino d’Oro”, attribuito ogni anno a personalità calabresi distintesi nel mondo. Con lui, Mario Iannelli presidente dell’Associazione culturale “Ione” di Stalettì, e Massimo Brescia conduttore di Radio Ciak. Durante l’incontro in cui si è ragionato su varie iniziative da poter mettere in campo per le accennate finalità promozionali, relazionali e d’immagine a favore della Calabria, Attisani ne ha proposto una particolarmente significativa: l’intitolazione dell’aeroporto di Lamezia Terme all’eroe dell’aria Fulco Ruffo di Calabria.

Il nobile nipote del grande aviatore si è detto assolutamente entusiasta di questo suggerimento e di questa intuizione dell’avvocato Attisani, condividendo le motivazioni esposte, e pronto a “garantire” il pieno appoggio suo e della famiglia reale, anche con l’immaginabile beneficio per il territorio che potrebbe derivare dai legami internazionali che questa può vantare tra teste coronate e non solo, in tutto il mondo.              

Mario Iannelli ha ricordato a proposito il recente ritrovamento dello “Spad”, il prestigioso caccia della Prima guerra mondiale, di fabbricazione francese, il più antico esistente al mondo, appartenuto proprio all’eroe Fulco Ruffo di Calabria, poi restaurato e ora conservato al Museo Vigna di Valle, sul lago di Bracciano, e alla cui inaugurazione hanno presenziato proprio Alberto II e la regina Paola di Liegi: «già da solo – ha tenuto a sottolineare Iannelli – è stato questo un fatto rilevante, che ha trovato ampio spazio sulla stampa per aver riportato alla luce una grande pagina di storia italiana e mondiale».

«L’intitolazione dello scalo di Lamezia – ha concluso – con tutte le azioni di promozione che si potranno costruirci intorno, e lo dico anche da operatore turistico, potrebbe essere allora e certamente una gran bella cosa, e un trampolino di lancio per una regione che ha urgente bisogno di recuperare terreno in campo turistico e non solo». (rcz)

A Lamezia apre il nuovo Duty Free Shop operato da Heinemann

Ha aperto, all’Aeroporto di Lamezia Terme, il nuovo Duty Free Shop.

 Il negozio, che si trova nell’ area Schengen dell’aeroporto, si estende su una superficie commerciale di circa 230 mq. Il risultato della ristrutturazione dell’area è una configurazione totalmente nuova oltre all’ampliamento del precedente spazio dedicato alle attività commerciali. Una nuova area del negozio Taste of Calabria è stata dedicata interamente all’assortimento locale e regionale con una selezione di eccellenze locali. Il negozio vuole accompagnare il passeggero nel suo viaggio, prolungandone la piacevolezza, fino al momento dell’imbarco, ricreando un ambiente accogliente che renda l’esperienza di acquisto all’interno del percorso verso la partenza un momento di relax.

Fulvio Fassone, Managing Director di Heinemann Italia, dichiara in occasione dell’ apertura: «Crediamo che  Lamezia insieme a tutta la Regione Calabria sia una destinazione importante per i turisti di tutto il mondo grazie alle sue bellezze e alle sue eccellenze , una destinazione che ha  grandi opportunità di crescita e per questo siamo felici di contribuire con la nostra esperienza internazionale al progetto di sviluppo avviato da Sacal che ringraziamo per la fiducia che ci ha accordato e per la grande collaborazione ricevuta da tutto il loro team  espressa con grande professionalità».

Lamezia è un aeroporto dalle grandi potenzialità dove i nostri prodotti vengono presentati in maniera ottimale in un concept innovativo, luminoso e custom-made. Il negozio vuole sì rispondere alle caratteristiche dei passeggeri ma al tempo stesso integrarsi con i processi di cambiamento in atto in aeroporto che coinvolgono tutta l’area partenze. Da un punto di vista commerciale vorrei sottolineare che l’assortimento dei prodotti regionali è profondamente legato alla splendida Calabria e in generale al Made in Italy e sarà via via integrato con proposte di eccellenze Food & Wine. Questo per restare in linea con la nostra convinzione di elaborare il concept più adatto, insieme ai nostri partner aeroportuali, e assicurarci che sia adeguato alle condizioni locali e sia rappresentativo delle particolarità della regione. La combinazione di prodotti regionali e brand globali è fatta su misura per il pubblico internazionale di Lamezia 

Marco Franchini, Amministratore Unico Sacal: «Chiari segnali di miglioramento degli standard qualitativi nei confronti dei passeggeri con uno dei più importanti player internazionali del travel retail». (rcz)

La petizione pubblica per intitolare l’Aeroporto di Lamezia a Corrado Alvaro

Venerdì 17 marzo, alle 11.30, in Consiglio regionale, saranno presentati i risultati della petizione per intitolare l’aeroporto di Lamezia Terme a Corrado Alvaro. L’iniziativa è promossa da Gianluca Passarelli, prof. ordinario alla Sapienza, e da Paride Leporace, giornalista e scrittore.

L’appello (allegato) è stato pubblicato dai principali giornali e siti calabresi nonché da siti nazionali, raccogliendo l’adesione di firme di celebri scrittori, prestigiosi intellettuali, esponenti della politica, cittadini amanti di Alvaro e della Calabria.

«I luoghi esprimono simboli e quindi significati, identità e storie – si legge nella petizione –. Gli aeroporti, come le stazioni dei treni, sono spesso “non-luoghi”, dove lo spaesamento individuale è accentuato. In assenza di riferimenti storico-sociali-culturali definiti, identificati, riconosciuti e riconoscibili, la a-spazialità accentua processi di depauperamento civico e sociale».

«L’àtopon, un luogo di ciò che è senza luogo – si legge ancora – diventi toponimo di una comunità spaesata, ma che cerca riferimenti collettivi. Non si tratta di mera metonimia, di maquillage, di marketing dei luoghi. Viceversa, l’intento è proprio sottrarre al vuoto dei codici, delle etichette campaniliste o delle sigle fantasiose, quanto dovrebbe richiamare immediatamente, ossia senza intermediazioni e subito, il senso di appartenenza e la comune identità. Da rivendicare con orgoglio, senza chauvinismo, tanto più essa sia capace di “viaggiare nello spazio e nel tempo”».

«Corrado Alvaro, i suoi scritti, le sue parole, rappresentano il più alto esempio di quella “calabresitudine” alta da riaffermare – continua il testo della petizione –. Consacrare un luogo quale l’aeroporto principale della Regione, alla figura nobile, prestigiosa e illustre di Alvaro, rappresenterebbe un segnale assai positivo».

«Scrivendo della sua Calabria – viene ricordato – Alvaro descriveva un luogo di transito, una stazione ferroviaria: “Ci trovavamo sul marciapiedi della stazione d’una linea secondaria, in attesa del treno, cioè dell’elettro treno, come si chiama. C’era qualche studente che tornava a casa dall’esame sbrigato presto, un prete, giovani professionisti, avvocati attempati e vecchi notai che andavano alle loro visite settimanali della clientela di provincia, qualche coppia di sposi, di cui una vestita di nero, la donna stretta in una guaina che faceva risaltare la pelle d’un bianco di camelia”».

«Basta sostituire treno con aereo per vedere con gli occhi e con l’immaginazione il grande traffico di persone, storie, cose che transitano quotidianamente in aeroporto. Secondo Alvaro «… il calabrese “vuole essere parlato”. Bisogna parlargli come a un uomo che ha sentimenti, doveri, bisogni, affetti: insomma, come a un uomo.» Anche la Calabria ha un particolare bisogno di essere parlata, e vuole che si parli di Lei attraverso il suo figlio più prodigioso. Confidiamo che presto il nome di Alvaro viaggi da e per l’aeroporto principale quale veicolo di cultura e identità», conclude la petizione. (rcz)

Bevacqua (PD): Intollerabile non riuscire a collegare scalo con stazione ferroviaria

Mimmo Bevacqua, capogruppo del PD in Consiglio regionale, ha ribadito che «sosteniamo, da anni, la necessità di un semplice, ma indispensabile prolungamento ferroviario che colleghi la stazione centrale all’aeroporto di Lamezia Terme: si tratta di soli due chilometri ed è intollerabile che non si riesca a realizzare».

«Quanto accaduto la notte scorsa ai tifosi del Cosenza in ritorno da Modena – ha aggiunto – non è che l’ennesimo episodio frutto di un diritto negato. E per fortuna non è avvenuto di peggio, considerando che il gruppo di tifosi ha dovuto percorrere sotto la pioggia battente una strada buia e attraversata da auto sfreccianti ad alta velocità». 

«Un aeroporto internazionale, qual è quello di Lamezia – ha evidenziato – non può presentarsi in queste condizioni: è la principale porta di accesso alla nostra regione e dovrebbe rappresentare il benvenuto per calabresi e turisti. Come si può, inoltre, non pensare a due metropolitane leggere che colleghino Lamezia a Scalea e Crotone per agire concretamente sulla mobilità e avvicinare i territori?».ò

«Le mie proposte stanno, nero su bianco – ha concluso –, nei miei interventi prodotti in Consiglio regionale in occasione dei dibattiti sui fondi europei. E pare quasi una presa in giro spendere milioni a Milano per allestire la promozione di una “Calabria straordinaria”, quando poi a mancare in terra calabra sono i più elementari servizi ordinari». (rrc)

SEGNO D’IDENTITÀ CULTURALE: S’INTITOLI
AEROPORTO LAMEZIA A CORRADO ALVARO

di PARIDE LEPORACE e GIANLUCA PASSARELLI – Oltre 200 persone hanno firmato la petizione promossa da me e dal docente universitario Gianluca Passarelli, petizione che chiede di intitolare l’aeroporto di Lamezia Terme a Corrado Alvaro.
L’aeroporto è intitolato a Santa Eufemia, e con il rispetto che si deve ai santi, ci sembra in realtà più che una scelta che tiene conto di un sentimento di fede, un omaggio legato al quartiere dove fu realizzata la struttura. Una dicitura iperlocalista e mai entrata nell’immaginario collettivo di calabresi e viaggiatori che ignorano il suo toponimo.

La Calabria ha bisogno di segni simbolici unificanti per superare campanilismi che hanno sempre diviso la nostra Regione.
Abbiamo espresso la nostra idea di Alvaro nel nostro appello. Ci conforta che l’idea sia sostenuta dal sindaco di S.Luca Bruno Bartolo, dai giornalisti Matteo Cosenza e Filippo Veltri, da Vito Teti uno dei migliori interpreti di Alvaro nella modernità, dal cantautore Peppe Voltarelli, da Tonino Perna, il quale ha dichiarato: «Credo che Corrado Alvaro rappresenti non solo il più grande scrittore calabrese ma anche un uomo che ha saputo essere fino in fondo calabrese e cittadino del mondo»

Auspichiamo che prosegua la mobilitazione e che sia utile ad un confronto su Corrado Alvaro e sul nostro essere calabresi del XXI secolo.I luoghi esprimono simboli e quindi significati, identità e storie. Gli aeroporti, come le stazioni dei treni, sono spesso “non-luoghi”, dove lo spaesamento individuale è accentuato. In assenza di riferimenti storico-sociali-culturali definiti, identificati, riconosciuti e riconoscibili, la a-spazialità accentua processi di depauperamento civico e sociale.
L’àtopon, un luogo di ciò che è senza luogo, diventi toponimo di una comunità spaesata, ma che cerca riferimenti collettivi.
Non si tratta di mera metonimia, di maquillage, di marketing dei luoghi. Viceversa, l’intento è proprio sottrarre al vuoto dei codici, delle etichette campaniliste o delle sigle fantasiose, quanto dovrebbe richiamare immediatamente, ossia senza intermediazioni e subito, il senso di appartenenza e la comune identità. Da rivendicare con orgoglio, senza chauvinismo, tanto più essa sia capace di “viaggiare nello spazio e nel tempo”.

Corrado Alvaro, i suoi scritti, le sue parole, rappresentano il più alto esempio di quella “calabresitudine” alta da riaffermare. Consacrare un luogo quale l’aeroporto principale della Regione, alla figura nobile, prestigiosa e illustre di Alvaro, rappresenterebbe un segnale assai positivo.
Scrivendo della sua Calabria, Alvaro descriveva un luogo di transito, una stazione ferroviaria: «Ci trovavamo sul marciapiedi della stazione d’una linea secondaria, in attesa del treno, cioè dell’elettro-treno, come si chiama. C’era qualche studente che tornava a casa dall’esame sbrigato presto, un prete, giovani professionisti, avvocati attempati e vecchi notai che andavano alle loro visite settimanali della clientela di provincia, qualche coppia di sposi, di cui una vestita di nero, la donna stretta in una guaina che faceva risaltare la pelle d’un bianco di camelia».

Basta sostituire treno con aereo per vedere con gli occhi e con l’immaginazione il grande traffico di persone, storie, cose che transitano quotidianamente in aeroporto.
Secondo Alvaro «…il calabrese “vuole essere parlato”. Bisogna parlargli come a un uomo che ha sentimenti, doveri, bisogni, affetti: insomma, come a un uomo».
Anche la Calabria ha un particolare bisogno di essere parlata, e vuole che si parli di Lei attraverso il suo figlio più prodigioso.

Confidiamo che presto il nome di Alvaro viaggi da e per l’aeroporto principale della regione quale veicolo di cultura, identità. (ple – gp)

CHI VOLESSE ADERIRE FIRMI QUI: https://www.change.org/p/intitolazione-a-corrado-alvaro-dell-aeroporto-di-lamezia-terme?redirect=false

 

Aeroporto di Lamezia, il sindaco Fiorita: Proposta mirata a cementare unione tra le due città

È quasi immediata la risposta del sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita, alle dichiarazioni del sindaco di Lamezia, Paolo Mascaro, in merito all’idea di cambiare nome all’Aeroporto di Lamezia Terme, spiegando che «la proposta mira semplicemente a cementare l’unione tra le due città».

Il sindaco, dispiaciuto che «l’amico e collega Paolo Mascaro, sindaco di Lamezia Terme, non abbia colto lo spirito unitario e non divisivo della mia proposta di denominare lo scalo aeroportuale internazionale “Lamezia Terme-Catanzaro”», ha evidenziato come «il fatto di fare precedere l’indicazione di Lamezia Terme a quella di Catanzaro conferma l’estremo rispetto che ho portato a quel territorio e alla quarta città della Calabria».

Una proposta, quella di Fiorita, che «dal nostro punto di vista, riconoscere il merito storico che hanno avuto Catanzaro e le sue istituzioni (la Provincia, il Comune, la Camera di Commercio) nella nascita dell’aeroporto e nella sua crescita. Non credo di avere affermato nulla di scandaloso nel dire che lo scalo lametino è anche l’aeroporto del Capoluogo di Regione e che anche Catanzaro debba continuare a concorrere alla crescita dello scalo».

«Non intravedo nulla di campanilistico – ha aggiunto – né alcun attentato all’identità della città di Lamezia che personalmente considero non solo una consorella, ma anche interlocutrice privilegiata nei futuri programmi di sviluppo della nostra Amministrazione. Rinnovo anzi quello che ho anticipato al sindaco Mascaro per via telefonica, e cioè un rinnovato impegno a lavorare insieme per costruire un asse comune».

«Sono sicuro che quando il sindaco Mascaro, che reputo persona molto equilibrata e competente – ha concluso – avrà valutato con più serenità la mia proposta, ne apprezzerà le motivazioni e soprattutto gli effetti unitari, rivolti alla creazione di una grande Area centrale della Calabria sostenuta dalle due principali Città che debbono mettere definitivamente al bando campanilismi che non hanno ragione di essere. Non sarà una questione nominalistica a frenare questo processo che io reputo irreversibile». (rcz)

Il presidente Mancuso: No a divisioni campanilistiche su aeroporto di Lamezia

Il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, ha definito «inopportuna la polemica sul cambio del nome dell’Aeroporto di Lamezia Terme». 

Per Mancuso, infatti, «i problemi dell’Aeroporto Internazionale, uno degli scali più logisticamente strategici d’Italia e uno dei più importanti del Mezzogiorno per numero di passeggeri trasportati,  non siano di tipo nominalistico, ma riguardino criticità concrete, che possono essere risolte puntando al suo ampliamento strutturale e funzionale».

«Unendo le energie – ha evidenziato – e dando concretezza alle proposte sostenibili, nell’interesse sia delle città di Catanzaro e Lamezia Terme che dell’intera Calabria. Ciò che mi sento di suggerire ai due sindaci più rappresentativi dell’area centrale della Calabria, è di puntare, nel rispetto delle peculiarità delle due realtà, ad una robusta concertazione sulle tante opere infrastrutturali, materiali e immateriali,  da portare a compimento nel breve  e medio periodo, affinché l’area centrale sia messa nelle condizioni di esercitare la  funzione politico-istituzionale di raccordo e sintesi delle tante risorse disponili,  regionali, nazionali ed europee, e dei  tantissimi interessi presenti sul territorio, economici, ambientali e culturali».

«Quest’area – cerniera della Calabria, deve assolutamente superare – ha proseguito – come ho asserito nel mio intervento di insediamento da Presidente dell’Assemblea legislativa,  le attuali, complesse e diffuse difficoltà, esercitando quel protagonismo politico e istituzionale, positivo e pragmatico, che finora è mancato. E la cui evanescenza ha prodotto diseconomie per le due città e per l’intera area centrale, la cui condizione di precarietà e il cui mancato sviluppo hanno accelerato la tendenza alla  frammentazione economica e sociale di una regione che ha purtroppo  ha dimostrato la tendenza a storicamente dividersi, presentandosi disarticolata e fragile nello scenario meridionale e nazionale. Sui temi del rilancio dell’area centrale, il Consiglio e la Giunta regionali sono molto vigili e fattivamente operativi».

«Soprattutto disponibili a interagire con gli Enti locali e le rappresentanze imprenditoriali e sociali – ha concluso – per recuperare il tempo perduto. E dare una svolta, tralasciando ogni disputa formalistica e di sterile pennacchio, ad un’area che da critica deve diventare propulsiva di innovazione, rinnovamento e  modernizzazione,  nonché promotrice di sviluppo produttivo  e nuova occupazione». (rrc)