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VIBO – La lettera aperta del sindaco ai cittadini

Limardo

Il sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo, scrive una lettera aperta ai cittadini, chiedendosi «cosa di più e meglio questa Amministrazione possa fare per venire incontro alle esigenze della città».

«Mi sono interrogata – si legge nella lettera del sindaco Limardo – anche sulla possibilità di sospensione dei tributi quale misura straordinaria e quale elemento di sensibilità tangibile per venire incontro alle difficoltà dei cittadini. Premetto subito che al momento non è in corso nessuna riscossione dei tributi comunali per cui il problema non si pone, assumono pertanto carattere demagogico le richieste relative ad una sospensione degli stessi».

«Da sindaco di questa città – prosegue la lettera – ritengo che la sospensione generalizzata dei tributi comunali non sia improntata ad un principio di serietà, giustizia ed equità sociale come si vorrebbe far credere. Non trovo giusto, ed anzi sarebbe discriminatorio, infatti sospendere i pagamenti per esempio nei confronti di chi continua a ricevere regolarmente la retribuzione ovvero altra forma di reddito non essendo stato intaccato dalla crisi in atto».

«Sono purtroppo costretta – prosegue la lettera – a considerare le gravi condizioni delle casse comunali che, come a tutti noto, sono sull’orlo del dissesto finanziario. E’ poi evidente che il Comune, anche nell’emergenza e soprattutto in questi frangenti, deve continuare a garantire i servizi minimi essenziali, specie quelli relativi all’igiene pubblica. Servizi che vengono erogati da imprese private, hanno un costo e vanno pagati se non si vuole rischiare la loro sospensione. Solo per fare l’esempio degli ultimi quindici giorni, si consideri che il Comune ha fatto fronte a pagamenti per oltre 1 milione di euro occorsi per garantire la fornitura idropotabile, la raccolta dei rifiuti ed il loro conferimento, il funzionamento del servizio fognatura e la depurazione».

«Solo per limitarci ai servizi più elementari – prosegue la lettera –. Si badi bene che il finanziamento di questi servizi essenziali, a seguito della riforma federalista degli scorsi anni, avviene solo con fondi di bilancio comunale mediante le risorse che, per legge, vanno reperite sul territorio e sui cittadini mediante il pagamento dei tributi locali. È pertanto evidente che una indiscriminata sospensione dei pagamenti dei tributi porterebbe a sicura compromissione la regolare erogazione dei servizi». 

«Pur tuttavia – prosegue la lettera – ritengo che qualcosa vada fatta e pertanto e nello stesso tempo, assicuro la mia piena disponibilità ad esaminare la situazione di quei cittadini che più sono stati colpiti dalla crisi e che trovandosi in un momento di grave difficoltà non sono nelle condizioni di fronteggiare nell’immediato ai pur dovuti pagamenti. Al riguardo gli uffici comunali sono stati da me investiti ad approfondire le diverse situazioni che emergeranno. Purtroppo il livello statale non ci viene incontro in questo frangente e siamo dunque costretti a industriarci da soli e nel migliore dei modi possibile, per come si può». 

«Infatti le normative emergenziali dettate dal governo per fronteggiare l’emergenza Covid-19 – prosegue la lettera – non hanno previsto, almeno nei provvedimenti sin qui emanati, normative specifiche relative alla sospensione ovvero a riduzioni/esenzioni per i tributi locali in favore dei soggetti maggiormente colpiti dagli effetti economici dell’emergenza sanitaria. Il Dl 18/2020, così come il Dl esaminato dal governo il 6vbaprile scorso, dettano diverse disposizioni che prevedono la sospensione dal versamento delle ritenute fiscali, dell’Iva e dei contributi previdenziali, ma non intervengono minimamente sulla materia dei tributi locali abbandonando i Municipi ai loro destini».

«Molte amministrazioni – prosegue la lettera – si interrogano quindi sulla possibilità di operare in modo autonomo in questo senso, scontrandosi però con una serie di limiti normativi e soprattutto con la scarsa disponibilità delle risorse in bilancio che, per il Comune di Vibo Valentia, è praticamente inesistente. Purtroppo dobbiamo prendere atto che il Comune si regge sulle proprie gambe, esattamente come una famiglia».

«Su alcuni tributi poi – prosegue la lettera – lo Stato ha del tutto eliminato ogni discrezionalità comunale. Prendiamo ad esempio l’Imu, la normativa ha fissato le scadenze del versamento al 16 giugno e al 16 dicembre di ogni anno, sottraendo espressamente sul punto la potestà regolamentare agli enti locali. E’ pertanto evidente che, semmai, più che chiamare in causa il Comune come molti fanno, andrebbe invocato un esplicito intervento normativo, che consenta la possibilità di sospensione delle scadenze tributarie e un contemporaneo meccanismo a compensazione. A tal fine ho anche scritto all’ANCI per sollecitare un immediato intervento legislativo affinchè sia previsto un contributo straordinario ai Comuni per salvaguardare i livelli minimi dei servizi essenziali erogati». 

«Sul piano del rilancio dell’economia – prosegue la lettera – occorre un’inversione di rotta rispetto a politiche burocratiche che hanno finora imbrigliato fino all’inverosimile le risorse e le energie provenienti dalle realtà territoriali. Non è più tempo di “normative confuse e ridondanti, occorre ridurre all’essenziale e rendere norme e passaggi più leggibili” . Dopo le recenti decisioni europee sulla sospensione di fatto delle regole del patto di stabilità è tempo di scelte forti e coraggiose per liberare risorse a favore dei territori. I cittadini eleggono i Sindaci non perché rappresentino sentinelle con le mani legate da vincoli finanziari a migliaia di lacci e lacciuoli imposti da un bigottismo normativo e da una cultura del sospetto che rappresenta la vera palla al piede del Sistema Italia, pubblico o privato che sia». 

«Nelle more di scelte radicali inevitabili – prosegue la lettera – per il superamento di un’emergenza che si manifesta sempre più nella sua gravità, nell’annunciato decreto di aprile, si auspicano da parte del Governo interventi “seri e concreti”, a favore delle amministrazioni comunali che costituiscono la propaggine ultima dello Stato sul territorio essendo ad immediato contatto con i cittadini. È pertanto ineludibile un supporto normativo, anche per assicurare un adeguato coordinamento nazionale e l’indispensabile sostegno finanziario agli enti. Oltre a semplificazioni normative invocate da anni e per i quali non sono necessarie commissioni di studio. Chiudo ricordando a me stessa che “non c’è nulla di più ingiusto che fare parti uguali fra diseguali». (rvv)

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