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Vono (IV): Risorse per Parco Sibari da usare per risolvere criticità

Vono

La senatrice di Italia Viva e vicepresidente in Commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni, Silvia Vono, ha dichiarato che «con la risoluzione della 7° Commissione del Senato, votata favorevolmente, il Parco archeologico di Sibari, che vanta dei ritrovamenti importanti sia dal punto di vista culturale che scientifico come le terme e le tabernae di epoca romana, i resti del Teatro romano, due domus con pavimenti a mosaico in opus sectile e con vani con mosaico con tessere bianche e nere, può vantare la propria candidatura a patrimonio dell’Unesco grazie all’interesse dimostrato proprio da Italia viva che ha promosso l’affare assegnato da cui è partita l’ipotesi di candidatura».

La senatrice, che ha ricordato l’enorme patrimonio artistico e culturale di cui è ricca la Calabria, ha sottolineato come «l’area del parco archeologico da troppo tempo risulta abbandonata con zone impropriamente occupate per cui sarebbe necessario un intervento decisivo di rilascio e che siamo in attesa, dopo gli slogan di qualche mese fa, dei 3 milioni di euro provenienti dal piano strategico “Grandi progetti beni culturali” destinati dal Mibact al Parco e al Museo Archeologico di Sibari».

«Le risorse, quando arriveranno – ha dichiarato la senatrice di Italia Viva – dovranno necessariamente essere destinate ad eliminare le criticità riprovevoli sorte in seguito al lungo periodo di disinteresse verso quest’area di importanza fondamentale per la Regione come provvedere al potenziamento dei sistemi di drenaggio del sito attualmente in condizioni precarie, a predisporre gli interventi di restauro e conservazione, a migliorare la praticabilità e l’accesso al sito con gli opportuni adeguamenti».

«Sono necessarie – ha sottolineato – costanti sorveglianza e attenzione della politica per recuperare il valore storico-artistico e culturale della nostra terra e non consentire che gli spazi lasciati liberi, per incapacità o negligenza, vengano occupati da quanto purtroppo esiste in alcune zone della Calabria, anche del cosentino, e che bisogna avere il coraggio di contrastare a viso aperto». (rp)

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