di ELISA CHIRIANO – Forse è vero che l’emozione non ha voce, ma la voce può farsi emozione, quando si unisce ad altre voci, quando si fa ponte tra il sé e l’altro, quando costruisce un orizzonte di condivisione e di piacere comune. E può anche succedere di sentirsi parte di un coro pur non facendone parte, di percepire sulla propria pelle il fascino della musica, di trovarsi a vivere improvvisamente un’esperienza unica e irripetibile, potente e feconda.
Può succedere di percorrere le vie di Catanzaro in una fredda domenica di maggio, di farsi guidare dalle voci che il vento raccoglie e diffonde, di entrare nella chiesa della Madonna del Carmine e di scoprire che lì, in quel preciso istante, alle ore 18:00, stai incontrando la Bellezza. La primavera vien cantando e poco importa se fuori soffiano turbini impetuosi. Essa si fa strada nelle quattordici esecuzioni che uniscono passato e presente, mentre il suono si arrotonda in canto, tende la mano, abbraccia, crea ponti e costruisce nuovi orizzonti.
È un appuntamento con la Bellezza quello che il Coro polifonico Singing Cluster offre alla sua città. Un viaggio nel tempo e nello spazio dal Locus iste di Anton Bruckner fino al What a wonderful world di Weiss-Douglass e ancora brani scelti di Ola Gjeilo, Z. Randall Stroope, Luigi Molfino, Morten Lauridsen, Manolo Da Rold, Antonio Vivaldi e le due composizioni originali del Maestro Giulio De Carlo: De profundis e Jubilate Deo.
È difficile non farsi affascinare da voci che armonicamente accolgono, da brani musicali che emozionano, dallo straordinario accompagnamento al pianoforte del Maestro Maurizio Rubera, da due direttori di coro che, alternandosi nella guida dei ventuno coristi, con arte e delicatezza, conquistano il pubblico in questa prima domenica di maggio.
Le parole di Donatella Monteverdi, Assessore alla Cultura del Comune di Catanzaro, sanciscono la forte valenza emozionale che la performance musicale ha generato nel pubblico. Ascoltare il Coro Singing Cluster è una esperienza unica e irripetibile. Un grande onore per la Città è anche la presenza del Maestro Paolo Piana, la cui professionalità guida verso l’incanto che il canto genera in chi da lui ha imparato ad ascoltare ascoltandosi. Da segnalare anche la presenza di Wanda Ferro, Sottosegretario di Stato all’Interno, che ha seguito l’intera performance, evidenziando curiosità e interesse per questa splendida realtà canora cittadina.
Il Coro Singing Cluster svolge le sue attività da oltre vent’anni. Nel tempo è diventato una delle realtà più affermate nella città di Catanzaro. Ha partecipato a diversi spettacoli, rassegne ed eventi in tutto il territorio provinciale e non solo. Specializzato in polifonia sacra e profana, sia a cappella che con accompagnamento musicale, oggi vanta un vasto repertorio che parte dalle composizioni tardo rinascimentali del XV secolo per arrivare fino ai nostri giorni.
Giulio De Carlo, direttore della formazione canora, da tempo svolge anche una intensa produzione compositiva, riconosciuta in Italia e all’estero. In occasione di un evento unico nel suo genere, la partecipazione al concerto di Natale 2023, organizzato dall’Andci a Cagliari, ed eseguito dal Coro nazionale dei direttori di coro italiani, la sua strada si è incrociata con quella del M° Paolo Piana, che quel Coro dirigeva. Da quell’incontro è nato un progetto, che è diventato percorso e si è concretizzato in una Mastrerclass di due giorni, che ha coinvolto i coristi del Singing Cluster, sabato 4 e domenica 5 maggio, e che si è conclusa con il Concerto di primavera (voce solista: Delia Olivadoti) al quale ha assistito un pubblico attento e caloroso.
Il M° Paolo Piana è tra i più autorevoli professionisti del settore. Ha studiato pianoforte, organo, musica corale, direzioni di coro e di orchestra e canto lirico. Ha diretto varie e prestigiose orchestre ed è direttore, sin dalla fondazione, del “Coro Città di Piazzola sul Brenta”, con il quale ha vinto numerosi premi in concorsi e rassegne nazionali ed internazionali
Un coro polifonico è esempio di armonica Bellezza che si costruisce giorno dopo giorno, nota dopo nota, che si nutre dell’ascolto dell’altro per ritrovar se stessi e la propria voce, che si fa strumento di incontro e di confronto. (ec)