di FRANCO CIMINO – Ha avuto inizio la stagione teatrale di Ama Calabria, la rassegna ideata e diretta da Francesco Pollice, che dopo venti anni di solo Lamezia, e al Grandinetti, per un caso che di fortuito è diventato fatto fortunato, sei anni fa è arrivata a Catanzaro.
Per starci solo quella prima stagione. E, invece, è ancora qui, nella nostra Città. E dove se non al Teatro Comunale, il teatro al centro del Centro Storico? Il luogo aperto e delle aperture. Alle nuove imprese. Alle altre culture. Alle coraggiose compagnie. Alla solidarietà artistica. Infatti, Ama opera e lavora e con sempre maggiore disinvoltura si muove in questo straordinario spazio di spettacolo, cinema e cultura. Non è stato facile, la Città in quel suo primo arrivo era distratta da tante cose, un po’ preoccupata di una sua progressiva perdita di centralità, disturbata dall’aggravarsi di problemi che hanno sempre più toccata la serenità di famiglie e la vita delle persone, un certa pigrizia dei suoi cittadini accentuata da una diffidenza legittima nei confronti di ciò che non viene fatto dalle istituzioni, e poi il Covid, che ha fatto la sua parte, di spettatori se ne vedevano pochi.
Chiunque, per giunta non catanzarese, si sarebbe scoraggiato e qualcuno forse avrebbe chiuso subito questa esperienza. Franco Pollice, forte del suo immediato amore artistico e amicale con quel genio di Francesco Passafaro, no. Resta e “ raddoppia”. Impegna tutte le sue energie, tutta la sua volontà e, affiancato da suoi più stretti collaborato, il giornalista Giuseppe Panella in particolare, e poi da Daniela Faccio, con Amici della Musica, continua la sua straordinaria missione. Programmazione di alto livello artistico e culturale, e via! Ha un’idea in testa, forte quanto la sua passione e un sentimento caldo quanto il suo amore. È un’idea che si muove tra Cultura e Politica, tra i teatri e i territori, tra spettacolo e pensiero.
Ravvicinare, dal distanziamento di questi non pochi anni, Catanzaro e Lamezia Terme. Far parlare i due territori, finalmente, che da tanto non si parlavano. Fare la Pace, insomma, da una stupida competizione che ambienti politici si erano assurdamente inventati. La strada da percorrere era da sempre chiusa, la cultura, il teatro, lo spettacolo bello, che diverte e fa pensare. Libera il disimpegno e crea coscienza sociale. Ama Calabria questa strada l’ha riaperta e su di essa si è incamminata. E di strada ne ha fatta parecchio fino a questa stagione. Illuminata come quella di stasera. Io sono personalmente carico di emozione. Tra i primissimi abbonati e tra i più assidui spettatori, non solo ho apprezzato tutte le programmazioni, traendone beneficio, ma ho condiviso e pubblicamente sostenuto quell’idea straordinario.
L’ho sostenuta per il mio amore verso la mia Città, per la mia stima e l’affetto che nutro verso Lamezia. Per il mio antico convincimento che le due Città debbano operare insieme in un progetto di unificazione dell’area centrale della Calabria e la costruzione di una nuova realtà urbana, moderna, mediterranea, europea. Ma questo è tema per altre discussioni. Non è la musica del tema teatrale, di stasera. C’è ben altro. “Ti è piaciuto?” La domanda che passava di bocca in bocca lungo l’uscita dal Comunale, ha raggiunto anche me, che assisto agli spettacoli senza alcuna competenza, diciamo tecnica, critica. E, quindi, dico cosa mi è piaciuto. Mi sono piaciuti tutti i motivi per cui ci sono andato questa sera. Anna Finocchiaro, una delle mie attrici preferite, è stata straordinaria. Una forza incredibile, di recitazione e di energia, anche fisica. Di simpatia e umanità.
Mi è piaciuto moltissimo Bruno Storti. A volte superbo! Mi sono piaciuti i ragazzi intorno a loro, la narrazione e la messa in scena sobria e intelligente. Mi è piaciuta Ama e la sua organizzazione. Mi è piaciuto Francesco Pollice e le cose che ha detto in presentazione della stagione e della commedia. Mi è piaciuto il teatro, come luogo, il Comunale, sempre più uguale a sé stesso, sempre più nuovo e più bello, che tra pochi giorni indosserà l’abito della sua nuova veste. E sarà grande festa. Per la Città, che avrà un teatro in più da quello che c’era. Infine, mi è piaciuto la sala, la platea, i posti e le poltroncine blu, chiamatele come volete. Cioè la gente, che ha riempito il teatro e di quel che si è mosso sul palcoscenico si è riempita gli occhi e il cuore. (fc)