L’8 marzo, nell’aula magna del Liceo Scientifico Zaleuco di Locri, è andata in scena la performance Di me ti ricorderai il telaio di Maria Pia Battaglia. Allo spettacolo hanno partecipato gli studenti delle quinte classi dell’Istituto, guidato dalla dirigente scolastica Carmela Rita Serafino.
Una rappresentazione personale della Penelope di Ulisse, che è riuscita a trasmettere la passione, la volontà e quella condizione della donna, in un’epoca prettamente patriarcale, dove la remissione non è sinonimo di debolezza, ma segno di forza difensiva del valore inderogabile della famiglia, nella persona di un marito continuamente atteso, ma che non perde neanche per un attimo, nel cuore di Penelope, quell’immagine di albero nerboruto, che richiama l’ ulivo, resistente, con intelligenza, alle intemperie della vita, e anche se provato, le sue radici sono più profonde che mai, per sostenere i suoi cari, le sue tradizioni, la sua terra.
Penelope, nella tenacia del lavoro al telaio, mantiene vivo tutto questo, come fiero riflesso del suo compagno, di colui che, con orgoglio, le adagiò il figlio sul petto. Lei sa, però, che non può dimostrare solo e sempre docilità e mitezza, ma queste le deve filtrare attraverso il coraggio di affrontare a testa alta i canoni del suo tempo sul ruolo femminile. Maria Pia Battaglia ha saputo trasmettere tutti questi risvolti con una bravura recitativa unica, da grande attrice di teatro. Il bastone del telaio, presenza assidua in scena, sta a simboleggiare la fermezza della speranza del ritorno, che non si piega alle avversità, ai pensieri cupi, e che viene declinata nelle tante sfumature delle stoffe che richiamano a quale ricchezza interiore possa avere una donna, oltre l’aspetto fisico e le convenzioni.
La Penelope della Battaglia ha percorso e superato le pieghe del tempo, navigando in quel mare di soprusi e incomprensioni che ancora infrangono le rive femminili, cambiando pelle, a secondo le epoche storiche, ma sempre pronta ad attendere un domani migliore, con il bastone del telaio che intesse, crea, rinnova e difende, e fa ricordare la sua presenza unica e irrinunciabile, perché la donna è il senno del mondo, fucina di vita. (rrc)