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Basta fake news: il 1° luglio si torna a volare a Reggio e il 3 a Crotone

Ryanair a Crotone

Di prima mattina erano apparse notizie destinate a seminare ulteriore delusione tra i viaggiatori di Reggio e Crotone: qualcuno, interpretando a modo proprio il decreto del ministero dei Trasporti per razionalizzare il servizio aereo nel post-Covid, aveva lanciato la voce (anzi la fake news) che l’aeroporto di Reggio sarebbe rimasto fermo fino al 14 luglio. Ci ha pensato la Sacal, la società che gestisce i tre scali calabresi, a fugare ogni dubbio: «L’avvio delle attività – si legge nella nota diffusa – sugli aeroporti di Reggio e Crotone è, dunque, per Sacal prevista in linea con l’avvio dell’attività volativa dei vettori, Alitalia su Reggio Calabria, dal 1 luglio, per come comunicato a mezzo stampa e pubblicato sul sito della Compagnia e Ryanair su Crotone dal 3 luglio, nelle medesime modalità».

Che cosa dice il decreto? «In considerazione delle numerose richieste dei gestori aeroportuali, della collocazione geografica degli aeroporti in grado di servire bacini di utenza in modo uniforme sul territorio e della loro capacità infrastrutturale… L’Ente nazionale per l’aviazione civile, può sulla base delle ulteriori richieste ed esigenze di trasporto aereo, previo parere del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, modificare e integrare l’elenco» degli aeroporti di cui è prevista l’operatività: Alghero, Ancona, Bari, Bergamo – Orio al Serio, Bologna, Brindisi, Cagliari, Catania, Firenze – Peretola, Genova, Lamezia Terme, Lampedusa, Milano Malpensa, Napoli Capodichino, Olbia, Palermo, Pantelleria, Parma, Pescara, Pisa, Roma Ciampino, Roma Fiumicino, Torino, Venezia Tessera e Verona Villafranca. Mancano nell’elenco Crotone e Reggio e questo ha indotto a riaccendere gli animi ormai esasperati di crotonesi e reggini.

La Sacal ha fatto presente che «Ancor prima della pubblicazione del Decreto Ministeriale. in data 12 giugno u.s. aveva già provveduto ad incontrare il Comitato Utenti partecipato dal suo Presidente e dai responsabili degli handler attivi sui tre scali, per comunicare la volontà del gestore aeroportuale di mantenere la chiusura degli scali succitati solo fino al 28 giugno. E se la verità è incontrovertibile, – si legge nella nota diffusa dalla Sacal – prova della forte volontà del gestore di ritornare alla normalità operativa è la pubblicazione dei due Notam (avviso ufficiale agli aeronavigamenti a livello globale) B3037/20 e B3038/20, pubblicati in data 14 giugno 2020 in cui Sacal comunica la chiusura dei due scali solo fino alla data indicata. Resta inteso che fino alla data del 28 giugno sugli scali di Reggio e Crotone ci sarà la possibilità di operare con un preavviso minimo di 2 ore, anche per eventuali voli commerciali (charter). Pertanto, alla luce di quanto sopra, dal 29 giugno gli scali di Reggio e Crotone garantiranno la regolare operatività dei voli già programmati».

Prima del chiarimento di Sacal, l’imprenditore turistico Demetrio Lavino, titolare del Torrione Hotel di Reggio, aveva diffuso un avvelenato comunicato stampa per stigmatizzare l’ulteriore rinvio dei voli da e per Reggio che di fatto non esiste. Nella nota di Lavino si legge tra l’altro una considerazione di tutto rispetto: «Reggio e Messina unite hanno un bacino di passeggeri pari a 600.000 abitanti considerando il solo circondario cittadino. Praticamente Reggio e Messina insieme rappresentano la settima città d’Italia! Roma, Milano, Napoli, Torino, Palermo, Genova, Reggio-Messina, Bologna, etc. Quindi chi gestisce l’aeroporto dello Stretto, sì perché è stato costruito per le due città, abbandona totalmente queste comunità e le sgretola dividendole tra Catania e Lamezia. Tutto ciò avviene o perché non si ha una visione prospettica o perché si è in malafede. Non so quale delle due sia peggio, oppure non si sa come superare i 12 km di mare per unire le due Città che, in coppia, fanno paura ai big e, pertanto, meglio tenerle separate.

«L’altro punto inquietante – sostiene l’imprenditore reggino – è che quando si parla di destinare all’aeroporto dello Stretto 25.000.000 di euro, i cittadini semplici e normali, gli operatori economici semplici e normali pensano nella loro ingenuità che si possano spendere al meglio per il rilancio dello stesso. Un aeroporto per essere rilanciato deve essere attrattivo per numero di voli, prezzi e facilità di collegamento. Invece no, non possiamo essere registi di come spendere i soldi ma solo comparse, neanche attori. Tutto viene stabilito a tavolino, 25.000.000 di euro destinati alla sicurezza dell’aeroporto. Ciò vuol dire che ci hanno fatto viaggiare non sicuri fino a prima del covid? L’aeroporto deve per legge seguire un rigido protocollo di sicurezza e pertanto è sicuro cosi come lo sono la gran parte degli aeroporti nazionali. Gli aeroporti più “pericolosi” d’Italia sono Firenze e Genova. A leggere poi le voci di spesa dei 25.000.000 si capisce bene che forse solo una minima parte ricadrà sulla città di Reggio in termini di forza lavoro, per piccole opere accessorie, mentre la gran parte ricadrà in aziende “europee”. Siamo sicuri che servano 3.000.000 di euro per abbattere dei ruderi o un vecchio sistema di avvicinamento come il Gbas? Ma questa è un’altra storia». Lavino conclude invitando la Sacal a confrontarsi con le istituzioni locali «ammesso che le stesse abbiano chiesto un incontro». (rrc)

 

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