L’Agenzia delle Dogane e del Monopolio sequestra merce contraffatta all’Aeroporto di Reggio

I funzionari dell’Ufficio delle Dogane di Reggio Calabria hanno individuato e sottoposto a sequestro amministrativo orologi, occhiali e cinture contraffatti,  riportanti marchi di noti brand di moda all’Aeroporto dello Stretto.

«I prodotti, nonostante il tentativo di renderli molto simili agli originali  si legge in una nota – per caratteri, struttura, veste grafica e dimensione dei marchi, si sono in realtà rivelati delle imitazioni. Le caratteristiche  costruttive, la tipologia dei materiali impiegati e il grado generale di confezionamento, rifinitura  ed assemblaggio sono risultati non in linea con gli standard qualitativi delle produzioni originali. Tale attività si inserisce nel quadro degli interventi mirati a contrastare il proliferare del mercato  del falso sui brand del lusso, i cui prodotti sono sovente realizzati con materiali pericolosi per la  salute dei cittadini». 

«La commercializzazione di merce contraffatta incide – viene evidenziato – pesantemente anche sull’economia del nostro Paese provocando deviazioni del traffico commerciale lecito e concorrenza sleale, perdita  di posti di lavoro e di entrate erariali». 

«Al trasgressore è stata applicata l’ammenda prevista dal nuovo sistema sanzionatorio – conclude la nota – applicabile ai casi di introduzione nel territorio dello Stato di merci che violano diritti di proprietà  intellettuale». (rrc)

RYANAIR, REGGIO TORNERÀ A DECOLLARE
LA NUOVA VITA DELLO SCALO CON 8 ROTTE

di SANTO STRATI – «Calabria, Calabria, Calabria!»: l’urlo benaugurante del CEO di RyanAir Eddie Wilson (di ritorno, estasiato, da un giro per Scilla) ha aperto non solo la presentazione dell’arrivo della Compagnia irlandese a Reggio, ma ha rimesso in gioco uno scalo che sembrava destinato a morire. L’Aeroporto dello Stretto diventa un hub per RyanAir (il 19esimo in Italia) e farà da scalo a otto nuove rotte, tre domestiche e cinque internazionali. Il merito di questa rinascita è di Roberto Occhiuto e ingoieranno fiele tutti coloro che additavano il Governatore come un nemico di Reggio: 8-0 è il risultato di una partita che rilancia l’aeroporto e vede vincente non il Presidente bensì tutta la Calabria.

10 nuove rotte (alle otto reggine si aggiungono una per Torino da Crotone e un’altra per Valencia, in Spagna, da Lamezia Terme) sono la migliore risposta a quell’esigenza di fare rete tra i tre aeroporti calabresi (rete ancora lontana, ma non impossibile da realizzare). Il merito, è giusto ribadirlo, è di Occhiuto che quest’estate ha convinto il simpaticissimo Eddie Wilson che la Calabria, con le sue prospettive di incoming turistico rappresenta un’occasione troppo ghiotta per farsela scappare.

Certo, c’è il contributo della Regione, ma qualunque sia la cifra impegnata (si parla di 22 milioni), saranno soldi ben spesi. Intanto RyanAir investe 100 milioni (che non sono noccioline) e – come ci ha detto Eddie Wilson – questo è solo l’inizio. Roma e Milano sono vincolate agli slot lametini e restano commercialmente la parte più sostanziosa della domanda di volo in partenza e in arrivo, ma non si può mai dire: «Fateci cominciare, ci ha detto con condivisibile ottimismo il CEO di RyanAir Wilson – poi si vedrà. Il fatto stesso che Reggio diventi un Hub apre molte prospettive che non intendiamo sottovalutare. Vogliamo far volare la Calabria e portare milioni di turisti a scoprire questa terra meravigliosa».

La verità è che Linate non apre i suoi  slot a RyanAir e gli slot di atterraggio di Fiumicino e Ciampino sono appannaggio di Lamezia (che non arretra di un passo). Il bando di continuità territoriale che sta utilizzando RyanAir, purtroppo, esclude tratte già servite (Fiumicino e Linate) e bisognerebbe che Ita ripristinasse i voli da Reggio per Roma e Milano che c’erano prima della pandemia. Il volo attuale per Linate parte semivuoto giacché l’orario è assurdo e costringe i professionisti (o i malati che devono fare una visita specialistica) a perdere tre giorni, incluso un pernottamento. Per ripristinare il volo del mattino per Linate serve che la Regione paghi il pernottamento all’equipaggio? E che sarà mai? 100-150mila euro al mese, una bazzecola rispetto a ntanti altri soldi buttati via senza alcun ritorno per i calabresi. Ma di questo si parlerà meglio a Reggio domani al convegno promosso dalla Fondazione Magna Grecia, guidata da  Nino Foti, che ha coinvolto numerosi specialisti per parlare del sistema aeroportuale dello Stretto, tra cui il presidente dell’ENAC, Pierluigi Di Palma, e il presidente di Assoaeroporti Luca Borgomeo.

E potrebbe essere un’altra giornata storica per l’Aeroporto dello Stretto, che tutti (compreso chi scrive) davano per spacciato e che, invece, torna protagonista con otto rotte: Bologna, Torino, Venezia come voli nazionali, e cinque collegamenti internazionali con Barcellona, Berlino, Manchester, Marsiglia e Tirana. Quest’ultima sicuramente parte avvantaggiata visti i cordialissimi rapporti tra Calabria e Albania e i tanti investimenti di imprenditori calabresi a Tirana. Senza contare che in Calabria c’è la più ampia comunità arbëresh che mantiene solidi rapporti con l’Albania.

La notizia bella, però, non finisce qui, parliamo di occupazione: ci saranno 200 nuovi posti di lavoro diretti e si stima un migliaio per l’indotto. E con l’ammodernamento dello scalo Reggio e Messina potranno contare su un aeroporto veramente dello Stretto. Basti pensare che Starbus, la società messa in piedi nel dal calabrese Domenico Soldano dal 1° marzo porterà dalla Stazione centrale di Messina i passeggeri all’aeroporto di Reggio (20euro tutto compreso) facendo trovare già pronto il check in: significa che in un‘ora la Sicilia orientale viene servita da un trasporto dedicato per qualsiasi volo giornaliero. E naturalmente viene offerto il collegamento inverso con Messina. È un primo importante, significativo, passo aggiuntivo all’utilizzazione in maniera seria dello scalo reggino.

Indubbiamente, si aprono scenari fino a qualche mese fa davvero impensabili. L’aeroporto di Reggio dove ancora esistono delle limitazioni per l’abilitazione all’atterraggio non rappresenta un problema per RyanAir: l’ad Wilson – sorridendo – ha sottolineato che «ci sono anche altri aeroporti “difficili”, ma i problemi li abbiamo fino ad oggi superati altrove, li supereremo anche a Reggio». Il profumo del Bergamotto di Reggio Calabria (Occhiuto gli ha donato alcuni frutti, oltre a una riproduzione in miniatura dei Bronzi) deve avere inebriato Eddie Wilson, che ha rivelato senza piaggeria di essersi già innamorato di Reggio: la location del Museo dei Bronzi ha fatto il resto, con l’Etna imbiancato a far da contorno allo Stretto, nella straordinaria e incomparabile vista che si gode dalla terrazza del Museo archeologico. Una terrazza strapiena di giornalisti e cineoperatori, una cosa mai vista a Reggio, oltre ai rappresentanti istituzionali (la vice presidente Giusi Princi, gli assessori Rosario Varì ed Emma Staine, il sindaco Falcomatà, il Rettore della Mediterranea Giuseppe Zimbalatti, il presidente di Confindustria Reggio Domenico Vecchio, il presidente della Camera di Commerio (e Unioncamere) Ninni Tramontana, e tanti altri ancora. Una giornata memorabile, da segnare nella storia dell’Aeroporto di Reggio.

Qualcuno storcendo il naso ha ricordato una più modesta presentazione il 5 agosto del 2019 all’aeroporto di Reggio, dove vennero illustrati i lavori del cosiddetto “emendamento Cannizzaro” che portava allo scalo 25 milioni di euro per la ristrutturazione. Sono passati quasi 5 anni, lo scalo è praticamente deserto, qualche lavoro è iniziato, ma non c’è un punto di ristoro o un bar, non c’è un’edicola e, soprattutto, non ci sono le compagnie di noleggio auto.

Chi arriva a Reggio, stamattina, trova uno scenario di desolazione insopportabile, soprattutto per quanti ricordano lo scalo di una quindicina di anni fa, quando c’erano traffico, tanti passeggeri e arrivavano e partivano aerei in continuazione. Il personale di terra è stato licenziato o messo in cassa integrazione (ma per fortuna la compagnia irlandese annuncia 200 nuove assunzioni) ed è rimasta in piedi solo la postazione di polizia per i controlli di sicurezza.

Una cosa è certa, grazie a RyanAir Reggio torna a decollare e far “vivere” il suo aeroporto. Maser viranno subito i lavori per ristrutturare l’aerostazione (una nuova costerebbe persino meno, come proposto dal gruppo imprenditoriale di Pino Falduto) degna di questo nome (e questo vale anche per l’aerostazione di Lamezia che è semplicemente penosa) e bisognerà attivare i servizi di mobilità. Accanto all’aeroporto c’è la stazione ferroviaria, bella nuova, mai utilizzata: con una metropolitana di superficie (un treno locale, per intenderci) si collegherebbe la Stazione Centrale di Reggio con l’Aeroporto, facendo finire lo scandalo dei taxi che chiedono 50 euro per una corsa dal centro allo scalo o viceversa. Tutto si può fare e tutto può accadere: il miracolo della ripartenza si chiama RyanAir? Bene, allora benvenuto mr Leary nella Città dello Stretto, ma si faccia voler bene dai calabresi e dai siciliani che sceglieranno di volare con la sua Compagnia. (s)

A Reggio con la Fondazione Magna Graecia si parla del futuro del sistema aeroportuale dello Stretto

Il sistema aeroportuale dello Stretto: Quale futuro? è il titolo del convegno in programma venerdì 16 febbraio, alle 15.30, nella Sala dei Lampadari “Italo Falcomatà” di Reggio Calabria e organizzata dalla Fondazione Magna Grecia presieduta da Nino Foti.

Ad aprire i lavori dell’evento, che sarà moderato da Fabrizio Frullani, vice direttore del Tg2, il Presidente della FMG, Nino Foti. Interverranno inoltre il sindaco della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà e Presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, Santo Biondo (Segretario generale Uil Calabria), Carlo Borgomeo (Presidente Assaeroporti), Pietro Caldaroni (Responsabile comunicazione e relazioni istituzionali Ita Airways), Antonello Colosimo (Presidente di Sezione della Corte dei Conti), Pierluigi Di Palma (Presidente Enac), Santo Strati (Direttore di Calabria.Live) e Antonino Tramontana (Presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria).

«Un argomento più che mai attuale – ha commentato il Presidente della Fondazione Magna Grecia, Nino Foti – che diventa imprescindibile se vogliamo realmente parlare di prospettive di crescita di quest’area e non solo. È chiaro infatti che l’Aeroporto dello Stretto, anche in considerazione della realizzazione del Ponte, rappresenta un’infrastruttura strategica per lo sviluppo di tutto il territorio».

«Anche per questo motivo abbiamo fortemente voluto questo momento di confronto che – ha concluso – grazie al contributo degli autorevoli esponenti coinvolti, consentirà sicuramente di mettere a fuoco tutti gli elementi utili a definire le prospettive future di questo asset che può e deve diventare un elemento nevralgico per il sistema dei trasporti e delle comunicazioni del mediterraneo». (rrc)

Sacal presenta il masterplan dell’Aeroporto dello Stretto

«Questo scalo rivestirà un ruolo strategico per il sistema di accesso alla Calabria ma dobbiamo tirare una riga dritta con il passato». È quanto ha dichiarato l’architetto Giulio De Carli, di OneWorks, società che ha redatto il masterplan per il rilancio dell’Aeroporto dello Stretto.

Il progetto è stato presentato nel corso di un incontro voluto da Mario Franchini, amministratore unico di Sacal, con l’obiettivo di completare le attività relative al nuovo Masterplan, elaborato da One Works, attraverso il coinvolgimento di tutti quei soggetti pubblici e privati, profondi conoscitori del tessuto cittadino.

Franchini, aprendo i lavori, ha subito evidenziato la necessità di voler dialogare ed ottenere una fattiva partecipazione di tutti i soggetti pubblici e privati ​​interessati a questo enorme processo di riqualificazione dell’aeroporto di Reggio Calabria. De Carli, invece, nel suo intervento ha evidenziato come, invece, il Piano di sviluppo dell’Aeroporto di Reggio Calabria «deve conciliare il futuro visione e interventi infrastrutturali nel breve e medio termine. Il Piano dovrà essere approvato dall’Enac e consentirà di attivare le successive procedure di adeguamento urbanistico e di Via».

L’architetto, poi, ha evidenziato una serie di criticità da rimuovere, tra cui una serie di ostacoli che non consentono un funzionamento ottimale; migliorare l’accessibilità all’aeroporto e i collegamenti, oltre che con la stazione ferroviaria, anche con la Sicilia e le Isole Eolie.

All’incontro erano presenti, tra gli altri, il sindaco della Città Metropolitana Carmelo Versace, l’assessore ai Trasporti della Città di Reggio Calabria Domenico Battaglia, il presidente della Camera di Commercio di Reggio Calabria Antonino Tramontana e della Camera di Commercio di Messina, Ivo Blandina, il Rettore dell’Università Mediterranea, Giuseppe Zimbalatti e il professore Michele Buonsanti dell’Università Mediterranea.

Masterplan Aeroporto dello Stretto, Versace (Metrocity): Bisogna fare di più e in tempi brevi

«È fondamentale, in questa fase, pensare alle soluzioni concrete e più immediate per rilanciare l’aeroporto dello Stretto. Abbiamo ascoltato l’idea di Masterplan illustrata dall’architetto Giulio De Carli, ma lo spazio temporale previsto è troppo spostato in avanti rispetto alle esigenze più prossime del territorio». È quanto ha dichiarato il sindaco f.f. della Città Metropolitana di Reggio Calabria, Carmelo Versace, all’incontro promosso dall’amministratore unico di Sacal, Mario Franchini e allargato ai vertici istituzionali cittadini, alle associazioni di categoria, agli enti camerali e datoriali ed all’Università “Mediterranea”.

«Quanto esposto nel corso della riunione odierna – ha aggiunto Versace – è un lavoro sicuramente pregevole, ma certamente già conosciuto e visto nel recente passato. Non aggiunge nulla, se non pochissimo, a ciò che sapevamo rispetto a limitazioni e problematiche inerenti l’aerostazione ed il suo sviluppo».
«Dal punto di vista tecnico, non mettiamo in discussione la buona fede di Franchini e dei suoi consulenti – ha proseguito –. Tuttavia, avremmo preferito apprendere che, in questi mesi, qualcosa di concreto fosse stato realmente fatto come, ad esempio, che la Regione avesse definitivamente messo mano alla legge che giace da tempo sulla scrivania della giunta e che, se approvata dal Consiglio, libererebbe spazi di manovra alla mobilità sullo Stretto, accorciando le distanze con l’utenza messinese che non vede l’ora di poter volare anche da Reggio Calabria. In Sicilia, da questo punto di vista, sono davvero un passo in avanti».

«Invece – ha detto ancora il sindaco metropolitano facente funzioni – ancora una volta ci troviamo a ragionare su ciò che potrebbe essere e non su ciò che sarà. Sembra uno di quei giochi di società in cui ogni tanto si pesca la carta “imprevisti”: ogni volta sembra sempre di ripartire dal via. Sinceramente, non ne possiamo più. Se davvero si vuole il bene del “Tito Minniti”, nei fatti e non nelle intenzioni, è arrivato il momento di dare operatività e consistenza alle tante idee che ruotano intorno al destino della nostra preziosa e fondamentale infrastruttura».

«Confidiamo nella volontà manifestata dall’Au Franchini – ha concluso – di voler rimanere in città per concentrarsi, al massimo, sulle linee di miglioramento di un aeroporto che, pochi anni fa, registrava 700 mila passeggeri all’anno e che, adesso, rischia di essere rilegato fra le aerostazioni meno strategiche del Paese». (rrc)

L’OPINIONE / Massimo Ripepi: una nuova triste pagina sullo scalo dello Stretto

di MASSIMO RIPEPI – Venerdì all’interno dei locali della Camera di Commercio di Reggio Calabria si è consumata una delle pagine più tristi e desolanti della storia della Città tanto bella quanto più martoriata del mondo.

Infatti, il Presidente della Camera di Commercio, prendendo il posto del Sindaco seduto in prima fila, ha trattato, senza essere legittimato da alcun voto popolare, assieme al Presidente della Regione Occhiuto, la delicata questione del rilancio dello scalo reggino.

Neanche un neologismo metasemantico come la “supercazzola” può contenere il nonsenso delle bugie proferite ieri dalla triade (Tramontana-Occhiuto-Franchini) che ha relazionato nella conferenza stampa, convocata per rassicurare i cittadini sudditi reggini, sui futuri sviluppi dello scalo dello stretto.

Vedere il volto funereo di un reggino importante come il Presidente della Camera di Commercio Ninni Tramontana, tradire i cittadini e gli imprenditori del proprio territorio è stato veramente raccapricciante.

Vestendo i panni di Ugo Tognazzi, versione funerea, nel film Amici miei di Mario Monicelli ieri, Ninni il tiepido, aspirante Sindaco, ha dato il meglio di sé facendo da moderatore agli interventi dei due malcapitati costretti a loro volta a dire e non dire, per convincere gli “inferior” reggini che un giorno l’aeroporto dello stretto tornerà a vivere.

Il volto di Ninni l’equilibrista diceva tutto visto il nulla delle parole proferite a stento, durante la forzata conferenza stampa, che certificava il triste epilogo della resa di una classe imprenditoriale reggina, supina agli interessi dei superiori omologhi cosentini e catanzaresi.

Non c’è trippa per gatti; venerdì i massimi vertici delle organizzazioni più rappresentative del territorio, hanno abbassato il capo alle mirabolanti “supercazzole” proferite dai tre relatori, dai volti equivoci ed elusivi, per rassicurare e rabbonire i polletti che abitano nella città che non esiste più.

Lo sa bene Tramontana di come lo scalo reggino sia ormai morto e sepolto con il cappio al collo dell’Aeroporto lametino che ci tiene al guinzaglio per non farci mai superare le soglie minime di sopravvivenza, visti i numeri del piano nazionale degli aeroporti che stabiliscono che non si dovrà mai superare la soglia dei 400.000 passeggeri.

È altresì consapevole che, dopo quasi 6 anni di gestione unica degli aeroporti Calabresi, lo scalo dello stretto è un deserto con quattro voli insignificanti e mortificanti per chi li frequenta, mentre l’aeroporto internazionale di Lamezia pullula di voli e passeggeri e proiettato a raggiungere, nel giro di 12 anni, 4,8 milioni di passeggeri cosi come scritto nero su bianco dal piano nazionale degli aeroporti.

Parlare delle “supercazzole” di venerdì non serve a nulla perché sono le stesse degli ultimi 6 anni.

Sì, perché gli imbonitori di professione non hanno avuto neanche l’inventiva di scoprirne di nuove. Però per i più increduli, protetti da una buona dose di Maalox, è possibile vedere il video integrale in rete.

Ma alla fine della storica conferenza stampa, è stato il Sindaco ff Paolo Brunetti a sublimare l’accozzaglia di traditori e venduti presenti nel salone della Camera di Commercio con le sue dichiarazioni pilatesche di resa totale ed assoluta alle strategie di eliminazione dello scalo dello stretto.

Brunetti “porello”, che da caporale si è trovato da un giorno all’altro a fare il generale, ha dichiarato:  «Per rilanciare l’aeroporto di Reggio Calabria, mi mischierei anche con il diavolo. Non ho mai guardato alle appartenenze politiche e non inizierò a farlo adesso. I nostri punti di riferimento sono Regione e Sacal? E con loro noi opereremo per il bene della città».

Quindi il caporale Brunetti parlando più da Presidente della Circoscrizione (Trabocchetto-Condera- Spirito Santo) che da primo cittadino, sottomette tutto ai nemici fisiologici di Rheggio e mischiandosi addirittura con gli ambienti infernali è pronto a tutto tranne a fare l’unica cosa che potrebbe fare e non ha mai fatto da quasi un anno e mezzo: abbattere in sei-sette ore di lavoro, il famoso abbaino che darebbe 270 metri in più di agibilità ai vettori in arrivo e in partenza.

Tutti gli esperti sanno benissimo che l’unica soluzione per rilanciare lo scalo reggino è la scissione dalla Sacal e la costituzione di una nuova società di gestione locale, costituita dagli enti locali e da soci privati dell’area dello stretto. Lamezia è un nostro competitor fisiologico che, in tutta naturalezza, ci marginalizza riducendoci al suo zerbino.

L’aeroporto del Ponte sullo Stretto non ha problemi di bacino di utenza né di limitazioni ma ha solo bisogno di essere liberato da una classe dirigente di venduti e traditori che antepongono il proprio interesse all’interesse pubblico.

Roberto Occhiuto è il Presidente della Regione Calabria e quindi interessato a mantenere gli equilibri dell’intera regione ed in questa triste storia di tradimenti ha le minori responsabilità.

Le maggiori responsabilità sono dei reggini che amministrano la cosa pubblica eletti dal popolo: Falcomatà, Brunetti, Versace, tutti i Consiglieri Comunali di Rheggio, l’onorevole Francesco Cannizzaro, la senatrice Clotilde Minasi, il senatore Nicola Irto, il Consigliere Regionale Giuseppe Neri, il Consigliere Regionale Antonio Billari seguiti dai rappresentanti delle varie categorie come Ninni Tramontana, Vecchio, Labate, Aloisio, ed a ruota i rappresentanti sindacali reggini.

Se non siamo noi rappresentanti del popolo reggino, a chiedere di essere sciolti dal laccio mortale della gestione unica degli aeroporti, lo potrà mai fare il presidente della Regione Calabria?

Per questo, considerata l’altissima percentuale di infidi traditori che hanno ridotto la nostra Rheggio allo stremo, l’unica soluzione è la costituzione di un esercito di Rheggini coraggiosi liberi e forti che, all’interno dei dettami costituzione e delle leggi dello Stato Italiano e muniti delle armi della trasparenza, della verità e della giustizia, caccino via dalla stanza dei bottoni i traditori ed i venduti che faranno di tutto per abbattere chiunque si schiererà contro i loro sporchi interessi. (mri)

Aeroporto dello Stretto: le buone intenzioni di Occhiuto

di SANTO STRATI – Dopo l’incontro di alcuni giorni fa in Cittadella, il Presidente Roberto Occhiuto ha rispettato la promessa di un incontro “risolutivo” per l’Aeroporto dello Stretto, accogliendo l’invito del Presidente della Camera di Commercio Ninni Tramontana. E così, puntualissimo, si è presentato alle 16 di venerdì all’Ente Camerale accompagnato dal Presidente della Sacal Marco Franchini per fare il punto della situazione dell’Aeroporto dello Stretto. Situazione drammatica e non brillantissima, sia chiaro, e i reggini guardano, con giusticata perplessità gli annunci a raffica che riguardano il rilancio dello scalo.

Per la verità non ci sono state clamorose anticipazioni, se non la conferma, ribadita con convinzione dal Presidente Occhiuto, che lo scalo reggino «una priorità e spero presto possa diventare l’esempio concreto dell’azione dell’amministrazione regionale». Occhiuto ammette di essere costantemente alla ricerca di vettori per lo scalo dello Stretto, ma trova molte perplessità delle compagnie a proposito del traffico che possa generare servendo anche Messina.

Il problema, semplicemente, riguarda tariffe e orari: il traffico aeroportuale cresce in funzione di questi due elementi. Se un biglietto low cost da Catania per Roma costa 60 euro e ci sono voli a tutte le ore, perché un messinese dovrebbe fare una levataccia al mattino per poi pagare 200 euro?

Se non ci sono voli “comodi” e le tariffe restano stratosferiche (c’è chi ha pagato 800 euro per un Reggio-Milano) difficilmente l’aeroporto dello Stretto potrà decollare (in tutti i sensi).

La questione che sia Sacal sia la Regione non vogliono comprendere è che  non servono voli per altre destinazioni: va potenziata (e adeguiata soprattutto dal punto delle tariffe) la tratta Reggio-Roma e Reggio-Milano. Non servono tratte “esotiche” (chi deve andare a Venezia, Bologna, Torino trova continui voli da Roma), ma occorre far diventare lo scalo dello Stretto un hub-navetta con i due principali aeroporti nazionali.

«Credo – ha detto Occhiuto – che questa provincia possa essere un motore di sviluppo per la Calabria insieme al porto di Gioia tauro. Reggio, quindi, può essere la vetrina della Calabria e in quest’ottica l’Aeroporto acquisisce un valore ancora più importante». Buone intenzioni, senz’altro, da mettere a verbale a futura memoria, ma la sensazione è che non si hanno le idee chiare.

Il progetto messo a disposizione gratuitamente dall’imprenditore Pino Falduto per spostare l’aerostazione lato mare, utilizzare la stazione ferroviaria e rigenerare tutta l’area aeroportuale non è mai stato preso in considerazione  (eppure lo ha realizzato un’équipe di super progettisti che ha firmato importanti realizzazioni in Italia e all’estero, mica l’ha disegnato il figlio adolescente di qualche geometra disoccupato…) e si insiste a buttare al vento quei soldi per la “riqualificazione” che il deputato Francesco Cannizzaro ben 4 anni fa abilmente si fece assegnare dalla Legge Finanziaria.

Manca ancora una visione strategica, dispiace dirlo, e se bisogna riconoscere a Occhiuto di aver “salvato” la Sacal a cui stavano togliendo le licenze e quindi evitato di lasciare tutta la Calabria senza voli, d’altra parte se non si interviene su orari e tariffe sarà difficile convogliare traffico dalla Sicilia. La Regione vuole investire sullo scalo? Cominci a guardare e sentire il territorio (e valuti il progetto Falduto), poi ne riparliamo.  (s)


È CONFESERCENTI MOSTRA OTTIMISMO

La Confesercenti di Reggio esprime ottimismo sull’Aeroporto dello Stretto. L’annuncio del Presidente Occhiuto alla conferenza stampa che si è tenuta alla Camera di Commercio di Reggio Calabria sul bando di 120 milioni di euro destinati all’attrazione delle compagnie aeree, è un fatto positivo e concreto per il sistema aeroportuale calabrese. Di conseguenza lo è anche per l’aeroporto di Reggio a cui andranno 30 milioni di euro che si aggiungono ai 15 degli oneri di sistema. 45 milioni di euro che, se investiti con criterio, potranno finalmente far ripartire con nuovi voli a orari appropriati e prezzi di mercato uno scalo sino ad oggi mortificato da scelte sbagliate e penalizzanti. Tale notizia si aggiunge, peraltro, a quella del futuro e definitivo superamento delle limitazioni che sino ad oggi avevano nuociuto, non poco, all’attività volativa dell’Aeroporto dello Stretto.

Ma questo incontro con il Presidente della Regione e con l’Amministratore Unico della Sacal Franchini ha anche un’altra valenza, per certi versi ancora più importante: apre, dopo anni di “muro contro muro”, una nuova fase di dialogo e confronto per quanto riguarda il futuro del nostro aeroporto tra le istituzioni del territorio, la Regione e la Sacal.

Dialogo iniziato la settimana scorsa alla riunione avvenuta alla Cittadella Regionale che ha messo in luce come si può lavorare in sinergia per ottenere risultati concreti e dove Camera di Commercio, Comune e Città Metropolitana con voce unica e chiarezza d’intenti hanno operato per tutelare e rivendicare gli interessi di Reggio.

Un ulteriore importante dato da tenere in considerazione è il ruolo della Camera di Commercio che, tramite l’impegno del Presidente Tramontana, dei Presidenti delle associazioni datoriali e dei consiglieri camerali, ha dato impulso all’avvio di un percorso virtuoso e costruttivo dimostrando come il coinvolgimento del tessuto imprenditoriale reggino, nelle sue articolazioni di rappresentanza, è più che mai strategico e può diventare determinante nella risoluzione dei problemi del territorio.

Come Confesercenti Reggio Calabria accogliamo quindi con favore questo nuovo corso che dovrebbe portare ad una rinascita dello scalo reggino ma continueremo a vigilare, proprio in relazione a questo clima di confronto e dialogo creatosi, per far sì che dichiarazioni e buone intenzioni non rimangano tali ma si trasformino in atti concreti che ormai da tanto, troppo tempo stiamo aspettando. (rrc)

L’OPINIONE / Pasquale Amato: La riunione con Salvini non ha fugato perplessità su Aeroporto di RC

di PASQUALE AMATO – La riunione svoltasi col ministro alle Infrastrutture, Matteo Salvini, non ha fugato le perplessità sull’effettiva volontà di rilanciare l’aeroporto dello Stretto. Le ha viceversa confermate.

Perché?
Se una delle due piste è già agibile (come si afferma nel comunicato Stampa) perché non si è disposta la sua utilizzazione completa immediata, rinviando la caduta delle restrizioni a fine anno? L’Aeroporto romano di Fiumicino ha in certi periodi avuto una sola pista agibile programmando un numero considerevole di voli nazionali e internazionali.

Il rinvio a fine anno avrà come logica conseguenza l’impedimento a tutte le compagnie di programmare voli e tratte in autunno e in inverno. Quindi, ammesso che venga rispettato il termine di fine anno, non sarà possibile programmare nuovi voli e tratte se non per l’estate del 2024. Nel frattempo lo scalo di Ravagnese continuerà il salasso di passeggeri e ciò costituirà per la Sacal un ennesimo alibi per non aprire nuovi voli e tratte. E nel frattempo la Sacal potrà ulteriormente rafforzare Lamezia.

Visto che Ita Airways già è presente e considerato che una pista è perfettamente agibile, perché il Ministro, che si vanta del suo decisionismo, non ha chiesto alla Sacal e a Ita di ripristinare già dal prossimo autunno il volo Reggio – Linate mattina-sera che la stessa Sacal ha rubato allo scalo reggino trasferendolo a Lamezia?

Nello stesso comunicato l’Enac ha annunciato che provvederà a sue spese all’affitto di un simulatore automatico per abilitare i piloti a decollare e atterrare nello scalo reggino. Perché non lo ha fatto prima per anni alimentando l’alibi delle restrizioni? E perché lo annuncia per un futuro impreciso e non annuncia una data certa? E poi questo annuncio di disponibilità non è in contraddizione col resto del Comunicato e con l’ordinanza di liberatoria dall’abilitazione che i piloti hanno ricevuto per i due giorni fatidici?

Quali atti sono stati decisi per potenziare l’attraversamento dello Stretto agevolando il ritorno dei messinesi nell’Aeroporto Minniti, anche questo espresso declinando lo a un futuro nebuloso e indefinito?

Perché non é stato neanche sfiorato il tema delle tariffe da capogiro che imperversano da anni impedendo un minimo rilancio dello Scalo reggino? Anche se uno zoccolo duro sta dimostrando ai nemici dell’Aeroporto reggino che non ne vuole sapere di utilizzare Lamezia?(pa)

Task force dell’Aeroporto dello Stretto: Convocare tavolo con tutti gli attori istituzionali

Convocare i vertici di Sacal, della Regione, delle autorità territoriali reggine e messinesi, e dei sindaci dei Comuni a vocazione turistica. È la richiesta che la task force dell’aeroporto dello Stretto “Tito Minniti” al termine della riunione svoltasi a Palazzo Alvaro.

I componenti della task force hanno disposto la convocazione di un tavolo di confronto per discutere un unico punto all’ordine del giorno: la richiesta di gestione autonoma dell’aerostazione dello Stretto. Al confronto proposto saranno invitati tutti i parlamentari reggini e messinesi, il Governatore della Regione Calabria, i massimi rappresentanti delle amministrazioni comunali e metropolitane delle due città dirimpettaie di Reggio Calabria e Messina, i sindaci dei principali comuni a vocazione turistica del territorio, il vertice di Sacal ed ogni altro attore interessato allo sviluppo dello scalo che si rivolge ad un bacino di oltre 1,2 milioni di cittadini.

«Non c’è più tempo da perdere», ha commentato il sindaco facente funzioni Carmelo Versace. «Fra due mesi – ha aggiunto – verrà presentato il Piano aeroportuale nazionale e non possiamo immaginare che, in una visione miope del sistema calabrese, il “Tito Minniti” non venga inserito fra le infrastrutture strategiche del Paese».

«Per questo, è necessaria la massima convergenza da parte della politica e delle istituzioni su una questione che è di interesse collettivo per lo sviluppo dell’intera area metropolitana dello Stretto. In maniera laica, senza puntare indici o indicare responsabilità – ha aggiunto Versace – ognuno sarà chiamato a pronunciarsi su un tema che non può e non deve diventare una questione di partito. I conti poi si tireranno alla fine».

«Ci sono tutti gli strumenti e le possibilità per gestire autonomamente l’aeroporto di Reggio Calabria», ha aggiunto il presidente della task-force Salvatore Chindemi.

«Abbiamo rotto gli indugi – ha continuato – ed il tempo degli annunci, più o meno roboanti, è finito. La fase degli studi di fattibilità è finita. Proponiamo esattamente una forma di autonomia gestionale che consenta un concreto e reale rilancio di una struttura essenziale per il territorio. I nostri interlocutori, nel massimo rispetto delle posizioni, restano la Regione e Sacal, ma se il tavolo convocato non produrrà gli effetti sperati, sposteremo la discussione al Ministero dei Trasporti e ad Enac, l’ente decidente. Questa è una battaglia che va comunque fatta, al di là delle aspettative dei singoli, chiaramente nella speranza di un esito positivo. Ciò che è certo, è che rimarrà alla storia chi e come avrà deciso di ingaggiarla». (rrc)

AEROPORTO REGGIO-MESSINA: NON CI SONO
ALTRE VIE PER LO SCALO DELLO STRETTO

di SANTO STRATI – Basterebbero soltanto i numeri di questi ultimi dieci anni a decretare l’agonia irreversibile dell’Aeroporto dello Stretto, il sogno mancato di un’Area strategica che nella ideale conurbazione con Messina poteva esprimere un grande progetto di sviluppo e rilancio del territorio. Da 600mila passeggeri a 200mila (arrotondando) in dieci anni significa non solo il fallimento di un’intrapresa commerciale, ma soprattutto l’incapacità di visione e di pianificazione di una classe politica distratta e assente.

Adesso, come già capitato altre tante volte negli ultimi anni, si svegliano tutti, nuove Cassandre che prefigurano la sciagura di una chiusura (a questo punto davvero inevitabile) e gridano all’abbandono, alle strategie inesistenti, all’indifferenza e s’impegnano, con lodevole – ridicolo – accanimento a indicare responsbailità dall’una e dall’altra parte politica.

La verità, ahimè, è che, in rtealtà, questo dell’Aeroporto di Reggio è semplicemnte un nuovo pretesto politico per accertuare, in maniera aspra, forse cruenta, la lotta politica tra una sinistra al comando (pur con troppi interrogativi) e una destra incapace di esprimere risorse umane e progetti in grado di convincere gli elettori.

È la scusa per attaccare a testa bassa il “nemico” (il fair play inesistente ci impedisce di parlare di “avversario”) caricandolo di responsabilità, che, a nostro modesto avviso, andrebbero equamente divise tra due entità politiche che, al giorno d’oggi, risultano davvero antistoriche: destra e sinistra. C’è ancora chi è convinto di poter muovere i pezzi sulla scacchiera politica solamente sventolando ideali (superati) di presunto riformismo e concrete dimostrazioni di ottuso conservatorismo. La lotta politica, in tal modo, diventa battibecco di vago sapore provinciale, con ritorni campanilistici che, decisamente, appaiono stupidamente datati.

Il problema quindi, è aggirare le chiacchiere e le accuse che in questo momento crescono in quantità industriale, e individuare possibili soluzioni alla crisi dello scalo.

Partiamo da un errore di fondo: è vero che la “vivacità” di un aeroporto si misura anche dalla quantità di rotte gestite, ma non occorre strapparsi le vesti perché le gare indette da Sacal (con il contributo di 13 milioni della Regione per contribuire e compensare la continuità territoriale) per collegare Torino, Venezia e Bologna. A Reggio non serve, adesso, raggiungere (non sappiamo con quale quantità di traffico) le tre città del Nord che pur sono affollate di calabresi e reggini, ma avrebbe molto più senso ampliare l’offerta dei voli da e per Roma e Milano. Già questo rimetterebbe in moto lo scalo se venisse coinvolta l’Area dello Stretto, ovvero se l’Aeroporto diventasse finalmente di Reggio e Messina. La città dirimpettaia ha sì l’Aeroporto di Catania a un’ora di macchina, ma con un collegamento diretto via aliscafo dimezzerebbe i tempi volando da Reggio.

Sappiamo già che in molti grideranno al sacrilegio: ci hanno provato e l’esperimento è naufragato. Forse sarebbe opportuno chiedersi il perché del fallimento di un progetto che trova sicuramente ampia disponibilità dei siciliani a scegliere lo scalo reggino per la propria mobilità aerea. Sempre che vi fossero le condizioni ideali per l’utilizzo. In altri termini, se, per ipotesi, i voli per Roma e Milano diventassero tre o quattro per ciascuna destinazione non ci sarebbero scuse per non viaggiare da Reggio. Roma e Milano sono due hub internazionali e con un’intelligente griglia di orari di volo diventerebbero per i reggini e per i messinesi una soluzione ideale per qualunque destinazione. Invece, continuiamo ad avere orari poco attrattivi e di scarsa funzionalità per i passeggeri dello Stretto.

Quando subentrò la Sacal, nel 2017, dopo il fallimento della precedente società di gestione aeroportuale (Sogas), lo scalo reggino contava su poco più di 380 mila passeggeri, divenuti – dopo la forzata inoperatività per pandemia – appena 159mila. Spiegazione facile della débacle: se non ci sono orari utili e i prezzi continuano a restare alle stelle (600 euro solo andata un Milano-Reggio non si può accettare!) come fa a crescere o a mantenersi un qualsiasi livello di traffico?

Appare evidente che, nonostante le promesse e le premesse del presidente reggino Arturo De Felice, prima, di De Metrio poi, e di Franchini di qualche mese fa, la Sacal non mostra di avere alcun interesse a mantenere in vita gli scali di Crotone e di Reggio. Sono una zavorra fastidiosa per i piani di sviluppo che riguardano Lamezia ed è difficile non pensare che, evidentemente, per la Sacal ogni passeggero in più negli altri due scali probabilmente è un passeggero sottratto a Lamezia. Solo una totale mancanza di visione potrebbe giustificare un ragionamento del genere, perché – a nostro avviso – l’errore che Sacal (e la Regione Calabria) continuano a fare è non guardare alla necessità di fare rete. Facile affermare che per un territorio di un milione e 800mila abitanti tre aeroporti sono troppi, ma significa non ammettere e rifiutarsi di capire lo sviluppo possibile dei voli dell’area dell’alto Jonio né tanto meno il potenziale di traffico dell’area dello Stretto, ove ci fossero soddisfacenti condizioni di mobilità aerea.

Ad agosto del 2019 il Presidente Sacal De Felice fu a Reggio con il deputato Francesco Cannizzaro per annunciare l’utilizzo dei 25 milioni che lo stesso Cannizzaro abilmente aveva fatto mettere a favore dello scalo reggino nella finanziaria. Annunci in pompa magna, slides, orgoglio e niente pregiudizi: sono passati cinque anni e di quei 25 milioni (ai quali se ne sono aggiunti altri tre dai fondi di coesione) non è stato speso un centesimo. E sulle discutibili destinazioni di spesa (quattro milioni solo per rifare il pavimento, probabilmente col linoleum oro 750k) non c’è stata alcuna disputa, visto che i bandi in parte devono ancora partire e gli appalti non sono stati assegnati.

Un imprenditore reggino, già assessore della Giunta Falcomatà (padre), Pino Falduto, un inguaribile innamorato della sua Reggio, ha proposto con un modesto incremento di spesa di evitare gli adeguamenti e fare una nuova aerostazione, mettendo a profitto la rete ferroviaria (c’è una stazione lato mare mai entrata in funzione e potrebbe essere una metropolitana di superficie stazione-aeroporto) e i pontili utilizzati poco e male per il collegamento con Messina.

Al “povero” Falduto mal gliene colse: lo hanno deriso, insultato e sbeffeggiato: ma qualcuno di quelli che ora si strappa le vetsi per lo scalo morente ha mai dato un’occhiata al progetto gratuito messo a disposizione della collettività per rifare completamente l’aeroporto? Vi rispondiamo con certezza: escludendo qualche animoso sostenitore delle ragioni di Reggio (come Massimo Ripepi, di Fratelli d’Italia) non ci risulta che sia stata affrontata la questione in termini tecnici.

Ora è il momento di mostrare i muscoli, senza mettere la polvere sotto il tappeto: ci sono le condizioni del rilancio dello scalo? Si può fare a meno della Sacal? Reggio e Messina possono costituire col placet dell’Enav una società di gestione autonoma per l’Aeroporto dello Stretto? Sono queste le domande alle quali i reggini (e i messinesi) esigono risposte precise e puntuali, con un piano strategico serio e con una visione di futuro finalmente realizzabile. (s)