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CALABRIA, SONO A RISCHIO I FONDI UE
IMPEDIRE DI FARLI TORNARE A BRUXELLES

Il Palazzo della Commissione Europea

di FRANCESCO CANGEMI – Quando si tratta di fondi europei la nostra regione rischia sempre di far tornare indietro ciò che arriva da Bruxelles. La Calabria, infatti, è agli ultimi posti nella classifica regionale italiana per la spesa dei fondi strutturali della politica di coesione dell’Ue. È quanto emerge da un’analisi dei dati pubblicati sul portale Cohesion data della Commissione europea e che coprono l’andamento delle allocazioni fino al 31 dicembre 2022. Alla fine dell’anno scorso la spesa certificata della Regione e rimborsata da Bruxelles era pari a circa 1,3 miliardi di euro su 2,2 miliardi, cioè il 58% del fondo che unisce, nel caso della Calabria, sia quello per lo sviluppo regionale (Fesr) sia quello sociale (Fse) nel periodo di programmazione 2014-2020.

Restano quindi da spendere e rendicontare entro la fine dell’anno circa 940 milioni di euro per non rischiare di perdere le risorse. È da notare che le risorse assegnate alla Calabria sono tra le più consistenti tra le regioni italiane. Dai dati esaminati emerge inoltre che le regioni hanno speso in media il 75% (circa 25 miliardi di euro) delle risorse Ue, mentre i programmi nazionali si sono fermati al 43% (circa 13 miliardi). Restano quindi ancora quote importanti da spendere entro la fine dell’anno, termine ultimo per non perdere risorse sempre più preziose alla luce delle ristrettezze che si stanno profilando per il bilancio nazionale anche nella prospettiva del ripristino delle regole Ue sui conti pubblici.

«La Regione più povera d’Italia che non riesce a programmare e a spendere le ingenti risorse messe in campo dall’Unione europea. I dati pubblicati sul portale Cohesion data della Commissione europea parlano chiaro: la spesa certificata da Bruxelles è pari al 58%, tra fondi Fers e Use, ossia 1,3 miliardi sui 2,20 miliardi che dovevamo spendere nel periodo 2014-2020. Un totale di 940 milioni di euro che rimanderemo al mittente se non saremo in grado di spenderli entro il 31 dicembre 2023». A dirlo è il consigliere regionale e capogruppo del Movimento 5 stelle in consiglio regionale, Davide Tavernise.

«Alla luce di tutto ciò appare sempre più incomprensibile il comportamento della maggioranza Occhiuto che si è permessa il lusso di bocciare la commissione speciale da me promossa in consiglio regionale per monitorare i Fondi europei e quelli specifici del Pnrr. E appare ancora più grave questa scelta, alla luce delle ristrettezze economiche che promette l’ultimo documento finanziario presentato dal Governo, che proprio oggi pomeriggio in maniera maldestra e scoordinata è stato bocciato per mancanza di numeri della maggioranza, e del ripristino delle regole Ue sui conti pubblici».

«Ci troviamo di fronte – ha detto ancora Tavernise – ad una classe dirigente regionale e nazionale che ogni giorno contraddice se stessa e mette seriamente in pericolo l’economia del nostro Paese, in un periodo in cui si profila all’orizzonte una nuova e più stringente austerity. Ancora una volta porgiamo una mano per il bene della nostra regione a questa maggioranza rilanciando la necessità di costituire nel più breve tempo possibile una commissione di controllo sulla spesa dei fondi europei e del Pnrr».

«Il risultato che emerge da un’analisi dei dati pubblicati sul portale Cohesion data della Commissione europea e che coprono l’andamento delle allocazioni fino al 31 dicembre 2022 fa emergere una situazione drammatica se si considera che la regione Calabria è agli ultimi posti in Italia per la spesa dei fondi strutturali della politica di coesione della Ue». Queste le dichiarazioni del consigliere regionale Antonio Billari, a commento del report della Commissione Europea sull’utilizzo dei fondi dedicati alla Regione Calabria.

«Se alla fine dell’anno scorso la spesa certificata della Regione e rimborsata da Bruxelles era pari a circa 1,3 miliardi di euro su 2,2 miliardi, cioè il 58% del fondo che unisce, nel caso della Calabria, sia quello per lo sviluppo regionale (Fesr) sia quello sociale (Fse) nel periodo di programmazione 2014-2020 il dato che abbiamo il dovere di analizzare – afferma Billari – è il fatto che resterebbero da spendere e rendicontare entro la fine dell’anno circa 940 milioni di euro per non rischiare di perdere le risorse destinate al nostro territorio».

Secondo il consigliere regionale «la sfida che la Regione Calabria ha dinnanzi è molto complessa e ci deve fare riflettere come fino ad oggi al netto delle chiacchiere e degli annunci “i fatti stanno a zero”», dichiara Antonio Billari che afferma: «Non credo sia utile valorizzare il fatto che le altre regioni hanno speso in media il 75% (circa 25 miliardi di euro) delle risorse Ue, mentre i programmi nazionali si sono fermati al 43% (circa 13 miliardi) ma è certa la necessità che gli uffici preposti a seguire questo iter cruciale per la nostra regione meritano di avere personale in numero sufficiente e con competenze specifiche per non bucare la sfida con l’Europa rispetto alla valorizzazione del nostro territorio».

«Chiederò al presidente della Regione – conclude il consigliere regionale – di istituire una task force con le migliori energie della nostra regione e che coinvolga anche le eccellenze universitarie perché la sfida che abbiamo difronte riguarda la possibilità di immettere nel tessuto sociale ed economico della nostra regione risorse certe e spendibili».

«Mi farò carico anche coinvolgendo l’intero consiglio regionale della Calabria che questo complesso iter burocratico e progettuale venga seguito con massima attenzione e priorità – dice – consapevole che l’Europa è vicina se però le opportunità che da essa ne derivano vengano colte e non disperse».

Sulla questione interviene anche il Pd Calabria con una nota. «Desta profonda preoccupazione il ritardo con il quale la Regione sta procedendo alla spesa delle risorse messe a disposizione dalla  programmazione europea 2014-2020 riferita ai fondi Fesr e Fse – scrive in una nota il Partito democratico calabrese –. Secondo i dati pubblicati, già da qualche tempo, sul portale Cohesion data della Commissione europea tracciano un quadro davvero allarmante. Al 31 dicembre 2022 la spesa certificata della Regione e rimborsata da Bruxelles era pari a circa a 1,3 miliardi di euro su 2,2. La Regione ha dunque utilizzato soltanto il 60% delle risorse».

«Il rischio concreto, dunque, – continua la nota dei dem – è quello di vedere evaporare qualcosa come 900 milioni di euro se tali risorse non saranno messe a terra entro il prossimo 31 dicembre. È evidente che esistono problemi strutturali all’interno della macchina amministrativa e burocratica regionale che, da sempre, non agevolano una snella e efficace programmazione della spesa. Non è possibile, però, che non si provi ad effettuare alcun cambiamento per tentare di invertire la rotta. Il centrodestra è ormai al governo da alcuni anni e non può non assumersi la propria parte di responsabilità. Fuori da ogni strumentalizzazione chiediamo al presidente Occhiuto di avviare immediatamente un tavolo di confronto permanente con il Consiglio regionale, i sindacati, le associazioni di categoria, i sindaci, le Università e tutti i soggetti in grado di fornire il proprio contributo per fare in modo di intervenire prontamente per mettere in salvo la maggior parte delle risorse possibili. La Calabria non può permettersi di perdere ulteriori occasioni, specialmente in questo periodo in cui la crisi economica e l’aumento dei costi di energia e materie prime stanno mettendo a dura prova il suo già fragile sistema socio-economico».

In più i consiglieri regionali di opposizione, rappresentati dal Pd, dai Cinquestelle e dal Gruppo misto, hanno chiesto la convocazione di un Consiglio ad hoc sul tema.

A rispondere sulla questione ci pensa, con una nota, Marcello Minenna, assessore all’Ambiente, alle partecipate, alla programmazione unitaria e ai progetti strategici della Regione Calabria.

«I bandi relativi ai Programmi operativi regionali sono in stand by non solo in Calabria, ma in tutte le Regioni del Paese – dice l’assessore regionale – Questo perché il governo nazionale ha deciso di procedere ad una accurata ricognizione di tutte le risorse comunitarie non spese, prima di rendere disponibili ai territori i nuovi fondi. Come noto il Por viene utilizzato essendo in parte cofinanziato dalla Regione, attraverso il Fondo di sviluppo e coesione».

«Non avendo ancora le risorse dell’Fsc la diretta conseguenza è avere dei ritardi nei bandi per il Por – ha spiegato ancora –. Il ministro Raffaele Fitto sta facendo un lavoro encomiabile e preciso per evitare gli errori degli scorsi decenni, ed è quasi inevitabile che in questi primi mesi questo approfondimento abbia dei contraccolpi temporali in merito al timing con il quale utilizzare le risorse Por. Il governo ci ha comunque rassicurato, e ha dato la sua disponibilità a predisporre nelle prossime settimane le delibere Cipess attraverso le quali i fondi Fsc verranno distribuiti alle Regioni, per poter così procedere al corretto utilizzo del Programma operativo regionale».

«Avremo qualche piccolo ritardo, ma – questa l’intenzione dell’esecutivo nazionale – con i conseguenti contratti che verranno siglati con le singole Regioni il nostro Paese – ha concluso – dovrebbe essere messo nelle condizioni di spendere meglio e bene le risorse Ue, e di controllare, territorio per territorio, il corretto cronoprogramma dell’utilizzo di questi fondi». (fc)

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