Sabato 13 novembre, a Crotone, alle 18, nei locali della Nuova Scuola Pitagorica, l’incontro sul libro Re Italo e la Prima Italia, dello scrittore Felice Campora.
L’evento è stato organizzato dalla Nuova Scuola Pitagorica di Crotone che, insieme al Centro Studi e Ricerche Prima Italia di Squillace, conducono gli approfondimenti sul valore dell’Italia nata proprio in Calabria e diffusasi, secolo dopo secolo, lungo tutta la penisola fino alle Alpi anche per merito dell’imperatore romano Augusto, il quale, estendendone il nome per decreto fino al Brennero, ha riconosciuto che la stessa Roma altri non è che figlia dell’antica civiltà della Prima Italia e, quindi, figlia della terra che poi coi Bizantini ha preso nome Calabria.
L’incontro, infatti, verterà sui temi legati alla nascita, al diffondersi e al valore del nome Italia.
Purtroppo pochi sanno che il nome Italia sia nato in Calabria; più precisamente nel territorio dell’Istmo tra i golfi di Squillace e di Lamezia, attorno al 1500 avanti Cristo, cioè 3500 anni fa. Il merito di tale nascita va ascritta all’azione molto innovativa e determinante di Italo, re di quel popolo degli Enotri che egli ha saputo tramutare in stanziale da nomade che era, piantando le tende nel luogo (l’attuale provincia di Catanzaro) ritenuto il più fertile del Mediterraneo, come attestano i più antichi storici, tra cui Aristotele (384 – 322 a. C.) il più grande e importante filosofo della Grecia antica.
Re Italo inventò i “sissizi” quei pasti comuni da cui iniziò l’idea di democrazia che si espanse in numerose città mediterranee e che ad Atene, nell’antica Grecia, trovò quell’elaborazione che ancora oggi ci portiamo avanti.
«Perciò al nome Italia, nato qui da noi, è legata la democrazia e ogni altra idea o pratica politica ci è del tutto estranea. Quindi, Italia significa solo ed esclusivamente “democrazia”» ha dichiarato Domenico Lanciano, fondatore nell’aprile 1982 dell’associazione culturale “Calabria Prima Italia”. (rkr)