Alla Biblioteca pubblica di Davoli il primo “Scaffale della Prima Italia”

Nella Biblioteca Pubblica di Davoli, che conta quasi 80 mila volumi ed è fondata e gestita dai Vincenziani di Aldo Marcellino, su proposta dell’Associazione Culturale Calabria Prima Italia, ha avviato Lo scaffale della Prima Italia.

Si tratta della raccolta, custodia e valorizzazione di tutto ciò che riguarda il periodo storico che va dal neolitico (3500 a. C. quando, con Re Italo, è nata, appunto, la Prima Italia) fino al 202 a. C. data che segna la fine della Magna Grecia conquistata e sottomessa dai Romani, i quali però ne hanno tratto così tanto giovamento di più autentica civiltà che si suole dire che Roma è figlia della Calabria.

I primissimi a donare allo “Scaffale della Prima Italia” sono stati la stessa associazione “Calabria Prima Italia” con parte della documentazione cartacea che risale all’aprile 1982, anno della sua fondazione ad opera di Domenico Lanciano (allora bibliotecario comunale di Badolato), la “Cantina dei Sirìti” di Nuova Siri (Matera) con una bottiglia dello squisito vino “Re Italo” e l’azienda “Qual’Italy” di Vincenzo Serra che a Cosenza produce l’ottimo “Amaro Re Italo”. Da Palmi lo scrittore Oreste Kessel Pace ha inviato il suo libro “Italo” e da Reggio Calabria è arrivato il grosso volume “Calabria Italia Prima” di Paolo Borruto.

Presto giungerà pure il libro “Calabria la Prima Italia” della statunitense Gertrude Slaughter, tradotto in italiano da Sara Cervadoro ed edito da Giuseppe Meligrana di Tropea (VV) un’operazione culturale di primaria importanza che darà maggiore onore a tutto il popolo calabrese dentro e fuori i confini regionali.

Adesso ci si aspetta che possano donare tutti coloro che hanno qualcosa di attinente al periodo storico della “Prima Italia” (3500 – 202 a.C.) affinché tale “Scaffale” diventi un vero e proprio fondo di studi per studenti ed esperti e per coloro che amano e vogliono approfondire la storia della Calabria e di quell’Italia nata nell’Istmo di Catanzaro tra i Golfi di Squillace e di Lamezia.

E non mancherà la collaborazione con il “Museo dei Brettii e degli Enotri” di Cosenza e con tutte le altre presenze socio-culturali attinenti come, ad esempio, il “Centro Studi e Ricerche sulla Prima Italia” istituito recentemente dal Comune di Squillace.

I promotori sperano che questo “Scaffale della Prima Italia” sia un punto di riferimento non soltanto per le donazioni ma anche per studiosi e ricercatori sulla “Prima Italia” e, in particolare, sulla figura di Re Italo il quale, come affermano antichi storici e filosofi (tra cui il grande Aristotele), con i sissizi e le leggi ha inventato la “democrazia etica” che si è estesa in tutto il Mediterraneo e che poi ad Atene è stata trasformata in “democrazia mercantile” quale ancora adesso è diffusa in quasi tutti i Paesi del mondo, specialmente con la globalizzazione.

Intanto, si è in attesa della edizione di esordio della “Festa della Prima Italia” che avrà luogo nel Centro Polifunzionale della Cultura alla Marina di Davoli mercoledì 21 giugno 2023 (solstizio d’estate) dalle 17.30 alle 20 circa con il patrocinio del Comune e della Presidenza della Regione Calabria. Durante tale cerimonia verranno consegnati i “Premi Prima Italia” a circa sessanta tra persone, enti, aziende ed associazioni che finora si sono interessati a Re Italo e alla Prima Italia. (rcz)

LETTERA APERTA / Domenico Lanciano: Sindaco Fiorita, inviti la nazionale di calcio a Catanzaro

di DOMENICO LANCIANOIllustrissimo sindaco Nicola Fiorita. La città di Catanzaro si vanta, giustamente, di essere il territorio dell’Istmo (tra i golfi di Squillace e di Lamezia) dove è nato il nome Italia, come è ben chiaramente documentato nella pagina del sito ufficiale della Sua Città.

E sabato 4 febbraio 2023 a Lamezia Terme è stato celebrato “Re Italo” (da cui proviene il nome Italia) con un premio a Lui dedicato. Catanzaro può restare senza fare quasi nulla di notevole per evidenziare tale invidiabile preziosità?… Negli ultimi quattro decenni, come Associazione culturale informale Calabria Prima Italia abbiamo cercato di sollecitare principalmente tutti i sindaci catanzaresi a voler valorizzare adeguatamente tale importantissima esclusiva.

Fin dall’aprile 1982 cerchiamo di diffondere tale stupenda realtà storica che sta ufficialmente alla base del nostro territorio nazionale (dalle Alpi alla Sicilia) da almeno due millenni e, adesso, pure della nostra Repubblica e che però resta purtroppo ignota ai più nella stessa Italia ed è ignorata o snobbata persino da noi calabresi. Invece, sarebbe giusto ed utile insegnarla nelle scuole e attraverso tutti i mass-media, ma anche con iniziative attinenti. Come dovrebbe già sapere per una lettera raccomandata inviataLe tempo fa, Le ricordo che il prossimo 21 giugno, solstizio d’estate, a Davoli avrà luogo la prima Festa del Nome Italia.

In tale contesto verranno consegnate (assieme ad una bottiglia di ottimo vino “Re Italo”) le pergamene del Premio Prima Italia a coloro i quali si sono distinti nello studiare e nel diffondere il fatto che il nome Italia sia nato in Calabria ben 3500 anni fa circa, proprio sotto il regno di Italo, al quale sarebbe opportuno dedicare una statua davanti alla cittadella regionale di Germaneto, come Padre-fondatore (come da noi proposto il 14 marzo 2022 in modo multimediale).

Tra i premiati c’è pure Lei, proprio a motivo della suddetta illuminante pagina web che abbiamo riprodotta sul retro degli “Attestati di Presenza” all’evento. Speriamo di averLa con noi al Centro Polifunzionale della Cultura in Via Pitagora alla Marina di Davoli, nel tardo pomeriggio di mercoledì 21 giugno 2023 assieme ad altre Autorità e ai sessanta altri premiati. Sarà una bella festa, questa del nome Italia, pur nella sua prima edizione! La Sua presenza onorerà molto Davoli, i tanti premiati e lo stesso nome Italia.

Adesso, mi permetto di proporre a Lei una iniziativa che dovrebbe fare felici milioni di persone nel mondo e che potrebbe dare una visibilità internazionale alla Città di Catanzaro, la quale oltre ad essere luogo di nascita del nome Italia è anche la capitale della Calabria, regione che meriterebbe di più.

Sarebbe utile e bello se allo stadio di Catanzaro si potesse svolgere una partita di calcio tra la squadra locale, bentornata in serie B, e la nazionale italiana… fosse anche l’under 21 o addirittura la “primavera”… ma, vogliamo sperare, che, prima o poi, proprio per celebrare il nome Italia nato nell’Istmo di Catanzaro possiamo vedere la prima squadra della nazionale italiana oppure una selezione di calciatori provenienti dalle maggiori squadre di serie A. Ma il nostro sogno si spinge oltre… perché non pensare ad un vero e proprio Torneo di Calcio Prima Italia anche tra squadre estere, oltre che italiane, in particolare mediterranee, dal momento che quella Prima Italia di Re Italo (specialmente tramite i “sissizi”) si è diffusa per secoli in tutto il Mediterraneo con la “democrazia etica” che gli ateniesi hanno poi trasformato in “democrazia mercantile” quale abbiamo anche oggi?

Ne gioirebbero pure gli italiani (in particolare i calabresi) che vivono all’estero! Grazie per la gentile attenzione. (dl)

Calabria Prima Italia, Università delle Generazioni e Amici della Calabria: Serve realizzare la Festa del nome Italia e delle Istituzioni

«Urge realizzare la Festa del nome Italia e delle Istituzioni nell’Istmo di Catanzaro», ed è per questo che l’Associazioni Calabria Prima ItaliaUniversità delle GenerazioniAmici della Calabria  sono alla ricerca di un Comune, nell’Istmo di Catanzaro, per realizzare l’importante manifestazione.

Un evento, per le Associazioni, «per far conoscere a tutti, anche all’estero, il fatto che il nome “Italia” sia nato in questa parte della Calabria, ma anche per rafforzare la conoscenza e l’amore dei cittadini verso le Istituzioni della Repubblica. Pure per questo tale festa potrebbe svolgersi per nove giorni nella settimana attorno al 2 giugno “Festa della Repubblica”».

«La prima edizione dovrebbe, quindi – si legge in una nota – svolgersi da sabato 28 maggio a domenica 5 giugno con un programma molto variegato. Ecco come ipotizzano “la Settimana del nome Italia e delle Istituzioni”. Il paradigma ideale sarebbe quello di far partecipare tutti i Ministeri, le altre Istituzioni e tutti coloro che, aziende o associazioni pubbliche e private, abbiano attinenza con il nome Italia e la migliore e maggiore conoscenza di come funziona lo Stato. Una specie di “Educazione civica 4.0” con aspetti fieristici e promozionali, culturali, turistici e commerciali».

«La lunga “Settimana Italiana” – spiega la nota – dovrebbe aprirsi con l’alzabandiera presenziata dai cittadini, da un plotone militare ed una banda; così pure per la chiusura, all’ammaina bandiera di “Città Italia” sede della multi-manifestazione che prevede stand istituzionali, aziendali di ogni tipo ed esigenza affinché venga illustrata l’Italia agli italiani e ai visitatori esteri, specialmente quelli dell’Unione Europea, ospiti privilegiati. Tale Settimana dovrebbe comportare un costo minimo per il comune ospitante (che potrebbe essere cambiare di anno in anno oppure restare fisso), in quanto ogni istituzione o azienda presente dovrebbe gestire autonomamente i propri spazi e la propria partecipazione attiva. Sicuramente l’evento avrebbe l’alto patrocinio del Presidente della Repubblica, che si spera possa inaugurare la prima edizione».

«Il programma proposto ed abbozzato dalle tre associazioni – conclude la nota – prevede un’infinità di cose possibili. Tuttavia i promotori invitano l’Amministrazione comunale, che intende realizzare tale manifestazione, a partire anche in sordina poiché – sostiene Domenico Lanciano, il principale ideatore – “tutte le cose durature nel tempo solitamente non nascono grandi ma lo possono diventare se la gente le ritiene valide e, quindi, l’importante è avviarsi pur con piccoli eventi. Come, ad esempio, la sola presentazione della rivista Lamezia Storica, che ha dedicato il numero di aprile 2022 proprio alla “Calabria Prima Italia”. Tuttavia ho molta fiducia che le Istituzioni europee, nazionali, regionali e locali possano dare il meglio di sé proprio nell’Istmo di Catanzaro». (rcz)

CROTONE – Sabato la conferenza su La Prima Italia

Sabato 13 novembre, a Crotone, alle 18, nei locali della Nuova Scuola Pitagorica, l’incontro sul libro Re Italo e la Prima Italia, dello scrittore Felice Campora.

L’evento è stato organizzato dalla Nuova Scuola Pitagorica di Crotone che, insieme al Centro Studi e Ricerche Prima Italia di Squillace, conducono gli approfondimenti sul valore dell’Italia nata proprio in Calabria e diffusasi, secolo dopo secolo, lungo tutta la penisola fino alle Alpi anche per merito dell’imperatore romano Augusto, il quale, estendendone il nome per decreto fino al Brennero, ha riconosciuto che la stessa Roma altri non è che figlia dell’antica civiltà della Prima Italia e, quindi, figlia della terra che poi coi Bizantini ha preso nome Calabria.

L’incontro, infatti, verterà sui temi legati alla nascita, al diffondersi e al valore del nome Italia.

Purtroppo pochi sanno che il nome Italia sia nato in Calabria; più precisamente nel territorio dell’Istmo tra i golfi di Squillace e di Lamezia, attorno al 1500 avanti Cristo, cioè 3500 anni fa. Il merito di tale nascita va ascritta all’azione molto innovativa e determinante di Italo, re di quel popolo degli Enotri che egli ha saputo tramutare in stanziale da nomade che era, piantando le tende nel luogo (l’attuale provincia di Catanzaro) ritenuto il più fertile del Mediterraneo, come attestano i più antichi storici, tra cui Aristotele (384 – 322 a. C.) il più grande e importante filosofo della Grecia antica.

Re Italo inventò i “sissizi” quei pasti comuni da cui iniziò l’idea di democrazia che si espanse in numerose città mediterranee e che ad Atene, nell’antica Grecia, trovò quell’elaborazione che ancora oggi ci portiamo avanti.

«Perciò al nome Italia, nato qui da noi, è legata la democrazia e ogni altra idea o pratica politica ci è del tutto estranea. Quindi, Italia significa solo ed esclusivamente “democrazia”» ha dichiarato Domenico Lanciano, fondatore nell’aprile 1982 dell’associazione culturale “Calabria Prima Italia”. (rkr)

La sfida intrigante di Squillace: nasce il Centro Studi e Ricerche sulla prima Italia

di FRANCO CACCIA – Parte da Squillace, città della Calabria dal grande passato e ricca di attrattive storiche ed ambientali, una nuova avventura ma anche una sfida intrigante per il futuro.  Con delibera di giunta comunale n. 26 del 14 aprile 2021, la locale amministrazione comunale ha inteso istituire il Centro Studi e Ricerche sulla prima Italia.  

Una scelta che ha uno scopo chiaro: puntare alla valorizzazione culturale e turistica del territorio attraverso la conoscenza e la valorizzazione dell’identità. Il concetto di conoscenza-cultura, a cui fanno riferimento gli amministratori della città di Cassiodoro, tende a superare lo stereotipo di bene riservato a pochi eletti che si trasmette esclusivamente attraverso modalità tradizionali.  La cultura può diventare in questo territorio un collante in cui valori del passato e obiettivi condivisi per il futuro si possono saldare per dare vita ad piano di azioni che, in modo originale e creativo e coinvolgente, possono generare nuove opportunità per l’intero e vasto comprensorio della Calabria. 

Un primato storico da valorizzare 

Non tutti, anche fra i calabresi, sono a conoscenza di una verità incontrovertibile: il nome Italia è nato proprio in Calabria. Esattamente nel punto più stretto dello stivale, nel territorio compreso tra il golfo si Squillace ed il golfo di Lamezia Terme. L’origine di tale denominazione porta al re Italo ed alla sua permanenza nel territorio dell’istmo. 

Antioco di Siracusa (circa 450 a. C.) chiamò la Prima Italia, il nucleo originario di popolazione enotria, diventata italica per opera proprio del re Italo. Quel popolo, già millenni prima della colonizzazione, aveva scelto di vivere in questo territorio, in quanto area privilegiata al punto che era possibile la fruttificazione durante tutti i mesi dell’anno. Questo raro favore della natura plasmò il popolo degli Itali, che vivevano in libertà e in pace, in amicizia, comunità di vita e di beni, dediti sostanzialmente all’agricoltura. Era un popolo diverso dagli altri, perché osservava regole etiche sconosciute agli stessi Greci. Questi, dopo la fondazione delle loro colonie nella Calabria jonica, presero in moglie donne italiche, le quali influenzarono lo stile di vita dei loro figli, gli Italioti, avuti dai coloni. In seguito, Pitagora comprese la grandezza dell’etica italica e la elevò a valore matematico universale: prende origine da qui la Magna Grecia. L’istituzione del Centro Studi e Ricerche sulla prima Italia punta a colmare un vuoto di cui gli storici di professione, anche quelli di altissimo livello, non si sono accorti. Finora nessuno, ad esempio, ha spiegato in modo convincente come il lembo di terra chiamato Italia si sia espanso dall’istmo fino a comprendere tutta la penisola. In realtà, il motore di espansione dell’Italia fu il pitagorismo, perché esso aveva inserito nella sua dottrina i valori dell’etica italica, riconosciuta come superiore anche dagli stessi Romani. Per questo motivo essi diedero alla loro penisola il nome di Italia. La riscoperta della Prima Italia, tra le diverse ricadute, potrebbe aprire la strada all’archeologia emozionale che esplora l’anima dei popoli del passato, i valori utilizzati per costruire efficaci forme di collaborazione nella comunità, mentre l’archeologia tradizionale, come noto, tende a privilegiare la classificazione di pietre, vasi, monete e date. 

Radici e ali 

Tutti, prima o poi, come singoli o come comunità, siamo portati a ricercare risposte alle domande di senso, con cui scoprire  chi siamo, qual è la nostra identità e  le nostre origini. Nel caso della Prima Italia, la ricerca stimola ad approfondire vari aspetti che caratterizzano un territorio e lo hanno reso unico. Ad esempio geologia, climatologia, agricoltura, botanica, zoologia, possono aiutare non solo a valorizzare l’unicità delle produzioni agricole ed artigianali, alcune già divenute eccellenze apprezzate in tutto il mondo. Appare interessante approfondire, infatti,  l’influenza della natura nella formazione delle regole etiche che si sono sviluppate tra i suoi abitanti.  Al contrario di altri contesti, nella ricerca delle radici italiche è difficile imbattersi in personaggi famosi per conquiste o imprese militari. Ciò che ha contraddistinto questo popolo è stata la sua umanità la tendenza a vivere in armonia. Alla luce dei danni prodotti da altri modelli di vita e di lavoro, fortemente competitivi, l’etica italica può rappresentare un modello da valorizzare ed esportare e con cui cercare di recuperare i valori fondamentali degli esseri umani e contribuire alla felicità delle persone. Del resto in un futuro, che tutti vorremmo migliore del presente, si avverte il forte bisogno di un nuovo paradigma con cui costruire nuovi modi di vivere, attraverso l’affermazione e l’uso di nuovi valori con cui relazionarsi all’interno dei luoghi di vita.  Questi mesi di emergenza Covid ne sono una tangibile dimostrazione, abbiamo urgenza di investire nel senso di appartenenza e nel ruolo delle comunità locali ed in scambi relazionali ed intergenerazionali ad alto valore aggiunto.  Non si tratta però di aumentare ciò che c’era prima ma di costruire qualcosa che abbia qualcosa di nuovo e di diverso

In mano ad esperti

La vita insegna che le cose migliori nascono dalla passione.  Il neo Centro Studi e Ricerche sulla prima Italia, voluto dall’amministrazione comunale di Squillace, non poteva fare scelta migliore.  Per avviare il lavoro del centro, che avrà la sua sede iniziale presso il Palazzo della Casa delle Culture, sono stati infatti individuati personaggi di elevato spessore. 

La carica di presidente onorario è stata assegnata al prof. Armin Wolf, docente presso l’università tedesca di Heilderberg, con al suo attivo vari studi e libri sulla Calabria e, per alcuni mesi dell’anno risiede presso la sua abitazione sita nelle immediate vicinanze del Castello normanno di Squillace.

Il ruolo di direttore scientifico sarà invece ricoperto dal dott. Salvatore Mongiardo, filosofo e scolarca della nuova Scuola Pitagorica di Crotone, già autore di diverse pubblicazioni sulla storia del comprensorio ed apprezzato manager del settore turistico. È opportuno precisare che la collaborazione del prof. Wolf e del dott. Mongiardo sarà svolta in forma volontaria e gratuita. Altra figura di riferimento per lo sviluppo delle iniziative del centro studi è il presidente dell’Università delle Generazioni, Domenico Lanciano, appassionato studioso di storia della Calabria ed in particolare dei borghi della regione, già ideatore di una pluralità di eventi di carattere culturale e di promozione territoriale.  

Un cammino avviato 

Una prima iniziativa di costruzione dell’identità del territorio della Prima Italia è stata già, felicemente, realizzata.  Dal 4 al 6 settembre 2020, con il supporto tecnico dell’Uisp, su iniziativa del dott. Salvatore Mongiardo, si è tenuta la prima edizione del Cammino della Prima Italia con partenza da Squillace ed arrivo al mare tirreno, nel territorio del comune di Curinga, con immancabile sosta di fronte al monumentale platano. Nonostante il carattere sperimentale, sono state tantissime le richieste di partecipazione. Nel rispetto delle limitazioni imposte dal covid si è dovuto limitare la partecipazione a circa 60 volontari del cammino.  Un successo che mostra il forte interesse verso la scoperta dei luoghi in cui oltre alle bellezze ambientali si possa avere modo di gustare cibi sani e, soprattutto, buona ed allegra compagnia.  Una dimostrazione, altresì, di come la cultura e l’identità dei luoghi possa raggiungere risultati insperati quando utilizza forme creative e partecipate con cui comunicare e coinvolgere cittadini ed amministrazioni. (fca)