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Da Palmi Goletta Verde di Legambiente rilancia la lotta all’abusivismo edilizio

Da Palmi Goletta Verde di Legambiente rilancia la lotta all'abusivismo edilizio

Legambiente con Goletta Verde rilancia dalla Calabria la lotta all’abusivismo edilizio e l’importanza di demolire e avviare più attività di vigilanza e controllo sull’attività urbanistica ed edilizia.

La Calabria, purtroppo, è una delle regioni del sud tra le più ferite dal cemento illegale. Stando ai dati ultimi report Ecomafia, dal 2021 al 2023 sono stati accertati 3.003 reati relativi al ciclo del cemento, con una flessione nel 2022 e un’impennata del +20,1% nel 2023.
In particolare, nel 2023 i reati accertati dalle forze dell’ordine e dalle Capitanerie di porto in questa “filiera” dell’ecomafia sono stati 1.046, con 1.230 persone denunciate (+29% sul 2022).  Ma l’emergenza non è solo calabrese, è nazionale: dal 2021 al 2023 i reati nel ciclo del cemento (cave e attività estrattive illegali, abusivismo edilizio, illeciti penali in materia di urbanistica, occupazioni di demanio marittimo etc.) sono cresciuti nel triennio del 37%, con un picco del +28,7% nel 2022, lo stesso anno in cui l’Istat segnala il balzo in avanti del “mattone illegale” con una crescita del 9,1% rispetto al 2004.
Complessivamente, dal 2021 al 2023 sono stati accertati 34.714 reati, alla media di 31,7 al giorno, uno ogni 45 minuti. Il 42,7% si è concentrato nelle quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa (Campania, Puglia, Calabria e Sicilia). Le persone denunciate dal 2021 al 2023 per illegalità commesse nel ciclo del cemento sono state 36.753 (con una crescita nei tre anni del 47,6%) e 5.075 i sequestri penali effettuati, sostanzialmente su valori annuali stabili. La pressione del cemento illegale non riguarda soltanto queste regioni. Sia i dati dell’Istat che quelli relativi al lavoro svolto ogni giorno da forze dell’ordine e capitanerie di porto segnalano criticità crescenti nel Lazio e in Toscana.
Nonostante i dati della Calabria siano preoccupanti, la regione non ha abbassato la testa, anzi, ha dato segnali importanti
di controtendenza con sequestri, demolizioni, controlli effettuati nelle zone costiere con l’ausilio di droni (come avviene a Palmi dove lo scorso marzo sono state sequestrati 9 immobili e denunciate 33 persone), e con il monitoraggio di ordinanze di abbattimento.
A testimonianza di ciò, il blitz di Goletta Verde insieme all’amministrazione del Comune di Palmi davanti ad un immobile abusivo che verrà demolito a settembre, proprio per ribadire che la migliore cura da mettere in campo contro il cemento illegale è quella delle demolizioni.
In Calabria, proprio in ragione della scarsa risposta delle amministrazioni comunali (appena 54 Comuni, pari al 13,4% del campione) e della bassissima percentuale di ordinanze di demolizione eseguite (solo 598 rispetto alle 6.197 emesse, pari soltanto al 9,6%), Legambiente e Regione Calabria hanno avviato un nuovo monitoraggio tuttora in corso, frutto di un Protocollo d’intesa, con cui analizzare lo stato dell’arte della lotta all’abusivismo, che è stato esteso anche alle Province, alle Prefetture ed alle Procure della Repubblica.
«Dopo la drammatica pandemia del 2020, con le sue conseguenze sanitarie e la sostanziale paralisi dell’economia, anche il mercato delle costruzioni e in particolare dell’edilizia residenziale – ha dichiarato Enrico Fontana, responsabile Osservatorio ambiente e legalità di Legambiente – ha ripreso vigore. Purtroppo, accanto all’edilizia rispettosa delle regole è “ripartito” l’abusivismo edilizio, con una crescita, registrata dall’Istat nel “Rapporto sul benessere equo e sostenibile” relativo al 2022 che non si registrava dal 2004. Dati preoccupanti a cui fa seguito la politica del condono come dimostra l’ultimo decreto salva-casa, su cui la Camera ha votato la fiducia. Quello che serve al Paese è rafforzare i controlli, potenziare l’attività di demolizione delle case abusive e dare più ruolo e responsabilità ai prefetti».
«In Calabria, su un tema importante e prioritario come l’abusivismo edilizio occorre cambiare l’immaginario collettivo e dare segnali inequivocabili affinché vengano rispettate le norme – ha sottolineato Anna Parretta, Presidente di Legambiente Calabria –. Si tratta di un fenomeno che pregiudica la bellezza della nostra regione, soprattutto sulle coste, danneggiando profondamente l’economia a partire dal settore turistico. La nostra associazione sta collaborando con la Regione Calabria con l’auspicio che l’attività di monitoraggio in corso costituisca un tassello importante per rendere più efficace l’azione di contrasto e di prevenzione del fenomeno dell’abusivismo edilizio».
«Dobbiamo tutti essere consapevoli – ha concluso – che occorrono azioni incisive per fermare i reati nel ciclo del cemento e che non sono più giustificabili i ritardi ed inadempienze da parte delle Pubbliche Amministrazioni». (rrc)
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