Lo stato di grave carenza in cui versano le forze di Polizia urbana in tanti comuni della Calabria, pongono in una condizione di insicurezza migliaia di persone. Fra queste gli anziani che vivono in varie località periferiche comunali, tra strade dissestate e che addirittura mancano di illuminazione pubblica. Non si può porre rimedio al problema, assicurare il controllo dei territori, senza migliorare la qualità del servizio di vigilanza con l’aumento di uomini e mezzi di trasporto idonei a muoversi anche sulle strade spesso sterrate che collegano le periferie rurali e le frazioni con i Capoluoghi. Qui, spesso, si concentra la maggior parte della popolazione e vi operano numerose aziende ; realtà produttive di non poco conto che contribuiscono a favorire l’occupazione locale ed i cui prodotti trovano mercato non solamente a livello locale ma anche oltre. Spesso nel territorio si svolgono manifestazioni a carattere sportivo, musicale o teatrale, processioni religiose, funerali, mancando di vigili urbani . In tanti Comuni non ci sono postazioni fisse in prossimità di Farmacie o di altri punti in cui si concentra una presenza notevole di traffico urbano. Mancano postazioni fisse e strategiche in prossimità di scuole, ospedali o sulle strade principali comunali e provinciali , in prossimità alle chiese cittadine. Difficile spesso è anche poter parcheggiare ed il traffico intenso soprattutto in alcune ore della giornata o in certi periodi dell’anno non ne rende scorrevole la circolazione.
A Rizziconi, un grosso Comune della Provincia di Reggio Calabria, da sempre è rimasto problematico l’accesso per chi proviene da Melicucco in quanto la strada non consente il transito simultaneo in doppio senso di auto e di mezzi pesanti . «La carenza di personale negli enti locali – dice il Sindaco Alessandro Giovinazzo -, è un grave problema che attanaglia quasi tutte le amministrazioni locali calabresi».
«È altrettanto vero – per l’ex Consigliere regionale, Marcello Anastasi – che ormai sembri essere passati dall’eccesso degli anni in cui vi erano troppi dipendenti, alla progressiva riduzione ai minimi termini del personale, a tutto discapito dei servizi resi al cittadino, non risparmiando neppure i servizi essenziali, come quello della polizia locale, a cui sono affidati delicati compiti istituzionali. Bisogna trovare soluzioni per non far venire meno la garanzia della tutela della civile convivenza. Ed è un paradosso – dice Marcello Anastasi, oggi Capogruppo di Noi per Rizziconi in Consiglio comunale – che mentre la legge regionale Calabria n. 15/2018, all’art. 6, preveda un agente di P.M. per ogni 500 abitanti e che, nonostante siano vigenti graduatorie di concorsi pubblici con tanti idonei, preparati e disponibili ad essere assunti, tantissimi Comuni calabresi restino carenti di agenti e comandanti. Tanti giovani idonei potrebbero essere subito assunti e lavorare in una terra in cui c’è bisogno».
Pertanto Anastasi ha dichiarato che intende chiedere al Sindaco di Rizziconi, l’assunzione di nuovo personale con contratti a carattere trimestrale in attesa che si possa risolvere definitivamente il problema. il consigliere comunale Anastasi sottolinea che «I comuni, nell’ambito delle proprie competenze, concorrono alla definizione di un sistema integrato di politiche per la sicurezza urbana attraverso: a) l’istituzione del corpo di polizia locale; la promozione e la gestione dei progetti per la sicurezza di cui alla L.R. n. 5/2007 con riguardo alle iniziative dirette al miglioramento della vivibilità del territorio e della qualità della vita, della promozione della legalità e dell’inclusione sociale, nel rispetto delle linee generali di cui all’articolo 2 e delle linee guida adottate ai sensi dell’articolo 5 del d.l. 14/2017, convertito dalla L. 48/2017 (8); l’orientamento delle politiche sociali a favore dei soggetti a rischio di devianza anche nell’ambito di un più vasto programma di politiche per la sicurezza urbana; l’assunzione del tema della sicurezza urbana e della tutela dell’ambiente e del territorio come uno degli obiettivi da perseguire nell’ambito delle competenze relative all’assetto e utilizzazione del territorio e dello sviluppo economico. In un paese civile degno di potersi definire di diritto ciò avverrebbe realmente, vista la vigenza dei principi fondamentali di diritto quali l’economicità, l’efficienza, la ragionevolezza cui la pubblica amministrazione deve uniformare il suo agire. Sarebbe un atto dovuto, ma siamo in Calabria e spesso ciò non avviene o almeno avviene solo quando collima con qualche sotteso interesse segreto di partito, mentre gli onesti, estranei a “certe corsie preferenziali”, possono solo attendere a tempo indeterminato. Stessa mala sorte tocca a chi lavorando lontano da casa, dopo anni desidera giustamente avvicinarsi alla propria famiglia in Calabria, partecipa ai bandi di mobilità (che spesso addirittura non vengono pubblicizzati sulla gazzetta ufficiale!), ma non viene concesso loro il nullaosta (ancora necessario nei piccoli Enti di appartenenza); cosi capita, risibilmente, che un lavoratore padre di famiglia è costretto a rimanere al nord, mentre uno raccomandato che lavora in Calabria a 30 km da casa viene avvicinato a 5 km. Tutto questo a causa dell’ampia discrezionalità lasciata a chi amministra gli Enti i quali nel loro agire, a convenienza, si giustificano invocando fantomatici preminenti interessi pubblici. Si auspica che a livello normativo nazionale e regionale venga incentivato l’utilizzo e lo scorrimento di tutte le graduatorie anche tra Enti e che si stabiliscano dei paletti fermi, per non lasciare in merito troppe discrezionalità di scelta a chi amministra. Le graduatorie, insomma, devono essere sempre utilizzabili senza necessità di nullaosta e se un lavoratore chiede la mobilita per avvicinarsi a casa deve essere sempre concessa. Bisogna fare diventare insomma diritto ciò che oggi è diventato purtroppo un favore politico». (rrc)