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FACOLTÀ MEDICINA, POSSIBILE MEDIAZIONE
L’80% DEI POSTI AGLI STUDENTI CALABRESI

Studenti all'Unical

di FRANCO BARTUCCIIl Corso di laurea magistrale in Medicina e Chirurgia presso l’Università della Calabria è frutto di un lungo percorso preparatorio durato oltre quarant’anni e ottenuto per meriti speciali riconosciuti in prima istanza dal Nucleo di Valutazione Università e Ricerca (Anvur) del Ministero dell’Università e solo recentemente dal Coruc regionale (Comitato regionale di coordinamento delle università calabresi).

Dispiace che a Catanzaro questa decisione di riconoscere all’Università della Calabria il diritto di avere al suo interno anche questo specifico corso di laurea, peraltro riconosciuto anche da una sentenza del Tar Calabria di tre anni addietro, abbia scatenato nella città di Catanzaro una bagarre politica conflittuale ormai antica e degradante senza senso nei contenuti che risale a mezzo secolo, per come sono ormai gli anni di esistenza della prima Università statale calabrese. Basta risalire alla nutrita rassegna stampa che si è accumulata negli anni (le circostanze sono state altre quattro volte) per avere sentore della definizione decrepita data alla vicenda.

Non si può certamente dimenticare che nella giornata del 20 dicembre 1972, nel momento in cui il Corpo Accademico dell’Università della Calabria, con Rettore il prof. Beniamino Andreatta, si era convocato nell’aula circolare dell’edificio polifunzionale per la cerimonia inaugurale del primo anno accademico 1972/1973, deflagrò un grido di allarme e preoccupazione, ad opera dei lavoratori abilitati a costruire le prime strutture del campus universitario di Arcavacata, allarmati dalle voci provenienti dalla città capoluogo della Regione, dove alcuni professionisti e politici locali lanciarono l’intenzione e la sfida di costituire, attraverso un consorzio, una libera università con i corsi di laurea in Medicina e Giurisprudenza in accordo con le Università di Napoli e Messina.

La preoccupazione dei lavoratori era che l’UniCal non avrebbe raggiunto la sua giusta dimensione strutturale e nella realtà di oggi quella loro manifestazione di protesta di è dimostrata profetica se si guarda al blocco del progetto Gregotti e Martensson residenziale.

A nulla servirono gli appelli dei lavoratori a non proseguire su tale strada, come anche quello del Senato Accademico dell’UniCal e del Rettore Andreatta che lanciò in quelle circostanze anche la proposta di creare un sistema universitario regionale dando anche spazio alle attese di Reggio Calabria, che aveva già l’Istituto Superiore di Architettura, ma con sede amministrativa nella prima ed unica Università statale esistente a quell’epoca nella nostra Regione.

Poi all’inizio degli anni Ottanta ci fu il tentativo del Rettore Pietro Bucci, con delibera del Senato Accademico, di intraprendere la strada per attivare il corso di laurea in Medicina in un rapporto sinergico di collaborazione interuniversitaria tra le due Università di Catanzaro e Cosenza, che fu approvato dal sindaco Ferriolo, ma respinto dal Presidente del Consorzio Universitario catanzarese.

L’accordo prevedeva lo svolgimento dei primi tre anni di studio per gli studenti di medicina all’UniCal e i tre anni finali di specializzazione cliniche presso l’Università di Catanzaro. Guarda caso non è altro che la stesura dell’accordo raggiunto tra le due Università nel 2020 (dopo 42 anni) per il corso di specializzazione interuniversitario in Medicina e Tecnologie Digitali, del quale è già partito da poche settimane il secondo anno dei corsi di laurea con la frequenza di circa 140 studenti, che sancisce un rapporto costruttivo e collaborativo ormai maturo tra le due Università. Giusta, quindi, la posizione del nuovo presidente del Coruc, Rettore della ”Mediterranea” di Caranzaro, prof. Giovambattista De Sarro, che nella votazione di approvazione del progetto istitutivo del Corso in Medicina e Chirurgia all’UniCal si è astenuto.

Finalmente una decisione saggia del Coruc 

Una nota di apprezzamento va, quindi, al Coruc che dopo anni di quasi immobilismo di fronte all’ esigenza di cominciare a lavorare per creare un sistema universitario regionale, così come chiedeva il Rettore Andreatta fin dal 1974, aperto alle esigenze della comunità regionale e al suo sviluppo, ha cominciato a dare dei segnali in tal senso dandone prova nel 2020 con l’approvazione del corso interuniversitario in “Medicina e Tecnologie digitali”. Un sistema universitario regionale peraltro invocato in questi giorni di polemiche dallo stesso Sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita.

Si son letti contestualmente delle dichiarazioni e titoli che fanno pensare ad una classe politica senza memoria, tempo e conoscenza, arretrata vincolata a “tempi che furono”, senza avere contezza  soprattutto dei cambiamenti riconosciuti fin dal 1997 alle Università italiane, attraverso un’apposita legge di riforma, che prevede l’autonomia gestionale, facendo così cadere gli appelli rivolti ora a questo ora a  quella figura politico istituzionale. Spetta solo e soltanto alle Università decidere e fare i loro piani di studio e stabilire le offerte didattiche in base alle potenzialità ed esigenze stesse del territorio in cui si opera. Anche se il dialogo e la collaborazione tra le varie istituzioni  è sempre importante rendendolo fruttuoso e vivo per il bene di un reciproco interesse di sviluppo e crescita.

Ciò che non si comprende è il particolare accanimento, da parte di alcune figure politiche e istituzionali della città di Catanzaro, avverso l’istituzione all’UniCal del corso di laurea in Medicina; mentre nulla è accaduto quando nel 1992 venne istituita, prima con presidente del Comitato Ordinatore il prof. Pietro Bucci e poi come preside il prof. Sebastiano Andò, la Facoltà di Farmacia, divenuta in questi anni un fiore all’occhiello, con il passaggio nel 2006 a Facoltà di Farmacia e Scienze della Nutrizione e della Salute, sia per la stessa Università che per la Calabria. Una trasformazione ben gestita e guidata dal prof. Sebastiano Andò, considerato tra l’altro il padre fondatore e guida del Centro Sanitario del Campus universitario di Arcavacata, che ha per merito di una squadra di ricercatori e docenti universitari ottenuto riconoscimenti internazionali e nazionali di prestigio e primato italiano assoluto come l’area medica, di cui alla valutazione annuale dell’Anvur.

Per non parlare poi dell’ultra ventennale esperienza della Scuola quinquennale di specializzazione in “Patologia Clinica” che ha già formato tantissimi giovani laureati  calabresi e non di questa splendida Facoltà Scientifica, che oggi è pronta a fungere da supporto medico didattico scientifico sia alla nascita del corso in Medicina e Chirurgia, quanto alla creazione di un ambiente di qualità ed accoglienza degli studenti tirocinanti e non solo nell’Azienda Ospedaliera Annunziata di Cosenza (in attesa di una nuova struttura da realizzare al più presto), così come prevede peraltro il progetto della istituzione del nuovo corso di laurea, insieme a quello in Infermieristica.

Competenze ed esperienze di lavoro che non potevano essere emarginate, ma messe al servizio della cittadinanza calabrese nel rispetto dei compiti e fini che vengono assegnati alle Università. È il caso di ricordare tra l’altro che nei primi anni di questo nuovo secolo ci fu uno scambio di collaborazione tra la Facoltà di Giurisprudenza della “Magna Grecia” e la Facoltà di Economia dell’UniCal con l’istituzione in quest’ultima di  Giurisprudenza, oggi Scienze Giuridiche, e di Economia Aziendale nella città capoluogo regionale, divenute nel frattempo autonome l’una dall’altra nelle rispettive sedi. Il tutto nel silenzio più totale con il plauso solo e soltanto dei rispettivi studenti che hanno avuto modo di acquisire il loro titolo accademico nelle città di Catanzaro e Rende.

La parola agli studenti aspiranti al corso di Medicina

Gli studenti, sono queste le persone alle quali spetta il diritto di esprimere giudizi e fare le loro valutazioni sul caso della istituzione del secondo corso di laurea in Medicina e Chirurgia all’UniCal, costretti in questi anni a lasciare la nostra regione (per mancanza di una congrua disponibilità di posti nell’unica sede catanzarese) diretti verso altre sedi  universitarie per partecipare ai concorsi di ammissione ed immatricolazione al corso di Medicina nel caso di vincita. Come non prendere anche in considerazione tutti quegli studenti non vincitori di tale concorso che hanno finito per fare poi  scelte diverse soffermandosi per ragioni di studio fuori regione.

Con il nuovo corso in Medicina e Chirurgia a Cosenza aumenterà la disponibilità dei posti, suddivisi tra le due Università,  per come ha dichiarato il Rettore Nicola Leone e gli aspiranti studenti calabresi avranno maggiori opportunità di ammissione.

«Il corso di Medicina nel nostro Ateneo – ha dichiarato il Rettore – sarà attivato con posti aggiuntivi che andranno a sommarsi a quelli già previsti a Catanzaro. Non ci saranno tagli ai corsi di medicina già esistenti. Ci saranno maggiori opportunità per i giovani calabresi che potranno studiare nella propria regione. Tutto ciò sarà un vantaggio economico per le stesse famiglie. L’Unical intende condividere  professori e ricercatori medici con la sanità territoriale e l’ospedale hub dell’Annunziata. Da gennaio undici medici, tra professori e ricercatori, entreranno in servizio all’Annunziata. Un reclutamento che avviene interamente a carico dell’Università con benefici  per tutto il territorio».

Le debolezze e le ferite del sistema sanitario calabrese, come quelle dell’Annunziata di Cosenza, sono ben note, dovute soprattutto a una forte carenza del personale medico infermieristico che necessita di un congruo rafforzamento, per non parlare della insufficienza strutturale, per la quale ragione si guarda ad una nuova struttura ospedaliera da più anni oggetto di discussioni.

Certo la presenza di personale universitario, siano essi docenti, ricercatori, medici, infermieri e tirocinanti, al suo interno può stimolare e spingere a creare servizi assistenziali di qualità; ma occorre per questo creare una nuova classe medica/infermieristica tutta calabrese che può uscire dal percorso formativo del nuovo corso di laurea in medicina e chirurgia ed infermieristica, soprattutto se la si tutela nella fase d’ingresso ed immatricolazione, facendo in modo che si applichi quanto stabilito dall’art.13 della legge istitutiva dell’UniCal 12 marzo 1968 n°442 in materia di numero chiuso o programmato.

Sulla base di tale articolo di legge  il Ministro della Pubblica Istruzione, on. Luigi Scalfaro, con proprio decreto stabilì nell’estate del 1972 che per il primo concorso di ammissione all’UniCal venisse applicata la seguente ripartizione dei posti: l’80% riservati a studenti calabresi e figli di emigrati calabresi residenti all’estero; il 15% a studenti residenti in altre regioni italiane ed il 5% a studenti stranieri.

Visto il momento contingente della situazione sanitaria calabrese che addirittura si ricorre ad un periodo di accoglienza di medici cubani per la copertura di servizi sanitari in provincia di Reggio Calabria; vista la volontà di dare maggiori opportunità d’iscrizione al corso di Medicina agli studenti calabresi; considerata la  caratteristica specifica della legge istitutiva dell’UniCal che fin dalle sue origini, unica in Italia, ha adottato una sua gestione autonoma di distribuzione dei posti, con decreto ministeriale di approvazione, suddivisa per tutti i corsi di laurea attivati; ciò detto si rende necessario assimilare i criteri di distribuzione dei posti del concorso di ammissione al corso di laurea in Medicina, stabiliti a livello nazionale, non nella formula 90% studenti italiani e 10% studenti stranieri, bensì nella specificità distributiva del concorso di ammissione ai corsi di laurea dell’UniCal come sopra  riportato.

In questo caso è bene l’interessamento della stessa Università, quanto quella politica della Regione Calabria, per avvalersi di un intervento risolutore su un provvedimento politico nazionale ministeriale. Si verrebbe ad avere certamente una condizione ideale per creare quella classe medica sanitaria, di cui la Calabria ne ha bisogno per uscire dalla situazione di crisi e sottosviluppo, salvo in alcuni casi legati all’impegno di singole figure. Che questo accade nel cinquantesimo del primo anno accademico dell’UniCal è segno di un prestigioso valore di ripartenza e cambiamento che ha nell’ordine dei nomi per l’impegno profuso di Pietro Bucci, Sebastiano Andò e Nicola Leone, il riferimento storico che ancora tutto è possibile per un domani di certezze. (fb)             

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