A volte ritornano – direbbe Stephen King – ma non è il caso di Mario Oliverio: l’ex governatore della Calabria non è mai andato via, è rimasto in disparte, praticamente in religioso silenzio, dopo la famosa lettera a Zingaretti con cui annunciava il ritiro della ricandidatura a presidente della Regione. Ma in questi mesi ha raccolto le idee, ha rispolverato la sua vecchia Fondazione Sud Europa (del tempo di quando era presidente della Provincia di Cosenza) e ha voluto annunciare il suo progetto politico. Lo ha fatto con una conferenza stampa a Rende, presentato dalla giornalista Donata Marrazzo, dove ha esposto poche ma precise idee su come far ripartire davvero la Calabria.
Oliverio con grande lucidità politica ha intuito che non si tratta più di “questione meridionale”, bensì di “questione Mediterranea”. E chi meglio della Calabria, per la sua posizione geografica (e le sue mille contraddizioni) può lanciare la sfida all’Europa sul Mediterraneo? Gli abbiamo chiesto con quale sinistra conta di realizzare il progetto “Sud Europa – Radici e futuro della civiltà” visto quello che è successo durante la campagna elettorale prima del suo ritiro a favore di Callipo e dopo il voto da “fuoco amico” al Consiglio regionale sulle dimissioni del capo dell’opposizione.
«La ferita ancora brucia – ha confessato – una piaga aperta, perché è in gioco il patrimonio della storia e della nostra idealità. Certo la sinistra è attualmente divisiva e non riesce a trovare un punto di incontro comune per avviare un grande processo di unità. Bisogna dunque cambiare metodo e puntare sul confronto per trovare uno spirito positivo con cui modificare quest’approccio distratto a una certa idea della politica». Oliverio ha, evidentemente, voglia di rimettersi in gioco e lancia una grande articolazione di iniziative di cui farà conoscere a settembre i particolari: l’obiettivo è la creazione di tavoli tematici dedicati alle infrastrutture, alla portualità, all’ambiente, persino allo snellimento della burocrazia (che il relativo decreto – spiega Oliverio – non chiarisce come sarà).
I punti cruciali sono, ovviamente, lavoro e impresa e il superamento della marginalità del Mezzogiorno nel quadro politico nazionale, ma anche e soprattutto nell’ottica europea. Ci sono in ballo investimenti importantissimi, 380 miliardi di risorse che il Covid ha fatto sbloccato a un’Europa avara e con i cordoni della borsa sempre chiusi. È dunque il momento per agire, per muoversi e coinvolgere i calabresi in una progettualità nuova e possibilmente diversa, perché non prevalga la rassegnazione. È questo il vero timore che chi ha a cuore la Calabria deve avvertire: non bisogna mai rassegnarsi, ma rilanciare. In questi mesi – ha detto Oliverio – non ho incontrato nessuno dei dirigenti del partito. Dobbiamo ripartire pensando alla nostra storia. La sua sfida all’autunno (e alla dis-unità della sinistra) è lanciata. (s)