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LAMEZIA TERME (CZ) – A convegno il ruolo delle donne nella storia della Calabria

Nella Sala Sedna di Lamezia Terme, sabato si è tenuto il Convegno “Le donne nella storia della Calabria” organizzato da AIParC Lamezia Ente no profit presieduto da Dora Anna Rocca in collaborazione con AIParC Cosenza presieduto da Tania Frisone e moderato dalla giornalista Saveria Maria Gigliotti, addetto stampa della diocesi di Lamezia Terme.

Dopo i saluti introduttivi della Presidente Rocca che ha salutato tutti i numerosi e qualificati ospiti presenti in serata, sono intervenuti i relatori: il ricercatore di sociologia all’Unical Giorgio Marcello che ha presentato il volume “Le donne nella storia della Calabria”, realizzando collegamenti, connessioni tra vissuti di donne appartenenti ad un ventaglio eterogeneo e dinamico di professioni, con ricadute sul proprio vissuto autobiografico, mostrando così come alcune donne, pur vivendo in periodo e contesti diversi, sono legate tra loro da un filo conduttore sottile, e questo filo conduttore il sociologo ha voluto dispiegare ai presenti.

Don Giacomo Panizza poi attraverso le foto di Emma Leone ha raccontato non solo la storia di questa giovane affetta da distrofia muscolare, come anche altri suoi due fratelli, ma anche della vita della prima comunità di Progetto Sud.

Emma nata il 7 giugno del 1955 unica figlia femmina di 7 fratelli, nel 1976 entrava in comunità, quando don Giacomo Panizza stava ancora studiando per diventare prete (lo diventerà il 19 Dicembre di quell’anno ma era già leader di questa comunità nascente), la sua è la storia di quelle donne che pur consapevoli delle difficoltà a cui dovranno andare incontro, scelgono comunque di entrare in comunità celebrando la vita e intraprendendo la battaglia per la difesa di quei diritti inviolabili che gridano giustizia sempre ed in ogni epoca. Don Giacomo Panizza ripercorrendo la storia di Emma, ha ripercorso un pezzo della sua stessa storia, e nel suo racconto ha coinvolto il pubblico che attraverso le sue parole ha conosciuto il lato umano di vicende di una comunità fatta da persone, ognuna con i propri diritti ed i propri sogni come quello di Emma che come racconta la giornalista Francesca Cugliandro spesso chiude gli occhi e sogna di correre sulla spiaggia, col vento in faccia, i lunghi capelli sciolti, l’odore forte del mare nelle narici.

Spiega don Giacomo Panizza: «Solo un sogno, perché Emma per respirare ha bisogno della maschera che lei chiama Maicol e la situazione per chi è affetto da distrofia muscolare è degenerativa».

La vicepresidente Nella Matta ha portato i saluti della Presidente AiparC Cosenza Frisone ed ha spiegato come siano tante le storie di donne dimenticate per troppo tempo: «Donne che noi abbiamo voluto portare alla luce. Credo che questa sera sia quanto meno opportuno ricordare come Lamezia sia terra di donne eccezionali, tra queste abbiamo voluto ricordare suor Marina Mandrino ed Emma Leone, quest’ultima ci ha ricordato che la disabilità può essere superata, ci ha insegnato la strada dei diritti e della giustizia sociale».

L’editore Giuseppe Trebisacce ha poi spiegato come per un editore la pubblicazione di un libro sia una scelta che lo rende corresponsabile con l’autore e se nella prima parte del secondo volume del libro Le donne nella storia della Calabria si citano ben 58 biografie (nel primo volume se ne consideravano 70) nella seconda parte si considerano alcune tipologie di lavoratrici (raccoglitrici di olive, di gelsomini, tessitrici, etc,) dando ampio spazio anche alle rivendicazioni sindacali e al mondo dell’associazionismo. Così ha commentato a fine serata Nella Matta che con il professor Giuseppe Trebisacce è stata di recente insignita di un importante riconoscimento per meriti culturali dal sindaco della città di Cosenza: «Un pubblico qualificato e attento ha seguito con interesse e partecipazione le relazioni dei relatori che hanno colto lo spirito del libro e ne hanno trasmesso con fine sensibilità motivazioni e suggestioni.

Un vasto mondo di donne in cammino verso i diritti, ignorate dalla storia, ha tenuto la scena catturando la fantasia degli ascoltatori. Come sempre l’Aiparc riesce a penetrare nelle pieghe della storia a coglierne il meglio e comunicarlo. Relatori di straordinaria sensibilità sono stati comunicatori eccellenti del mondo sommerso delle donne, operando un riequilibrio storico e sociale come i tempi richiedono». (rcz)

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