di PAOLO DI MATTEO – Nei giorni scorsi la nostra segreteria regionale è stata contattata da un gruppo di operatori sanitari calabresi in servizio presso l’ospedale Giovanni Paolo II di Lamezia Terme. Abbiamo ascoltato ed appreso della loro testimonianza che alquanto serie visto che mette in serio pericolo la loro prosecuzione lavorativa. Questo gruppo di operatori sanitari denunciano la disparità di trattamento delle varie Aziende Ospedaliere ed Asp calabresi. Assunti a tempo indeterminato in qualità di Oss nel 2016, alcuni di loro avendo già conseguito la laurea in Scienza infermieristica, partecipavano ad un avviso pubblico per emergenza Covid bandito dall’Asp di Catanzaro nel febbraio 2021 nella figura di infermiere, messi in aspettativa per la qualifica di Oss ed assunti a tempo determinato sopperendo a carenze di organico in una delle fasi più acute dell’emergenza Coronavirus, In alcuni reparti tra cui quello di Pneumologia presso il nosocomio di Lamezia Terme.
Raggiunti nel frattempo tutti i requisiti di stabilizzazione al 31/12/2022, l’Asp di Catanzaro escludeva tali operatori sanitari dalla graduatoria degli aventi diritto alla stabilizzazione. A nulla sono valse le richieste di questi lavoratori presso l’ufficio competente del Gru, il quale nella persona della dottoressa Viviana Marasco, provvedeva a comunicare agli stessi l’impossibilità di poter essere assunti e stabilizzati a tempo indeterminato in quanto titolari di un contratto a tempo indeterminato in qualità di O.S.S. Ma la beffa che si consuma sulle spalle di questi infermieri è che nelle altre aziende sanitarie calabresi, tra cui Reggio Calabria, Mater Domini ed Asp di Crotone, attraverso un apposito bando, hanno trovato stabilizzazione altri colleghi titolari dello stesso contratto a tempo indeterminato con la qualifica di Oss, assunti ora a tempo indeterminato quali infermieri professionali.
A questo punto noi di Exit Calabria ci chiediamo perché questa disparità di trattamento? Ci sono forse leggi e regole che valgono per alcune aziende sanitarie in Calabria e per altre no? Questa sorta di muro di gomma che stanno trovando tali operatori sanitari sta mettendo a serio rischio il loro posto di lavoro, visto e considerato che per ora stanno andando avanti a colpi di rinnovo che a quanto pare non saranno più possibili a partire dal 1 gennaio 2014. Ci chiediamo cosa ne sarà di questi infermieri? Che fine ha fatto la grande considerazione che si aveva di essi nel periodo di emergenza sanitaria quando tutti li etichettavano quali eroi? Su tale problematica investiamo direttamente il commissario ad acta Roberto Occhiuto affinché faccia chiarezza su tale situazione che mette a rischio il futuro di un gruppo di operatori sanitari e delle loro rispettive famiglie.
Non possiamo accettare che validi professionisti, in un settore come quello sanitario in Calabria dove mancano negli ospedali personale medico e para-medico, vengano trattati come oggetti usa e getta, utili nel bisogno e poi scaricati nel dimenticatoio nel momento di essere tutelati. Noi di Exit seguiremo da vicino tale situazione mettendo anche a disposizione di questi lavoratori il nostro ufficio legale. Aspettando intanto una risposta celere da parte del commissario Occhiuto non tanto verso di noi ma nei confronti di questi lavoratori che attendono risposte urgenti. (pdm)
(Paolo Di Matteo è Coordinatore regionale Exit-Sovranità per l’Italia)