«Vi auguro di trovare sempre il bene e di non farvi incantare da soluzioni che spesso possono apparire le più semplici ma che, poi, portano a conseguenze negative». Così il direttore della Caritas della Diocesi di Lamezia Terme, don Fabio Stanizzo, ai ragazzi di alcune classi del Liceo “Tommaso Campanella” che, insieme ad alcuni insegnanti, hanno visitato la “Cittadella della Carità” realizzata, come detto dallo stesso don Fabio, “grazie anche alla volontà del Vescovo, monsignor Serafino Parisi, mettendo al centro la persona con i suoi bisogni e le sue necessità”.
L’incontro, il primo in programma di una serie, rientra in uno dei percorsi tematici che la dirigente scolastica Susanna Mustari, assieme al dipartimento di Religione Cattolica, ha avviato «per aiutare i giovani a camminare con uno sguardo aperto e sereno nella complessità del mondo attuale».
I percorsi sviluppati dal Dipartimento di Religione, infatti, «mettono al centro i giovani ed a partire dalla loro esperienza si costruisce un piccolo itinerario formativo che consegni alcuni strumenti, per educarli alla cultura del rispetto e dell’incontro con l’altro». Fondamentale in questo, «è l’operosità di tutto il corpo docente che seguendo le indicazioni della dirigente scolastica si apre con disponibilità alle attività proposte, accompagnando gli studenti nella riflessione sulla tematica scelta».
Ed in tale contesto l’incontro con don Fabio ha permesso ai ragazzi di conoscere una realtà che sta crescendo proprio al centro della città di Lamezia Terme, luoghi «belli e dignitosi» dove la persona è messa al primo posto e dove, «per tutelare e proteggere i più piccoli – ha detto il direttore della Caritas – , è stata anche destinata una stanzetta colorata e piena di giochi dove i bambini possono mangiare ed attendere i genitori mentre questi stanno usufruendo di qualche servizio messo a disposizione dalla Caritas. Un luogo d’amore dove ci si confronta ogni giorno con vari tipi di povertà da quella materiale, a quelle educative a quelle personali come, ad esempio, la solitudine. In questo luogo, infatti, convivono la parte liturgica con la chiesa, la carità (mensa, centro diurno, centro di ascolto…) e la cultura con l’auditorium».
«Caritas – ha aggiunto don Fabio che ha interagito con i ragazzi presenti – non è distribuire un pacco, ma accompagnare le persone per ridare loro dignità e strumenti per capire quali sono i loro diritti. Oggi è importante l’ascolto perché nell’ascoltare e nell’ascoltarsi ognuno apre la propria vita e la consegna all’altro. Ed è quello che come Caritas cerchiamo di fare».
Quindi, ha parlato dei tanti servizi che la Caritas ha sul territorio diocesano, anche al di fuori della “Cittadella della Carità”, come, ad esempio, il dormitorio aperto a chi non ha un riparo dove dormire. Servizi che, come detto da don Fabio, si realizzano dopo aver ascoltato il territorio, analizzato le esigenze e le richieste che vengono da esso.
Da qui l’invito ai ragazzi, che hanno visitato i diversi servizi e conosciuto volontari e operatori, ad “offrire parte del vostro tempo al servizio delle persone”, scegliendo sempre il bene. (rcz)