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LAMEZIA TERME (CZ) – Violenza di genere, dai versi di Franco Costabile ai giorni nostri

La condizione femminile nella Calabria della prima metà del Novecento raccontata da Franco Costabile; versi amari che denunciano le vessazioni, gli abusi subiti in particolare dalle donne dei ceti più umili, costrette a subire in silenzio la violenta protervia della retriva cultura patriarcale del tempo. Soprusi di antico retaggio che, ieri come mezzo secolo fa, vedono le donne ancora vittime di quel patriarcato che si pensava fosse stato superato dall’evoluzione dei tempi e che invece registra una inquietante recrudescenza come attestano gli orribili fatti di cronaca riguardanti la violenza di genere. Questo il tema dell’incontro-dibattito tenutosi nel salone municipale di Lamezia sulla poetica dell’autore lametino, i cui versi sono stati contestualizzati e rapportati ai giorni nostri.

L’iniziativa è stata voluta in concomitanza col “25 Novembre giornata mondiale contro la violenza sulle donne”; patrocinata dal Comune di Lamezia, la manifestazione è rientrata nel programma di attività del progetto culturale “La rosa nel bicchiere” ideato e promosso dalla giornalista Maria Scaramuzzino e riconosciuto come marchio d’impresa dal Ministero dello Sviluppo Economico.

Ad aprire il dibattito la senatrice Ida D’Ippolito, parlamentare decano, che ha affermato: «Costabile porta con sé la sua calabresità con sentimenti altalenanti; oggi la nostra terra sembra più moderna e progredita ma – ha ribadito Ida D’Ippolito – rimangono ancora tante piaghe, tante problematiche irrisolte. Nei versi del poeta lametino c’è la rassegnazione, l’incapacità di combattere le battaglie, di rinascere». La parlamentare decano ha poi fatto un exursus sulla storia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne rimarcando l’arduo cammino di emancipazione fatto da tantissime donne in tutto il mondo per la conquista dei diritti e della parità di genere.

Suor Anna Cerutti, in rappresentanza del Centro anti-violenza Demetra ha raccontato la storia di violenza e di riscatto di Fortunata (nome di fantasia), una donna che ha deciso di liberarsi dall’oppressione di chi la violava nel corpo e nello spirito, affidandosi alle cure degli operatori del centro che opera sul territorio ormai da diversi anni.

Teresa Ruberto, referente della Fondazione Bellisario, ha inviato un messaggio ribadendo che «il rafforzamento delle misure del codice rosso per la tutela delle vittime di violenza aiuta ma non è sufficiente. È necessaria sicuramente un ‘azione che riguarda tutta la società; dobbiamo fare rete, divulgare cultura giuridica e sociale». Ruberto ha insistito sul fatto che «bisogna proteggere le donne che subiscono violenza e che spesso non denunciano, anche perché non hanno mezzi economici sufficienti per lasciare la casa dove vivono. Bisogna agire perché l’uccisione di una donna, come ha più volte sottolineato Papa Francesco, non è un semplice reato ma è una ferita che riguarda tutti noi».

Graziella Catozza, presidente del Cda Calabria Odv, ha illustrato le attività dell’organismo di cui è alla guida e che in soli due anni di vita ha già messo in campo numerosi progetti finalizzati al riscatto delle donne abusate. Anche per Graziella Catozza «per aiutare le donne vittime di violenza serve concretezza, servono operatori sociali formati; non solo donne ma anche uomini, seri professionisti che possano sostenere le vittime dopo la denuncia nel loro percorso di recupero e rinascita».

Sono intervenuti anche il sindaco Paolo Mascaro, le assessore Giorgia Gargano, Luisa Vaccaro e la presidente della commissione Pari opportunità Annalisa Spinelli. Da parte degli amministratori la convinzione che bisogna agire a più livelli per costruire una rete solida di soggetti attivi e interventi mirati nel campo del sociale, della cultura, della scuola «perché manca anche l’educazione all’emozione e perché si può anche morire per mancanza d’affetto».

All’incontro sono state presenti anche altre associazioni attive sul territorio che hanno offerto la loro testimonianza e confermato il loro impegno nella lotta contro la violenza di genere per la difesa dei diritti delle donne.

A declamare i versi del poeta l’attrice di teatro amatoriale Angela Isabella mentre l’accompagnamento musicale è stato affidato alla violinista Debora Stranges. La veste grafica dell’evento è stata curata da Mayla De Fazio, graphic designer.

Debora e Mayla sono state le due testimonial dell’evento, due professioniste lametine che hanno studiato in Calabria e che hanno deciso di rimanere nella loro terra d’origine. Due giovani donne espressione di un moderno Sud resiliente dove la restanza diventa emblematico atto di coraggio per il Meridione e per l’intera nazione.

Alle ospiti è stato donato un monile realizzato a crochet dall’artista Manuelita Iacopetta per Fascino Bizantino, un gioiello che vuol simboleggiare le lacrime delle donne abusate. In dono anche una tela raffigurante “Rosa” protagonista di una delle poesie di Costabile lette durante l’incontro, a realizzare l’opera l’artista Teresa Scaramuzzino di Tessando handmade. (rcz)

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