Fratelli tutti. L’impegno della Cisl per la Calabria: come aprire nuove strade? è stato il titolo dell’evento, svoltosi online, organizzato dalla Cisl.
Un confronto a più voci, che si è concluso con le dichiarazioni di Annamaria Furlan, segretario generale della Cisl che ha ribadito che «è indispensabile il lavoro, dice il Papa, per la dignità della persona e per essere popolo. E il Papa parla di pace sociale, dei soggetti del lavoro e dei mediatori sociali come di artigiani di un patto sociale».
Annamaria Furlan ha sottolineato come il messaggio della fratellanza nell’enciclica sia chiaro e diretto, interroghi e dia indirizzi precisi per ognuno rispetto al proprio ruolo, sul piano collettivo e individuale. Il Papa, per la segretaria generale della Cisl, indica a tutti l’universalità della fratellanza che va anche oltre la solidarietà, perché ci pone davanti a un mondo globalizzato dove la differenza è la ricchezza, non un limite. Non c’è pace senza giustizia sociale e non sempre insieme alla democrazia si riesce a garantire giustizia sociale. Perciò è indispensabile il lavoro, per la dignità della persona e per essere popolo.
Riguardo al dibattito aperto nel Paese nel Paese sulle zone rosse, la segretaria generale si è detta stupita, visti i dati, che la Calabria sia stata inserita tra le zone rosse. Aggiungendo che bisogna interrogarsi su quanto abbia inciso nella decisione la realtà del sistema sanitario in Calabria. E su quanto incida il dibattito sull’utilizzo del Mes. Perché c’è stato nel Paese un taglio alla sanità di 38 miliardi, con pesanti ricadute sulle strutture e sul personale. I fondi Mes corrispondono a quanto è stato sottratto alla Sanità: bisogna perciò far prevalere la logica del bene comune e delle priorità nelle scelte collettive e individuali, stringersi intorno a un Paese che sta attraversando un momento drammatico.
Riconoscendo l’importanza del dialogo con gli imprenditori e del loro ruolo sociale, nonché il passaggio decisivo del Patto della fabbrica del 2018, la segretaria generale della Cisl ha evidenziato come sia fondamentale il tema del rinnovo dei contratti e la necessità di operare tutti in questa direzione, per i lavoratori pubblici e privati. Per creare coesione sociale, ha sottolineato, bisogna uscire dalla logica dello scarto e attuare una politica di contrattazione in cui il diritto al lavoro non sia cosa diversa dal diritto alla salute e alla formazione e all’istruzione. Ha concluso con l’augurio che questo momento così terribile possa diventare un monito forte per cambiare priorità, paradigmi, comportamenti, modelli economici e sociali e realizzare il vero diritto al lavoro e alla dignità.
Il seminario è stato coordinato dal giornalista Enzo Romeo, vaticanista del TG2 Rai. L’incontro, ha detto in apertura, si sarebbe dovuto tenere in presenza, a Lamezia, ma le direttive per il contenimento del contagio da Covid-19 hanno imposto la scelta della modalità live streaming. Soffermandosi brevemente sull’enciclica Fratelli tutti, la terza di Papa Francesco, prima di dare la parola ai partecipanti al colloquio, Romeo ha evidenziato tra l’altro che si tratta di un’enciclica sociale e che la Calabria vanta una grande tradizione nel cattolicesimo sociale ricordando i nomi di don Carlo De Cardona e don Luigi Nicoletti.
«L’enciclica Fratelli tutti – ha detto Tonino Russo, segretario Generale di Cisl Calabria introducendo il tema – ci parla di quella “prossimità” su cui molto insiste la segretaria generale Annamaria Furlan e che deve caratterizzare l’agire di una forza sociale come il nostro sindacato; una comunità che opera avendo a cuore non solo il vicino, ma anche il lontano, l’estraneo. E il tema dell’amicizia sociale è fonte di ispirazione per qualificare lo stile e l’azione della Cisl, sulla base di tre parole: dignità, dialogo, incontro».
«Nel nostro territorio – ha aggiunto – bisogna realizzare la prossimità essendo lievito, avviando dispositivi di sussidiarietà nella dimensione locale, dal basso. Siamo infatti in una regione in cui bisogna stare vicini alle persone, sostenere quel welfare di prossimità che costituisce una rete sociale spontanea, ma non inesauribile e, soprattutto in questo momento, quasi allo stremo. Il rapporto 2020 della Caritas italiana sulla povertà ci propone lo scenario economico e sociale che scaturisce dalla crisi dovuta al Covid-19 e ci parla del profilarsi di “una grave recessione economica” e di nuove forme di povertà come dopo la crisi del 2008».
Si tratta, per il segretario generale di Cisl Calabria, di «una crisi che in Calabria si abbatte su una situazione già di per sé molto delicata. Come scrive il Papa, il grande tema è il lavoro. I fondi che l’Unione Europea ha finalizzato alla ripartenza devono essere utilizzati al Sud per creare sviluppo e lavoro e devono essere considerati aggiuntivi, non sostitutivi di quelli già previsti nel Piano per il Sud 2030».
«Perciò – ha proseguito Russo – bisogna sostenere le imprese, incoraggiando gli investimenti nel Sud, portando la fiscalità di vantaggio dal 30% al 100% della decontribuzione per dieci anni alle aziende che si impegnano ad assumere e a non licenziare. Bisogna favorire l’ingresso dei giovani e delle donne nel mondo del lavoro; mettere in sicurezza il territorio ed elaborare un modello di sviluppo che tenga insieme crescita e tutela dell’ambiente; investire sull’istruzione e la formazione, sulle infrastrutture materiali (stradali, ferroviarie, portuali) e su quelle immateriali, sulla banda larga. Bisogna sostenere e rilanciare la filiera agroalimentare che è un’eccellenza della Calabria, mentre il Governo taglia 40 milioni di euro sulla forestazione».
«Nel pieno della pandemia – ha detto ancora Russo – siamo ancora costretti ad urlare che urgono la riorganizzazione della medicina territoriale, il riordino della rete ospedaliera, attrezzature tecnologiche, assunzioni di personale sanitario, unità e posti di terapia intensiva, con un piano che utilizzi subito i fondi del Mes».
«Bisogna creare lavoro – ha proseguito Russo – perché dalla Calabria si fugge. I giovani, e non solo i giovani, vanno via per non ritornare più. È il momento di costruire insieme per unire il Paese e non per allargare la forbice tra Nord e Sud anche con progetti di autonomia che produrrebbero lacerazioni nella nostra Repubblica che la Costituzione, all’articolo 5, definisce “una e indivisibile”. È il momento di lavorare a un grande patto sociale per condividere un progetto di rinascita».
A quello di Russo hanno fatto seguito gli interventi di Gianluca Gallo, assessore all’Agricoltura e alle Politiche Sociali della Regione Calabria; Klaus Algieri, presidente di UnionCamere Calabria; Natale Mazzuca, vicepresidente della Confindustria nazionale; Francesca Puglisi, sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali. Tutti hanno sottolineato il valore dell’iniziativa e della riflessione sull’enciclica, apprezzando, soprattutto in questo momento, l’importanza del dialogo tra istituzioni e parti sociali.
In particolare, l’Assessore Gallo ha evidenziato come in Calabria, se un’agricoltura moderna e al passo con i tempi assurgerà finalmente ad un ruolo strategico, si possa lavorare per la salvaguardia dell’ambiente, creare opportunità di lavoro per i giovani, con il biologico come elemento principale, e la Calabria stessa diventare guida per nuovi processi di sviluppo. Ha, poi, sottolineato, senza intenzione di creare polemiche, ma per chiedere un confronto, come per lui dichiarare la Calabria “zona rossa” sia un’ingiustizia e come il Decreto sulla sanità penalizzi la regione.
Klaus Algieri ha evidenziato che la Calabria non ha bisogno di populismi, ma di scuole di pensiero per riuscire a fare rete fra enti, corpi intermedi e istituzioni. Si deve avere un pensiero di riferimento. Se non si ha una visione, non si riesce ad utilizzare risorse economiche e a progettare il futuro. E questo è un compito al quale tutti sono chiamati.
Natale Mazzuca ha sottolineato, invece, come l’enciclica contenga un messaggio di grande prospettiva che invita a non girarsi dall’altra parte di fronte ai problemi e alle politiche nuove di cui c’è bisogno. L’attività imprenditoriale, ha detto, deve essere orientata alla creazione di opportunità di lavoro e al superamento della povertà. Ha, quindi, richiamato il valore del Patto della fabbrica sottoscritto da Confindustria insieme ai sindacati per dare al Paese una crescita sostenibile, un mercato del lavoro più dinamico ed equilibrato, un nuovo modello di relazioni sindacali che sostenga competitività e politiche di sviluppo del Mezzogiorno.
Occorre semplificare il Paese, ha sottolineato con forza Mazzuca, perché questa realtà complessa va affrontata con determinazione per recuperare la fiducia dei cittadini e delle imprese. L’Italia riparte se riparte il Mezzogiorno. Bisogna perciò creare condizioni di sviluppo e coinvolgere i soggetti sociali nelle scelte. La Calabria può diventare un grande hub logistico manifatturiero per il Mediterraneo e la Zes essere un laboratorio di crescita e di sviluppo.
Francesca Puglisi, sottosegretaria al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha evidenziato il messaggio di altissimo valore politico della Fratelli tutti. Un Paese così duramente provato dalla pandemia, ha detto tra l’altro, ha davvero bisogno di un di più di coesione e condivisione nelle scelte del Governo come richiesto dalla CISL, dagli altri sindacati e parti sociali. I temi posti nell’enciclica devono spingere a lavorare insieme. La Sottosegretaria ha poi evidenziato come le scelte del Governo tendano a colmare i divari che attraversano il Paese dal punto di vista infrastrutturale, nel sostegno alle aziende che investono al Sud, nella formazione e nella crescita delle competenze, per un salto in avanti che garantisca a tutti una crescita sostenibile e inclusiva.
«Occorre – ha aggiunto – un grande investimento per una svolta sulle politiche attive, una collaborazione tra pubblico e privato per accompagnare uomini e donne che hanno perso il lavoro verso una riqualificazione e una ricollocazione nel mondo del lavoro proprio perché nessuno deve essere lasciato solo come continuamente ci ricorda Papa Francesco».
«Se la Calabria è stata dichiarata zona rossa – ha concluso – è per la mancata capacità di risposta del sistema sanitario regionale nell’affrontare l’escalation della pandemia, con il problema ulteriore che in Calabria il tracciamento del contagio è molto più lento». (rrm)