di DOMENICO BEVACQUA – Sembrano davvero lontani i tempi in cui il leader della Lega, Matteo Salvini, arrivava in Calabria e ad attenderlo trovava centinaia di persone ansiose di ascoltarlo e di fare la fila per un selfie. Ieri, durante il suo tour in Calabria, ha registrato soltanto sparute presenze di pochi irriducibili attivisti oltre ai rappresentanti istituzionali e dirigenti del partito.
Siamo sulla buona strada. I calabresi non sono fessi e hanno iniziato a capire due cose fondamentali: innanzi tutto, che il populismo è un pericolo per la democrazia e non risolve alcun problema; in secondo luogo, hanno capito che l’unico vero tema oggi prioritario nell’agenda leghista è quell’autonomia differenziata che, se attuata, cancellerebbe definitivamente ogni ipotesi di riequilibrio sociale ed economico tra Nord e Sud del Paese.
E, infine, alcune scelte di Salvini, come quella di riconfermare responsabile della campagna elettorale del partito Domenico Furgiuele, continuano a minare la credibilità stessa della Lega, così come ha avuto modo di sottolineare anche il senatore Franco Mirabelli, componente della Commissione Antimafia a palazzo Madama che ha chiesto chiarezza e trasparenza ai partiti per una campagna elettorale così importante e in una Regione complicata come la Calabria. (db)