IL PONTE NON È DI DESTRA O DI SINISTRA
È INVECE OPERA DI INTERESSE NAZIONALE

di SANTO STRATI – I ponti abitualmente servono per unire salvo in un caso, quello dello Stretto di Messina. È davvero singolare la costante disinformazione che accompagna l’opera più significativa di questo millennio, con il risultato di un disorientamento continuo e irrefrenabile da parte dell’opinione pubblica.

Certo, è incredibile il clamore che riescono a suscitare – con argomentazioni di discutibile valore scientifico – i quattro gatti dei No-ponte che trovano sponda in interessi poco trasparenti e, di sicuro, non a vantaggio delle popolazioni calabresi e siciliane. Eppure, questi “quattro gatti” riescono a veicolare messaggi di terrorismo psicologico contro il Ponte col solo fine di dimostrare la loro esistenza in vita.

In verità, un po’ di colpa ce l’hanno il Governo e la Società Stretto di Messina che non hanno dato il giusto peso a una comunicazione corretta e puntuale, destinata a chiarire, una volta per tutte, che i vantaggi per Calabria, Sicilia e per l’intero Paese superano di gran lunga le chiacchiere negative e i pareri (non richiesti e basati sul nulla) dei no-Ponte e dei benaltristi. Categoria quest’ultima che continua a trovare proseliti, non foss’altro per contrastare un’idea balzana: il Ponte non è di orientamento politico-di parte. Questo teorema va ostacolato a tutti i costi.

Non erano benaltristi quando erano al governo i rappresentanti del centro-sinistra e il Ponte trovava accoglienza persino tra i più riluttanti esponenti della sinistra radicale-ambientalista. Oggi, invece, è diventato materia di disputa elettorale e partitica che, decisamente, non aiuta la crescita e lo sviluppo di territori che sognano da tempo immemore di poter cambiare la propria sorte di regioni di un Mezzogiorno dimenticato da Dio e dagli uomini.

Nonostante la meritoria opera di studi e ricerche della Svimez, guidata da Adriano Giannola, che ha indicato e continua a sostenere che il Ponte è sicuramente un volano di sviluppo dell’intero Paese e non solo del Sud.

Il problema di questa insana disputa “politica” è che fa perdere solo tempo e favorisce gli assertori del mantenimento dell’evidente divario Nord-Sud. Ma qualcosa sta cambiando.

Questa sembra davvero la volta buona che il Ponte possa vedere la luce: la tempistica è molto stretta ma, con grande impegno, tutti i soggetti coinvolti stanno cercando di rispettare le “tappe forzate” previste dal D.L: 35/23. Intanto, il Comitato Scientifico ha consegnato alla Società Stretto di Messina il proprio parere sulla Relazione del Progettista, redatta dal General Contractor, che prevede, partendo dal progetto definitivo del 2011, le modalità di aggiornamento nella sua versione di  Progetto Esecutivo (punti a)…f), Art. 3 comma 2 del D.L. 35/2023). Il Consiglio di amministrazione di Stretto di Messina si accinge ad esaminare i risultati del lavoro dell’ampia platea dei soggetti coinvolti (PMC, expert panel, Anas, Rfi, e Italfer, ecc.) e inviare tutto, con propria delibera, al Mit.

Successivamente, lo stesso Mit potrà dare l’avvio alle procedure previste. Ossia Conferenza dei Servizi, approvazione della Valutazione di Impatto Ambientale (Via) e la Valutazione di incidenza (VincA). Quest’ultima serve a definire gli effetti che un piano (o programma, progetto, intervento, attività) può generare su un sito della rete Natura 2000, sia singolarmente sia congiuntamente ad altri progetti, tenuto conto degli obiettivi di conservazione del sito stesso.

Il passaggio successivo sarà la delibera del Cipess (il vecchio Comitato Interministeriale per la Programmazione economica, a cui sono state aggiunte le parole Sviluppo Sostenibile).

Superata questa fase si passerà, attraverso il Progetto Esecutivo, all’inizio dei lavori. Salvini che qualcuno con una forzatura indica come “padre del Ponte” non ha dubbi. L’unico che hanno siciliani e calabresi non riguarda l’inizio dei lavori, bensì il naturale completamento dell’Opera. (s)

Bevacqua (PD): Salvini e Occhiuto indichino le opere avviate, realizzate e in programma

Il consigliere regionale del Pd, Mimmo Bevacqua, ha evidenziato come «il  gioco delle tre carte che stanno mettendo in atto il ministro Matteo Salvini e il governo di centrodestra sulle risorse destinate alla costruzione del Ponte sulle Stretto e alle altre infrastrutture di Calabria e Sicilia ha superato il limite della decenza».

«E dispiace davvero che questo giochino, che erode risorse e speranze di futuro ai calabresi, trovi sponda da parte del governatore Roberto Occhiuto», ha detto Bevacqua dopo le ultime dichiarazioni del governatore in relazione alle presunte “compensazioni” che la nostra Regione riceverebbe in cambio del sì al Ponte e alla compartecipazione alla sua costruzione, rinunciando a parte delle risorse del Fondo di sviluppo e coesione.

«È chiaro che rinunciando agli stanziamenti del Fondo di Sviluppo e Coesione la Calabria rinuncia al finanziamento di altre opere per realizzare il Ponte sullo Stretto e subisce, ancora una volta, la volontà del governo nazionale e del ministro Salvini che procede senza ascoltare nessun rappresentante dei territori, sulla stessa costruzione dell’infrastruttura, e poi impone il cofinanziamento a Sicilia e Calabria. Come se ciò non bastasse – ha proseguito il capogruppo dem – a Roma il governatore si è reso coprotagonista di una conferenza stampa, insieme al ministro Salvini, annunciando risorse per Rfi e la rete ferroviaria della Calabria, senza specificare da dove sarebbero arrivate queste risorse e senza rispondere ad alcuna domanda sul tema. Tanto che la deputazione calabrese ha già annunciato il deposito di interrogazioni parlamentari sul punto».

«Non solo – ha detto ancora Bevacqua – adesso Occhiuto prosegue nel suo show, continuando a fare riferimento a somme e stanziamenti per i trasporti calabresi che già da tempo dovrebbero solo essere stati investiti e nulla hanno a che fare con il Ponte. Il presidente ha fatto riferimento a somme che Anas metterebbe a disposizione, ma che risultano già erogate per effetto di una delibera Cipe del 2017, frutto dell’accordo tra Mit e Anas per due miliardi complessivi. Di questa cifra, circa 864 milioni avrebbero dovuto riguardare il tratto autostradale tra Cosenza Sud e Altilia Grimaldi, nonché il nuovo svincolo di Cosenza Nord. Invece di riannunciare finanziamenti, il presidente dovrebbe chiarire che fine abbiano fatto queste somme e perché le opere previste non siano state realizzate».

«Stesse considerazioni valgono per gli 800 milioni annunciati per la SS 106 tra Crotone e Sibari  – ha ricordato – che sono spariti dai radar, senza che nessuna opera sia stata neanche avviata e che forse fanno parte dei tre miliardi annunciati per la statale jonica nel suo complesso. Nessuna chiarezza, infine, c’è sulla realizzazione dell’alta velocità. Le considerazioni fatte dal presidente in ordine alla galleria di Santo Marco confermano che, a prescindere dalle discussioni sui tracciati, l’idea del governo è quella di bloccare l’alta velocità a Tarsia».

«I calabresi sono stufi di essere presi in giro – ha concluso Bevacqua – serve chiarezza su stanziamenti, tempi e opere. Non basta annunciare risorse, sempre le stesse, in più anni e poi non offrire un adeguato cronoprogramma, né illustrare le opere effettivamente realizzate. Agli annunci di finanziamenti di cui Salvini e Occhiuto sono ormai recordman assoluti devono seguire i resoconti sulle opere avviate o realizzate. E da questo punto di vista, di certo, siamo allo zero assoluto. Aspettiamo, dunque, l’arrivo in Calabria dei vertici di Anas e Rfi che abbiamo già chiesto in Consiglio regionale per vederci chiaro». (rcz)

L’OPINIONE / Domenico Bevacqua: È finita la luna di miele di Salvini con la Calabria

di DOMENICO BEVACQUASembrano davvero lontani i tempi in cui il leader della Lega, Matteo Salvini, arrivava in Calabria e ad attenderlo trovava centinaia di persone ansiose di ascoltarlo e di fare la fila per un selfie.  Ieri, durante il suo tour in Calabria, ha registrato soltanto sparute presenze di pochi irriducibili attivisti oltre ai  rappresentanti istituzionali e dirigenti del partito.

Siamo sulla buona strada. I calabresi non sono fessi e hanno iniziato a capire due cose fondamentali: innanzi tutto, che il populismo è un pericolo per la democrazia e non risolve alcun problema; in secondo luogo, hanno capito che l’unico vero tema oggi prioritario nell’agenda leghista è quell’autonomia differenziata che, se attuata, cancellerebbe definitivamente ogni ipotesi di riequilibrio sociale ed economico tra Nord e Sud del Paese.

E, infine, alcune scelte di Salvini, come quella di riconfermare responsabile della campagna elettorale del partito Domenico Furgiuele, continuano a minare la credibilità stessa della Lega, così come ha avuto modo di sottolineare anche il senatore Franco Mirabelli, componente della Commissione Antimafia a palazzo Madama che ha chiesto chiarezza e trasparenza ai partiti per una campagna elettorale così importante e in una Regione complicata come la Calabria. (db)