di ORLANDINO GRECO – A fronte degli incentivi statali che comportano più servizi e meno tasse, quello della fusione dei Comuni è un argomento sicuramente appetibile e che guarda al futuro di tanti enti del Sud messi in difficoltà negli anni dall’austerità ed iniquità dei governi centrali. Infatti, quello del spesa storica, tema sul quale mi batto da anni, è un fenomeno a causa del quale gli enti più piccoli, che in proporzione ai più grandi hanno più spese e meno entrate, vengono asfissiati da una pressione fiscale che sono costretti a loro volta a scaricare sui cittadini, innescando il fenomeno dello spopolamento o della scomparsa di fondamentali servizi, come gli asili nido.
La diminuzione delle risorse a disposizione dei Comuni che dal 2010 si sono costantemente ridotte ha causato, unitamente alla complessità dei problemi da affrontare (penso alla gestione dei rifiuti o delle risorse idriche), un minore impatto sui territori dell’azione amministrativa. A Castrolibero, ciononostante, le giunte guidate dal sottoscritto e da Giovanni Greco hanno agito concretamente in un’ottica di sviluppo del territorio, volta alla condivisione dei servizi efficienti e alla fruibilità degli spazi con l’hinterland cosentino. Una sinergia reale e non propagandistica, con tutti i cittadini che vivono l’area urbana e che, di fatto, hanno contribuito a realizzarla. Basti pensare alla recente approvazione da parte del Consiglio Comunale di Castrolibero del Piano Strutturale Comunale (PSC) e del relativo Regolamento Edilizio e Urbanistico (REU), avvenuta alla luce anche di un continuo interscambio di contenuti con i cittadini.
Il PSC, assieme ad una corretta gestione erariale dell’ente, è l’unico strumento tangibile in grado di parlare concretamente e credibilmente ai cittadini e alle istituzioni, spesso ripiegate nei recinti dei campanilismi e dei protagonismi fine a se stessi, di area urbana. Strumenti capaci di concretizzare una visione attorno ai temi dello sviluppo urbano e sostenibile, un’occasione per perseguire il rilancio economico, insediativo e di immagine della propria città.
Siamo alla vigilia dell’attuazione del Pnrr e delle sue risorse ed è chiaro che l’occasione, essendo irripetibile, pone davanti le sfide del futuro, tra queste vi è indubbiamente la conurbazione. Benintesa non come una semplicistica fusione a freddo degli attuali perimetri comunali, sulle cui ricadute occorrerebbe effettuare studi di fattibilità alla luce del dissesto del Comune di Cosenza e il pre-dissesto del Comune di Rende.
Ma come la gestione associata di una serie di servizi per iniziare a creare economie di scala nell’epicentro di un’area urbana che è già individuata negli abitanti dei 3 comuni che non vede soluzioni di continuità, che deve espandersi a cerchi concentrici e che perciò non può prescindere dall’avvio di un ragionamento condiviso tra Cosenza, Rende e Castrolibero, con un’indiscussa centralità del capoluogo bruzio, storicamente riconosciuta. L’obiettivo al quale la politica deve tendere è la creazione di una vasta area metropolitana che vanterebbe, compresa l’Università della Calabria, circa 300.000 abitanti.
Il mio invito, allora, è quello di fissare la convocazione dei tre consigli comunali per discutere simultaneamente la gestione associata di servizi fondamentali e dare il la all’effettiva costruzione dell’area urbana dal punto di vista istituzionale. Penso alla creazione di un’azienda unica che si occupi di trasporti, ad una programmazione comunitaria ed una gestione dei rifiuti, figlie di un’azione concertata e ad unica pianificazione urbanistica. Ecco, su questi punti Castrolibero c’è e ci sarà ma occorre stare al passo con i tempi.
Dunque ciò che oggi ribadisco, da amministratore che crede nello sviluppo e nella valorizzazione di questo strategico comprensorio per l’intera Calabria, è di evitare le fughe in avanti prive di condivisione istituzionale e contenutistiche. Con l’approvazione della variante al PSC il Comune di Castrolibero ha offerto una base seria per un confronto dal quale potranno scaturire benefici e futuro per l’intera area urbana. Dagli strumenti urbanistici si pongono le basi per la fruibilità comune dei servizi. Occorre accantonare le logiche dell’orticello elettorale che qualche impavido consigliere regionale persegue in solitudine, proponendo improbabili leggi regionali per una ancora più improbabile fusione a freddo tra Cosenza e Rende, e abbracciare una consapevolezza culturale e di visione che guardi agli elementi di modernità come viatico di un nuovo municipalismo. (og)