di PIETRO MOLINARO – La protesta di ieri degli Agricoltori Calabresi alla Cittadella Regionale, giunti da tutte le province con i trattori, è la fotografia di quanto sia profondo il fossato tra il Palazzo e la vita reale nelle campagne.
Sono ormai troppi mesi che si fa finta che tutto va bene. Sono grandi le responsabilità per chi non ha voluto leggere le difficoltà di tutti i settori produttivi dell’Agricoltura Calabrese. Si continua a pensare, con superficialità, che le difficoltà vanno risolte da “Roma” dimenticando che le risorse e la regolamentazione dell’Agricoltura dipende dalle Regioni.
Nonostante le difficoltà, il peso economico, la rabbia delle tantissime aziende e dei molti giovani Agricoltori che non mollano, per fortuna in loro non prevale la rassegnazione. Latitante è il Dipartimento Regionale Agricoltura.
Risorse disponibili e non spese, eccesso di burocrazia, ritardi ingiustificabili, finanziamenti a pie di lista a Enti Regionali mangia soldi che non producono un euro di ricchezza e norme obsolete e vessatorie.
Non si giustifica una burocrazia che gestisce il PSR con il Pallottoliere dei pagamenti, dovuti ed ordinari, per giunta sempre in ritardo. La Calabria è Regione Agricola, non ci si può chiudere dentro il Palazzo, scappando dal confronto e/o ci si tappano le orecchie per non ascoltare.
Un Governo Regionale, con l’obiettivo di cambiare la Calabria e ridare Protagonismo alle Imprese, per rafforzare lo sviluppo sostenibile, deve avere risposte adeguate all’emergenza economica che si vive nelle campagne.
Evitare la chiusura della stragrande fetta dell’Agricoltura ed Agroalimentare Made in Calabria è un dovere. Non sono più campanelli ma Campane quelle che oggi hanno suonato! (pm)