di SANTO STRATI – Che sarebbe stata una campagna elettorale ricca di colpi di scena era prevedibile da tempo, ma lo scenario che si presenta a sei giorni dalla presentazione delle liste supera qualsiasi immaginazione. È la battaglia dei due Mario, che viaggiano in parallelo, contro le logiche dei partiti e puntano a raccogliere il consenso necessario, quanto meno a misurare il loro peso politico. Oliverio, pur avendo perso la vicinanza del suo Richelieu (Nicola Adamo, colpito da obbligo di dimora e quindi impossibilitato a percorrere il territorio calabrese organizzando i sostenitori del governatore uscente) non recede dall’intenzione di presentarsi da solo senza il simbolo del partito che lo ha visto protagonista da una vita (pur nelle varie denominazioni). Occhiuto, offeso e svillaneggiato da Salvini, per compiacere a richieste “gentiliane”, rinuncia, con il fratello Roberto, a Forza Italia e correrà con tre liste che ancora credono fortemente in lui.
Oggi a Cosenza i due fratelli Occhiuto (che ieri sono stati ricevuti da un affabile quanto mortificato Berlusconi dovutosi piegare ai diktat della Lega ma decisamente dispiaciuto per il cambio di candidato) avevano convocato un incontro tecnico-organizzativo per fare il punto sulla raccolta delle firme necessarie al deposito della candidatura e delle liste: in realtà si è trasformato in un’affollatissima assemblea elettorale che ha ribadito il proprio sostegno al sindaco di Cosenza. Mario Occhiuto, visibilmente contento, non si aspettava una risposta così eclatante da un popolo di supporter e simpatizzanti che lo ha convinto senza esitazioni a proseguire la marcia iniziata da tempo. Ufficialmente dalla convention di Lamezia dello scorso giugno dove Occhiuto si presentò come il candidato ufficiale di Forza Italia, candidato unico per il centrodestra, ma in realtà è da un paio di anni che il sindaco cosentino preparava la sua discesa in campo per conquistare la Cittadella di Germaneto.
Mario Occhiuto ha circoscritto in una battuta il suo obiettivo: «Voglio cambiare la Calabria». Si presenterà da solo, senza simboli partitici ma col supporto di tre liste civiche in grado di dare qualche dispiacere all’ex-amica Jole Santelli e a tutto il centrodestra, che in un documento, l’ha incoronata regina unica di queste elezioni.
«Sarà – ha detto Mario Occhiuto – una campagna elettorale molto breve e intensa. Una campagna elettorale d’opinione. Dalla nostra parte abbiamo la voglia di cambiare che è la stessa voglia di cambiamento dei cittadini calabresi. Le persone in Calabria sanno bene che non possono più affidarsi ad altri, ma hanno l’esigenza di essere parte attiva di una nuova primavera. Troppi, e troppo a lungo, fino ad oggi, hanno deciso
al posto dei calabresi».
«Sappiamo con certezza – ha stigmatizzato il sindaco di Cosenza – che il diniego di Salvini sul mio conto era solo un pretesto per mascherare certe ombre a cui il mio nome non è gradito e che da sempre oscurano lo sviluppo della Calabria. Alla faccia del rinnovamento, la Lega nella nostra regione non fa altro che cavalcare vecchie logiche affaristiche». Una stoccata l’ha riservata a Jole Santelli: «Quali contenuti porterà avanti il Centrodestra nel corso della campagna elettorale calabrese, visto che solo fino a ieri le stesse persone oggi in campo al posto mio vedevano in Occhiuto il miglior nome possibile per la svolta di questa regione. È risaputo – ha affermato Mario Occhiuto – che si debba discutere prima dei programmi che dei candidati, per cui mi domando quale sarà il programma della candidata Santelli, dal momento che ha girato per due anni con me sostenendo il mio programma e le mie idee, e dicendo che io rappresentavo l’unica speranza per la Calabria. Quindi ora vorrei capire qual è il suo progetto».
Roberto Occhiuto, dal canto suo, ha annunciato che lascerà Forza Italia: «Credo che Mario sia il candidato più apprezzato dai calabresi e anche quello più apprezzato dagli avversari perché gli avversari hanno girato la Calabria con lui dicendo che sarebbe stato l’unica speranza possibile. Adesso invece dovranno spiegare agli elettori calabresi che hanno mentito per due anni. Io sono vicecapogruppo vicario di Forza Italia, il numero due del gruppo, e quando Matteo Salvini ha posto questi pretestuosi veti ho detto che tra il nome e le cariche, tra il nome e l’appartenenza politica, io scelgo il nome. Per cui, all’atto della presentazione delle liste, io mi dimetterò dai miei incarichi e da Forza Italia perché credo che fare politica sia fare ciò che si ritiene giusto anche quando si perdono incarichi e posizioni. Sono orgoglioso di questa battaglia portata avanti da Mario perché ci sta facendo riscoprire il senso vero della politica e l’amore per la Calabria che non si scopre tanto nei partiti o nelle comode stanze. E poi faremo una battaglia contro coloro che vogliono colonizzare la Calabria senza conoscerla, prendete ad esempio Invernizzi. Noi non ci facciamo giudicare da Salvini, chiederemo ai calabresi di giudicarci. E per questo siamo pronti a una vera rivoluzione».
Quasi tutto il centrodestra calabrese (con ovvia esclusione del parlamentare Roberto Occhiuto) firma documenti di sostegno che “benedicono” la discesa in campo di Jole Santelli. Donna capace, competente e preparata, una seria ipoteca per Cinque Stelle e Callipo (e per Occhiuto) in grado di raccogliere consensi anche trasversali, salvo che il suo “tradimento” (come lo definiscono gli Occhiuto) non finisca per danneggiarla.
L’ex vicesindaco di Cosenza (e di Occhiuto) ha registrato consensi unanimi dalle tre componenti del centrodestra. Wanda Ferro, Fausto Orsomarso ed Edmondo Cirielli per Fratelli d’Italia sono convinti che «con la designazione di Jole Santelli alla guida della coalizione, il centrodestra ha ora la possibilità di tornare al governo della Regione Calabria. Fratelli d’Italia sosterrà questa sfida con lealtà e coerenza, ma soprattutto tentando di mettere a disposizione dei calabresi una classe dirigente di qualità e proposte programmatiche realmente capaci di segnare per la nostra terra quel cambio di passo che i nostri cittadini meritano e chiedono da tempo. Siamo certi che Jole Santelli, con le sue capacità e facendo gioco di squadra, sarà all’altezza di questo compito».
Jole Santelli ha detto che «questa candidatura nasce dalla consapevolezza di dover lavorare per rendere giustizia a una regione che vive una fase di oscurantismo senza precedenti. Il compito più importante – ha detto la coordinatrice regionale di Forza Italia – è quello di dare un brand identitario alla Calabria che non è solo cronaca e negatività, ma un luogo pieno di tradizioni e di cultura. Il mio desiderio è restituire speranza ai calabresi, lavorare con abnegazione, riaccendere la luce in un tunnel che non è il destino immane di una regione».
Nel documento firmato dai “Consiglieri regionali e i Parlamentari di Forza Italia” a proposito dell’ufficializzazione della candidatura si legge che «la figura di Jole Santelli riteniamo sia la più adatta a ricoprire quest’incarico: è da sempre in Forza Italia, una figura che ha dimostrato esperienza e affidabilità, e siamo certi che non solo ci porterà ad una vittoria elettorale con ampio margine, ma anche e soprattutto che vincerà la sfida più grande, quella di saper finalmente amministrare questa Regione in modo egregio dopo tanti fallimenti e in modo particolare dopo il disastro di Oliverio e compagni del Pd che negli ultimi 5 anni hanno fatto sprofondare la Regione nel baratro». Più laconico il comunicato del commissario della Lega in Calabria, il bergamasco Cristian Invernizzi: «Accettiamo la candidatura e siamo pronti ad iniziare la campagna elettorale concentrandoci unicamente sul futuro dei calabresi». Nulla di più, mentre la Lega (che da ieri ha cambiato nome in Lega per Salvini) cerca nomi credibili da inserire in lista (ma non sarà facile vista il pochissimo tempo a disposizione).
Schermaglie che provocheranno molte scintille nell’area di centrodestra, ma anche a sinistra non si scherza. Callipo continua a ricevere endorsement dal cosiddetto “popolo della sinistra”, ma Oliverio è una spina al fianco che non si sa quanto possa pungere in profondità.
Di certo è che i candidati si contenderanno i voti su aree pressoché omogenee: chi sarà in grado di convincere di più gli elettori? A mezzogiorno di giovedì 28 si chiudono i giochi: qualcuno non sarà riuscito a raccogliere le firme necessarie, qualcun altro non riuscirà a raccogliere il consenso indispensabile per le soglie di sbarramento. È un brutto momento della politica regionale, ma a soffrirne di più sono, purtroppo, i calabresi: delusi, avviliti e demotivati. Qualcuno dovrà farsi un serio esame di coscienza. (s)