Davvero ricca di spettacoli e appuntamenti culturali l’estate pallagorese, dove si susseguono eventi e incontri che ottengono grande successo e partecipazione, come quello organizzato dall’associazione culturale RriMi Bashkë e tenuto presso la propria sede alla presenza dello scrittore Carlo Rizzo, autore del libro “Quel giorno a Melissa” (edizioni Pubblisfera), opera che narra i tragici fatti accaduti il 29 ottobre 1949 in contrada Fragalà a Melissa (KR).
L’ing. Filomena Greco, presidente dell’associazione arbereshe di Pallagorio (KR), nel suo saluto di rito, alla presenza delle associate e dei partecipanti, ha sottolineato l’importanza che riveste il binomio memoria-storia per la RriMi Bashkë, a cui si ispira l’organizzazione di eventi finalizzati a mantenere in vita il ricordo di fatti e tradizioni che rendono distintiva l’immagine identitaria di questa particolare area del crotonese.
Sono tante le iniziative che di anno in anno si organizzano per commemorare gli avvenimenti dell’eccidio di Melissa, ma bisogna ripercorrere la traccia indicata dalla tragicità di questa storia, per non dimenticare e per non far più ripetere in futuro.
La storia racconta di Francesco, Giovanni e Angelina, tre giovani che persero la vita quando i contadini, nel pieno rispetto dei provvedimenti emanati nel dopoguerra con la riforma agraria dell’allora Ministro dell’Agricoltura Fausto Gullo, iniziarono la marcia o, per meglio dire, l’occupazione dei terreni incolti dei latifondisti del luogo: giustappunto nel fondo Fragalà della famiglia Berlingeri.
Una storia, anche la più banale, che ci insegna come non bisogna dare mai niente per scontato, che con il suo tragico epilogo evidenzia come ogni conquista comporti sempre dei sacrifici.
Il prof. Carmine Gentile, con la sua pregevole e singolare capacità descrittiva, dopo un’attenta analisi del periodo storico con cui ha aperto il suo intervento, si è soffermato sui fatti insanguinati di Melissa, sottolineando che furono voluti per opporre sul nascere i moti dei contadini.
Sulla scia dell’analisi contestuale, la prof.ssa Rosina Scalise ha evidenziato alcuni spaccati della vita contadina dell’epoca e interpretato attraverso la lettura alcuni passaggi particolarmente toccanti, tra cui il concetto di condivisione, ormai quasi del tutto perso: ovvero, la tradizione di condividere il pane fatto rigorosamente in casa con il vicinato e il ruolo delle donne, soprattutto di quelle appartenenti al ceto povero, completamente sottomesse ai ‘padroni’ in tutto e per tutto.
Nella conversazione con le personalità chiamate a dialogare con l’autore, Carlo Rizzo ha tenuto a precisare come il suo romanzo non sia una mera ricostruzione dell’eccidio di Fragalà, sul quale è stato scritto di tutto e di più, ma solo una narrazione più estesa che prende spunto da quegli avvenimenti per ‘costruire’ il suo romanzo.
Lo scrittore ha comunque letto due estratti dalla sua opera: uno in cui descrive la straziante sofferenza di Angelina sul letto di morte e l’altro sul ruolo che ebbe la Chiesa nei confronti dei ‘comunisti’ attraverso la scomunica: basti pensare che Francesco e Giovanni non ebbero un funerale e che solo Angelina ebbe una brevissima ‘funzione commemorativa’.
Tra i personaggi del libro, spicca infine la figura di Cicciniello, un personaggio realmente esistito sul quale non si è voluto anticipare nulla ai presenti, proprio per invitare a scoprire la singolarità di questo soggetto leggendo il romanzo. (rkr)