di CATERINA RESTUCCIA – Aveva già dato grande prova di essere e di sapere lo studioso Lino Licari. Aveva già dimostrato passione alla ricerca, cura al territorio, entusiasmo a comunicare tutti i suoi ritrovamenti in area aspromontana, di cui egli stesso è Guida Ufficiale per il Parco Nazionale d’Aspromonte, quando a fine 2021 aveva presentato un’altra sua grande opera, edita da Kaleidoneditrice dal titolo “Guida ai siti archeologici del Parco Nazionale dell’Aspromonte – Dove la Natura incontra l’Archeologia”.
Tuttavia stavolta la guida, l’esperto, il ricercatore ha veramente mostrato il valore delle sue conoscenze e i grandi risultati delle sue indagini non solo con la solita umiltà, che lo contraddistingue da sempre, ma soprattutto con la giusta e ferma convinzione che nuovi percorsi si sono aperti per lo studio di uno spazio storico a tutti noto sin dagli inizi del secolo scorso solo come “medmeo”.
Invece, proprio la presentazione, avvenuta mercoledì 20 dicembre alle ore 17.30 nei locali della Biblioteca “Foberti” – Faro Fabbrica dei Saperi in Rosarno, della sua ultima creatura “Medma, Origini preistoriche e nome protosinaitico – Dal Paleolitico al Neolitico una parte di storia sconosciuta”, ha riavvolto il nastro di un film con nuovi e incredibili scenari: prima di Medma vi era preistoria documentata da numerosi materiali rinvenuti dallo stesso Licari.
Il testo, edito da Leucopetra Collana di Studi Storici Calabresi per la Pace Edizioni, è la sua nuova pubblicazione ed è un’apertura storica mai vista prima su Rosarno, nota con il nome antico di Medma.
Il rosarnese, escursionista appassionato e soprattutto attentissimo osservatore e conoscitore del territorio, ha presentato il suo bel lavoro in prima data assoluta grazie alla fattiva collaborazione di due Associazioni, quali Kiwi Società Cooperativa e Fibi Royal Rosarno.
L’opera è di particolare importanza e di notevole spettro storico, poiché testimonia, grazie ai fortuiti ritrovamenti di reperti preistorici dell’autore stesso, la presenza di comunità preistoriche sul territorio medmeo e le chiari ed evidenti tracce di influenza proto – sinaitica nella derivazione del nome dell’antica città.
Di fascino estremo il dialogo fatto dal ricercatore, che ha sempre sottolineato la stretta relazione tra natura, materiali e nomi, facendo vivamente immaginare agli ospiti del convegno la vivacità e la vitalità di un remoto purtroppo poco indagato, conosciuto e veicolato.
Moderatore della serata è stato l’architetto Angelo Carchidi, promotore culturale di Kiwi Società Cooperativa, serio professionista e sensibile cultore della bella Rosarno.
Ad aprire la serata è stato Pasquale Cutrì, neo Sindaco di Rosarno, che ha ufficialmente in tal senso inaugurato in modo istituzionale l’evento storico – culturale.
Interessanti e significativi gli interventi di Domenico Re, Vice Direttore nazionale dei gruppi archeologici d’Italia, nonché affezionato amico del Licari. Il Re non ha voluto tacere le grandi qualità umane e culturali dell’escursionista e ricercatore, che con le sue centinaia di segnalazioni ha fatto conoscere innumerevoli siti archeologici in vaste zone calabresi, in particolar modo aspromontane.
Importanti non di meno gli interventi, come da programma, di Saverio Verduci, Professore, Storico e Direttore collana Studi Storici calabresi Pace Edizioni, e di Oreste Kessel Pace, Editore Pace Edizioni, che ha messo in evidenza il lodevole apporto scientifico e storico del Licari, introducendo per primo argomentazioni di tessuto preistorico sull’area magnogreca.
La serata, come è giusto per le curiosità suscitate dall’opera, si è conclusa con un partecipato e acceso dibattito, che ha messo in luce tanti aspetti da attenzionare agli stessi enti pubblici, che dovrebbero manifestare maggiore interesse e seria cura a quanto emerge dalla bella epidermide rosarnese.
Ed a coronar d’alloro meritato e sudato è stato in battuta finale l’editore Oreste Kessel Pace, consegnando una targa ricordo in elogio alle attività di scoperta dell’uomo e dell’appassionato storico Lino Licari. (cr)