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VIBO VALENTIA – A convegno sulla Cucina patrimonio dell’Umanità

“La Cucina italiana patrimonio immateriale dell’Umanità” è stato il tema affrontato nel corso dell’evento organizzato dalle Delegazioni calabresi dell’Accademia Italiana della Cucina nella ridente località di Vibo Valentia Marina che si affaccia in uno degli scorci più suggestivi del mar Tirreno.

Ad impreziosire la circostanza, la presenza del presidente dell’Accademia Paolo Petroni che nel concludere i lavori ha avuto modo di evidenziare la circostanza che vede l’Accademia Italiana della Cucina compiere i suoi primi 70 anni.

«Un anniversario importante per il sodalizio fondato da Orio Vergani, maestro di giornalismo, in particolare di quello sportivo, e da un gruppo di intellettuali, imprenditori illuminati e giornalisti tra cui Dino Buzzati, Arnoldo Mondadori e Dino Villani cui si deve la lungimirante intuizione di dare vita non ad una Accademia della cucina italiana ma ad una ben più ambiziosa e sfidante Accademia Italiana della Cucina».

Figure di prestigio che saranno ricordate, insieme alle altre, in occasione dell’iniziativa promossa per la celebrazione del settantesimo anniversario della fondazione, in programma il 29 luglio a Milano all’Hotel Diana, dove l’Accademia vide la luce. Il presidente Petroni, nel suo intervento, ha anche reso noto il testo del “Manifesto” appositamente redatto per l’anniversario della fondazione in cui sono elencati i “10 aspetti basilari per la tutela e lo sviluppo della cucina italiana nel nostro Paese e nel mondo”.

Al primo punto del “Manifesto” si afferma che l’Accademia “difende e valorizza la cucina regionale legata al territorio, alle sue tradizioni, ai suoi prodotti tipici e alla biodiversità. Ha il massimo rispetto e la dovuta considerazione per i cibi etnici e le culture di altri Paesi, che però non devono portare all’imbarbarimento e allo stravolgimento della nostra cultura gastronomica”.

Altro passaggio importante è quello in cui si sottolinea che “Il successo universale e riconosciuto della cucina italiana nel mondo porta con sé il proliferare di falsi prodotti italiani e di piatti imbastarditi o inventati. L’Accademia, anche attraverso le proprie Delegazioni e Legazioni estere, si batte per tutelare le produzioni autentiche della migliore tradizione italiana dalle insidie del fenomeno noto come “Italian sounding”, affermando e promuovendo il “Made in Italy” in ogni sua espressione culturale e gastronomica”.

Infine, un riferimento ai cuochi, definiti «forza trainante per l’evoluzione delle tecniche culinarie purché – ha aggiunto – la loro creatività rispetti le radici della nostra gastronomia». Dopo i saluti del Sindaco di Vibo Valentia Maria Limardo e del Delegato di Vibo Giuseppe Adilardi, il Coordinatore Territoriale e Delegato di Cosenza Rosario Branda, nell’introdurre i lavori dell’incontro, ha sottolineato «il valore culturale e storico della cucina italiana anche e soprattutto nella sua accezione di sommatoria delle cucine regionali fortemente legate ai territori, ai relativi prodotti ed alla stagionalità. Dietro ogni piatto – ha aggiunto – è possibile cogliere peculiarità e sfumature della regione da cui trae origine ed in cui viene preparato».

A seguire, hanno svolto brevi interventi i Delegati dell’Accademia di Gioia Tauro, Ettore Tigani; della Locride, Giuseppe Ventra; dell’Area dello Stretto, Sandro Borruto; dell’Area Grecanica, Vincenzo Vitale, e di Reggio Calabria, Giuseppe Alvaro. Ognuno di loro ha avuto modo di offrire un contributo al tema seguendo le traiettorie della evoluzione, piuttosto che del consolidamento, di usanze e piatti della tradizione secondo i rispettivi territori.

Due le relazioni di approfondimento, quella del Rettore dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, Giuseppe Zimbalatti, e del Direttore del Centro studi Territoriale dell’Aic Calabria, Ottavio Cavalcanti. In particolare, il Rettore Zimbalatti ha risposto in maniera affermativa e con sincera convinzione alla domanda postagli dal Coordinatore Territoriale Rosario Branda se la cucina italiana meritasse di ottenere dall’Unesco il riconoscimento di “Patrimonio immateriale dell’Umanità”.

«Perché la Cucina Italiana – ha detto il Rettore, studioso e grande esperto della materia – è assolutamente all’altezza di questa ambizione. Così come la cucina calabrese che, in questo senso, si pone alla pari di quella nazionale».

Su quest’ultimo aspetto si è particolarmente soffermato il Direttore del Centro Studi Cavalcanti che ha provveduto a fornire documentazioni storiche certificate «circa le preesistenze e le successive stratificazioni conosciute dalla cucina regionale per come è giunta ai giorni nostri».

Il presidente Petroni, nel suo intervento, ha rilevato inoltre di come «i prodotti identitari facciano particolarmente bene alla cucina italiana. Come accademici – ha aggiunto – il nostro compito è quello di portare avanti e diffondere nel mondo i valori della cucina italiana». Petroni ha anche reso noto che Poste italiane, in coincidenza con il settantesimo anniversario dell’Accademia, emetterà un francobollo celebrativo, con un annullo speciale dedicato all’occasione.

A suggello dell’evento, un momento particolarmente emozionante è stato quello che ha visto protagonista il maestro orafo Gerardo Sacco – Accademico onorario della Delegazione di Crotone – che ha consegnato al presidente Petroni un grande piatto in ceramica dipinto a mano raffigurante i principali elementi della cucina mediterranea, con al centro la riproduzione di una maschera apotropaica in uno con il simbolo celebrativo dei 70 anni dell’Accademia, commissionatogli per l’occasione dalle Delegazioni calabresi dell’Accademia. (rvv)

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