La Regione istituisca, all’interno del Dipartimento Lavoro, un tavolo sulla sicurezza sul lavoro. È quanto hanno chiesto i segretari regionali di Fillea Cgil, Simone Celebre, Filca Cisl Mauro Venulejo, Feneal Uil, Maria Elena Senese, nel corso della conferenza stampa, svoltasi a Lamezia Terme, sul tema delle morti e della sicurezza sul lavoro.
I segretari regionali, inoltre, hanno aperto i lavori presentando la costituzione dell’Associazione Slc Calabria e la designazione degli Rlst (Rappresentanti Lavoratori Sicurezza Territoriale) nelle persone di Maria Antonietta Moricca, Cataldo Vitale e Spasimina Papasidero, che avranno il compito di rappresentare i lavoratori nei confronti delle imprese in materia di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro in tutta la regione (art. 48 D. l.vo n. 81del 2008 sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro).
«Non si tratta di un atto burocratico – è stato sottolineato da Celebre (Presidente Associazione), Senese (vicepresidente) e Venulejo (Consiglio di amministrazione) –, ma di richiamare l’attenzione di tutti su un tema di civiltà. Avvieremo una campagna ad hoc per chiedere zero morti sul lavoro. C’è bisogno di provvedimenti seri e vogliamo da parte nostra dare un segnale importante: da domani saremo a disposizione di tutte le imprese per affiancarle sui temi della sicurezza e della prevenzione».
I sindacati dell’edilizia vogliono manifestare rabbia e indignazione di fronte alle morti e agli incidenti sul lavoro, ma anche essere propositivi.
«Di fronte a promesse disattese, a ipocrisie e rituali dei momenti delle tragedie sul lavoro – è stato affermato – non vogliamo che il tema sia dimenticato un momento dopo. I diritti fondamentali, tra cui quello alla salute, devono essere garantiti a tutti. Dai tanti protocolli sottoscritti devono derivare più controlli e più tutele. Chiediamo l’applicazione della patente a punti per le imprese e il rispetto della congruità del costo della mano d’opera rispetto al lavoro da eseguire, come previsto dal codice degli appalti».
I sindacalisti hanno evidenziato come «il sistema degli enti bilaterali possa garantire a lavoratori e imprese il rispetto delle regole sulla sicurezza e una formazione adeguata sul tema per lavoratori e datori». Alla politica, Celebre, Senese e Venulejo chiedono più attenzione. E se ci sono tante morti, vuol dire che manca qualcosa nell’azione degli organi preposti alla vigilanza e ai controlli.
«Con l’Associazione – hanno affermato – diamo anche un input alla Regione Calabria per l’istituzione, all’interno del Dipartimento lavoro, di un tavolo sulla sicurezza».
«Questi temi – hanno proseguito – devono diventare una priorità non solo per le OO.SS., ma per tutti i cittadini, perché cresca la consapevolezza che il lavoro deve essere dignitoso e che chiunque esce di casa per recarvisi deve avere la certezza di tornare a casa. Perciò è necessario un salto di qualità culturale: meno convegni e passerelle, più azioni concrete. Noi vogliamo dare un contributo alle imprese, per migliorare le condizioni di lavoro in tutte le aziende. In Calabria sono elevatissimi i numeri del lavoro nero, che riguarda oltre il 50% dei cantieri. Parte dell’imprenditoria locale approfitta della crisi: ma diciamo no al dumping contrattuale e a ogni forma di sfruttamento».
«Non si può scegliere – hanno detto ancora – quale contratto applicare solo in base al risparmio nel costo lavoro. Mettiamo a disposizione i nostri entri bilaterali, finanziati da lavoratori e imprese, per una formazione vera e utile. Facciamo la nostra parte, ma non basta. Sono necessari risorse, impegno delle istituzioni, intensificazione delle ispezioni e trasparenza, aumento del numero degli ispettori del lavoro e della qualità del servizio ispettivo per verifiche e controlli. C’è sensibilità da parte dell’Ance e di molte aziende. Il periodo di mobilitazione che si apre oggi deve servire ad estendere questa attenzione».
Subito dopo, i Segretari generali regionali di Cgil, Angelo Sposato, Cisl, Tonino Russo, Uil, Santo Biondo hanno annunciato una serie di iniziative che, in Calabria come in tutto il Paese, avranno come tema lo stop alle stragi sui luoghi di lavoro: assemblee e iniziative di mobilitazione, nonché contatti istituzionali e con i settori vivi della società calabrese: giovedì 20 maggio, ad esempio, incontreranno il presidente della Conferenza Episcopale Calabra, Mons. Vincenzo Bertolone.
Sposato, Russo e Biondo hanno rivolto il loro ringraziamento alle Federazioni dell’edilizia, «che in Calabria sono all’avanguardia nella consapevolezza di lavoratori e imprenditori, con una bilateralità che funziona ed è un modello da estendere.
«Vogliamo mobiliare le coscienze di tutti – hanno sottolineato i segretari generali regionali di Cgil, Cisl e Uil – perché 3 morti al giorno nel nostro Paese e 31 in Calabria in un anno chiedono rispetto. Si tratta di una battaglia di civiltà che stiamo conducendo unitariamente. Tutte le istituzioni e le imprese sono chiamate a fare la loro parte, in una regione in cui, nella catena perversa di appalti e subappalti, i lavoratori sono l’anello debole. Questa è una giornata importante perché il settore edilizia di Cgil, Cisl e Uil in Calabria si dà in maniera organica una struttura per tutelare la sicurezza nei luoghi di lavoro. È fondamentale che questo stile operativo degli enti bilaterali, quindi con un impegno paritario di lavoratori e datori di lavoro, si allarghi a tutti i settori produttivi, a partire dall’artigianato che ne è completamente sprovvisto».
Gli incidenti sul lavoro – hanno detto ancora – «sono dovuti in larghissima parte alla mancanza di controlli nelle aziende piccole e medie. Necessitano perciò più verifiche e prevenzione. Chiediamo, inoltre, alla Regione Calabria maggiore attenzione e coordinamento per gli enti bilaterali e l’operatività di una commissione ad hoc sulla sicurezza nel lavoro che riguardi anche le malattie professionali».
Nei loro interventi, Sposato, Russo e Biondo hanno poi sottolineato che si va verso una fase di consistenti investimenti nell’edilizia e che le infiltrazioni della criminalità nelle imprese possono ostacolare l’azione del sindacato volta al rispetto delle regole.
«Solo un’azione corale può fare da argine a questo rischio concreto. Occorre formazione per lavoratori, datori di lavoro e consulenti delle aziende. La sicurezza deve diventare disciplina scolastica nell’ambito di una strategia nazionale di cambiamento culturale. Con un’attività d’impresa fortemente polverizzata, più consapevolezza su questi temi significa anche per le aziende una riqualificazione significativa: ci sono tanti bandi messi in campo anche dall’Inail, bandi cui molte imprese non accedono perché non capiscono che questo può portare anche ad un miglioramento delle performance aziendali».
«Sono necessarie, perciò – hanno ribadito –, prevenzione e formazione per un cambio di mentalità, per creare i presupposti affinché le aziende lavorino in sicurezza. E tutto questo è tanto più urgente in vista dell’utilizzo delle risorse del Pnrr». (rcz)