Tis, Cgil Calabria: Basta ambiguità: servono impegni concreti

Avviare immediatamente la fase operativa, predisponendo e inviando senza ulteriori rinvii la Manifestazione di Interesse vincolante a tutte le amministrazioni che hanno partecipato alla piattaforma». È quanto ha detto la Cgil Calabria, sottolineando come «il documento dovrà riportare con precisione la cifra effettivamente disponibile per ciascun ente, e prevedere un breve termine per la risposta, così da non perdere ulteriore tempo e dare subito concretezza agli impegni assunti».

«Lunedì 16 giugno – ha ricordato il sindacato – si è ufficialmente chiusa la piattaforma predisposta dalla Regione Calabria per la rilevazione delle adesioni da parte degli enti pubblici interessati alla possibile stabilizzazione dei Tirocinanti di Inclusione Sociale (TIS). Il dato finale – superiore al 73% di potenziali assunzioni – può sembrare incoraggiante, ma per quanto ci riguarda non rappresenta un parametro realistico né attendibile».

«Fin dall’inizio – ha spiegato la Cgil – abbiamo chiarito che questa era una fase utile, ma non risolutiva. Una rilevazione informale, non vincolante, che non avrebbe potuto concludere la vertenza. Molti enti locali, infatti, sono tuttora impossibilitati ad assumere, a causa della mancata storicizzazione delle risorse. Lo abbiamo detto pubblicamente, lo abbiamo riscontrato nelle numerose assemblee nei territori e lo abbiamo ribadito ai tavoli istituzionali».

«A conferma di ciò, appena due giorni fa – ha continuato – oltre cento sindaci calabresi – molti dei quali hanno aderito alla piattaforma – hanno firmato un documento unitario in cui si denunciavano: l’assenza di certezze sulle risorse disponibili; la mancanza di deroghe normative; l’insufficienza della storicizzazione statale; la necessità urgente di un confronto strutturato con la Regione e le organizzazioni sindacali».

«Eppure, gli stessi enti che esprimevano dubbi e riserve, oggi risultano tra quelli che hanno aderito. È chiaro quindi che questa piattaforma rischia di restituire un’immagine distorta, alimentando false aspettative nei lavoratori. Servono ora trasparenza e chiarezza», ha detto il sindacato, ribadendo come «solo con una risposta vincolante sarà possibile distinguere chi intende davvero assumere da chi ha solo preso tempo».

«La nostra previsione reale sulle assunzioni – già contenuta nel progetto consegnato alla Regione il 5 maggio 2025 – resta invariata. È su quella base, e non su numeri generici, che si dovrà misurare l’efficacia della misura – continua la nota –.  Ai lavoratori TIS diciamo la verità: diversi sindaci hanno aderito pur sapendo di non essere nelle condizioni di assumere. È un comportamento che va spiegato, anche pubblicamente. Dopo anni di lavoro, questi lavoratori non meritano ambiguità, ma risposte certe e dignitose».

«Ribadiamo: l’unica soluzione definitiva è la storicizzazione delle risorse da parte dello Stato. I 5 milioni oggi disponibili sono del tutto insufficienti. Servono almeno 50 milioni, da prevedere nella prossima Legge di Bilancio. La Regione Calabria deve farsi carico di questa battaglia e rivendicarla con forza davanti al Governo nazionale», ha detto ancora la Cgil, sottolineando come «per tutti gli enti che non saranno in grado di procedere con le stabilizzazioni, sarà indispensabile individuare percorsi alternativi di contrattualizzazione, sempre sulla base di risorse che devono essere aumentate e rese strutturali».

«Nel frattempo, chiediamo fin da subito che – ha concluso il sindacato – una volta conclusa la manifestazione d’interesse, la Regione Calabria renda operativo il percorso alternativo già delineato nel documento che le abbiamo consegnato il 5 maggio scorso, utilizzando il voucher previsto, così da garantire che tutti i lavoratori esclusi dalla stabilizzazione non restino privi di tutele alla scadenza del tirocinio. Non sono più ammesse ambiguità. Gli impegni presi devono trasformarsi in atti concreti. Per rispetto verso chi, da anni, tiene in piedi pezzi essenziali degli enti locali e dei servizi pubblici calabresi, senza  contratto, tutele e diritti». (rcz)

Sanità Privata, sindacati in protesta davanti alla Cittadella

Domani i lavoratori della Sanità Privata e delle Rsa si fermeranno per uno sciopero nazionale. Dalle 11 alle 12, infatti, è previsto un presidio alla Cittadella Regionale di Catanzaro nel quale una delegazione dei sindacati chiederà di essere ricevuta dal presidente della giunta Regionale.

L’obiettivo è ottenere impegni concreti per tutelare chi ogni giorno garantisce il diritto alla salute.

Dopo il fallimento del tentativo di conciliazione, le associazioni datoriali Aiop e Aris continuano a rifiutare l’apertura delle trattative per il rinnovo dei contratti, vincolandola a una copertura integrale dei costi da parte di Ministero e Regioni.

«Una situazione inaccettabile e vergognosa – hanno detto Alessandra Baldari, Luciana Giordano e Walter Bloise, Segretari Generali di Fp Cgil, CislFp Calabria e Uil Fpl Calabria– che lascia migliaia di lavoratori senza contratto da 6 e 13 anni. Non possiamo più tollerare questo silenzio assordante da parte di politica e datori di lavoro».

Il lavoro svolto nelle strutture private accreditate integra il Servizio Sanitario Nazionale e merita pari dignità. Per questo si chiede alla Regione Calabria di vincolare l’accreditamento all’obbligo di rinnovo del contratto e di attivarsi con il Ministero della Salute e le altre Regioni per garantire diritti e salari adeguati.

«“L’inflazione ha eroso stipendi già bassi. Ora basta: tutti devono assumersi le proprie responsabilità. Non permetteremo che i diritti dei lavoratori restino ostaggio di logiche economiche». (rcz)

Ex Lsu e Lpu, i sindacati chiedono incontro a Occhiuto

«Un incontro urgente per discutere del definanziamento del Fondo ex Lsu e Lpu, scelta avvenuta da parte della Regione in maniera unilaterale e non rispettando l’accordo quadro del 14 marzo 2022». È quanto hanno chiesto Cgil Calabria, Fp Cgil Calabria e Nidil Cgil Calabria al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, spiegando che «l’accordo stabiliva che il fondo regionale, per come storicizzato, a partire dal 2022 avrebbe dovuto produrre un contributo pro-capite agli Enti utilizzatori di natura dinamica legato alle economie derivate dalle fuoriuscite di qualsiasi natura».

«Le risorse così accantonate – viene spiegato in una nota – avrebbero dovuto essere redistribuite sulla platea residua del bacino ex Lsu e Lpu per permettere agli Enti utilizzatori di aumentarne l’orario lavorativo».

In occasione della votazione dell’assestamento di bilancio in Consiglio regionale, è stata prevista la riduzione del fondo per oltre un milione per l’anno 2024 e di oltre 4 milioni per ciascun anno a seguire 2025 e 2026. Le risorse sono state destinate alla completa stabilizzazione dei lavoratori di Arpal Calabria.

«I sindacati tengono a precisare che, pur condividendo l’esigenza di reperire le risorse per la stabilizzazione di tutte le lavoratrici ed i lavoratori di Arpal, ex Azienda Calabria Lavoro, il provvedimento non ha coinvolto i sindacati e ha indotto gravi ricadute», continua la nota, ricordando come «infatti, le amministrazioni locali più deboli dal punto di vista finanziario, già in difficoltà in ragione dei tagli operati dalla legge di bilancio dello Stato, non avranno le risorse necessarie per incrementare l’orario dei lavoratori Lsu e Lpu e far raggiungere la piena contrattualizzazione oraria e, quindi, dopo, l’avvenuta stabilizzazione lavorativa, il diritto ad  una retribuzione dignitosa, già sacrificata per molti di loro da inquadramenti sottodimensionati per semplificare i percorsi di stabilizzazione e contenere le spese».

«Le organizzazioni sindacali – conclude la nota – in attuazione ed applicazione della sottoscrizione del detto Accordo Quadro, chiedono un incontro urgente al presidente Occhiuto e all’assessore al Lavoro Calabrese annunciando, in caso negativo, di essere pronti a forme di protesta a tutela della dignità dei lavoratori coinvolti». (rcz)

Cgil: Accelerare tempistiche per manifestazione d’interesse per stabilizzazione tis

Occorre accelerare le tempistiche e mantenere un confronto costante per assicurare che nessun lavoratore resti escluso dal percorso di uscita definitiva dal bacino del precariato». È quanto hanno ribadito Ivan Ferraro e Luigi Veraldi, rispettivamente segretari di Nidil Cgil Calabria e Cgil Calabria, nel corso dell’incontro, svoltosi in Cittadella nei giorni scorsi, per discutere e chiarire i contenuti della dichiarazione di interesse pubblicata nei giorni scorsi, finalizzata all’adesione volontaria da parte dei Comuni alla misura di stabilizzazione dei Tirocinanti di Inclusione Sociale (TIS), attraverso l’utilizzo di un voucher economico di 25mila euro per ciascuna assunzione a tempo indeterminato.

«Come Cgil Calabria – hanno spiegato – abbiamo ribadito la necessità di apportare alcune modifiche e chiarimenti importanti. In particolare, è stato confermato che i lavoratori over 60 non sono esclusi da ogni forma di stabilizzazione: la Regione si è impegnata a chiarire formalmente, entro le prossime ore, che anche per loro resta aperta la possibilità di essere assunti presso enti pubblici, come previsto dall’articolo 6 dell’Accordo Quadro sottoscritto lo scorso 17 febbraio. Resta confermato, al tempo stesso, che dal 1° giugno 2025 gli over 60 non faranno più parte del bacino dei tirocinanti in servizio attivo, essendo collocati nel percorso di sostegno economico fino alla pensione (scivolo pensionistico)».

«Per quanto riguarda il contributo di 25mila euro per ciascuna assunzione – hanno proseguito – è stato ribadito che resta confermato per ogni stabilizzazione a tempo indeterminato. I Comuni che non hanno possibilità assunzionali devono semplicemente comunicarlo sulla piattaforma regionale. Invece, i Comuni che hanno capacità assunzionale anche per un numero inferiore rispetto a quelli in utilizzo, devono indicare quel numero. Si sta lavorando affinché laddove un Comune abbia la potenzialità di assumere, ma decida di non aderire, i tirocinanti in utilizzo presso lo stesso ente verranno rimossi e inseriti in un percorso di formazione per il reimpiego presso enti realmente disponibili alla contrattualizzazione».

«Altro tema affrontato – hanno illustrato – è stata la durata della manifestazione di interesse successiva: Cgil ha chiesto che la Regione preveda, dopo l’attuale fase di ricognizione, una manifestazione di interesse valida fino al 31 dicembre 2025 per gli enti che oggi non utilizzano tirocinanti, ma che potranno procedere a future assunzioni attingendo ai TIS presenti nella piattaforma regionale. Tale percorso potrà avvenire attraverso procedure semplificate previste dall’articolo 16 della Legge 56/1987».

«Si è, inoltre – hanno concluso – stabilito che il prossimo incontro si terrà il 5 maggio 2025, alla presenza dell’Anci Calabria, per definire nel dettaglio la successiva manifestazione di interesse e pianificare il monitoraggio costante della piattaforma. Abbiamo ribadito che la misura in corso, seppur limitata, può rappresentare un primo passo importante per diverse centinaia di lavoratori». (rcz)

L’OPINIONE / Gianfranco Trotta e Simone Celebre: Nuovi ospedali, vera sfida è conciliare qualità, velocità e sicurezza

di GIANFRANCO TROTTA E SIMONE CELEBREIl programma del commissario Occhiuto relativo alla costruzione dei nuovi ospedali in Calabria, sancito dall’ordinanza del capo del Dipartimento della Protezione civile, rappresenta una grande opportunità storica, ma anche una sfida complessa.

Da un lato, è urgente colmare la carenza di strutture sanitarie adeguate nella nostra Regione; dall’altro, è cruciale garantire che questi progetti vengano realizzati nel pieno rispetto delle normative in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, dei diritti dei lavoratori e, soprattutto, nel pieno rispetto dei contratti nazionali e nel contrasto di ogni possibile infiltrazione mafiosa.

Come Cgil Calabria e Fillea Cgil Calabria siamo pronti a fare la nostra parte, dando vita a un’organizzazione del lavoro nel pieno rispetto di ciò che stabiliscono le norme dei contratti nazionali e delle norme della sicurezza sul lavoro per velocizzare la realizzazione di queste infrastrutture ospedaliere che la Calabria aspetta da decenni. Come Cgil Calabria e Fillea Cgil Calabria riteniamo che la vera sfida sia quella di conciliare, nel miglior modo possibile, velocità, qualità, sicurezza e rispetto della legalità.

Il sindacato ha e vuole avere anche in questa circostanza un ruolo fondamentale nel bilanciare le giuste esigenze dei cittadini con l’imprescindibile e doverosa tutela dei lavoratori. Per noi la realizzazione di infrastrutture indispensabili come gli ospedali non può e non deve avvenire in modo frettoloso o senza attenzione alle condizioni di lavoro. A nostro avviso, invece, deve essere prioritario il legame tra qualità, controllo sociale e prevenzione delle infiltrazioni mafiose.

Dove c’è un controllo capillare da parte delle istituzioni e delle organizzazioni sindacali, c’è meno spazio per le infiltrazioni mafiose. La trasparenza e il controllo rigoroso dei cantieri sono strumenti fondamentali per combattere la criminalità organizzata, che spesso sfrutta la frammentazione dei subappalti e l’opacità dei processi per infiltrarsi. La Cgil Calabria e la Fillea Cgil Calabria, in merito alla costruzione dei nuovi ospedali, per questi motivi e a garanzia della regolarità degli appalti, della sicurezza sul lavoro e dal pericolo di infiltrazioni mafiose, ritengono necessario la sottoscrizione di un protocollo di legalità attraverso il dipartimento di prevenzione antimafia, con le Prefetture, le stazioni appaltanti, le parti sociali e datoriali.

Questo protocollo dovrebbe riguardare sia il monitoraggio dei flussi di manodopera previsti dalla legge e sia l’attivazione di un osservatorio sulla gestione ed esecuzione dei lavori. La Cgil e la Fillea Cgil, a tutti i livelli, sono sempre state e lo sono tuttora, interlocutrici fondamentali per garantire che i progetti infrastrutturali vengano realizzati rispettando i diritti dei lavoratori, assicurando che le opere pubbliche siano completate in tempi rapidi, senza rinunciare alla qualità e, soprattutto, alla sicurezza.

I lavoratori non si sono mai tirati indietro di fronte alle sfide. Ed è proprio questa responsabilità che guida il nostro impegno quotidiano. La nostra missione è dare alla nostra terra una Sanità più giusta e più vicina ai bisogni delle persone. (gt e sc)

[Gianfranco Trotta e Simone Celebre sono rispettivamente segretario generale Cgil Calabria e segretario generale Fillea Cgil Calabria]

L’OTTIMISMO DI OCCHIUTO SI SCONTRA
CON IL FORTE SCETTICISMO DELLA CGIL

di ANTONIETTA MARIA STRATI – «Difficile immaginare un cambio di passo per i nostri concittadini e per il diritto alla salute quando i paradossi e le lacune che attraversano la sanità sono così profondi». Si può riassumere così il pessimismo espresso dalla Segreteria confederale di Cgil Calabria, all’annuncio del presidente della Regione, Roberto Occhiuto, in merito alla fine del commissariamento della sanità calabrese.

Una notizia, per il sindacato, che «non può suscitare particolare clamore o sollievo in chi conosce quanto le acque in cui naviga la sanità calabrese siano torbide e agitate», soprattutto se permangono i dubbi sui Lea – Livelli essenziali di assistenza e sui debiti contratti.

«Sono stati sanati i debiti e raggiunti i gli standard minimi dei Lea?», ha chiesto la Cgil, ricordando come «la rete ospedaliera attuale è carente e depotenziata, gli ospedali di nuova costruzione chimere di cui non è dato sapere se vedremo mai il completamento».

«Mancano all’appello – ha ricordato il sindacato – centinaia di medici di medicina generale, le guardie mediche scoperte sono innumerevoli, i bandi per le assunzioni stanno andando pressoché deserti, molte ambulanze sono demedicalizzate. Non si ha alcuna certezza del completamento delle Case della Salute finanziate con fondi del Pnrr e che dovrebbero essere operative entro il 31.12.2026».

«La prevenzione è diventata un privilegio e l’emigrazione sanitaria per molti è una scelta obbligata, come lo è rivolgersi alle strutture private all’interno di un sistema che sta andando nella direzione di una vera e propria privatizzazione del sistema sanitario. Il diritto alla salute? In Calabria non è esigibile», ha tuonato il sindacato.

Ma non solo sanità. Sul piatto “Calabria” tantissimi i nodi a cui bisogna trovare una risposta.

Tra questi l’alta velocità, su cui il sindacato punta il dito: «Il futuro della nostra terra e la sua crescita in termini di investimenti e Pil, passa anche dall’A/V ma manca 1 miliardo di euro per il completamento del tratto fino a Praia a Mare, e per il resto del tracciato calabrese? Solo progetti di massima e studi di fattibilità e nessun finanziamento».

«Così come l’elettrificazione della linea ferroviaria jonica che risulta non completamente finanziata fino a Melito Porto Salvo», ha sottolineato la Cgil.

Per adesso, la Regione ha stanziato 198 mln per elettrificare la tratta che parte da Catanzaro Lido a Roccella Jonica. Non un grande passo, ma è già qualcosa per un’area di un territorio che sembra sempre più marginale, quando è stato ripetuto diverse volte che l’Arco Jonico ha delle potenzialità in termini di sviluppo.

Per il Sindacato, dunque, «è necessario che il Mezzogiorno ritorni nelle priorità dell’agenda politica e vengano individuati i fondi necessari alla conclusione dell’Alta Velocità, della 106 Ionica e dell’autostrada nei tratti non ammodernati».

Ma non solo: «Chiediamo, pertanto, il definanziamento del Ponte sullo Stretto e che non venga mai costruito», ha detto la Cgil, ribadendo la propria contrarietà all’opera, definita dal segretario generale Gianfranco Trotta, una «non priorità ma, anzi, assorbe risorse fondamentali che andrebbero, invece, innestate in una geografia infrastrutturale e di viabilità gravemente compromessa che non solo limita la vita dei calabresi stessi, ma pregiudica anche la capacità di attrarre investimenti».

«È ora di ribadirlo in maniera chiara – aveva detto Trotta – e di mettere al bando operazioni non strategiche per la Calabria, che sanno chiaramente di marketing politico e che possono affossare definitivamente i nostri territori assorbendone risorse».

Infine, il sindacato ha ribadito la propria contrarietà e chiesto «il ritiro dell’ipotesi di emendamento presentata da Forza Italia in merito alla proroga per l’estensione del mandato al 31 dicembre del 2027 dei Rettori delle Università con una facoltà di medicina situate nelle regioni interessate da piani di rientri sanitari negli ultimi tre anni». L’emendamento è stato poi ritirato ieri in Senato dai senatori forzisti che l’avevano presentato.

«Si trattava – ha spiegato il sindacato – di una vera e propria ingerenza della politica a cui, a nostro avviso, il Rettore dell’Unical, che ha sempre tenuto a rimanere fuori da logiche di questa natura, non dovrebbe prestarsi. Si tratterebbe tra l’altro di non permettere alle componenti del mondo accademico (docenti, studenti, ricercatori, personale tecnico-amministrativo) di potersi esprimere nei tempi previsti dallo statuto attraverso il voto per l’elezione del nuovo Rettore, facendo passare anche il messaggio che all’interno del corpo accademico dell’Unical non sarebbe possibile individuare un rettore in grado di concludere il percorso avviato».

«Noi non siamo di questo parere e vediamo in questa manovra una stortura democratica che va arginata ed un attentato alle autonomie delle università pubbliche», ha concluso il sindacato. (ams)

L’OPINIONE / Gianfranco Trotta: Ponte opera non strategica che assorbe risorse

di GIANFRANCO TROTTA – Quanto si sta palesando in Calabria con il mancato completamento della linea dell’Alta Velocità, la carenza di fondi e la mancanza di una strategia idonea ad individuarli, sommato alle gravi lacune ed eterne incompiute della nostra regione (come l’elettrificazione della linea Jonica, il completamento dello 106 e  l’A2 con lavori in corso senza soluzione di continuità), certificano come il Ponte sullo Stretto non solo non sia una priorità ma, anzi, assorba risorse fondamentali che andrebbero invece innestate in una geografia infrastrutturale e di viabilità gravemente compromessa che non solo limita la vita dei calabresi stessi, ma pregiudica anche la capacità di attrarre investimenti. In poche parole, il futuro della nostra terra in termini di crescita e di allentamento di spopolamento e desertificazione dovrà molto al modo in cui lavoreremo sulle infrastrutture.

È ora di ribadirlo in maniera chiara e di mettere al bando operazioni non strategiche per la Calabria, che sanno chiaramente di marketing politico e che possono affossare definitivamente i nostri territori assorbendone risorse.

Il confronto con Rfi dei giorni scorsi è stato, caso mai ce ne fosse stato bisogno, ancora più chiarificatore. Ecco perché nei prossimi mesi saremo impegnati, oltre che sui referendum sul lavoro e sulla cittadinanza e sulla sanità, anche sulla questione Ponte sullo Stretto, sulla viabilità, sui trasporti, sulla mobilità.

L’opera ha ancora molti lati oscuri. Tra questi il fatto che dovrebbe sorgere su una faglia ancora attiva, in una zona ad altissimo rischio sismico in cui si registrano ancora terremoti.

Ecco perché invito le forze politiche e di governo ad una riflessione ampia, che contempli esclusivamente il futuro della nostra terra, in termini di occupazione e sviluppo. (gt)

[Gianfranco Trotta è segretario generale Cgil Calabria]

Cgil Calabria: Metteremo in campo iniziative per abrogazione autonomia

«Metteremo in campo tutte le iniziative necessarie per chiedere al Parlamento l’abrogazione». È la reazione della Cgil Calabria al mancato accoglimento del referendum sull’autonomia.

Intanto, il sindacato guidato da Gianfranco Trotta è pronto ad una grande mobilitazione sulla sanità: «Lo abbiamo ribadito durante i lavori del nostro ultimo Esecutivo».

«In Calabria quello alla salute – ha sottolineato – non è un diritto garantito, non a caso chi nasce nella nostra regione ha aspettative di vita inferiori rispetto a chi nasce altrove. In Calabria si muore perché l’ambulanza non arriva o arriva senza medico, perché i tempi delle liste d’attesa non permettono né la prevenzione né l’urgenza».

«Scenderemo in campo, senza se e senza ma. Il tempo delle attese è terminato, la situazione è drammatica e noi non staremo a guardare. Pretendiamo – ha ribadito Trotta – strategie e misure adatte a sanare quei vuoti e quelle piaghe che stanno portando la Calabria alla desertificazione dei servizi e all’abbandono da parte di migliaia di giovani ogni anno. È ora di dire ‘basta’».

Per quanto riguarda, invece, il via libera della Corte Costituzionale ai referendum sul lavoro, il sindacato ha evidenziato come «si apre  un’importante stagione di lotta e di invito alla partecipazione, a partire dai referendum sul lavoro ai quali come Cgil teniamo in maniera particolare, quale banco di prova di democrazia e espressione di un Paese che vuole realmente invertire la rotta».

«Lo scorso anno la campagna per la raccolta firme – ha spiegato il sindacato in una nota – ci ha consegnato la fotografia di un territorio avido di risposte, indignato, ma non rassegnato. Il lavoro è dignità, il lavoro è la colonna vertebrale di un paese. I quesiti che proponiamo, qualora approvati, incideranno su un apparato che sembra non averlo ancora recepito. Il lavoro deve essere tutelato perché è un diritto costituzionale. Deve essere sicuro perché di lavoro si deve vivere e non morire. Deve essere dignitoso e perciò ben retribuito. Deve essere stabile perché la precarietà è una perdita di libertà».

Grande soddisfazione anche per l’ammissione del referendum sulla cittadinanza: «una battaglia di civiltà. Gli stranieri danno un grande contributo al Paese dal punto di vista culturale e del lavoro». (rcz)

FP Cgil Calabria: Insufficienti le risorse di Arpal

L’Agenzia Regionale Politiche Attive per il Lavoro (Arpal) «in ragione delle risorse finanziarie ancora insufficienti, non è nelle condizioni di poter assolvere a pieno regime alla propria “mission”, quella di supportare i Centri per l’impiego nell’erogazione dei servizi per il lavoro e nelle misure di politica attiva connesse alle funzioni e ai compiti della Regione». È quanto emerso dall’assemblea dei dipendenti iscritti alla Fp Cgil dell’Arpal, alla presenza della segretaria generale della Fp Cgil Calabria, Alessandra Baldari e del segretario Fp Cgil Calabria Ferdinando Bruno Schipano, in cui si è discusso dello stato di attuazione del nuovo Ente.

L’ Azienda Calabria Lavoro, “ente pubblico economico”, è stato trasformato in Agenzia Regionale per le Politiche Attive del Lavoro (Arpal), “ente pubblico non economico” a valle di una lunghissima vertenza il cui esito positivo ha conferito all’Ente stabilità e norme certe di riferimento per l’esercizio e il rilancio di funzioni fondamentali relative al mercato del lavoro.

La dotazione organica dell’Agenzia è composta interamente da dipendenti part time, dieci dei quali con contratto di lavoro a tempo determinato. Tale condizione, oltre a rendere difficile l’attuazione delle finalità previste, desta profondo disagio tra i lavoratori, i quali aspettano da tempo la trasformazione del contratto di lavoro in full time per tutti, la modifica del rapporto di lavoro in tempo indeterminato, con l’avvio della procedura di stabilizzazione, per i dipendenti provenienti dal bacino della Legge Regionale 54 e l’obbligatoria previsione in bilancio delle risorse per la costituzione del fondo per il salario accessorio.

In questi giorni, sia il Commissario dell’Agenzia Manna, che l’assessore regionale al Lavoro  Calabrese, su sollecito della Fp Cgil, si sono favorevolmente espressi in merito alla volontà di risolvere le problematiche relative al personale. Il compito di questa O.S. è quello di vigilare affinché in tempi rapidi le promesse e gli impegni possano diventare realtà.

Alla fine della appassionata e utile discussione, al fine di strutturare le attività sindacali della Fp Cgil all’interno dell’Agenzia, è stato costituito il Comitato degli Iscritti del quale fanno parte: Paola Palermo, Daniela Rabia, Eleonora Albanese, Michela Caiafa, Antonella Pirrotta, Antonio Pileggi, Francesco Lo Bello, Maria Citraro, Rossana Renda, Francesco Zicarelli, Francesco Buni, Nunzio Zinnà, Elisa Lo Bianco, Marco Petrolo, Francesco Varì; lo stesso comitato ha stabilito di individuare quali membri Coordinatori: Francesco Lo Bello, Paola Palermo, Francesco Zicarelli, Daniela Rabia, Eleonora Albanese.

I Segretari Baldari e Schipano nel ringraziare i componenti per la disponibilità, augurano a tutti un buon e proficuo lavoro volto alla risoluzione delle tante problematiche delle lavoratrici e dei lavoratori della Agenzia.  (rcz)

Immigrazione, Trotta (Cgil) incontra l’Assocazione Matrangolo

Il Segretario generale della CGIL Calabria Gianfranco Trotta ha fatto visita all’Associazione “Don Vincenzo Matrangolo E.T.S.” che nella provincia di Cosenza gestisce otto progetti Sai e che ha una rete diffusa di gestione di progetti Fami.

All’incontro, a cui ha partecipato anche una delegazione sindacale comprendente Giuseppe Guido, Francesco Spingola, Andrea Ferrone, Vincenzo Casciaro e Mario Gaeta, il presidente Giovanni Manoccio e la sindaca di Acquaformosa Annalisa Milione, Trotta ha assicurato che la Cgil sosterrà i vari progetti di eccellenza che si sono sviluppati in Calabria e, soprattutto, nell’area dei paesi arbëreshë, annunciando poi che a fine gennaio si terrà ad Acquaformosa un convegno Nazionale sulle buone pratiche in accoglienza.

La sindaca Milione, nel suo intervento, si è soffermata sul valore sociale dei progetti Sai e su come questi abbiano creato economia sociale e contribuito a frenare lo spopolamento. Presenti anche l’assessora Maria Rosaria Raimondo e il consigliere Antonio Di Turi, oltre che le Coordinatrici dei progetti di Acquaformosa Lara Simone di Vaccarizzo, Annalisa Ferraro di San Sosti, Annamaria Calonico e Caterina Pugliese di San Basile.

Il presidente ha ritenuto opportuno soffermarsi sui rapporti storici con la Cgil, avvalorati dal protocollo d’intesa siglato l’anno scorso che, oltre a destinare i servizi delle proprie strutture ai dipendenti e ai beneficiari dei progetti, consolida la collaborazione per l’applicazione della legge 29-10-2016 N° 199 nei territori della piana di Sibari dove l’associazione gestisce un progetto “Supreme” per il contrasto al caporalato.

Il segretario generale Cgil Calabria Trotta si è soffermato sulla validità dei progetti Sai, sposando la loro utilità sociale ed economica soprattutto nelle aree interne della Calabria, inoltre ha denunciato l’inerzia di un governo che ha privilegiato l’investimento in Albania creando veri luoghi di detenzione piuttosto che favorire l’accoglienza diffusa nei borghi.

Il Segretario ha, inoltre, denunciato i tagli presenti nella finanziaria che rendono sempre più difficile la vita dei cittadini e delle classi più povere del paese tra i quali anche gli immigrati e ha posto l’accento sullo sciopero di venerdì che ha visto la partecipazione di migliaia di lavoratori, che non riescono ad avere una sanità degna di tal nome ed i servizi che un normale governo deve garantire ai propri cittadini.

Manoccio ha ringraziato il sindacato per l’attenzione che ha rivolto, storicamente, alle esperienze di accoglienza e inclusione che da oltre 14 anni si sviluppano Acquaformosa e negli altri progetti gestiti dall’associazione,  e si è complimentato sulla scelta di Acquaformosa per il convegno nazionale di fine gennaio. (rcs)