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Ieraci (Cambiamo!): Occorre dare risposte concrete ai problemi che attanagliano la Calabria

Ieraci di Cambiamo!

Roberto Ieraci, responsabile Area Ionica di Cambiamo, ha ribadito la necessità di «dare risposte concrete ai tanti problemi che attanagliano la regione ridando così fiducia ai tanti giovani che hanno deciso di rimanervi, attuando quella crescita sociale, culturale ed economica che porti al riscatto della Calabria e della Locride».

«Perché bisogna attendere passivamente la stagione balneare – ha detto – per trovarsi di fronte ai consueti problemi che danneggiano   una terra che ha tanto da offrire e da dimostrare? La depurazione, da anni, costituisce la spina nel fianco della nostra regione che, a causa del mare sporco, ha visto fuggire comitive di turisti che venivano in Calabria per ammirare e godere delle bellezze del nostro mare e delle nostre coste».

«Un problema atavico sottovalutato – ha spiegato Ieraci – nell’erronea convinzione che sarebbe stato sufficiente qualche intervento tampone per risolverlo. La responsabilità della depurazione grava su tutti i livelli politici e amministrativi, dalla Regione ai Comuni. Senza una pianificazione seria e mirata non potrà mai esserci un rilancio turistico del territorio, programmando, magari, attività di monitoraggio che portino ad un miglioramento dell’intero sistema. Fondamentale attuare una gestione razionale delle risorse idriche poiché il trattamento delle acque reflue è importantissimo per proteggere il nostro ambiente».

«Basti pensare al fatto che l’Italia – ha proseguito – è stata spesso sanzionata dall’Europa proprio a causa delle carenze infrastrutturali relative al segmento fognario-depurativo, in quanto non conformi ai dettami previsti dalla direttiva europea in materia.  A gravare, la mancanza di un serio piano progettuale nel nostro Paese e nella nostra Regione con una mappatura dei siti di depurazione, evidenziato dai dati che vedono molti cittadini, 1 su 4, ancora non serviti da un sistema di depurazione efficiente. Situazione accentuata, talvolta, dall’abusivismo edilizio, in cui si ricorre, nel terzo millennio, alle famose fosse biologiche. I depuratori in estate, con l’affluenza maggiore di cittadini vacanzieri, non riescono a depurare adeguatamente il maggior afflusso di acque, sversando i liquami, il più delle volte, sulla spiaggia. Ciò provoca enormi danni e disagi».  

«Perché allora – si è chiesto Ieraci – non realizzare delle condotte sottomarine che portino le acque reflue dei depuratori a 3/400 metri dalla costa, consentendo così ai batteri, eventualmente, presenti a seguito della lavorazione, di dissolversi prima di arrivare alla riva? Nei giorni scorsi molti turisti sconcertati dalla situazione di disagio, hanno filmato e fotografato chiazze di colore marrone che si estendevano non lontano dalla riva per chilometri, fenomeno che molti vorrebbero fare passare come una normale fioritura di non si sa bene che cosa, quando, invece, si tratta di eutrofizzazione delle acque marine, imputabile all’ uomo. Nei Fondi previsti dal Pnrr deve attuarsi un’attenta politica ambientale considerando che esistono diversi siti di depurazione non funzionanti».

«Doveroso adottare una politica condivisa – ha concluso –che porti ad un miglioramento della qualità del settore turistico della Locride, un territorio che non ha nulla da invidiare alle altre realtà italiane ed europee ma, che stenta ad esprimere, le proprie potenzialità. L’istituzione della Città metropolitana, che avrebbe dovuto portare una ventata di ossigeno all’ intero territorio reggino, in realtà ha contribuito ad incrementare la diffidenza dei cittadini verso la classe politica». (rrc)

 

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