Depurazione, a San Giovanni in Fiore disco verde all’avvio dei lavori

Il subcommissario alla depurazione, Tonino Daffinà, ha reso noto che «arriva la consegna definitiva dei lavori per la realizzazione dell’intervento relativo ai lavori di potenziamento degli impianti di depurazione in località Ponte Arvo e località Lorica, con relativo completamento e potenziamento dell’intera rete fognaria del Comune di San Giovanni in Fiore, per l’importo complessivo pari ad 1.3 milioni di euro».

Il sub commissario, inoltre, ha incontrato nella sua sede di Cosenza, i rappresentanti dell’impresa aggiudicatrice, la Ecotec Srl del gruppo Ecosistem, oltre che quelli del Comune di San Giovanni in Fiore, guidato dal sindaco Rosaria Succurro, attuale presidente della Provincia di Cosenza.

Il contratto d’appalto, in realtà, era stato già sottoscritto due mesi addietro, per l’esattezza lo scorso 25 marzo, alla presenza, oltre che del primo cittadino, del Rup Maria Pia Funaro e del Responsabile dell’Ufficio tecnico del Comune di San Giovanni in Fiore, Luigi Borrelli. La conclusione è prevista nell’arco di circa cinque mesi.

Il progetto, accelerato dal sub-commissario calabrese alla depurazione per i comuni in procedura d’infrazione, che opera in perfetta sinergia con il commissario nazionale Fabio Fatuzzo, prevede il revamping del depuratore sito in località Arvo attraverso la messa in opera di nuove apparecchiature elettromeccaniche, in sostituzione di quelle esistenti, dimensionate in maniera non consona rispetto ai volumi e qualità di refluo da trattare.

Chiaro l’obiettivo: conferire una nuova ed efficiente funzionalità all’impianto già in essere, mediante l’ottimizzazione del sistema depurativo. Operazione che consentirà di mitigare considerevolmente le problematiche derivanti dalla presenza della fognatura di tipo misto.

Nel contempo, l’impresa aggiudicataria dell’appalto dovrà intervenire sui collettori fognari esistenti, mediante la sostituzione di apparecchiature elettromeccaniche in tre stazioni di sollevamento.

Al termine del revamping dell’impianto, sarà possibile trattare in modo adeguato tutti i reflui, relativi ai 18mila abitanti equivalenti del centro abitato, superando le criticità riscontrate, che hanno portato alla procedura d’infrazione comunitaria (P.I. 2014/2059).

«Siamo riusciti nell’intento di rispettare alla perfezione il cronoprogramma che ci eravamo dato. Con l’avvio dei lavori – ha spiegato Daffinà – inizia il countdown che dovrà permetterci di ridare normalità, sotto questo profilo, ad un comune significativo, guidato da un sindaco straordinariamente attento e competente, rispetto a questioni che interessano da vicino, non solo la tutela della salubrità dell’ambiente ma anche la salute dei cittadini».

«Ci siamo affidati ad un’impresa – ha concluso il subcommissario – che siamo certi rispetterà le scadenze e saprà capitalizzare al meglio le risorse di cui dispone per evitare lungaggini che, talvolta, finiscono per riflettersi sulla popolazione e sulle imprese». (rcs)

LA CALABRIA E IL PROBLEMA DEPURAZIONE:
UNA BATTAGLIA CHE SI DEVE VINCERE OGGI

di BRUNO GUALTIERIIn Calabria, terra bellissima e fragile, l’ambiente ha bisogno di essere difeso con determinazione e competenza.

Lo ha fatto recentemente il giornalista Alfonso Naso con un articolo pubblicato sulla Gazzetta del Sud, nel quale ha raccontato con chiarezza che il mancato funzionamento della depurazione produce effetti negativi sul mare, che ne paga le conseguenze. È un esempio di giornalismo che non si limita a descrivere i problemi, ma cerca di smuovere coscienze e responsabilità. E proprio da quel tipo di narrazione parte questa riflessione.

Da anni la Calabria è maglia nera per il trattamento delle acque reflue; con 188 agglomerati urbani fuori norma, situazione questa che ci rende la seconda regione peggiore in Italia. Una condizione che ha portato l’Unione Europea ad aprire diverse procedure d’infrazione, tra cui la 2017/2181, ancora oggi non definita. Le richieste dell’Ue sono precise: monitoraggi continui, sistemi di controllo, validazione dei dati e verifiche indipendenti. Eppure, a distanza di anni, queste azioni restano inattuate.

Se l’inerzia è preoccupante, lo è ancora di più la scelta, reiterata, di non agire. La Regione Calabria, attraverso il Dipartimento Ambiente e Territorio, ha promesso, ma non ha realizzato: il catasto unico degli impianti non è stato completato, i misuratori di portata non sono stati installati, i controlli automatizzati mai attivati. Ancora più grave è che i dati inviati a Ispra/Sintai ogni sei mesi sono incompleti o inutilizzabili ai fini della procedura europea, impedendo di fatto qualsiasi verifica. Nessuna richiesta di audit di conformità è mai stata formalizzata, perché la Regione non ha nemmeno avviato l’iter necessario. Non si può uscire da un’infrazione se prima non si dimostra, per almeno due anni, di rispettare i requisiti, ma se neanche si comincia, è evidente che si è deciso di restare fermi.

E purtroppo non finisce qui: non solo quegli interventi strategici previsti sin dal 2012 – e già finanziati con la Delibera Cipe n. 60 – sono stati ignorati, ma in alcuni casi addirittura osteggiati. Nel 2021, con la Delibera Cipes n. 79, sono stati proposti nuovi finanziamenti per interventi, in sovrapposizione con quelli già previsti anni prima, creando un cortocircuito amministrativo che ha prodotto uno stallo totale: nessun progetto nuovo, nessun completamento del vecchio. Solo spreco di risorse e di tempo.

Lo stesso Piano d’Ambito redatto dall’Arrical, che rappresenta lo strumento operativo per pianificare gli interventi in modo razionale e secondo le direttive europee – dando priorità ai territori con maggiore carico inquinante – è bloccato. Non per mancanza di fondi o di progettualità, ma perché il Dipartimento regionale ne ostacola l’attuazione, impedendo l’avvio delle procedure. È un fatto molto grave, che rischia di vanificare ogni sforzo tecnico e programmatico. A peggiorare il quadro, c’è l’inerzia dell’Assemblea dell’Arrical, che non ha ancora assunto alcuna decisione concreta, paralizzando il sistema proprio nel momento in cui servirebbe il massimo della reattività.

Eppure, sul piano politico, i segnali non sono mancati. Il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, ha mostrato sin da subito un atteggiamento deciso, commissariando dove necessario e mettendo la tutela del mare tra le priorità del suo mandato. L’assessore all’Ambiente, Giovanni Calabrese, ha lavorato in stretto contatto con Comuni e Consorzi per sbloccare cantieri e sostenere interventi. Ma quando la burocrazia è lenta o, peggio, ostile, anche la migliore volontà politica rischia di naufragare.

Ogni estate si ripete lo stesso copione: acque inquinate, divieti di balneazione, turisti delusi, cittadini esasperati. E intanto la Regione diffonde dati poco utili, promette controlli che non arrivano mai, rinvia decisioni attese da anni. Il rischio non è solo ambientale o economico, ma anche culturale: si consolida l’idea che la Calabria non sia capace di governare se stessa, che l’emergenza sia la norma. Un’inerzia burocratica che costringe la Giunta Regionale a correre ai ripari all’ultimo minuto, stanziando risorse straordinarie per provare a salvare, almeno in parte, la stagione estiva. Quando invece, con interventi strutturali e tempestivi, l’emergenza non esisterebbe affatto.

Ma non può essere così. I calabresi hanno diritto a un mare pulito, a istituzioni trasparenti e funzionanti. È tempo che la società civile si faccia sentire: comitati, associazioni, tecnici, cittadini. Chi ha responsabilità deve rispondere. E chi vuole cambiare, deve essere messo in condizione di farlo.

Non è un problema tecnico, è una sfida di civiltà. Lo sviluppo turistico, la qualità della vita, la credibilità della Calabria si giocano anche – e soprattutto – nella capacità di risolvere un problema come la depurazione. Un problema che dura da troppo tempo e che può essere superato solo se la volontà politica e il coraggio amministrativo si incontrano davvero.

Il mare calabrese non può più aspettare. E neppure noi. (bg)

[Bruno Gualtieri è già Commissario Straordinario dell’Autorità Rifiuti e Risorse Idriche della Calabria (ARRICal)]

Il sindaco di Vibo chiede un tavolo in Prefettura per depurazione e fosso Sant’Anna

Il sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo, ha chiesto alla Prefettura un tavolo tecnico per la depurazione e il fosso Sant’Anna.

Una richiesta avvenuta a seguito dell’incontro avvenuto tra l’assessore ai Lavori pubblici Carmen Corrado, affiancata dal dirigente Antonio Nisticò e dai tecnici comunali, e i vertici di Arrical, Sorical e Corap, oltre che del Dipartimento Ambiente e Tutela del territorio della Regione Calabria, al fine di individuare una soluzione praticabile per effettuare il collettamento dell’eventuale eccedenza di portata del depuratore Silica.

Preliminarmente il Comune ha preso atto della dichiarazione del commissario del Corap, il quale ha precisato che il Consorzio, trovandosi in condizione di liquidazione coattiva, è impossibilitato a stipulare una nuova convenzione.

Il Comune di Vibo Valentia ha però fatto presente che vi è la necessità di gestire le eccedenze che potrebbero essere prodotte dal depuratore Silica, in quanto lo stesso è dimensionato per processare una portata di 20mila Abitanti Equivalenti. Eccedenze per le quali si rende necessaria una soluzione analoga a quella adottata in precedenza dallo stesso Corap.

«Il Comune – si legge in una nota – intende ringraziare il prefetto per la disponibilità già manifestata nei giorni scorsi sull’argomento, del quale era stato opportunamente messo al corrente da parte dell’amministrazione». (rvv)

Il consigliere Lo Schiavo: Intervenire sulla depurazione a Pizzo prima della stagione estiva

Il consigliere regionale Antonio Lo Schiavo, ha chiesto di intervenire, tempestivamente, sul depuratore di Pizzo «al fine di scongiurare il grave danno economico per il comparto turistico che deriverebbe da condizioni del mare compromesse da sversamenti e liquami».

Lo Schiavo, infatti, ha presentato una interrogazione a risposta scritta all’assessore regionale all’Ambiente, chiedendo di sapere «quali controlli ed eventualmente quali azioni urgenti intende svolgere per verificare e garantire la piena funzionalità del depuratore di Pizzo e del depuratore consortile di Pizzo, Filadelfia e Francavilla Angitola; in quali modi e con quale frequenza si intende monitorare il mare antistante il litorale di Pizzo».

«Le immagini delle chiazze giallastre – ha spiegato – che hanno imbrattato nei giorni scorsi il mare tra Pizzo, Vibo Marina e altri tratti della costa vibonese, non possono non rievocare quelle desolanti che, puntualmente, con l’approssimarsi della stagione estiva, si presentano lungo il nostro litorale. Sebbene l’Arpacal abbia chiarito che, in questo caso, si sarebbe trattato di pollini di pinacee, ritengo sia utile, a pochi mesi dall’avvio della stagione balneare, avviare per tempo un’attenta riflessione sul tema della mala-depurazione, delle condotte abusive e dell’inquinamento del nostro mare».

«Non sono certo una novità le ataviche inefficienze – ha aggiunto – che caratterizzano il sistema depurativo di alcuni centri, così come l’impatto degli scarichi abusivi sulla qualità delle acque marine. Per questo ritengo sia necessario intervenire per anticipare i problemi che abitualmente purtroppo subentrano a compromettere la stagione balneare e la presenza di turisti».

«C’è, infatti – ha proseguito – da ricordare come il comune di Pizzo, storicamente interessato da importanti fenomeni di inquinamento del mare – come dimostrano le ordinanze di divieto di balneazione che di anno in anno vengono emanate – sia stato destinatario negli anni di risorse regionali per il sistema depurativo ma, ciononostante, il problema non si sia affatto attenuato».

«A ciò si va ad aggiungere l’annosa questione del depuratore consortile – ha detto ancora – che, oltre ai Comuni associati dovrebbe servire un’area affollata da villaggi turistici e resort, ma mai entrato in funzione e, allo stato, del tutto inutilizzabile visto la condizione di abbandono in cui versa e i ripetuti furti di quadri elettrici, pompe e filtri che l’hanno interessato. Per non parlare degli scarichi abusivi che sfociano direttamente in mare o nei corsi d’acqua». (rvv)

Depurazione, il sindaco di RC Falcomatà: Salvaguardare livelli occupazionali

Il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, ha incontrato i rappresentanti sindacali ribadendo la volontà dell’Ente di inserire nel nuovo bando una clausola sociale che tuteli le professionalità già operanti nel settore della depurazione. Presenti, anche l’assessore Francesco Gangemi ed il Direttore generale dell’Ente, Demetrio Barreca.

««Saremo al fianco dei sindacati e dei lavoratori per salvaguardare i 51 posti di lavoro di Idrorhegion, in attesa della stesura del nuovo bando di assegnazione del servizio che terrà inevitabilmente conto del più complesso e rivoluzionario riordino del comparto idrico integrato da parte di Sorical», ha detto Falcomatà, sottolineando come «l’amministrazione comunale è compiutamente all’opera per garantire la continuità lavorativa. Come sugli altri temi legati alla questione idrica, anche rispetto alla depurazione sono stati fatti enormi passi avanti».

«Quello che ci interessa – ha evidenziato – è che il servizio sia di qualità, sostenibile nel tempo e, ovviamente, che il percorso garantisca il rispetto dei livelli occupazionali».

«Recentemente – ha ricordato – si è discusso con i manager di Sorical che hanno apprezzato il know how di Idrorhegion. In quella circostanza, abbiamo fortemente ribadito l’interesse sui 51 operai che, nel tempo, hanno acquisito esperienze e professionalità che vanno tutelate. Si è individuata, quindi, una strategia in grado di rispettare le tre priorità individuate dall’Amministrazione comunale: qualità, sostenibilità e difesa di ogni posto di lavoro».

«Il passaggio fatto con Sorical – ha aggiunto Falcomatà – prevede, infatti, la continuità occupazionale una volta che sarà entrato in funzione il servizio. Questa è la linea che, insieme ai sindacati, continueremo a seguire affinché non sorgano problematiche di alcun genere, interruzioni o possibili intoppi. La strada da percorrere è in discesa, ma è bene precisare che ogni tappa ci vedrà sempre e costantemente accanto ai lavoratori». «Volevo si evidenziasse – ha proseguito il sindaco – la circostanza per cui gli obiettivi e le tutele, che sono per noi ampie, rientrano nella programmazione portata avanti, fino ad oggi, dall’amministrazione comunale riguardo tutte le società che, in città, svolgono servizi pubblici essenziali o a domanda individuale».

Nel corso della riunione è stato evidenziato come il bando in elaborazione, da parte degli uffici comunali, «contempli l’inserimento della clausola sociale per come delineata nel codice dei contratti pubblici, per altro inserita per intero nel rispetto delle informazioni richieste ad Idrorhegion sul numero dei dipendenti in forza all’azienda ed anche a tutte quelle che sono le indicazioni necessarie al mantenimento della stabilità occupazionale». «Per come stabilito con Sorical e per come sarà previsto anche nel bando – si è specificato – l’azienda regionale subentrerà nel contratto al Comune di Reggio. L’attenzione a garanzia del mantenimento dei livelli occupazionali sarà massima».

Massimo apprezzamento è stato espresso dai sindacati che hanno «ringraziato il sindaco Falcomatà e l’amministrazione per l’impegno profuso e per l’attenzione che stanno dedicando alla vicenda». (rrc)

Depurazione, il consigliere Comito: 7 mln per gli impianti di Vibo

«C’è anche Vibo Valentia tra i soli sette progetti ammessi a finanziamento in Calabria da parte del Ministero della Transizione ecologica, riguardanti “Investimenti in fognatura e depurazione». È quanto ha reso noto il consigliere regionale Michele Comito, spiegando come questo sia il «segno che la proposta messa a punto da Arrical è valida e segue la strada del perseguimento dell’interesse dei cittadini».

«Con sette milioni di euro verrà infatti finanziato l’adeguamento funzionale e potenziamento delle piattaforme depurative site a Porto Salvo e Piscopio, nel Comune di Vibo Valentia», ha aggiunto, spiegando come «quello sugli impianti di Porto Salvo e Piscopio è l’unico intervento beneficiario dei fondi in tutta la provincia di Vibo Valentia».

«Questo dimostra – ha proseguito – il grande lavoro che sta svolgendo Arrical anche in questo territorio, e soprattutto conferma la grande attenzione del presidente Roberto Occhiuto nei riguardi del Vibonese e più in generale di una problematica che la Regione sta affrontando sin dall’inizio con grande determinazione e senza fermarsi davanti ad alcun ostacolo».

«Per tale motivo non posso che ringraziare il presidente – ha concluso – così come non posso non ringraziare l’Autorità rifiuti e risorse idriche della Calabria, nonché la Sorical Spa che – come prevede il decreto n. 262 del 9 agosto 2023 – è stata individuata quale soggetto attuatore degli interventi relativi all’investimento in quanto affidatario del servizio idrico integrato in Calabria». (rvv)

Depurazione ai Laghi di Sibari, il sindaco Papasso: Tutto sotto controllo

l sindaco di Cassano allo Ionio, Gianni Papasso, è intervenuto in merito alla depurazione ai Laghi di Sibari, assicurando che è tutto sotto controllo.

Nei giorni di ferragosto, infatti, è stato segnalato dalla ditta Analiticals Ambiente alcuni ingressi anomali di acqua scura e maleodorante nell’impianto dei Laghi di Sibari. Il primo cittadino, venuto a conoscenza della cosa, ha intimato alla ditta di mettere in atto tutti gli accorgimenti tecnici, come peraltro segnalato da loro, per garantire la depurazione e nel contempo ho attivato ed allertato l’ufficio tecnico per verificare dai pozzetti e dagli impianti di sollevamento quanto denunciato e comunicato dalla ditta.

1Effettivamente – ha spiegato Papasso – c’è un ingresso anomalo di acqua. Motivo per cui invito tutti coloro che scaricano nelle fogne materiali non autorizzati manomettendo il sistema che per scopi non legittimi stanno attentando all’ambiente e alla salute pubblica. Li avviso pubblicamente che non lo consentiremo. Specifico subito che il processo depurativo è garantito, non è stato messo in discussione e tutto funziona ma, allo stesso tempo, stamane ho reiterato una ordinanza a mia firma già emanata nel 2017 quando mi beccai un processo ingiustamente (e per questo venni assolto con formula piena), per tutti questi motivi chi sta abusando degli impianti oltre che della nostra pazienza verrà punito».

«In particolare l’ordinanza intima a tutti i proprietari delle unità abitative e delle attività commerciali ricadenti nel complesso Laghi di Sibari – ha ricordato – di immettere nell’impianto fognario esclusivamente reflui domestici, specificando che non possono essere scaricate nella pubblica fognatura altre sostanze e, in particolar modo, “…acque reflue contenenti sostanze pericolose (sia in azione diretta che in combinazione con altri prodotti) che possono danneggiare le condutture o interferire con i processi biologici di depurazione o che comunque possano portare condizioni insalubri, disagevoli o di pericolo per l’incolumità delle persone o danno all’equilibrio ambientale”».

«Andremo fino in fondo per eliminare definitivamente questo andazzo che va avanti dal 2017 – ha concluso – ho chiesto al responsabile dell’Area III Lavori Pubblici, con il supporto del Responsabile dell’Area VIII Polizia Locale, di procedere con immediatezza ad ogni forma di ispezione per accertare responsabilità di terzi. Contestualmente ho notiziato della vicenda la Capitaneria di Porto di Corigliano, la Compagnia dei Carabinieri di Cassano All’Ionio, la Regione Calabria, il Prefetto di Cosenza e la Procura della Repubblica di Castrovillari per il da farsi di loro competenza». (rcs)

Saccomanno (Lega): «Bene battaglia di Occhiuto su depurazione. Sindaci inadempienti»

«Controlli, denunce, misure amministrative, non servono a nulla dinnanzi ad una situazione di sfascio e di abbandono lasciata da una gestione passata del tutto incurante dell’ambiente e del valore del mare».
A dirlo è il commissario regionale della Lega in Calabria, Giacomo Francesco Saccomanno intervenendo su tema caldo della depurazione.

«Ricordo – aggiunge – la battaglia nella zona di Nicotera, ove per 20 anni ho presentato n. 52 esposti, ho ricevuto in cambio spari e proiettili contro il cancello di casa, ma nulla è, però, cambiato! Anche la denuncia delle istituzioni per “collusione con la criminalità” non ha sortito nulla! Uno Stato che non riesce a fronteggiare un sistema di inquinamento marino, con tutti i mezzi che possiede, o non è capace oppure non vuole e, quindi, è colluso. Oggi ci sta provando il presidente Occhiuto con caparbietà e convinzione. La battaglia sarà dura, ma son sicuro che lascerà il segno. Non è persona che si arrende».

Continua Saccomanno: «Naturalmente, sono necessari provvedimenti forti e drastici, una collaborazione corretta delle Forze dell’Ordine, una posizione decisa e determinata delle Procure. Ed allora forse qualcosa potrà avvenire, con i sequestri degli impianti non funzionanti, la denuncia dei sindaci inadempienti, la nomina di commissari che in 30 giorni devono relazionare sullo stato dell’arte indicando i provvedimenti urgenti da assumere, le segnalazioni alla Procura della Corte dei conti per l’azione di danno erariale, la ribellione dei cittadini, che spesso sono condizionati dalle lobby di potere e dalla criminalità organizzata, che lucra pesantemente con l’ambiente. Una azione collettiva che deve supportare quella del presidente e di tutti coloro che amano la propria terra e vorrebbero che non fosse violentata da personaggi che pensano solo a lucrare oppure sono di una tale ignoranza che non comprendono o non vogliono comprendere che il mare è una ricchezza e, quindi, va tutelato con tutti i mezzi possibili. La Lega sarà per queste e tutte le battaglie fondamentali e di civiltà e non rinviabili, accanto al presidente Occhiuto che potrà sempre contare sul nostro sostegno». (rcz)

Succurro (Anci): Regione o Sorical prenda in mano il timone della depurazione

«Chiediamo che Sorical, oppure la Regione in qualche forma, prenda in mano il timone della depurazione». È la proposta lanciata dalla presidente di Anci Calabria, Rosaria Succurro, a margine dell’incontro con il presidente della Regione, Roberto Occhiuto.

Un incontro «con cui – ha precisato – c’è stata un’interlocuzione puntuale e positiva». «Il presidente – continua la rappresentante dell’Anci calabrese – ha dato piena disponibilità a interloquire e interagire con i Comuni al fine di migliorare lo stato della depurazione. Lo ringrazio molto per la grande apertura che ha mostrato su un problema ambientale così delicato, confermando di voler avere con i sindaci, dunque con l’Anci, un rapporto ancora più forte e sinergico».

«Continueremo a discutere e a lavorare con spirito costruttivo per dare risposte ai cittadini. Infatti, nel prossimo settembre – ha annunciato la presidente dell’Anci Calabria, Rosaria Succurro – avremo un importante incontro fra Anci, Regione e commissario all’Ambiente. Vi terrò sempre aggiornati». (rcz)

Depurazione, i sindaci Fiorita, Caruso, Voce e Brunetti: Dichiarazioni di Occhiuto grave ferita istituzionale

Le dichiarazioni del presidente della Regione, Roberto Occhiuto, sulla depurazione, facendo scaricabarile sui sindaci, è una «grave ferita istituzionale» per i sindaci di Catanzaro, Cosenza, Crotone e Reggio, rispettivamente Nicola FioritaFranz CarusoVincenzo VocePaolo Brunetti.

«Il mare è di tutti, certo – hanno detto i primi cittadini in una nota congiunta – ma quando le cose vanno meno bene è colpa dei sindaci. Si può riassumere così il video che il Presidente della Regione ha diffuso sui social, attaccando frontalmente i primi cittadini per i problemi imputabili agli scarichi abusivi e alla cattiva depurazione. Un’uscita che apre una voragine nei rapporti con i Comuni calabresi che, se è vero siano responsabili della gestione dei depuratori, sicuramente non sono nelle condizioni economiche ed operative per poter risolvere un problema così grande».

«L’aver trasferito delle somme ai Comuni – hanno continuato – per interventi in via d’urgenza nelle scorse settimane, tra l’altro insufficienti per far fronte a criticità ormai strutturali del settore, è una scelta comunque apprezzabile ma non può assolutamente essere utilizzata dal Presidente Occhiuto come la “scusa” per scaricare ogni responsabilità sui sindaci che, su questo come altri argomenti, sono lasciati spesso soli al loro destino».

«La strumentalizzazione social – hanno evidenziato – non può essere una pratica accettabile dal punto di vista istituzionale, perché tradisce il rapporto di fiducia e di leale collaborazione tra le guide degli enti locali, nel rispetto di quel principio di sussidiarietà che dovrebbe sempre orientare l’azione politica e amministrativa. Peraltro, la strada intrapresa negli ultimi mesi mai avrebbe fatto presagire un attacco così irrituale, che ci rammarica e ci preoccupa».

«Al tempo stesso – hanno concluso – le parole del Presidente fanno riflettere anche sull’assoluto deficit di tutela e di rappresentanza da parte dell’Anci Calabria che, senza logiche di appartenenza, dovrebbe far sentire la voce e i bisogni di tutti i sindaci. Ci auguriamo, perciò, che questa ferita nei rapporti istituzionali non diventi nel tempo ancora più grande, e che non si dia spazio a pericolosi espedienti utili, ogni volta, a fare dei sindaci i parafulmini di problemi malgovernati a livello più alto». (rcz)