di CARLA VALLE – Domani, 15 settembre 2023, inizia l’attesissimo festival di Teatroltre, teatro in strada, che si tiene da anni sul corso Numistrano. Sarà l’ultimo dono di Piero Bonaccurso alla sua città, alla quale ha voluto dedicare tutto il suo impegno in tanti anni di lavoro.
Il percorso per arrivare a questa meraviglia iniziò nel 1976, quando Gianni Piricò, Ivan Falvo D’Urso e Piero Bonaccurso decisero, molto incoscientemente, di fondare il Teatrop, trasformandolo da collettivo teatrale (fondato nel 1972) a compagnia sociale.
Anche io ho seguito le loro vicissitudini, e devo dire che è stata dura. Ostacoli di ogni tipo, problemi con le amministrazioni, critiche pesanti, mortificazioni.
Poi Piero è rimasto solo e ogni volta ha dovuto ricostruire e ricominciare. Lui è sempre andato dritto come una scheggia per conseguire i suoi obiettivi, sicuro di sé, di quello che voleva ottenere, di realizzare il sogno della sua vita.
TeatrOltre è la sintesi, la rappresentazione massima della sua visione: compagnie di vario genere che espandono nelle strade di Lamezia il profumo della loro magia, della bellezza dei colori, degli abiti, della gioia di vivere, del portamento elegante nella loro grande dignità umana e professionale. È poesia, ognuno la veda come vuole, ma questa è poesia.
Questa meravigliosa espressione dell’arte e della vita di tanti artisti che sgobbano come matti ogni giorno richiede una organizzazione complessa accuratamente realizzata dai componenti del Teatrop, che voglio nominare con grande affetto: Maurizio Grande, Fabio Butera, Marco Piricò, Giuseppe Ferrise, Greta Belometti e Pierpaolo Bonaccurso.
Lavorando con grande dedizione, hanno il merito di aver realizzato, in questa prima edizione senza Piero, l’idea di spettacolo che lui ha sempre avuto nella testa, e se sarà nascosto in qualche parte a mangiarsi un gelato, approverà, si farà due risate, si divertirà.
Ti abbiamo voluto tanto bene Piero; ci manchi per le emozioni, la commozione, le suggestioni e la gioia che ci hai dato con i tuoi spettacoli.
A noi tua famiglia manchi anche per altri motivi: per i tuoi gnocchi, più buoni di quelli che facevano le nostre madri; a Pierpaolo mancherà a Natale il tuo capretto, carne tenera e sughetto per condire le linguine; a tutti mancherà il tuo tiramisù, delicato e buonissimo come nessun altro.
Qualche mese prima di lasciarci improvvisamente, noi familiari siamo stati molto felici che Piero sia risalito sul palco di varie città italiane in uno spettacolo per ragazzi che ha riscosso molto successo. Alla fine, i ragazzini salivano sul palco, chi a stringergli la mano, chi a tirargli la giacca, chi più intraprendente, tentava di arrampicarsi sul suo pancione per arrivare a dargli un bacetto. Così ovunque. Noi lo vogliamo ricordare in questo modo: un uomo realizzato, tutto felice in mezzo ai ragazzini, in mezzo agli studenti dei laboratori, alla fine di ogni spettacolo a godersi il suo applauso.
Voglio ringraziare insieme a mio figlio Pierpaolo, a Greta e alla piccola Petra tutti coloro che hanno dimostrato tanto amore e stima per Piero. Siamo rimasti veramente travolti da tanta considerazione per questo ragazzone, per questo eterno bambino che in mezzo a tante difficoltà ha lavorato con grande onestà e rigore per dare un sorriso agli altri e a sé stesso. Si chiamava Pietro, come il nonno, ma tutti lo chiamavano Pierino. Non ho mai capito perché… Che la festa abbia inizio! (cv)