PALMI (RC) – Al Manfroce “Vasame, l’amore è rivoluzionario” di Marisa Laurito ed Enzo Gragnaniello

“Vasame, l’amore è rivoluzionario” di Marisa Laurito ed Enzo Gragnaniello è il prossimo appuntamento della rassegna Synergia 48, organizzata dall’associazione culturale Nicola Antonio Manfroce di Palmi, presieduta da Antonio Gargano, e finanziata con l’avviso pubblico Promozione Eventi Culturali 2022 della Regione Calabria.

Marisa Laurito (voce), Enzo Gragnaniello (chitarra), Piero Gallo (mandolina) e Mario Caligiuri (percussioni) daranno vita ad una inedita e originale riflessione di profonda attualità declinata in musica e parole, versi, pittura, poesia e scandita da racconti di vita e d’amore di grandi autori, poesie, monologhi divertenti e canzoni. Il tutto infarcito con un tocco d’arte e sapiente ironia. Ispirato alla canzone Vasame di Enzo Gragnaniello, lo spettacolo andrà in scena alle 21.15, mercoledì 6 dicembre al teatro Manfroce di Palmi. L’amore è rivoluzionario perché in un mondo in cui spesso prevalgono violenze, guerre, egoismi, è urgente riaccendere la scintilla di vita, bene e passione.

«E cosa è un artista se non un coraggioso esploratore che tenta, sente, che annusa, che gioca, che corre avanti agli altri, regalando a mani piene il proprio incorruttibile entusiasmo e la propria energia instancabile. Ed è per questo che sono corsa dietro ed ho sperimentato altre mie passioni», ha raccontato Marisa Laurito.

Lo spettacolo ha come filo conduttore la musica del cantautore Enzo Gragnaniello e la spumeggiante presenza di Marisa Laurito che canta e recita” l’ammore” nelle sue tenere, struggenti e divertenti sfaccettature. Una musica originaria, atavica e istintiva che si rivela al pubblico attraverso sonorità e ritmiche sincere che toccano le corde più profonde dell’anima aprendo a riflessioni sulla condizione attuale che il mondo sta vivendo. Un invito al sentimento più semplice e complesso: l’amore, da sempre e per sempre, la chiave di tutto. (rrc)

COSENZA – La grande magia de “Lo Schiaccianoci” attesa al Rendano

Cresce l’attesa al Teatro Rendano di Cosenza per l’appuntamento di giovedì 7 dicembre. Di scena, alle ore 20,30, “Lo schiaccianoci”, uno dei balletti più affascinanti della storia della danza classica, grazie alle musiche di Pëtr Il’ič Čajkovskij, su libretto di Marius Petipa, e tratto dal racconto “Schiaccianoci e il re dei topi” di Ernst Theodor Amadeus Hoffmann.

A portarlo in scena, la compagnia del Teatro Nazionale dell’Opera della Romania. Il balletto fu rappresentato la prima volta il 18 dicembre 1892 e divenne immediatamente la fiaba natalizia per eccellenza. La data cosentina rientra nel tour italiano della storica compagnia del Balletto di Stato Rumeno.

La storia dello Schiaccianoci, ambientata agli inizi dell’Ottocento, si svolge alla vigilia di Natale quando Drosselmeyer, eccentrico inventore di giocattoli, molto amato dai bambini, viene invitato a casa del signor Stahlbaum, il sindaco della città. I giochi e le danze iniziano e Drosselmeyer organizza uno spettacolo di marionette e burattini nel quale il Re dei topi vuole rapire la Principessa, ma il coraggioso Schiaccianoci lo uccide e salva la Principessa, diventando così il giocattolo preferito della piccola Clara.

In sogno, la piccola, immagina l’invasione della sala da pranzo da parte dei topi guidati dal loro Re, ma lo Schiaccianoci guida i soldatini all’attacco dominando la paura. Clara lo segue e lo salva gettando la sua pantofola contro il Re dei topi che, sconfitto, scompare con le sue truppe. Drosselmeyer trasforma quindi lo Schiaccianoci e Clara in un Principe e in una Principessa e l’atto si conclude con il meraviglioso Valzer dei Fiocchi di Neve.

Nella Seconda parte del balletto, il sogno prosegue nella Città dei Dolci e giunge il momento dei festeggiamenti cui prendono parte Clara e lo Schiaccianoci, si susseguono le danze con ritmo incalzante: Spagnola, Orientale, Cinese, Russa (trepak) e Pas de Trois, fino al risveglio della piccola protagonista con il suo Schiaccianoci tra le braccia.

L’appuntamento di giovedì 7 dicembre al Rendano con “Lo Schiaccianoci” è certamente un’occasione da non perdere per tutti gli appassionati di danza, ma anche per coloro che, attraverso un grande balletto internazionale, vogliono avvicinarsi a questa meravigliosa forma d’arte. In scena, l’incanto delle coreografie e dei costumi di uno dei corpi di ballo più famosi al mondo.

Per le sue caratteristiche di favola a lieto fine e per la vicenda pervasa da un’atmosfera fatata di festa, “Lo Schiaccianoci” è diventato nel tempo un balletto che ammalia i bambini e incanta anche gli adulti. Per questo è lo spettacolo più rappresentato nel mondo durante le festività natalizie e nel periodo che le precedono.

La Compagnia del Teatro Nazionale dell’Opera della Romania si esibisce con notevole successo su ogni palcoscenico del mondo e le loro rappresentazioni sono state seguite da milioni di spettatori soprattutto in Italia, Germania, Svizzera, Africa, Cina, Taiwan e Giappone. La compagnia fa leva sulle grandi tradizioni del balletto classico e ha l’obiettivo, con le sue messe in scena, di far vibrare le corde dell’anima degli spettatori. (rcs)

CATANZARO – Due ore di risate con Brignano. Stasera la replica

E’ stato un vero trionfo la prima delle due serate del grande spettacolo di Enrico Brignano andato in scena ieri sera in Teatro Politeama di Catanzaro gremito in ogni ordine di posti. Sono arrivati da tutta la regione, infatti, per assistere all’irresistibile “Ma… diamoci del tu!”, scritto con Manuela D’Angelo, la collaborazione ai testi di Alessio Parenti e le musiche originali di Andrea Perrozzi.

E stasera si replica alle ore 21:00 con altri mille spettatori pronti ad invadere il suggestivo centro storico del capoluogo calabrese e il bellissimo Teatro progettato da Paolo Portoghesi.

In una cornice scenotecnica da mega show, arrivata a Catanzaro con ben due bilici di oltre 16 metri carichi di luci e scenografie, Enrico Brignano ha regalato oltre due ore di divertimento puro; un successo straordinario per l’amatissimo attore e comico romano, al centro di un palcoscenico abbondantemente illuminato e colorato nello stile dei grandi varietà televisivi.

Da vero mattatore, ha strappato risate continue e applausi convinti con un monologo mozzafiato che ha infiammato e trascinato tutti nel clima festoso di un teatro pervaso da un’allegria straripante e contagiosa. In oltre due ore di autentico “one man show” ha sfoderato tutta la sua bravura e la sua classe da gigante del teatro comico italiano, portando il pubblico a ridere a crepapelle, fino alle lacrime, tra racconti e aneddoti intrisi d’ironia e da una vena sarcastica irresistibile. Dai tanti «no» ricevuti ai provini di attore in cui era sistematicamente bocciato, ai suoi primi corteggiamenti sotto il Colosseo con la scomoda automobile disegnata da Giugiaro, con Radio Maria in sottofondo, fino ad irresistibili gag sui rapporti tra mariti e mogli, è stata una cura di puro e sano divertimento, una immersione nella grande comicità d’autore di uno degli attori più amati dal pubblico di tutte le età e target. Anche a Catanzaro si è avuta la conferma che l’ex allievo di Gigi Proietti oggi è un indiscutibile maestro della comicità e del miglior teatro leggero italiano.

Al termine, anch’egli visibilmente contento per il calore e l’accoglienza, dopo un ultimo esilarante racconto della storia tra Psiche ed Eros, ha regalato alcune copie del suo libro “Non facciamone una tragedia” (edito da Einaudi) agli spettatori che hanno compiuto gli anni proprio ieri.

Strameritato il Riccio d’Argento dell’orafo calabrese Gerardo Sacco, premio ai Migliori Live d’Autore di “Fatti di Musica”, il festival diretto da Ruggero Pegna giunto alla 38°edizione, che ha organizzato l’evento insieme alla Fondazione Politeama. Il prestigioso riconoscimento gli è stato consegnato dallo stesso promoter insieme ad Aldo Costa e Gianvito Casadonte, rispettivamente Direttore Generale e Sovrintendente del Teatro, concordi nell’affermare che, innanzitutto: «E’ stato un successo eccezionale, frutto di una perfetta sinergia che può assicurare altri grandi eventi impegnativi sotto il profilo finanziario e organizzativo, ma non proibitivi anche in un teatro calabrese, grazie proprio a questa risposta entusiasta del pubblico!». (rcz)

MENDICINO (CS) – Sguardi a Sud: il 3 dicembre, va in scena lo spettacolo “I figli di Babbo Natale”

L’aria natalizia si fa sempre più coinvolgente al Teatro comunale di Mendicino, grazie agli imperdibili appuntamenti proposti dalla compagnia Porta Cenere, sotto la sapiente guida di Mario Massaro. Con il patrocinio del Comune di Mendicino e il sostegno della Fondazione Carical, gli spettacoli della sesta edizione della rassegna di teatro contemporaneo “Sguardi a Sud” si confermano come momenti di intrattenimento e riflessione di altissima qualità.

Prossimo evento da segnare in agenda è per domenica 3 dicembre (ore 18). Il pubblico potrà immergersi nella magia natalizia con lo spettacolo “I figli di Babbo Natale”, liberamente ispirato a “Marcovaldo”, capolavoro di Italo Calvino. Una pièce teatrale di e con Elisa Ianni Palarchio e Mario Massaro e la partecipazione di Mirko Iaquinta. Gli occhi del pubblico saranno rapiti dalle scenografie di Gino Veneruso, mentre la consulenza multimediale di Natale Filice e il video mapping a cura di MediaStage Lab contribuiranno a creare un’esperienza multisensoriale indimenticabile. Un’occasione unica per lasciarsi catapultare in un mondo incantato e vivere la magia del Natale attraverso gli occhi di Marcovaldo e della compagnia Porta Cenere.

La sesta stagione di Sguardi a Sud omaggia Calvino con uno dei suoi racconti più profondi e carichi di significato. Protagonista della storia è Marcovaldo, un uomo semplice e buono, impiegato come facchino presso la Sbav, un’azienda guidata da un ricco direttore interessato unicamente al profitto. Il Natale, tempo di festa e condivisione, si trasforma per Marcovaldo in una sfida epica quando il suo datore di lavoro decide di fargli consegnare un grande carico di doni ai magnati della città. Un lavoro straordinario che costringe il povero facchino a vestire i panni di Babbo Natale, in un contesto in cui il consumismo ha ormai preso il sopravvento. In questa esperienza, la sua umanità sarà messa a dura prova.

La trama, ricca di humor e poesia, svela la dicotomia del Natale moderno: da un lato, la frenetica corsa ai regali, dall’altro, il valore più alto dei sentimenti e della famiglia. Un racconto che mette in luce i veri valori della festività attraverso gli occhi innocenti di un bambino, il figlio di Marcovaldo. Attraverso la sua dolcezza e genuinità, riesce a far divertire il figlio viziato e annoiato del direttore, dimostrando che la gioia del Natale si trova nella semplicità e nell’amore familiare. Una lezione preziosa che supera i confini del tempo e dello spazio.

Il direttore artistico Mario Massaro: «Sguardi a Sud si impegna a offrire uno spettacolo che possa toccare il cuore di ogni spettatore, indipendentemente dall’età. “I figli di Babbo Natale” è la nostra risposta alla sfida di portare autenticità ed emozione sulla scena, contrastando il materialismo che ossessiona molte persone durante questo particolare periodo dell’anno».

La produzione della compagnia Porta Cenere mira a toccare le corde dell’anima, a riaccendere la fiamma dell’altruismo e a far brillare più intensamente i sentimenti. Un invito a coltivare le relazioni umane e i legami familiari, dando importanza a ciò che conta realmente. Una pièce teatrale coinvolgente adatta a un pubblico di tutte le età. (rcs)

Ramificazioni 2023, prossime tappe a Polistena e Corigliano-Rossano

Una rassegna che sta attraversando tutta la regione con le proprie arti. Ramificazioni Festival 2023, la rassegna di danza contemporanea che sta portando il meglio delle arti coreutiche in Calabria, attraverso un calendario itinerante che tocca gran parte del territorio regionale, si apre al mese di dicembre presentando una settimana ricca di spettacoli.

Si parte sabato 1 dicembre all’Auditorium Comunale di Polistena (Rc) per un appuntamento realizzato come consuetudine in collaborazione con Dracma – Centro sperimentale d’arti sceniche, una serata dedicata ai soli d’autore che vede in programma i lavori di tre compagnie: alle 21:00 la Compagnia Oltrenotte di Lucrezia Maimone con “Zoologia”, alle 21:30 Sosta Palmizi di Andrea Rosato con “Infieri”, alle 21:45 Create Danza con “Full Bodies Empty Spaces” con protagonista la danzatrice Greta Martucci su coreografie di Filippo Stabile.

Nella prossima settimana Ramificazioni approda anche nella città di Corigliano-Rossano (Cs). Tre gli spettacoli in scena, tra domenica 3 e martedì 5 dicembre. Nella giornata di domenica, all’interno del chiostro della sede comunale di Palazzo Garopoli, una serata dedicata ai duetti. Ad esibirsi dapprima la compagnia romana Atacama, alle 19:30, con “La Danza della Realtà”, spettacolo che vede le coreografie di Patrizia Cavola e Ivàn Truol. “La Danza della Realtà” prosegue la ricerca ispirata all’universo di Alejandro Jodorowsky, partendo dalla lettura di “Cabaret Mistico” e delle brevi storie riportate nel libro, che le diverse culture e tradizioni filosofiche ci hanno lasciato: Sufi, Buddhiste, Alchemiche, Koan, Haiku, Zen, Tibetane. Tema centrale della performance è la complessità del vivere contemporaneo e la natura antica, ancestrale dell’uomo che permane anche nella contemporaneità. Fragilità, conflitti, relazioni, innocenza, violenza, velocità, ritmo incessante, poesia e grottesco si miscelano all’interno della pièce.

A seguire, Create Danza porterà in scena alcuni estratti di “Baroque Suite”, lo spettacolo coproduzione di Ramificazioni Festival e Orchestra Sinfonica Brutia che ha debuttato nelle scorse settimane facendo registrare il sold-out sia al Teatro Rendano di Cosenza che al Politeama di Catanzaro, un atto unico per la danza contemporanea, le arti performative e la musica classica barocca, per la regia di Filippo Stabile, una creazione ispirata al Barocco Europeo, che vuole mantenere tutta l’essenza di questo periodo storico immergendo il pubblico in uno spettacolo di suggestioni ed evocazioni, tra danza contemporanea, danze urbane e arti performative aeree.

Martedì 5 dicembre al CineTeatro Metropol arriva una delle compagnie di danza contemporanea più interessanti su scala nazionale, Equilibrio Dinamico, con “Anastasia”, co-produzione realizzata con La luna nel letto, che prende in prestito la vicenda della donna che si finse Anastasia, figlia dell’ultimo zar di Russia per raccontare la mutevolezza dei ricordi reali e presunti di una donna intrappolata in quel sottile confine tra realtà e finzione, alla perenne ricerca di sé stessa. Le coreografie dello spettacolo sono del giovane talento pugliese Roberta Ferrara, mentre drammaturgia, regia, scene e disegno luci a cura di Michelangelo Campanale.

La città di Corigliano-Rossano tornerà poi protagonista nel cartellone di Ramificazioni Festival anche per l’ultimo appuntamento della stagione, il 27 dicembre, con “Chopiniana Arte Noctem” ospitata nel Salone degli Specchi del Castello Ducale, spettacolo firmato dal coreografo Salvatore De Simone per la compagnia Create Danza.

Tutte le informazioni e i biglietti per partecipare agli spettacoli sul sito: www.ramificazionifestival.it. (rcs)

RENDE (CS) – Doppio appuntamento a teatro con Lucilla

Un’artista tanto amata dai più giovani. Non è stato sufficiente un solo spettacolo, è stato necessario un “bis” per Lucilla, colei che non può che essere considerata una vera e propria star nel mondo dei bambini.

Dopo il primo appuntamento dello scorso 19 novembre a Castrovillari, ritorna, quindi, Primafila, la stagione teatrale, giunta alla ventunesima edizione ed organizzata dall’associazione culturale Novecento con la direzione artistica di Benedetto Castriota.

La kermesse si sposta a Rende per un appuntamento rivolto ai bambini: al teatro Garden di Rende, infatti, lo spettacolo di Lucilla. In un primo momento era in programma una sola esibizione alle ore 20. In pochi giorni, però, è arrivato il classico ”sold out” ed è stato così possibile soddisfare solo una parte delle richieste. L’organizzazione, quindi, ha deciso di programmare un secondo spettacolo, previsto per le 17.30, con i biglietti che sono andati nuovamente a ruba.

Il “Lucilla show” è uno spettacolo fatto da canzoni, balli e colori con l’artista che coinvolgerà e farà cantare i bambini presenti. Quello di giovedì prossimo, quindi, sarà un pomeriggio pieno di colori e di divertimento per un pubblico composto dai più piccoli e da famiglie.

Successivamente “Primafila” tornerà a Castrovillari: sabato 2 dicembre al Teatro Sibarys, alle ore 20.30, appuntamento dedicato alla musica con “The Real Queen Experience Regina”, ovvero uno straordinario omaggio ai Queen. Poi la sera del 7 dicembre, ancora a Rende, con l’atteso spettacolo di Francesco Cicchella. Successivamente altri sette appuntamenti che si svolgeranno a Castrovillari, Saracena e Mormanno fra l’8 ed il 29 dicembre.

COSENZA – Successo per l’opera teatrale “Il Vajont di tutti” andata in scena al Rendano

Emozioni fortissime ed occhi lucidi al Teatro Rendano di Cosenza al termine delle due repliche della prima e unica tappa in Calabria de “Il Vajont di tutti, riflessi di speranza”, la nuova emozionante pièce teatrale scritta da Andrea Ortis, regista ed eccezionale interprete del commovente spettacolo, autore peraltro di altre grandi opere come La Divina Commedia e Van Gogh Cafè. La particolarissima Opera teatrale e musicale, prodotta dalla Mic International Company con numerosi Patrocini tra cui quello della Fondazione “Vajont 9 ottobre 1963”, è stata inserita nel progetto “Insieme per… l’Ambiente” dell’Associazione Culturale Art-Music&Co di Giusy Leone, con la direzione artistica di Ruggero Pegna e il Patrocinio di Legambiente Calabria, Comune e Provincia di Cosenza.

Andrea Ortis, nel suo ruolo di protagonista, narratore e costruttore dell’intera sceneggiatura, in questa sua “creatura” ha sfoderato una prova attoriale davvero magistrale, trascinando il pubblico in un racconto coinvolgente e commovente. Vedere gli studenti del matinée scolastico attenti per oltre due ore e al termine finanche commossi, con gli occhi pieni di lacrime, ha confermato la grandezza di questo spettacolo, capace di calamitare e affascinare, ma anche indignare, in un processo di immedesimazione in questa incredibile storia vera, raccontata secondo un format narrativo originale e potente.

Uno spettacolo da vedere e, forse, da rivedere, certamente tra i più belli, suggestivi e creativi visti in un Teatro, come hanno confermato anche i commenti del pubblico di adulti del serale, tutto in piedi a tributare dieci minuti di applausi.

Ortis, che dopo Van Gogh Cafè ci regala un’altra performance strabiliante, a ritmo incalzante porta il pubblico sui luoghi della tragedia, li avvince con una narrazione ammaliante, a tratti ipnotica, drammaturgicamente perfetta. Bravi tutti gli altri attori: Michele Renzullo nel ruolo dell’ingegnere Carlo Semenza, progettista della Diga, Selene Demaria nei panni della giornalista Tina Merlin, che per prima iniziò a denunciare la pericolosità dell’opera, i performer Elisa Dal Corso, Mariacarmen Iafigliola, Jacopo Siccardi, a cui sono stati affidati momenti musicali e coreografie che hanno scandito il racconto storico di quegli anni. Lo spettacolo si è snodato su due binari narrativi paralleli, con il dettagliato racconto dello scenario storico dagli anni ‘20 ai ‘60 del Novecento italiano, e la ricostruzione delle dinamiche che portarono al disastro, a causa di negligenze, sottovalutazioni e superficialità. Serviva energia per ricostruire il Paese e ottenerla, con la costruzione di dighe e laghi artificiali, diventò un immenso affare per numerose aziende, spesso senza alcun rispetto per il territorio e la natura.

Dopo aver conquistato l’attenzione degli spettatori con un racconto ricco di dettagli tecnici ma al contempo umanamente struggente, arriva impietoso l’incredibile boato che la sera del 9 ottobre 1963 segnò il momento della frana sconvolgente che, precipitando dal pendio del Monte Toc, causò la tracimazione del bacino idroelettrico artificiale del torrente Vajont. L’acqua dell’invaso si tramutò in un’onda gigantesca che aggredì i paesi di Erto e Casso, vicini alla riva del lago e poi, scavalcando lo sbarramento della diga, si abbatté su alcuni abitati del fondovalle, tra cui Longarone, provocando oltre 2000 morti.

Con “Il Vajont di tutti” è stato centrato pienamente l’obiettivo di portare in scena la drammatica attualità del complesso rapporto tra uomo e natura e della necessaria tutela dell’ambiente e degli equilibri millenari di ogni forma di vita. Riuscito anche il raccordo narrativo, segnato dalla dimensione del dolore per la perdita evitabile di vite umane, con i fatti tragici di Sarno, della Val di Stava, fino alle vicende di San Giuliano di Puglia, Amatrice, Rigopiano e Genova. Eventi tragici in cui il comune denominatore sono l’avidità dell’uomo e la sua scientifica aggressione delle risorse naturali attraverso il disboscamento, la cementificazione selvaggia, l’edificazione abusiva, la speculazione a dispetto della sicurezza.

Impeccabili e fortemente innovative le scene di Gabriele Moreschi, le luci di Virginio Levrio, i video di Mariano Soria. A completare le firme di uno spettacolo evento davvero indimenticabile Francesco Iannotta per il suono, Francesco Cipullo per gli arrangiamenti, la produzione esecutiva di Lara Carissimi.

«La storia del nostro Paese – dice Andrea Ortis con la sua forza recitativa capace di stregare il pubblico – è piena di vicende non risolte, nascoste, occultate; storie senza pace e senza giustizia, in cui a rimetterci sono gli ultimi, la gente comune e a soccombere è l’uomo con tutta la sua umanità. A volte, è proprio questo dolore che crea partecipazione e unisce tutti in una comunità allargata, solidale, stimolata da fatti che ci colpiscono e ci chiamano in causa… Ognuno ha il suo dolore, ecco perché la storia del Vajont è la storia di tutti e, nella storia delle mie origini friulane, è il mio!». (rcs)

LAMEZIA TERME (CZ) – Al Grandinetti successo per “La Mandragola” di Roccamo

Un minuto di silenzio per ricordare le donne vittime di violenza e femminicidi, 106 dall’inizio dell’anno nel nostro Paese, nella giornata internazionale dedicata alla sensibilizzazione e alla mobilizzazione contro il fenomeno. Il pubblico in piedi accoglie gli attori della compagnia Teatro Europeo Plautino, che introducono subito la platea nella dimensione canora dello spettacolo, una sperimentazione coraggiosa in cui convivono il testo del II secolo A.C. e la musica elettronica, di cui la compagnia ha fatto il suo tratto distintivo.

Sul palco del Teatro Grandinetti va in scena “La Mandragola”, con la regia di Cristiano Roccamo, un capolavoro del Teatro Comico italiano che è anche uno sguardo critico sulla società del tempo.

Il sipario si alza sulla Firenze del 1504. I personaggi che si presentano sono estremamente moderni, specchio di una società che si è evoluta nel tempo ma che mantiene inalterati vizi, difetti e debolezze. Non è difficile scorgere nell’intreccio corruzione, avarizia e tentativi di manipolazione che si fanno spazio anche nella vita moderna. Si tratta di una rappresentazione senza filtri delle nostre imperfezioni e dei nostri peccati immortali.
La commedia riesce a descrivere un mondo senza tempo, attraversato da personaggi che non risultano essere né buoni né cattivi, ma sospesi tra moralità e immoralità, passato e presente, giusto e sbagliato. L’intento è farci ridere delle nostre stesse caricature, spingendoci a guardare all’interno di noi stessi, fino in profondità.

A catturare l’attenzione è soprattutto il personaggio di Lucrezia, protagonista indiscussa che non entra mai in scena se non alla fine. “La Mandragola” riflette certamente il contesto culturale e sociale dell’epoca rinascimentale, caratterizzato da forti gerarchie di genere. Le donne erano spesso confinate a ruoli tradizionali e sottoposte a rigide aspettative sociali. Pertanto, la figura di Lucrezia potrebbe riflettere la lotta delle donne per trovare spazi di autonomia e influenza entro i limiti imposti dalla società.

Dal punto di vista del femminismo, è interessante esaminare com’è rappresentato il suo personaggio in termini di potere e autonomia. Pur essendo oggetto di manipolazioni da parte degli uomini intorno a lei, dimostra una certa astuzia e abilità nel navigare le complessità della sua situazione. Questo può essere visto come un primo segno di resistenza nei confronti delle norme patriarcali dell’epoca. Inaspettatamente ci ritroviamo infatti davanti al vero principe della commedia, la vera figlia dell’ideale di Machiavelli.

Guardando al femminismo contemporaneo, la riflessione su Lucrezia potrebbe evidenziare le sfide che le donne hanno affrontato nel passato e la necessità di continuare a lottare per l’uguaglianza di genere.
Il sipario si chiude su un piccolo spazio di libertà e autodeterminazione conquistato.

Se “La Mandragola” è lo specchio di ciò che non cambia, Lucrezia è la tela su cui proiettare le battaglie delle donne di oggi.

Prova d’attore superata per tutta la compagnia del Teatro Europeo Plautino, che raggiunge lo scopo dichiarato di riscoprire il teatro classico per avvicinare il pubblico al patrimonio culturale della classicità.

Lo spettacolo “La Mandragola” è inserito nella rassegna teatrale Arteca promossa da I Vacantusi.

MENDICINO (CS) – Per Sguardi a Sud arriva il duo Lanzoni-Presti in concerto

Nella suggestiva cornice di Mendicino, la sesta edizione della rassegna di teatro contemporaneo “Sguardi a Sud” continua a conquistare il plauso del pubblico e a regalare intense emozioni. La compagnia teatrale Porta Cenere, sotto la sapiente direzione artistica di Mario Massaro, ha trasformato la pittoresca cittadina calabrese in un epicentro di creatività, con una kermesse che ha superato ogni aspettativa. Con il patrocinio del Comune di Mendicino e il sostegno della Fondazione Carical, “Sguardi a Sud” si sta affermando come una vetrina di eccellenza per la cultura in Calabria con un programma ricco di appuntamenti che abbraccia tre settori distinti: il teatro di prosa, il teatro ragazzi e la musica.

Il 25 novembre (ore 21), i riflettori del Teatro comunale di Mendicino saranno puntati su un duo d’eccezione: Alessandro Lanzoni (pianista) e Alessandro Presti (trombettista). Un concerto che promette di catturare l’attenzione e l’entusiasmo di un pubblico sempre più esigente. Il 26 novembre (ore 18), Mendicino ospiterà un altro eccezionale concerto, piano solo, di Alessandro Lanzoni. Un doppio appuntamento imperdibile per omaggiare Luca Flores, pianista e compositore italiano, figura di spicco della scena jazzistica italiana. Una proposta musicale Harvest. Sarà un’occasione unica per immergersi in un mondo di melodie avvolgenti e di virtuosismo.

Alessandro Lanzoni, fiorentino di nascita, è tra i pianisti italiani più brillanti a livello internazionale. Diplomato al Conservatorio “Cherubini”, ha vinto nel 2013 il prestigioso premio “Top Jazz” come miglior nuovo talento. La sua versatilità e il suo eclettismo lo rendono un leader indiscusso, con recensioni lusinghiere che lo descrivono già come un maestro del suo mestiere.

Ad accompagnare Lanzoni, il trombettista di fama internazionale Alessandro Presti. Una carriera costellata da collaborazioni con i grandi nomi del panorama jazzistico come Eddie Gomez, Salvatore Bonafede, Stefano Di Battista Francesco Cafiso, Lew Tabachkin, Bill Mays, Nasheet Waits, Mario Biondi, Dario Deidda. Dal 2014, Presti collabora stabilmente con il batterista italiano Roberto Gatto entrando a far parte del suo quartetto. Nel 2023, è stato nominato miglior nuovo talento del jazz italiano.

La sesta edizione di “Sguardi a Sud” si presenta come un evento straordinario, capace di unire tradizione e innovazione, dando spazio a talenti emergenti e a figure consolidate nel panorama culturale. Mendicino si conferma così non solo come un luogo di bellezze naturali, ma anche come un crocevia di esperienze culturali che arricchiscono e stimolano la comunità locale.

Nel settore del teatro di prosa, il pubblico ha già avuto l’opportunità di immergersi in spettacoli coinvolgenti, presentati da compagnie provenienti da tutta Italia. Un viaggio attraverso il talento e la sperimentazione teatrale che ha catturato l’attenzione degli spettatori del Teatro comunale di Mendicino. Tuttavia, la vera novità di quest’anno è la sezione dedicata alla musica, un passo audace verso una visione artistica multidisciplinare che arricchisce ulteriormente l’offerta culturale della kermesse.

Il direttore artistico Mario Massaro: «Sguardi a Sud è un invito a lasciarsi trasportare dalle emozioni, a esplorare nuovi orizzonti culturali e a vivere la magia del teatro. Un laboratorio di idee e sogni che si trasformano in realtà. La sesta edizione rappresenta un punto di svolta; l’intento è offrire al nostro affezionato pubblico un’offerta culturale che abbraccia l’arte in tutte le sue forme». (rcs)

Bella ciao – 𝐆enesi di un mito di Dario De Luca arriva a ImPollino

Bella ciao – 𝐆enesi di un mito, scritto, diretto e interpretato Dario De Luca, apporti musicali, video, audio Sasà Calabrese, organizzazione e amministrazione Tiziana Covello, produzione e distribuzione Scena Verticale, arriva ad ImPollino 2023, rassegna finanziata dal Ministero della Cultura e sponsorizzata da Italy Cash & Carry, Cinzia Tiso Handmade e Tenuta Celimarro, tappa molto attesa, dopo il successo nelle principali città italiane.

Nel XXI secolo la canzone italiana più famosa nel mondo è Bella Ciao. Conosciuta e cantata da tutti i popoli del mondo, oggi più che mai risuona ai quattro angoli della Terra, patrimonio mondiale dei movimenti che, nelle più diverse situazioni, lottano contro regimi che sopprimono o vorrebbero sopprimere le libertà fondamentali. Ma quale sono le sue origini? E perché è così popolare e diffusa?

Dario De Luca costruisce un’appassionante incontro con il pubblico provando a diradare le nebbie che avvolgono le origini di questo canto, raccontandone la circolazione avvenuta nei modi più diversi e fantasiosi e chiudendo con una tesi affascinante sul perché questo canto popolare sia così amato da chi vuole la Libertà.

Bella ciao – genesi di un mito è una seminario-spettacolo militante e appassionato. Alternando presente e passato con immagini d’archivio e l’accompagnamento della musica, indagheremo anche l’aspetto musicale del brano, una sorta di marcetta in 4/4 tipico delle marcie bandistiche. Questo canto, semplice sia nella melodia che nel testo, cantato in tutto il pianeta, marchio distintivo di chi lotta, alla fine di ogni spettacolo verrà cantato da tutte le platee in ogni teatro, perché questo canto non è solo una canzone: è un volto, un gesto, un moto di commozione, una festa collettiva.

Lo spettacolo si potrà vedere il 24 e il 25 novembre alle ore 21.00 e il 26 novembre alle ore 18.00 presso il Teatro della Chimera in via Ripoli 17 a Castrovillari.