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L’OPINIONE / Francesco Costantino: L’Università per Stranieri Dante Alighieri e il progetto Federativo con la Mediterranea

Università per Stranieri Dante Alighieri

di FRANCESCO COSTANTINOLe cronache di questi giorni ci informano che il CdA dell’Università per Stranieri “Dante Alighieri” ha ritenuto di poter superare l’attuale crisi gestionale attraverso lo strumento della Federazione tra Atenei contemplato dalla legge 30/12/2010, n. 240, meglio nota come Legge Gelmini, con particolare riferimento all’art. 3 della stessa legge.

Nella situazione data, a molti è sembrato che questa potesse essere la soluzione migliore e pertanto tutti si sono premurati a manifestare piena soddisfazione per lo sbocco prefigurato.

In molti casi, forse, per liberarsi dal dovere di rendere conto di eventuali gradate inadempienze che quella crisi avevano contribuito a determinare.

Una lettura attenta  della norma suggerirebbe di frenare gli entusiasmi perché il meccanismo della federazione tra atenei è ancora poco collaudato e, soprattutto, richiede passaggi formali importanti tra i quali quello, non reso noto ma spero esistente, della predisposizione di un progetto contenente,  in  forma  analitica,  le motivazioni, gli obiettivi, le compatibilità finanziarie e logistiche, le proposte di riallocazione dell’organico e delle strutture  in  coerenza  con  gli obiettivi di cui al comma 1 dell’articolo 3 della legge prima menzionata che richiede venga accertato preliminarmente il miglioramento  della qualità,  efficienza ed efficacia dell’attività didattica, di ricerca e gestionale.

La conoscenza del progetto predisposto, dunque, consentirebbe un giudizio maggiormente ragionato.

Non ho alcun interesse ad alimentare polemiche riproponendo gli accadimenti che nel corso dell’anno 2017 hanno generato le pressoché contestuali dimissioni del Presidente del C.d.A. dott. Pino Bova e del Rettore prof. Salvatore Berlingò, pur avendoli vissuti dall’interno del C.d.A. e ben conoscendoli, né ad assegnare responsabilità ad alcuno. 

Gli atti e i verbali del C.d.A. di quel periodo ricostruiscono, per chi ne avesse interesse, la portata e i contenuti di quelle vicende e, soprattutto, lasciano intravedere le conseguenze che ne sono poi derivate.

Una cosa però è per me certa e mi piacerebbe che tutti ne tenessero conto: l’università è nata e ha avuto ragione di esistere, nel rispetto della volontà dell’On.le Giuseppe Reale, solo agganciando la propria esistenza  a quella del  Comitato locale della Società Dante Alighieri.

Aver determinato la perdita dell’affiliazione con il Comitato Centrale della stessa Società, a prescindere dalle motivazioni che l’anno determinata, ha avuto come conseguenza la perdita della ragione fondamentale per cui era nata la stessa Università,  la cui mission naturale  prevedeva il collegamento con i comitati sparsi in tutto il mondo per la diffusione e la tutela della lingua italiana e quindi processi attivi di internalizzazione.

Nessun artificio, quand’anche consentito dal diritto civile ed amministrativo, avrebbe dovuto consentire la sostituzione del Comitato locale con un surrogato perché questa sostituzione, era evidente, avrebbe rappresentato un tradimento della mission tracciata dal benemerito fondatore.

Lo spartiacque per le sorti dell’ateneo reggino è stato quello.

A tal fine ripropongo il solo Art. 3  dello Statuto che ha regolato e indirizzato nel tempo le attività dell’Ateneo. 

Finalità 

  1. L’Università ha lo scopo di diffondere, con le proprie attività di insegnamento e di ricerca, la conoscenza della lingua, della letteratura, dell’arte, della cultura e delle istituzioni politiche, sociali, giuridiche ed economiche dell’Italia in tutte le loro forme di espressione. A tal fine aggiorna costantemente la propria azione alle mutevoli condizioni socioeconomiche del Paese ed alle sue esigenze di internazionalizzazione. 
  2. In modo particolare, l’Università, cooperando anche con i Comitati italiani ed esteri della Società “Dante Alighieri” e con le altre istituzioni culturali italiane operanti all’estero, si propone di:
  1. promuovere ed agevolare scambi e confronti culturali con le civiltà che nel mondo traggono origine ed alimento dal bacino del Mediterraneo, rivolgendo una peculiare attenzione alle problematiche suscitate dagli insediamenti sul territorio italiano degli immigrati provenienti in ispecie dai Balcani, dall’Oriente e dall’Africa; 
  2. tenere vive, con specifiche iniziative, le tradizioni linguistiche e la memoria storica del Paese d’origine presso le comunità e le varie generazioni degli Italiani emigrati all’estero;
  3.  tutelare e valorizzare le istanze socio-culturali delle minoranze linguistiche albanesi, grecaniche e occitane insediate sul territorio calabrese, anche mediante la loro riscoperta e diffusione presso gli oriundi, altrove trasferiti, che ad esse appartengono; d) favorire, con opportune collaborazioni nazionali e internazionali, la costituzione di poli formativi e scientifici o di centri di eccellenza nel quadro di una sempre maggiore integrazione dell’Europa con i Paesi delle rive meridionali e orientali del Mediterraneo.

Dunque, rispettare la volontà del Suo fondatore, fa diventare fattore imprescindibile delle finalità dell’Ateneo reggino il mantenimento della cooperazione con i Comitati italiani ed esteri della Società “Dante Alighieri”.

Oggi però è il tempo dell’agire ed è bene che ognuno metta da parte il proprio egoismo e i propri convincimenti e che si riacquisti finalmente il senso del crescere insieme.

È un altro il tempo della ricerca delle responsabilità.

L’Università per Stranieri Dante Alighieri è un’agenzia formativa di primaria importanza sia per la crescita culturale del territorio,  sia per garantire occupazione a chi all’interno di essa opera da anni,  sia per mantenere il legame che da sempre l’ha collegata con i paesi della sponda occidentale del mediterraneo, dei balcani e del sudamerica ed  ha bisogno delle Istituzioni così come le Istituzioni hanno bisogno di essa.

Si parla da qualche tempo di una Università del Mediterraneo. Può essere questa la strada alternativa alla federazione tra Atenei?

Nessuno si tiri indietro allora altrimenti nessuno potrà  credersi del tutto assolto. Saremo tutti lo stesso coinvolti. (fc)

[Francesco Costantino è già componente del Direttivo del Comitato Locale della Società Dante Alighieri e già componente del comitato ordinatore dell’Università]

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