Site icon Calabria.Live

RECOVERY, PER L’IDEALE “CITTÀ DEL SOLE”
CI SONO I PROGETTI LASCIATI DA OLIVERIO

La Città del Sole di Tommaso Campanella

di FRANCO BARTUCCI – Con il Recovery Plan ci sarebbe una straordinaria occasione per costruire “La città del sole”. Mentre si attende la soluzione della crisi di governo si sta perciò discutendo molto della bozza del documento predisposta dal Governo Conte in cui la Calabria avrebbe poca visibilità progettuale.

Pochissimi i progetti per la Calabria: il potenziamento  tecnologico e interventi infrastrutturali sulla linea Salerno/Reggio Calabria per l’alta velocità, nonché piccoli lavori di ampliamento della SS 106 jonica. Ben poca cosa rispetto alle attese e programmazioni strutturali e ambientali già ampiamente programmate e in parte finanziate dal precedente Governo regionale del presidente Mario Oliverio. Il riferimento non è casuale in quanto dallo scorso mese di ottobre la Calabria è orfana di un suo presidente e governo nel pieno delle sue funzioni per la scomparsa dell’on. Jole Santelli e questo la penalizza molto in questa circostanza. Ciò che si è capito è che con urgenza bisogna predisporre e consegnare all’Unione Europea una programmazione del Recovery Plan ben confezionata nella individuazione di progetti infrastrutturali strettamente legati allo sviluppo del Paese, come delle Regioni, per non parlare dei progetti di riforma degli apparati della Pubblica Amministrazione, della Giustizia e della finanza.

Dal mondo della politica e sindacale calabrese sono giunte segnalazioni che riguardano: l’alta velocità Salerno/Reggio Calabria, il porto di Gioia Tauro, il raddoppio del tracciato ferroviario jonico Reggio Calabria/Taranto, la diga sul Mento, il nuovo asse ferroviario Cosenza/Catanzaro ed altro ancora. Tate enunciazioni non sono supportate nella sostanza dall’attivazione di un tavolo di lavoro dove i vari soggetti istituzionali, sociali e imprenditoriali si ritrovano con urgenza per fare le giuste scelte e predisporre quanto necessario in virtù delle richieste dell’Unione Europea, a supporto anche del Governo nazionale. Sul tavolo, su cui lavorare, ci sarebbe da recuperare il  Report predisposto dal Presidente Mario Oliverio e affidato alla Regione e ai calabresi al termine del suo mandato. Un Report che contiene le basi per il domani della Calabria, dove ci sono le tracce per come intervenire sul sistema infrastrutturale, portuale ed aeroportuale, sul dissesto idrogeologico, sulla ricerca universitaria, sul programma “Scuole sicure” ed il sistema metropolitane, per non parlare della digitalizzazione dei vari servizi nei vari settori del pubblico e del privato. Il tempo è tiranno e  ancor di più se si pensa al fatto che ormai è in corso una campagna elettorale per scegliere i candidati per il nuovo consiglio regionale ed il nuovo presidente. Di fatto la Calabria non ha un governo regionale operativo se non per l’ordinaria amministrazione.  Vedi ad esempio l’assenza totale dalla vicenda riguardante il futuro delle Terme Luigiane.

Prendendo spunto dalla sollecitazione fatta dal sottosegretario ai Beni Culturali, Anna Laura Orrico, di guardare con attenzione alla predisposizione di progetti immediatamente cantierabili,  è facile pensare al cantiere ancora aperto dell’Università della Calabria, rimasta incompleta rispetto ai progetti del concorso internazionale conclusosi nel 1974 con la scelta degli elaborati progettuali degli architetti Gregotti e Martensson. Si tratta di  completarla nella parte che va da Piazza Vermicelli, dove attualmente la struttura è bloccata, fino a raggiungere il territorio di Settimo di Montalto Uffugo, realizzando il polo tecnologico, le strutture fieristiche utili alla diffusione e promozione  dei brevetti scientifici, il villaggio dello sport per le universiadi, la  tanto attesa stazione ferroviaria di Settimo venuta in auge nell’ultimo anno per effetto della Frecciargento  Sibari/Bolzano e per la metro UniCal Settimo/Centro storico di Cosenza, come predisposto dalla stessa Università durante il mandato del Rettore Gino Mirocle Crisci.

L’Università della Calabria, cuore pulsante della nuova unica grande città dell’area metropolitana Montalto/Rende/ Cosenza/Castrolibero e relativo hinterland. Una Università che raccoglie oggi circa 25 mila studenti iscritti, dei quali oltre 900 provenienti da circa 80 paesi del mondo ed un nucleo di circa 1.800 tra docenti e personale tecnico amministrativo. Una Università che si è conquistata, per le sue attività di ricerca meriti e prestigio, come dimostrano le varie classifiche che valutano tutto questo in ambito universitario nazionale e mondiale.

Fin dal suo sorgere è stato sempre affermato che l’Università della Calabria rappresentava il “volano di sviluppo” della regione Calabria e dell’intero Mezzogiorno. Purtroppo il suo sviluppo, come noto, è stato rallentato e bloccato nel 2007; ma i livelli di prestigio che ha conquistato in questi anni a livello internazionale, come ben evidenziano le varie ricerche e classifiche  mondiali in materia di qualità della produzione scientifica, ne fanno, proprio per il Recovery Plan, un punto di grande richiamo ed investimento pensando al ruolo e funzioni  stabiliti dai suoi padri fondatori. Essi, con Beniamino Andreatta Rettore, guardavano alle potenzialità delle piccole medie imprese della valle del Crati in stretto legame con l’Università per interagire in materia di consulenza, formazione,  ricerca innovativa e produzione; come anche alla valorizzazione della piana di Sibari, in quanto area agricola con particolare funzione strategica verso gli scavi archeologici dell’antica Sibari, punto di  intenso richiamo turistico. Era il tempo del pensiero “l’Università della Calabria cuore pulsante dell’unica grande città dell’area della media valle del Crati”, con le sue infrastrutture e vie di collegamento con i vari centri urbani piccoli e grandi del territorio circostante.

L’epidemia Covid-19 ha portato dall’Unione Europea l’investimento Recovery fund a sostegno dello sviluppo e le Università sono al centro dell’attenzione per le sue attività di ricerca e formazione. Quale migliore  occasione per impegnarsi a realizzare il sogno della “Grande Cosenza”  di cui sopra, che per effetto dei suoi valori culturali, scientifici, umani, in accordo con la storia e gli impegni dell’Accademia Cosentina, può essere lo strumento possibile storico nel realizzare quella  “Città del Sole” pensata da Tommaso Campanella. Immaginiamo insieme con quali grandi potenzialità di crescita e sviluppo ci si potrebbe  presentare  al Paese e all’Europa nel costruire il nostro futuro forti di trovarci collocati  con “la città del sole” al centro dell’area del Mediterraneo. Sarebbe una rivoluzione nell’espressione più completa del termine: sviluppo, crescita sociale ed economica, grande spirito umanitario. (fb)

Per approfondire: Report dell’Amministrazione regionale 2014-2020

 

 

 

Exit mobile version