Duemila, forse tremila tonnellate di rifiuti in città: Reggio è allo stremo, sommersa da rifiuti di ogni tipo e il timido tentativo di raccolta non lascia intravvedere soluzioni a breve. È tutta la Calabria in pieno emergenza rifiuti per la chiusura delle discariche, ma non è accettabile che una città di 180mila abitanti precipiti così in un abisso senza fondo, con tutte le conseguenze di carattere sanitario e di rischio ambientale che la situazione si porta appresso. Senza contare il danno di immagine che le tv nazionali stanno provocando con le immagini – purtroppo reali – che l’assessore comunale all’Ambiente Paolo Brunetti non ha potuto smentire. Una atmosfera surreale, se si considera che proprio nei giorni scorsi il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà, aveva incontrato i sindaci delle Aree omogenee della Città Metropolitana e i consiglieri di Palazzo Alvaro per fare il punto della situazione. E i reggini sono giustamente infuriati ed esasperati.
Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente ff della Regione Nino Spirlì che, dopo aver analizzato un accurato report del Dipartimento Tutela dell’Ambiente sullo stato dei conferimenti, ha detto che la regione «ha messo in atto tutte le azioni necessarie per consentire alla Città metropolitana di Reggio Calabria di tornare alla normalità nella gestione dei rifiuti» mettendo in atto tre diverse azioni per il rientro alla ordinarietà. La prima riguarda «l’attivazione del conferimento in Puglia per un quantitativo di 150 tonnellate t/g su sette giorni. In secondo luogo – ha detto Spirlì –, è stato autorizzato il conferimento di almeno 100 t/settimana di rifiuto organico nell’impianto di Rende. Questa azione non risolverà completamente il problema; si stanno perciò cercando ulteriori possibilità di conferimento in impianti extraregionali. Inoltre «è stato autorizzato un conferimento straordinario nella discarica di Cassano, pari a 390 tonnellate complessive nel corso di 10 giorni. Quest’ultima azione consentirà di liberare gli impianti di Siderno e Gioia Tauro, liberando il flusso di rifiuto tal quale e, contemporaneamente, riattivando la linea di trattamento della frazione organica a Siderno».
Il presidente Spirlì ha spiegato che «Tutti questi interventi si rendono necessari per via delle molte criticità che impediscono il regolare conferimento dei rifiuti da parte dei comuni della Città metropolitana. Nella sola città di Reggio sono presenti a terra circa 2.500-3mila tonnellate di rifiuti non raccolti. Questo è dovuto a una serie di rallentamenti avvenuti nel periodo novembre-dicembre, quando è subentrato il nuovo gestore dell’impianto. Ad oggi, l’impianto sta lavorando in maniera sostanzialmente regolare, con una ricezione di circa 150-160 t/g e una produzione di combustibile solido secondario, inviato al termovalorizzatore, e scarti di lavorazione a carico del gestore. All’interno dell’impianto, e nelle fosse di ricezione dei rifiuti solidi urbani, sono presenti, tuttavia, ingenti quantitativi di rifiuti: questo impedisce alla struttura di lavorare secondo le sue effettive possibilità. Ed è proprio la limitazione dei quantitativi in ingresso a non consentire di abbassare il livello di rifiuti presenti per le strade, visto che la produzione ordinaria di Reggio è pari a circa 150 t/g».
«Quanto agli impianti di trattamento dell’organico utilizzati dai Comuni della Città metropolitana – sottolinea ancora il presidente –, sono attualmente indisponibili. Nell’impianto di Siderno, dopo l’incendio dello scorso settembre, non sono ancora ripresi i conferimenti di organico, in quanto occorre rimuovere gli scarti. L’impianto di Vazzano è stato invece oggetto di verbale del Noe e dell’Arpacal: è stato perciò imposto lo svuotamento delle aree di stoccaggio di compost e scarti. In questo contesto, solo una minima parte della produzione ordinaria della Città metropolitana viene conferita nell’impianto di Rende».
«Va inoltre rilevato – osserva Spirlì – che i Comuni della Locride e della Piana subiscono limitazioni a causa degli intasamenti avvenuti dopo che, all’inizio di febbraio, per qualche giorno, il conferimento nella discarica di Lamezia Terme è stato inibito a causa delle decisioni dell’Ato Catanzaro. I conferimenti sono poi ripresi a inizio della scorsa settimana e stanno avvenendo con sufficiente regolarità, anche se ancora persistono rallentamenti».
«La concomitanza di tutte queste circostanze e, nello specifico, la mancanza di siti di conferimento – conclude il presidente ff della Regione –, ha determinato l’attuale situazione di criticità. Va ancora sottolineato che, per gli impianti di Siderno, Gioia Tauro e Vazzano, il conferimento degli scarti di lavorazione è onere del gestore, che non si è mai reso parte attiva nel trovare altri siti di conferimento, anche extra regionali. A questo problema ha fatto sempre fronte la parte pubblica, ovvero la Regione o l’Ato. È dunque chiaro che, considerato lo scenario attuale, queste inadempienze rendono la situazione ancora più drammatica».
Dal canto suo, il sindaco Falcomatà, dopo aver fornito un excursus sui disagi esistenti per la mancanza o la vetustà di impianti di contenimento dei rifiuti o votati alla raccolta degli scarti di lavorazione – alcuni appannaggio della Regione ed altri gestiti da privati – ha spinto i Comuni ad una seria riflessione sulle azioni da intraprendere, considerata la condizione di generale difficoltà che sta mettendo in ginocchio l’intero territorio metropolitano. Ma la soluzione non sarà immediata, né potrà realizzarsi in pochi mesi. E l’opposizione, in Consiglio Comunale, nell’intervento di Nicola Malaspina, di Reggio Attiva (ReAttiva) ha fotografato una realtà pesantissima, di cui nessuno può sentirsi non responsabile.
«Ancora una volta – ha detto Nicola Malaspina –, una pessima vetrina per questa martoriata Città. Ancora una volta, Reggio balza all’onore della cronaca nazionale, sulla seconda rete televisiva della RAI, mettendo in mostra case assediate dai rifiuti, quartieri circondati dal pattume e sacchetti galleggianti. Una triste realtà, come ha anche ammesso in diretta l’assessore all’ambiente, resa ancora più triste dal naufragio di tutte quelle promesse elettorali che, poco più di 100 giorni orsono riempivano volantini, opuscoli e libricini di propaganda. Una triste realtà che si scontra contro quella sorta di miraggio chiamato discarica di Melicuccà. Nel corso degli ultimi mesi, lentamente, annuncio disatteso dopo annuncio disatteso, la Città ha iniziato a comprendere che dietro la frase: “Ripuliremo la città e in un mese risolveremo il problema”, si nascondeva solo un vuoto slogan e il disperato tentativo di prendere tempo, in vista della richiesta del saldo Tari. È opportuno ricordare anche che, nel corso del penultimo Consiglio Comunale, alla richiesta dell’opposizione di dichiarare lo stato di emergenza sanitaria legata al mancato ritiro di rifiuti, il Sindaco ha risposto bollando i consiglieri del centrodestra come irresponsabili.
«Ma, arrivati a questo punto, è legittimo chiedersi chi sia il vero irresponsabile. In sei lunghi anni nulla è stato fatto per evitare l’attuale disastro: nessun progetto, nessun programma e nessuna risposta non solo nei confronti dei cittadini, costretti a pagare importi salatissimi senza avere un servizio dignitoso, ma soprattutto alle altre istituzioni coinvolte e, nel caso specifico, il governo regionale “amico” guidato da Oliverio, il quale in breve tempo è passato dai consigli ai solleciti.
«Numerosi sono stati questi ultimi nei confronti del Sindaco di Reggio, comune capofila dell’ATO di Reggio Calabria. È sufficiente collegarsi al sito istituzionale della Regione Calabria, Dipartimento Tutela dell’Ambiente, per reperire la voluminosa documentazione, ricca di solleciti, disappunti e diffide indirizzate sia al Sindaco della Città di Reggio Calabria che a quello della Città Metropolitana. Basti qui ricordare, in ordine cronologico: la diffida ad adempiere, protocollo generale SIAR n. 0129772 del 21/04/2016, con la quale si intimava il comune di Reggio Calabria, capofila dell’ATO RC, ad approvare la Convenzione per la gestione del servizio rifiuti; il successivo sollecito, protocollo generale SIAR n. 0236225 del 25/07/2016, riguardante lo stesso argomento ed infine, il secondo sollecito protocollo generale SIAR n. 0295415 del 30/09/2016, con il quale la Regione Calabria annunciava, in caso di ulteriore inadempienza, “la nomina di apposito commissario ad acta”. Da quanto risulta dai documenti presenti sul sito istituzionale della Regione (nota protocollo generale SIAR n. 0197361 del 05/06/2018), questa attività di costituzione veniva esaurita dopo ben due anni. Considerato anche che, come richiesto dal presidente dell’Anci Calabria, la Regione Calabria aveva acconsentito a differire il termine per il subentro delle ATO, al 31/12/2018, il Dipartimento regionale Ambiente e Territorio ha continuato a sollecitare l’ATO di Reggio Calabria, in particolar modo per quanto concerne il subentro nei rapporti contrattuali con i gestori degli impianti e delle discariche»
Secondo Malaspina «è necessario ricordare quanto scriveva il Direttore Generale pro-tempore nella nota protocollo generale SIAR n. 0374253 del 05/11/2018: “per il contratto inerente l’impianto di Reggio Calabria, in corso di stipula, si conferma che non contiene l’onere per lo smaltimento degli scarti di lavorazione, che quindi rimane a carico dell’affidante. Al momento la Regione si avvale della discarica di proprietà della Sovreco spa, sita nel comune di Crotone, con contratto in scadenza a tutto il 31-12-2018. Si invita pertanto il comune capofila a prendere contatti con detta società per definire termini e criteri per l’utilizzo della discarica”.
«È ormai storia il fatto che la predetta proroga, relativa al subentro delle ATO, verrà nuovamente differita al 31/12/2019, e proprio in questo ultimo anno si fanno sempre più stringenti i solleciti nei confronti della Città Metropolitana. Già nei primi mesi del 2019, più precisamente in febbraio, la Regione, con nota protocollo generale SIAR n. 0057112, considerate le già evidenti criticità legate all’esaurimento delle discariche, invitava la Città Metropolitana a completare la propria dotazione impiantistica “comprendendovi le necessarie discariche di servizio alle piattaforme di trattamento”. Nei mesi successivi, la Regione indirizzava numerose note di sollecito riguardanti gli adempimenti del crono programma, la pubblicazione delle gare per lo smaltimento degli scarti di lavorazione e dell’umido, l’individuazione di siti idonei per la realizzazione di discariche di servizio, arrivando ad affermare che: ” l’inerzia di codesta Comunità non mancherà di riverberarsi negativamente anche sulla determinazione della percentuale di raccolta differenziata”.
«Praticamente è impossibile riprodurre tutto il voluminoso carteggio indirizzato alla Città Metropolitana, ma, dal tono di tutte le note poc’anzi citate, inizia a delinearsi un quadro in cui risulta evidente chi è il vero (ir)responsabile dell’attuale disastro e soprattutto iniziano ad emergere tutte le inadempienze, non solo tecniche, non solo amministrative, ma anche finanziarie. Sì, finanziarie, poiché, come si evince dalla nota protocollo generale SIAR n. 0045176 dello 02/02/2021, che si allega congiuntamente alle schede contabili della Regione Calabria, il Comune di Reggio Calabria risulta essere debitore della Tariffa conferimento rifiuti, cito testualmente, “per i crediti vantati anni 2013/2014/2015 era stata concessa facoltà di rateizzazione, con piano di rientro decaduto per mancato pagamento puntuale delle rate; per dette somme è stata emessa Ordinanza di ingiunzione al pagamento n. 17054 del 27/12/2019 – al netto dei presunti crediti chiesti a compensazione -, il cui procedimento è sospeso in virtù dell’emergenza Covid.”. A tale importo, oggetto di recupero coattivo, bisogna aggiungere il mancato pagamento delle annualità 2016, 2017, 2018, 2019 che come verificabile dalla documentazione contabile regionale ammonta a circa 27 milioni, considerato che l’importo dell’anno 2019 risulta essere ancora provvisorio. L’insieme dei solleciti, delle diffide ed in ultimo la lettura dei freddi numeri ci consegna una situazione impietosa, a cui si aggiunge anche la mancanza di speranza, se, come affermato in più commissioni permanenti dal Dirigente del Settore Ambiente del Comune di Reggio Calabria, al problema dei rifiuti si può porre fine in un unico modo, dotandosi di impianti moderni e funzionanti e di relative discariche di servizio ove conferire gli scarti di lavorazione. Chi promette la risoluzione del problema in pochi mesi – ha concluso Malaspina –, inganna se stesso e l’intera Città».
Il piano del Comune dà priorità alla raccolta nei condomini e nelle abitazioni, ma in tantissimi, a Reggio, lamentano che viene raccolta solo una minima parte dei rifiuti, lasciando praticamente intatte le microdiscariche, regno incontrastato di topi e veicolo di pericolose infezioni. L’obiettivo del Sindaco Falcomatà è riuscire a ripulire il territorio in un mese, con l’invio di 150 tonnellate al giorno alle discariche pugliesi pronte ad accoglierli. Ma di tutte le varie soluzioni prospettate (per esempio, con l’utilizzo dell’ex officina Grandi Riparazioni di Saline per lo stoccaggio provvisorio dei rifiuti e la realizzazione di termovalorizzatore tipo Copenhagen come suggeriva l’arch. Giuseppe Falduto (assessore comunale nella giunta di Italo Falcomatà, il padre dell’attuale sindaco) su queste pagine il 3 febbraio scorso) l’Amministrazione comunale sembra non voler tenere conto.
E dire che ad appena 50 km da Reggio, a Candidoni, c’è un modello virtuoso di riciclo con addirittura ricadute economiche: alla Fattoria della Piana i rifiuti organici producono biogas che diventa energia che viene rivenduta. Non c’è inquinamento e il costo dell’impianto è irrisorio rispetto alle spese di invio dei rifiuti alle discariche delle altre regioni. Ma qualcuno dei nostri governanti e amministratori, a partire dall’assessore all’Ambiente Sergio De Caprio per finire al sindaco Falcomatà ha mai pensato di andare a darci un’occhiata?. Dal Giappone sono venuti a vedere come Carmelo Basile, l’amministratore della cooperativa di Fattoria della Piana, ha saputo sfruttare risorse dai rifiuti. Le soluzioni sono a volte vicinissime, basta smettere di guardare lontano e abbassare lo sguardo sulle realtà che ci stanno accanto. (rrm)