Site icon Calabria.Live

“DIALOGO E INTELLIGENZA COLLETTIVA”
LA CGIL: NASCERÀ COSÍ LA NUOVA CALABRIA

Lavoro in Calabria

di ANTONIETTA MARIA STRATI – Era il 14 febbraio 2020 quando, alla presenza del Premier Conte e dei ministri Giuseppe Provenzano e Lucia Azzolina, a Gioia Tauro veniva presentato il cosiddetto Piano per il Sud.

Un piano ambizioso, che era stato accolto con positività sia dal mondo politico-istituzionale e dai sindacati e che, come scrisse il Premier Giuseppe Conte in una lettera pubblicata su Il Quotidiano del Sud – L’Altravoce dell’Italia diretto da Roberto Napoletano, serviva per «rilanciare il Sud, abbattere le barriere che dividono il Paese, arginare lo spopolamento delle aree interne, fermare l’esportazione delle nostre eccellenze migliori: i giovani».

Poi venne il Covid, con la conseguente gravissima crisi non solo economica, ma anche sociale, e di questo fantomatico Piano, non se ne parlo più. Nel frattempo, però, in Calabria sono accaduti piccoli “miracoli”: è arrivata l’alta velocità, prima con Italo e poi con Trenitalia, sono incominciati i lavori del Terzo Megalotto della SS. 106 – definiti dalla Cisl Calabria un «simbolo di speranza e ripartenza per la Calabria, per il Sud» – ma, cosa più importante, ci si è resi conto che servono nuove infrastrutture.

Per arrivare a quest’ultima considerazione, è servita la “beffa” del piano Italia Veloce del ministro alle Infrastrutture Paola De Micheli, che aveva il buon proposito di «realizzare un Paese più equo e veloce in termini di raggiungibilità rispetto ai tempi di viaggio, un Paese nel quale l’80% della popolazione vive a meno di 1 ora da una stazione dell’alta velocità», ma che invece vede la Calabria isolata.

«Si scopre, invece – hanno rilevato la presidente Jole Santelli e l’assessore regionale alle Infrastrutture, Domenica Catalfamo – che per la Calabria, ad esempio, si continuerà a percorrere 30 km in un’ora, dato che di interventi che dovrebbero risolvere l’isolamento della regione non se ne vede traccia, nemmeno per i progetti in attesa di completamento da decenni».

Poi, di nuovo il vuoto. La Calabria torna nel suo piccolo angolo buio, per poi ritrovare uno spiraglio di luce nel corso dei lavori del Comitato direttivo della Cgil Calabria, conclusi da Maurizio Landini, segretario generale della Cgil nazionale, dove sono state definite delle proposte per il rilancio della Calabria, che saranno, poi, esposte in apposita conferenza stampa e condivise con il Governo regionale, il Consiglio regionale e la deputazione calabrese del parlamento nazionale.

«Come Cgil Calabria – si legge in un comunicato stampa del sindacato – in questo quadro di profonda emergenza sociale ed economica riteniamo necessario intervenire ed agire con una forte motivazione a sostegno di un nuovo modello di sviluppo, è il momento in cui bisogna elevare l’azione e le politiche pubbliche in un protagonismo per l’efficientamento del modello amministrativo ed in una strategia di politiche economiche atte a produrre e distribuire ricchezza in modo omogenea per classi e territori».

«Per costruire una nuova Calabria – spiega la Cgil – diventa necessario il ruolo ed il dialogo attraverso una diffusa intelligenza collettiva, tra partenariato economico e sociale, tra le istituzioni centrali e regionali, che deve fare leva su una serie di interventi atte a dotare la Calabria di misure di crescita ed occupazione attraverso 11 punti».

Un progetto di rilancio a 360 gradi, forse un po’ idealistico ma, che se dovesse trovare la sua piena riuscita, potrebbe davvero ribaltare le sorti di una terra che merita solo il meglio. (ams)

Exit mobile version