L’OPINIONE / Giuseppe Rizzo e Natale Spadaro: C’era una volta il Porto di Gioia Tauro

di GIUSEPPE RIZZO E NATALE SPADARO – Dal ministro Burlando alla direttiva Ets, passando per il Ponte dello Stretto. Ancora una volta il porto di Gioia Tauro è costretto a contrastare i pericoli che arrivano dal fuoco amico. Il potere politico degli ultimi trent’anni non è soddisfatto della crescita di Gioia Tauro e, con una certa ciclicità, sferra continui attacchi allo scalo calabrese. È inaccettabile pensare a Gioia Tauro come deposito dei materiali che servano alla costruzione del ponte.

Vorremmo sapere qual è quella mente deviata che pensa di affossare l’economia calabrese illudendola che il ponte porterà dei benefici. Noi non siamo contro la realizzazione del ponte ma certamente faremo le barricate se questo governo non troverà altre soluzioni per lo stoccaggio dei materiali. L’unica certezza oggi è che nello scalo calabrese trovano occupazione oltre 3000 donne e padri di famiglia che, sicuramente, all’inizio dei lavori perderanno il posto di lavoro a vantaggio di un’opera straordinaria di cui si potrà conoscere la data della posa della prima pietra, ma certamente non quella della consegna.

Ormai è storia che lo sviluppo del porto e la professionalità dei lavoratori abbiano dato fastidio a tutti i governi che si sono alternati dalla metà degli anni 90, con continue iniziative mirate solo a danneggiare lo scalo calabrese in favore dei porti del Nord. Ribadiamo ancora una volta che la continua crescita e lo sviluppo del porto calabrese, può trasformare tutto il territorio italiano nel retro porto più grande del mondo.

Inoltre, non possiamo dimenticarci dei 100 lavoratori ricollocati da un recedente esubero, nell’Agenzia del lavoro in attesa di una risposta che il Governo si rifiuta a dare.

La posizione dello scalo gioiese è strategica (anche in questo momento contrassegnato dalle problematiche del Mar Rosso) cosa che lo rende importante concorrente rispetto agli altri porti del Mediterraneo e, sicuramente, non ai porti italiani. Gioia Tauro, il suo porto e la sua area retro portuale, sono il valore aggiunto della portualità italiana. Chiediamo, quindi, che venga immediatamente costituito un osservatorio di controllo permanente, che veda la partecipazione attiva delle parti sociali, affinché non si assista alla chiusura definitiva dello scalo. (gr, ns)

[Giuseppe Rizzo e Natale Spadaro sono rispettivamente segretari di Uil RC e Uiltrasporti Calabria]

GIOIA TAURO: approvato l’adeguamento del Porto

Autorizzato dal Comitato di Gestione dell’Autorità di Sistema Portuale dei mari Tirreno Meridionale e Ionio, presieduto dal presidente Andrea Agostinelli e guidato dal segretario generale Alessandro Guerri l’adeguamento tecnico funzionale del Porto di Gioia Tauro.

Il provvedimento è stato varato dopo la relativa adozione decisa all’unanimità dell’ATF (Adeguamento tecnico funzionale) al Piano regolatore del Porto di Gioia Tauro, già approvato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici con  alcune modifiche non sostanziali che, per la loro natura, non comportano “variante” al Piano regolatore portuale ma che incidono sul perseguimento di specifici obiettivi. In particolare, l’adeguamento tecnico funzionale si è reso necessario per offrire allo scalo portuale una maggiore e uniforme profondità dei fondali lungo l’intero canale, finalizzata ad ampliare la competitività del porto, primo scalo di transhipment d’Italia e tra i principali delle rotte transoceaniche interne al circuito internazionale del Mediterraneo. Attraverso l’adozione dell’ATF si potrà, così, procedere ad avviare i lavori di consolidamento e di approfondimento del canale portuale a 18 metri anche nel tratto A, che ha una lunghezza di 783 metri, nel tratto B (457 metri) e nel tratto C (645 metri), che al momento hanno quota 16 metri.

Approvati anche i Piani d’Impresa che, annualmente, vedono l’Ente impegnato nella verifica dei report presentati dalle imprese portuali chiamate a rispettare il raggiungimento degli obiettivi indicati nei propri piani d’impresa al momento della richiesta di autorizzazione all’esercizio.

È stata, quindi, ratificata all’unanimità la variazione, adottata in via d’urgenza, del Bilancio 2023 che ha adeguato in aumento alcune voci di Entrata e di Spesa. Tra queste, al capitolo Entrate spicca l’aumento di 7 milioni di euro relativo agli introiti derivanti dalle tasse d’ancoraggio, mentre tra le voci di Spesa, in particolare, la destinazione di un plafond di 1,5 milioni di euro al rimborso delle tasse d’ancoraggio, che rappresenta un importante strumento per rendere concorrenziale il porto di Gioia Tauro, soprattutto, alla luce delle direttive europee e della crisi del Mar Rosso.

È stato, inoltre, autorizzato all’unanimità il rilascio di concessione demaniale in ampliamento dell’azienda FOM, nel porto di Corigliano Calabro, per l’uso dello specchio acqueo adiacente il manufatto dell’ex Lega Navale, già in sua concessione, per lo sviluppo della sua attività produttiva di nautica da diporto.

Il presidente Andrea Agostinelli ha evidenziato le linee di programmazione adottate dall’Ente che, nello specifico, hanno determinato il completo banchinamento del porto di Gioia Tauro, al fine di garantire maggiore crescita e competitività allo scalo. Agostinelli si è soffermato sul completamento della banchina di ponente del porto di Gioia Tauro, funzionale alla diversificazione dell’offerta dei servizi portuali offerti, che a breve sarà inaugurata, e agli interventi di approfondimento a 18 metri dell’intero canale portuale.

Agostinelli ha altresì sottolineato, a proposito del porto di Corigliano Calabro, la recente sottoscrizione dell’atto di sottomissione e l’autorizzazione Zes unica alla richiesta della società “Baker Hughes – Nuovo Pignone” per dare inizio ad una grande realtà imprenditoriale nel porto di Corigliano Calabro che assicurerà la rinascita dello scalo e porterà sviluppo ed economia nel territorio della Sibaritide.  (rrc)

Le istituzioni canadesi in visita al Porto di Gioia Tauro

Il Canada abbraccia il Porto di Gioia Tauro. Il Ministro consigliere e direttrice sezione commerciale Sameena Qureshi dell’Ambasciata del Canada in Italia, insieme al Console e Primo segretario Maxime Thérien e al Trade commissioner ⁠Simone Grassi hanno fatto visita al presidente dell’Autorità di Sistema portuale dei mari Tirreno meridionale e Ionio Andrea Agostinelli. Obiettivo dell’incontro quello di promuovere la formazione di partnership commerciali, scientifiche e industriali tra i due Paesi per favorire scambi bilaterali.

In vista del prossimo incontro ministeriale del G7 dedicato al commercio internazionale nel prossimo mese di luglio in Calabria, sono state gettate le basi per stimolare eventuali partenariati con le autorità portuali canadesi. Dal commercio internazionale agli investimenti diretti esteri (Zes), passando per gli accordi di libero scambio.

A fare gli onori di casa il presidente Andrea Agostinelli e il segretario generale Alessandro Guerri.

Nel corso dell’incontro, il presidente Agostinelli ha illustrato le caratteristiche infrastrutturali del porto di Gioia Tauro, dai fondali profondi 18 metri al completamento del banchinamento del porto, che assicurano allo scalo il primato nazionale nel settore del transhipment, soffermandosi sulla crescita dei traffici che, nell’anno appena trascorso, ha raggiunto il record con 3.548.827 teus movimentati da MedCenter Container Terminal e 363.942 autovetture trasbordate da Automar.

Una crescita continua che è stata cristallizzata anche nei primi due mesi dell’anno in corso, in cui è stato registrato un balzo in avanti di un ulteriore 20% di teus, rispetto al bimestre 2023, nonostante la direttiva europea Ets e la crisi del Mar Rosso che ha generato limitazioni nei traffici portuali lungo il canale di Suez.

Particolare attenzione è stata, altresì, rivolta alla Zona economica speciale del porto e del retroporto di Gioia Tauro e alle misure di beneficio fiscale e burocratico a favore di imprese nazionali e internazionali che intendano investire in queste aree. (rrc)

Il presidente Agostinelli: Porto di Gioia Tauro è resiliente e in controtendenza

«Il nostro scalo è resiliente, grazie ad una nostra strategia che ci permesso, già nel primo bimestre dell’anno, di raggiungere vistosi risultati di crescita». Lo ha ribsdito il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli, nel corso del Let Expo, l’’evento fieristico organizzato dall’Associazione Logistica dell’Intermodalità Sostenibile dedicato al trasporto, alla logistica e alla mobilità ecosostenibile, in corso a Verona dal 12 al 15 marzo e giunto alla terza edizione. 

Accompagnato dal segretario generale Alessandro Guerri, Agostinelli è intervenuto al panel dedicato a Sistema Ets e Fuel Maritime: ostacolo e opportunità per il trasporto europeo? e, nell’occasione, ha ricordato come «non a caso  abbiamo registrato un aumento del 20 percento nel traffico contenitori e un ulteriore balzo in avanti del 9 percento nel trasbordo delle autovetture».

Il presidente Agostinelli si è, quindi, soffermato sugli interventi infrastrutturali programmati e completati dall’Ente per garantire una sempre maggiore crescita.

«Il porto di Gioia Tauro – ha detto Agostinelli – è un porto in controtendenza. Siamo di fronte ad una realtà in cui l’Autorità di Sistema portuale investe molto, attraverso l’adozione di un programma di infrastrutturazione importante. Porteremo tutto il canale portuale ad una profondità di fondali pari a 18 metri e il prossimo 7 maggio inaugureremo l’ultima banchina che sarà dedicata alla creazione di un polo per le riparazioni navali». 

«A tutto questo – ha concluso – si aggiungono le scelte dei suoi due Terminalisti (MCT e AUTOMAR) che credono molto nel nostro scalo e continuano ad aumentare i loro traffici portuali. Questa è la nostra strada per affrontare sia le conseguenze delle Direttive europee che quelle dell’attuale crisi del Mar Rosso. Del resto, i numeri dei primi di due mesi del 2024 confermano la bontà delle nostre scelte». (rrm)

A bando nuovi lavori per il Porto di Gioia Tauro

Nuovi lavori da eseguire al Porto di Gioia Tauro. L’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio ha, infatti, pubblicato il bando di gara per la progettazione esecutiva e per l’esecuzione dei lavori di elettrificazione del lotto I della banchina di Levante del porto di Gioia Tauro.

Il progetto si inserisce all’interno della politica portata avanti dall’ente, guidato dal presidente Andrea Agostinelli, che, nel rispetto della normativa europea punta alla riduzione dell’impatto ambientale sulle attività portuali.

In particolare, l’obiettivo principale degli interventi di cold ironing ruota intorno all’annullamento integrale delle emissioni locali durante l’ormeggio ed è, quindi, particolarmente interessante per i porti che spesso si integrano in contesti urbani.

Con Decreto Ministeriale 101 dello scorso 13 aprile, recante l’integrazione all’elenco degli interventi infrastrutturali in ambito portuale, sinergici e complementari al Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr), l’Autorità di Sistema portuale dei Mari Tirreno meridionale e Ionio ha ottenuto il finanziamento dei lavori del primo lotto della banchina di Levante per un importo di 18.370.000 euro, inserito tra i finanziamenti del Piano Nazionale Complementare (Pnc).

I lavori consentiranno l’elettrificazione di un tratto di banchina che ha un’estensione di circa 640 metri. Si tratta di una prima porzione prevalentemente dedicata ad imbarcazioni di navi porta containers.
Dopo aver sperimentato la fattibilità dell’intervento con i lavori di cold ironing eseguiti lungo la banchina Ro-Ro, si procede ora alla sua estensione per l’intero canale, attraverso l’installazione di prese mobili per assicurarne l’alimentazione delle portacontainers.

Al fine di semplificare l’iter procedurale e passare speditamente all’apertura del cantiere, l’ente, attraverso la pubblicazione del bando di gara, procederà alla scelta del contraente con l’avvio di una manifestazione aperta per l’affidamento congiunto della progettazione esecutiva e dell’esecuzione dei lavori, ai sensi dell’art. 44 del D.lgs 36/2023, sulla base del progetto di fattibilità tecnico-economica, con l’applicazione del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualità/prezzo.

I lavori di questo primo lotto, finanziati per oltre 18 milioni di euro dal Pnc, dovranno essere aggiudicati entro il prossimo 31 marzo. (rrc)

Il console del Marocco Naccari incontra Agostinelli per gemellaggio tra Porto di Gioia e Tangeri

Creare un rapporto sinergico tra il Porto di Gioia Tauro e il porto Tangeri Med, pur serviti da terminalisti ed armatori concorrenti, per favorire anche il traffico merci provenienti dall’Africa verso l’Europa e viceversa, e un gemellaggio tra le due infrastrutture per valorizzare le potenzialità di due realtà strategiche nel bacino del Mediterrane. È di quanto hanno discusso il console onorario del Regno del Marocco per la Regione Calabria, Domenico Naccari e il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio, Andrea Agostinelli, nel corso di un meeting svoltosi nei giorni scorsi.

Nel corso del colloquio, che fa seguito a quello avvenuto con l’Ambasciatore S.e. Youssef Balla, si è parlato delle potenzialità dei porti calabresi in generale e di quello di Gioia Tauro in particolare. L’ammiraglio ha evidenziato come Gioia Tauro sia ormai diventato il primo porto per traffico containers in Italia ed il nono in Europa.
L’avvocato Naccari, invece, ha ricordato che in Marocco è presente Tangeri Med, oggi porto marittimo più importante del Marocco, circondato da una zona franca, con l’aspirazione a diventare il primo snodo per la distribuzione dei containers nel Mediterraneo.
Peraltro gli oltre 20.000 marocchini residenti in Calabria hanno lamentato la mancanza di collegamenti diretti verso la Madre Patria. In ultimo nel corso del colloquio è emersa l’opportunità di approfondire la c.d. “zona franca” di Tangeri che potrebbe essere anche realizzata a Gioia Tauro per la valorizzazione del retroporto. Inoltre l’esempio virtuoso del porto di Tangeri (circa 75000 marocchini vi hanno trovato impiego) potrebbe essere applicato al retro porto di Gioia Tauro.
«Prosegue l’attenzione verso il porto di Gioia Tauro da parte delle istituzioni italiane e straniere – ha spiegato il console Naccari – Dopo la sottoscrizione del presidente del Consiglio Giorgia  Meloni dell’Accordo per il Fondo sviluppo e coesione 2021-2027. avvenuto  alla Presenza del Presidente Occhiuto proprio all’interno della struttura di Gioia Tauro, c’è stato l’incontro con l’ammiraglio Agostinelli. Andiamo avanti per il futuro della Calabria e del Marocco». (rrc)

L’ITALIA PUNTI SULLA CALABRIA E SUL SUD
PER UNO SVILUPPO “EURO-MEDITERRANEO”

di MIMMO NUNNARIDopo la visita al porto di Gioia Tauro della presidente del Consiglio dei ministri Giorgia Meloni si può tirare qualche somma sul futuro della Calabria.

Non che la premier abbia portato molti doni o disegnato prospettive interessanti per la regione terminale d’Europa, tuttavia sono da incorniciare le sue nette sincere parole sul porto di Gioia Tauro: «È un gioiello, il primo porto italiano e il nono europeo per traffico merci. Noi però siamo una piattaforma in mezzo al Mediterraneo, quel mare che è il punto di contatto tra l’Indopacifico e l’Atlantico. Noi siamo in mezzo, con un porto che sta nella punta di questa piattaforma. E allora il nono posto in Europa non è l’obiettivo massimo a cui possiamo ambire. Molti passano da Rotterdam e Amsterdam banalmente perché non abbiamo le infrastrutture».

Dobbiamo partire da qui nel tirare le somme della visita di Meloni in Calabria, fidandoci del ruolo di sentinella degli interessi della regione che sta svolgendo il presidente della Giunta Roberto Occhiuto, che – ora o mai più – ha la grande occasione di proiettare la Calabria nel Mediterraneo, in quel mare dove si può trovare il filo della della rinascita di una vecchia e dignitosa regione del Sud, perché questo la Calabria è.

Con i suoi 800 chilometri di costa, che nel tratto del basso Tirreno ospita il porto di Gioia Tauro e più a sud lo Stretto, da sempre crocevia del mondo, la Calabria, isole di Sicilia e Sardegna a parte, è la regione più di tutte immersa nel vecchio “mare nostrum”: il mare dove tutta la storia dell’umanità è scritta. Circa 5000 anni fa un uomo fenicio, di nome forse Onoo, fu il primo ad avventurarsi con coraggio tra le onde, con una specie di canoa, forse per fuggire dai suoi nemici, oppure perché curioso di scoprire nuove isole e nuove terre che stavano oltre la linea dell’orizzonte.

Da allora, è cominciato il viaggio nel mare che si chiama Mediterraneo. A raccontarlo questo “viaggio”, significa narrare il mondo romano in Libano, la preistoria in Sardegna, le città greche in Sicilia, la presenza araba in Spagna, l’Islam turco in Iugoslavia e poi realtà antiche, ancora vive, a fianco dell’ultramoderno; oppure, immergersi negli arcaismi dei mondi insulari e, allo stesso tempo, stupire di fronte all’estrema giovinezza di metropoli antiche che da secoli sorvegliano e consumano il mare. Qualcuno, dice che nel sud del Mediterraneo accade ciò che nel Sud Italia accade da due secoli almeno: stessa eredità di antiche civiltà, stesso crepuscolo e destino, nel collocarsi nella storia dalla parte del torto.

E la Calabria, di questo Sud Mediterraneo, è indiscutibilmente e storicamente il centro. Quando la presidente Meloni da Gioia Tauro guarda all’Africa e al Mediterraneo, può essere certa che l’Italia il suo Mediterraneo lo ha in casa: con la Calabria, che rappresenta – messa giù in fondo allo Stivale – l’avanguardia dell’Occidente verso l’Oriente e l’Africa del Nord. La Calabria è geograficamente, storicamente e culturalmente, il territorio più vicino a quel grande teatro di dimensioni mondiali, a quel piccolo universo davanti al quale, come ha scritto domenica Lucio Caracciolo su la Repubblica: «L’Italia è quasi isola, esposta per ottomila chilometri al mare da cui importiamo le materie prime che non abbiamo e con cui esportiamo le merci che sostengono la nostra economia. La Penisola prospera finché il Mediterraneo è libero e aperto, soffoca se scolora in campo di competizione o peggio di battaglia fra potenze avverse».

L’Italia dunque ha bisogno del Mediterraneo e tutte le ragioni suggeriscono, perciò, rapporti non solo economici, ma anzitutto dialettici, culturali e di sfida sociale con la realtà mediterranea, e la Calabria, con le sue Università, le sue imprese eccellenti, il suo immenso patrimonio culturale, può legittimamente candidarsi a svolgere questo ruolo di punta di diamante del Sud nel Mediterraneo.

Tutte insieme, le regioni meridionali, in prospettiva mediterranea, possono rivestire, nell’Unione Europea, quel ruolo che Francesco Compagna, un illuminato meridionalista, in tempi lontani, indicava nella definizione di geopolitica come “Mezzogiorno d’Europa”. Gli scenari (incerti) del futuro, saranno difficili da gestire, senza un’accorta politica mediterranea e sarà l’Italia – se le sue visioni glielo consentiranno – a dover svolgere un ruolo importante in un processo di sviluppo euro-mediterraneo che comporterà certamente dei costi, ma che avrà innegabili convenienze.

Ma, senza puntare sulla Calabria, e sul resto del Sud, ogni visione, ogni progetto, rischiano il fallimento. (mnu)

L’OPINIONE / Giovan Battista Perciaccante: Av, Ponte e Porto di Gioia elementi determinanti per il futuro della Calabria

di GIOVAN BATTISTA PERCIACCANTEIl completamento delle opere infrastrutturali relative all’alta velocità Salerno Reggio Calabria e l’avvio delle procedure propedeutiche e necessarie per la realizzazione del Ponte sullo Stretto, in uno con il consolidamento e la diversificazione delle attività del Porto di Gioia Tauro, costituiscono elementi strategici e determinanti ai fini del futuro della Calabria.

Questi previsti interventi infrastrutturali, i più importanti in Calabria e nel mezzogiorno degli ultimi decenni, non possono che essere considerati come parte di un disegno complessivo destinato a trasformare non solo le economie dei territori interessati, ma il sistema dei trasporti nell’intero Paese.

In questo contesto che, in maniera inequivocabile, è da inquadrare in maniera sinergica e strettamente correlata, l’alta velocità riveste un ruolo primario sia come naturale collegamento con le principali direttrici europee che come volano essenziale per il rilancio e lo sviluppo economico e sociale della Calabria e del Mezzogiorno. 

Le grandi opere di reti infrastrutturali, infatti, risultano in assoluto più utili ed efficaci se i singoli interventi che le compongono fanno parte di un piano completo di sviluppo complessivo e articolato. La precondizione è che le scelte siano lineari tanto in termini di direttrici di percorribilità, di interconnessione, di risorse finanziarie, di realizzabilità che di tempi di attuazione. Elementi che al momento, almeno per quanto riguarda l’alta velocità, non appaiono purtroppo così evidenti. 

L’occasione è storica, unica e forse irripetibile per tentare di imprimere un cambiamento di segno positivo al futuro di una regione e di un’intera area del Paese che storicamente risente di un gap infrastrutturale materiale e immateriale che ne condiziona la pesantemente la crescita. 

Sotto questo profilo, duole dover rilevare che i maggiori elementi di indeterminatezza sembrano insistere proprio sulla realizzazione del tratto calabrese dell’alta velocità e della connessa possibilità di valorizzazione della sua parte centrale tendente a fornire un adeguato collegamento con la piana di Sibari, assolutamente determinante ai fini dell’efficacia dell’intera opera.

Lo sviluppo dei territori, delle proprie economie e del proprio benessere passa inevitabilmente attraverso le condizioni di accessibilità e di interconnessione con il resto del Paese e dell’Europa. In caso contrario, gli sforzi e le iniziative che imprese, amministrazioni locali e regioni del Sud provano a mettere in campo per assicurare sviluppo, lavoro e benessere alla collettività risulteranno sempre parziali e mai di taglio decisivo. (gbp)

[Giovan Battista Perciaccante è vicepresidente Ance con delega al Mezzogiorno e Isole e presidente di Ance Calabria]

Auddino (M5S): Lavori di riqualificazione del retroporto di Gioia rispettano tabella di marcia

Giuseppe Auddino, ex senatore del M5S, ha reso noto che i lavori di riqualificazione del retroporto di Gioia Tauro stanno continuando, rispettando la tabella di marcia.

Tali lavori sono stati resi possibili grazie all’emendamento presentato «in quella “storica” legge di bilancio 2020 del Governo Conte 2 – ha spiegato Auddino – che ha gettato delle basi solide per la riqualificazione dell’area industriale retroportuale, per cui oggi parlare delle enormi potenzialità della vasta area retroportuale con le sue due aree industriali non è più un mistero dopo quell’emendamento, a dimostrazione della bontà della mia scelta di puntare anche sul retroporto, dopo aver salvato il Porto l’anno prima, grazie all’interessamento costante del Ministro di allora, Danilo Toninelli».

«Storica – ha spiegato – perché vide concretizzarsi, oltre all’emendamento in questione sul Porto grazie al lavoro svolto insieme all’allora sottosegretario Anna Laura Orrico, anche il terzo emendamento sulla definitiva stabilizzazione degli Lsu ed ex-Lsu, norme di cui avrebbero beneficiato anche gli Lpu calabresi, dopo mesi di strenuo lavoro svolto insieme al collega Riccardo Tucci».

«Grazie a questi successi adesso se ne parla – ha proseguito –. E grazie a quanti hanno lavorato con me perché tutto questo si concretizzasse nei tempi e nei modi previsti, questo adesso è realtà! In barba a quanti dicevano che questa sarebbe stata l’ennesima “eterna incompiuta”. Alle risorse stanziate dal mio emendamento, ben altri 6 mln di investimenti del Pon infrastrutture e reti del Mit si sono aggiunti per il rifacimento dell’arteria. L’Autorità di Sistema Portuale quale soggetto attuatore sta rispettando il cronoprogramma, per cui la conclusione del primo lotto dei lavori è prevista prossimamente». 

«Si lavora perché il retroporto – ha detto ancora – comprendente le due aree industriali che insistono nei territori dei comuni di Gioia Tauro, Rosarno e San Ferdinando, sia pronto ad accogliere nuovi investimenti.
Il mio scopo è sempre stato quello di rendere l’area industriale un polo commerciale e produttivo che rispetti le vocazioni del territorio, creando nuovi posti di lavoro rispettando l’ambiente. Logistica, trasbordo su ferro, produzione e smistamento delle merci dovranno essere le attività produttive del prossimo futuro che si sommeranno alle attività di transhipment, perché anche via terra possiamo dire la nostra…».

«Un futuro di speranze e di tanto lavoro ci aspetta – ha concluso – insieme a chi saprà lavorare in squadra nell’esclusivo interesse dei cittadini e per il bene della nostra terra». (rrc)

Porto di Gioia, è operativo il nuovo servizio ferroviario da Pontecagnano

È operativo, dal 24 gennaio, il nuovo servizio ferroviario della società Automar, titolare del terminal autovetture nel porto di Gioia Tauro, che permetterà di trasportare le autovetture di produzione nazionale dalla sede di Pontecagnano direttamente al porto di Gioia Tauro dove, attraverso i servizi di Grimaldi Group, partiranno per l’esportazione.

Nel contempo, le autovetture che arriveranno dall’estero al porto di Gioia Tauro potranno essere trasportate, sempre via treno, verso la sede di Pontecagnano per poi essere smistate in direzione delle destinazioni finali. 

Si tratta di un nuovo servizio che rappresenta un passo importante nella creazione di un sistema logistico integrato, in grado di gestire sia l’importazione che l’esportazione di autovetture attraverso una rete di trasporto sostenibile e ad alta efficienza. Questa nuova linea rappresenta, infatti, un significativo passo avanti nella distribuzione logistica, consolidando la posizione di Automar come un hub centrale per l’esportazione di veicoli prodotti in Italia.

Con circa 10 treni programmati a settimana, sarà così rafforzata la connessione tra il centro Italia e Gioia Tauro, ed aumenterà la capacità di movimentazione e distribuzione dei veicoli prodotti nel nostro Paese.

Nell’anno appena concluso Automar ha registrato una crescita di oltre il 50% dei traffici portuali, con una movimentazione ferroviaria organizzata in 256 treni in arrivo (38.498 vetture trasportate) e 12 treni in partenza (2.182 vetture trasportate), con una previsione per il 2024 di un ulteriore aumento del 50% dei traffici via treno.

Continua, quindi, il processo di sviluppo di Automar a Gioia Tauro attraverso l’impiego di notevoli risorse economiche, in particolare a settembre 2022 è stato ripristinato il tratto dei binari ferroviari interni al terminal, con un investimento di circa 700.000 euro, per consentire lo scarico dei treni in arrivo dagli stabilimenti di produzione di Melfi (per i veicoli Renegade e 500 X) e Fossacesia (per i veicoli Ducato) con un traffico di circa 9 treni a settimana in arrivo. (rrc)